29^ domenica del tempo ordinario

GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE

 

La Giornata Missionaria Mondiale porta subito la nostra mente ed il nostro cuore verso terre lontane dove i nostri missionari, sacerdoti religiosi e laici sono andati, ricchi di entusiasmo e di fede, per annunciare la Buona Notizia che Dio ci ama immensamente e per questo ha inviato il suo Figlio in mezzo a noi come messaggero del suo amore infinito. Questi missionari sono ammirevoli, meritano la nostra stima, la nostra fiducia, il nostro aiuto, la nostra preghiera perché, là dove sono, ci rappresentano, rappresentano tutta la chiesa che, come madre amorosa, raccoglie i suoi figli e li nutre con la sua fede, la speranza e la carità. Essi si trovano nelle “periferie del mondo”, come dice il Papa, ed hanno accolto l’invito di Gesù: “Andate in tutto il mondo…predicate…battezzate…” Le periferie sono oggi presenti in mezzo a noi ed attendono di essere evangelizzate. Non sono tanto luoghi, quanto invece atteggiamenti manifesti e situazioni di povertà. Si tratta anche di povertà come mancanza di mezzi sufficienti per vivere ma alle volte vengono meno anche le ragioni per cui vivere. L’indifferenza religiosa, la ricerca di spiritualità per vie pericolose e alle volte drammatiche, l’inquinamento dei cuori, il poco valore della persona umana sono realtà presenti in mezzo a noi e ci interpellano indubbiamente. Le modalità di annuncio sono diverse da quelle di un tempo ma la forza dell’evangelizzazione è sempre la medesima, perché sempre la stessa è la sua fonte: lo Spirito Santo. Questo spirito intrepido ci viene oggi ricordato tramite la presentazione di un santo che per tanti forse è sconosciuto, ma conosciuta è la Congregazione da lui fondata, le suore di nostra Signora dell’Orto, che da tanti anni compiono il loro qualificato ed apprezzato servizio nella Scuola di via Maniago, dove sono cresciute varie generazioni. Sono di aiuto alle famiglie della città, e non solo, nella crescita dei figli. Le suore sono conosciute come “Gianelline” perché la loro Congregazione è stata fondata da S. Antonio Maria Gianelli, che oggi vogliamo ricordare come missionario del popolo. A nome di quanti hanno beneficiato o stanno godendo del loro servizio, esprimiamo il nostro ringraziamento cordiale ed auguriamo loro di continuare ancora per tanti anni ad impegnare la loro vita nella scuola e nelle attività secondo il loro carisma. Ad multos annos!

                                                                                                                                                          Il Parroco don Luciano Nobile


 

 

 S. ANTONIO MARIA GIANELLI

S.Antonio Maria Gianelli

Antonio Gianelli nasce il 12 aprile 1789 in terra ligure, a Cerreta, piccola frazione di Carro in provincia di La Spezia. Fino a 18 anni la sua vita trascorre in famiglia tra lavoro, studio e preghiera. Entra poi in seminario a Genova. Nel 1812: è ordinato sacerdote. Nel 1829, essendo parroco di Chiavari, fonda la Congregazione della Figlie di Nostra Signora dell’Orto (le Gianelline), che operano prima a Chiavari ed in varie località della Liguria e in tutto il mondo. E’ consacrato Vescovo di Bobbio nella cattedrale di Genova nel 1838. Dopo una vita intensa di preghiera e predicazione, muore a Piacenza nel 1846 e nel 1951 la Chiesa lo proclama santo.

Perché ricordare S. Antonio Gianelli nel Mese Missionario?

Perché Gianelli, dai primi anni di sacerdozio e fino alla morte, predilige il ministero delle missioni al popolo. La consacrazione episcopale, conferendogli la pienezza del sacerdozio, gli dà nuovo impulso e vigore per adempiere in misura colma il suo ministero di apostolo e missionario. In ogni sua attività, come studente, professore, parroco, vescovo è sempre, instancabilmente missionario. Nel breve arco di vita di 57 anni, si fa “tutto a tutti” e, non potendo agire da solo per la mole di lavoro richiesto dalle innumerevoli Missioni popolari da lui organizzate, fonda la Congregazione dei Missionari di S. Alfonso. Si consuma in instancabili missioni, vuole essere pastore e padre tra la gente che va a cercare, in zone impervie, periferiche e rurali, per liberare dall’ignoranza e dalla sfiducia, per annunciare il Vangelo e la salvezza, per dare dignità e speranza, per far riscoprire Dio in ogni storia personale. Viene proclamato Patrono della Val di Vara. Sentiamo dalle sue parole come deve essere un missionario. Il 6 giugno 1834, scrive una lettera ad un sacerdote, in cui delinea quale deve essere lo spirito dei missionari. «…. ricordo che l’essere missionario soltanto di nome non basta. Bisogna averne lo spirito, il quale essendo carità, suole essere, anzi, deve essere operativo. So bene che qualche volta non si può fare veramente quello che si vorrebbe; ma quante mai cose si farebbero se avessimo la vera carità!  Non facciamo perché ci manca e ci lusinghiamo di non potere. lo vi prego, carissimi, ad esaminarvi un po’ tutti innanzi a Dio e vedere se in questo punto avete fatto veramente ogni cosa. Chi non lo ha fatto lo faccia, e chi lo ha fatto fin qui segua a farlo in avvenire e, senza farsi né cercare né pregare….. Raccomando quella irreprensibile ed edificante condotta che i buoni missionari debbono tenere in ogni tempo e in ogni luogo. Accertatevi che chi ha poco zelo a casa sua, chi è freddo, chi è languido, chi è indifferente a casa sua, tale è ancora o poco più in missione e, bene spesso, invece di cooperare alla conversione delle anime, guasta la stessa missione. Accendiamo dunque, in noi, la vera brama della salvezza delle anime e saremo allora veri, zelanti, operosi missionari… allora verrà quel fuoco che, secondo il Vangelo, accende il mondo!”…… e conclude: “Casco sulla carta per il sonno: notte felicissima!” Ora la Famiglia Gianelliana, con la protezione di Gianelli, si impegna in tutto il mondo per portare Dio sorgente di vita e di benedizione. Oggi Gianelli vive nella testimonianza delle sue figlie e in tutti noi che viviamo la Carità evangelica vigilante. Oggi, su questo altare, Dio manifesta la sua fedeltà, accende la luce della speranza, la forza della fede, la vita riconciliata.

Antonio Gianelli ci accompagni perché la comunità educante si senta vera famiglia, con la volontà ferma di cercare il bene comune e la scuola sia una realtà viva che cammina sui binari della verità e dell’amore. Una scuola dove insegnare è una passione e imparare è il gusto che arricchisce la vita.

Apriamoci al canto di fiducia in quel Dio che ci cerca ed abbraccia con amore e ci conduce nel quotidiano vivere, soffrire, sperare.

                                                                                                                                                     La Madre superiora Suor Maddalena Nanni

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