27^ Domenica del Tempo Ordinario

VENITE AL SIGNORE CON CANTI DI GIOIA

 Carissimi genitori, bambini e giovani,

                   è questo l’invito che mi sale dal cuore mentre mi accingo a scrivervi queste righe, all’inizio di un nuovo anno catechistico. So che non ci siamo allontanati dal Signore e ancor di più sono certo che il Signore non ci ha abbandonati, anzi ci ha accompagnati ovunque noi siamo stati nel periodo estivo, come sempre. Invece non ci siamo visti tra noi. Agli inizi di marzo abbiamo dovuto sospendere gli incontri di catechesi, poi sono giunte le vacanze, adesso ci è caro incontrarci nuovamente.

Devo ringraziare i genitori e i bambini che durante questo tempo mi hanno inviato saluti e auguri, scritto riflessioni, risposto alle domande. I vostri disegni sono ancora esposti in fondo al duomo e tante persone, venendo in chiesa per una preghiera, sostano davanti alle bacheche per guardare, riflettere, apprezzare semplici espressioni che rivelano gioia, preoccupazione, sentimenti o altro. È una ricchezza umana che si manifesta nella sua realtà e con fantasia, illuminata anche dalla fede.

In questa settimana abbiamo iniziato ad incontrarci nuovamente. È stato un po’ faticoso riprendere a causa delle iscrizioni, del patto di responsabilità, la distanza, l’igienizzazione delle mani e degli ambienti, la suddivisione dei gruppi… sono tutte attenzioni che dobbiamo osservare per il bene di tutti. Nonostante questa iniziale fatica, vi invito: Venite al Signore con canti di gioia! Perché?

La comunità cristiana da secoli e secoli custodisce un tesoro che desidera comunicare alle generazioni future, proprio a voi, perché questo tesoro non è una sua proprietà ma è un bene di cui essa gode e desidera far partecipi anche voi tutti. Questo tesoro è la fede in Gesù, morto e risorto, che tutti abbiamo ricevuto nel Battesimo, ma che deve crescere per permeare tutta la nostra vita per produrre frutti buoni con le opere carità, la quale a sua volta attinge la sua forza nella liturgia eucaristica.

Cari genitori, venite al Signore con canti di gioia, perché vi ha fatto dono di questi bambini da educare alla vita cristiana, coadiuvati anche dai catechisti che condividono con voi questa missione. Gesù vi ripete: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite perché di essi è il Regno dei cieli”. La catechesi ai bambini non sia l’ultima preoccupazione ma la prima perché incide positivamente nel cuore, apre solchi nei quali seminare il bene che darà i suoi frutti. Ricordate le promesse fatte pubblicamente nel giorno del battesimo dei vostri figli. Vi siete impegnati ad educarli nell’amore di Dio e del prossimo.

Cari bambini, venite al Signore con canti di gioia perché Gesù si rivela a voi e vi assume come segno del Regno di Dio. Vi aspetta anche alla Messa domenicale per donarvi la sua Parola e la sua luce. La preghiera del mattino e della sera sia l’incontro giornaliero con Gesù. La vostra famiglia e i vostri amici di scuola vi danno l’occasione di vivere l’amore del prossimo. Si cresce insieme nella fede, nella speranza e nella carità.

Cari giovani, venite al Signore con canti di gioia perché il Signore vi prospetta mete importanti, impegnative, è vero, ma che realizzano la vita. La vostra vita è ricca di domande che attendono risposte. Non accontentatevi delle risposte imparate da bambini. Come si cresce in statura ed in età così si cresce nella fede e nella comunione con Gesù. Venti anni fa, ai numerosi giovani radunati a Tor Vergata-Roma per la Giornata Mondiale della Gioventù, il Papa Giovanni Paolo II° rivolgeva con forza e ad alta voce una domanda che vorrei risuonasse oggi anche nei vostri cuori: “Chi cercate? Voi cercate la felicità. La felicità è Cristo Risorto.”

Carissimi tutti, questi tempi di emergenza ci fanno comprendere che siamo in missione, che dobbiamo cercare di stare uniti, di aiutarci vicendevolmente, di sostenerci nella fede. Non abbiamo paura di riprendere a frequentare la chiesa per vivere insieme il momento apice della nostra fede che è l’Eucaristia domenicale.

A tutti lascio questo messaggio, con la speranza che venga raccolto e vissuto. Per questo prego.

Un cordiale saluto a tutti.                                                                                                                                     Il Parroco Don Luciano.

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