13^ Domenica del Tempo Ordinario

 

X° INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE A ROMA

22-26.06.2022

 

UNA SANTITA’ NASCOSTA E SILENZIOSA

Gigi De Palo e sua moglie Anna Chiara Gambini, 5 figli e rappresentanti della Pastorale familiare per la diocesi di Roma, offrono la loro testimonianza in questa semplice intervista.   

Secondo Lei quale è il messaggio che vuole dare Papa Francesco all’incontro mondiale delle famiglie che ha come tema: “L’amore familiare: vocazione e via di santità”? 

Il Papa attraverso l’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia ha voluto dire una cosa molto chiara: che non esiste la famiglia perfetta, che le famiglie sono molto complicate, nelle famiglie ci si fa male, ma ci si può fare anche tanto tanto bene, e che la bellezza della famiglia è nella sua concretezza ma anche nelle difficoltà. Questa narrazione totalmente nuova della famiglia da parte della Chiesa Cattolica, che parte dalla concretezza – non per quanto riguarda il magistero – non solo è una novità ma manifesta una grande ricchezza del pensiero di questo Papa.

Cosa vuol dire ai tempi nostri vocazione e via di Santità? 

Vuol dire che c’è una Santità quotidiana; il Papa la chiama la santità della porta accanto, cioè si può essere Santi. Si possono fare cose molto belle anche, semplicemente, non essendo sacerdote o vescovo, ma nella quotidianità delle nostre famiglie. C’è una Santità nascosta e silenziosa di mamme che si spaccano la schiena con l’amore totale nei confronti dei loro figli, accompagnandoli a scuola, a fare lo sport, al catechismo; come c’è una Santità di tutti i papà che magari stanno lì con le spalle pronte a cogliere la sofferenza, la tristezza, la rabbia di un figlio che magari si scontra con gli amici. C’è questo tipo di Santità, che molte volte non viene presa in considerazione, ma che ci spinge a starci vicini nel quotidiano.

Negli ultimi anni è stato raggiunto un livello molto alto di divorzi: cosa si è inceppato nella nostra società? 

Quello delle separazioni e dei divorzi è un tema molto importante. Sempre meno giovani si sposano, neanche in chiesa. Aggiungo un dato in più: tanti decidono di non mettere più un figlio al mondo. Io credo semplicemente che in tutti questi anni abbiamo raccontato male la famiglia, il matrimonio e la nascita di un figlio.

Abbiamo fatto una narrazione problematica come se la famiglia fosse un problema, mentre invece la famiglia è la soluzione del problema. La famiglia è una risorsa. In Italia, per esempio, è la risorsa più importante che abbiamo: non abbiamo petrolio e gas perché lo dobbiamo importare, ma la nostra rete sociale si basa sulle famiglie, sulla rete tra famiglie, sull’associazionismo – che è una sorta di famiglia di famiglie – e sulle parrocchie, un luogo vissuto per la maggior parte dalla maggior parte delle famiglie italiane.

Quale errore abbiamo commesso? 

Diciamo che l’errore che abbiamo fatto è di trasformare la famiglia come un peso da sopportare per tutta la vita. La famiglia invece è una grande avventura, abbiamo pensato che la famiglia è perfetta e senza problemi. Le famiglie in realtà sono tutte complicate. La cosa divertente dalla famiglia è che un momento ti senti la famiglia del Mulino Bianco, altre volte ti sembra di vivere momenti di disperazione che pensi capitano solo a te. Ma la famiglia è sempre la stessa.

…incontriamo difficoltà anche in altri ambiti della nostra vita! 

La difficoltà è accettare nella vita della famiglia questa situazione, questi cambi repentini dovuti alle circostanze che si presentano. Ma le contraddizioni sono comuni anche nell’ambiente lavorativo e professionale, a tutti i mondi dove c’è la vita. Dobbiamo accettare il fatto che non esiste la perfezione, ma questo non significa che non possiamo aspirare alla perfezione. A volte le cose vanno, a volte no e cadiamo inesorabilmente. Purtroppo oggi stiamo pagando gli errori di questa comunicazione, di una narrazione totalmente sbagliata che non risponde all’idea di famiglia.

Che ruolo ha la parola “perdono” nella vita di famiglia? 

Il perdono è determinante. La pace non s’impara in un corso di diplomazia o in una facoltà di cooperazione internazionale, la pace s’impara in famiglia, perché noi pensiamo tante volte che non ci sia pace senza giustizia. In parte è vero, ma ci sono situazioni di conflittualità nel mondo ci dicono che non può esistere la pace se non c’è il perdono. Questo in famiglia si sperimenta: quando un figlio sbaglia va abbracciato e accolto, e quell’occasione avrà una valenza più educativa di quanto non sia una ramanzina o un pistolotto. In famiglia impari la pace e il perdono e questo perdono è qualcosa di utilissimo che poi deve essere esportato anche in tanti altri ambiti. Perdonare ed essere perdonato è cosa di ogni giorno, proprio in virtù del fatto che siamo pieni di difetti.

Quale è il segreto per far sì che un matrimonio duri nel tempo? 

Non lo so! Non c’è un segreto, non ci sono istruzioni, non c’è un modello perfetto, c’è la consapevolezza di provarci ogni giorno e sapere che la vita non è finita perché ti sei sposato. No! Inizia un percorso dove ogni giorno si fatica, ma anche gioisce. Non è una scienza esatta, è una sfida, gli uomini sono nati per le grandi sfide. Quando andiamo in montagna ci prende il lumacone pensando a tutte le strade che dobbiamo fare. La bellezza non è solo nel panorama che vedi alla fine, ma anche nella camminata e nella fatica. Vincere una medaglia d’oro è il risultato di un enorme allenamento; in azienda chi raggiunge ruoli apicali lavora tantissimo per cercare di dare il suo contributo. La stessa cosa è la famiglia e il matrimonio. Vedere il panorama dall’alto è stupendo, vivere tutta la vita con una persona è il desiderio che tutti abbiamo nel cuore, altrimenti i giovani non metterebbero i lucchetti sui ponti. Nel matrimonio c’è la fatica che le cose grandi meritano.   

La crisi dovuta alla pandemia ha posto degli interrogativi, sia dal punto di vista educativo che della natalità…  Lo Stato in che maniera sostiene l’istituzione della famiglia?  

In Italia si fa sempre poco perché siamo in ritardo di 30 anni sulle politiche familiari.  Ben venga, come è successo ultimamente, l’assegno unico, ben venga il Family Act, ma siamo sempre in ritardo rispetto alla situazione da cui siamo partiti. Il fatto che nascono meno bambini è il risultato di economia e cultura che si sono contagiati a vicenda. Da una parte l’economia fa crollare la fiducia alle giovani generazioni, dall’altra parte questa sfiducia influenza anche una cultura… purtroppo la paura è diventata cultura.

Ma in tutti gli ambiti della nostra società si parla molto poco della natalità… 

Dobbiamo fare molto di più di quello che facciamo. Ci vorrebbe nel PNRR un piano di rilancio per la natalità, mettere in primo piano la natalità come nuova questione sociale. Natalità ha a che fare con le pensioni, con la sanità, con l’innovazione, con il welfare. Se tutto ciò non riparte crolla tutto. Lo Stato, ma io dico tutto il sistema paese, tutti, dovrebbero tutti i giorni parlare di natalità e di come invertire questa tendenza. A me sembra che si stia facendo troppo poco.

Nel documento vaticano che propone gli “itinerari Catecumenali” per la vita matrimoniale c’è un richiamo alla preziosa virtù della castità.  “Niente sesso prima del matrimonio per i fidanzati”. È un traguardo difficile per la nostra società?  

Di fatto non è una notizia, sono 2mila anni che la Chiesa cattolica propone questo tema. La chiesa, il Papa, propone un gioco, propone la castità? Propone anche la santità. Propone tante cose. Se sei cattolico ti senti chiamato in causa da questa proposta, se non lo sei, fai come credi. Mi colpisce che molte religioni fanno proposte molto più radicali, ma non vengono massacrate mediaticamente come la chiesa cattolica. In un mondo dove tutto, anche il corpo e soprattutto quello delle donne, è mercificato, ben vengano proposte di questo tipo. Io credo che una voce in totale contrasto con quello che dice il mondo faccia sempre bene.

 

 

GIORNATA PER LA CARITA’ DEL PAPA

 

Abbracciare gli altri attraverso le mani del Papa è un gesto che realizza la pace, perché sostenendo la premura del Santo Padre per le innumerevoli situazioni di indigenza e di “scarto” mostriamo di aver capito di “trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme”. Solo su questa strada si avvicina la pace vera, quella promessa dal Risorto.

(Dal Messaggio della Presidenza CEI).

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