2^ Domenica di Pasqua

SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

LUNEDI’ 4 APRILE 2016 – Festa patronale

Carissimi parrocchiani,

è una festa che ci interessa direttamente perché la nostra chiesa parrocchiale è dedicata a S. Maria Annunziata, è la festa patronale, merita una particolare menzione ed una corale partecipazione.

A Pasqua abbiamo cantato: ”Questo  il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo!” E’ un  giorno lungo quanto è il tempo del mondo. È l’oggi Dio. Da sempre Dio crea il suo giorno per noi. È  quello della salvezza di tutto il creato e dell’umanità.

 Un inno di gioia composto dal Signore.

Con questa festa che è stata rinviata a causa della concomitanza col Venerdì santo (25 marzo), noi celebriamo e contempliamo soltanto un momento di una lunga storia d’amore di Dio per noi. Dio propone e Maria accoglie la chiamata a diventare madre del Messia. Maria con la sua disponibilità diventa “ l’ inno di gioia composto dal Signore per noi”. Ella viene destinata ad una missione, porta nel suo seno un mistero, il disegno di Dio, il progetto di amore per tutta l’umanità. Allora “gioisci, piena di grazia”. Non sarà mai sola perché “il Signore è con te”. La storia è lunga, era iniziata nella gioia quando Dio vide che il creato “era cosa buona” ma l’uomo non si è fidato di Dio ed ha inquinato col sospetto il rapporto con Lui, col prossimo e con tutta la creazione.

A Pasqua abbiamo preso atto di questa ferita inferta dall’uomo a se stesso ed abbiamo contemplato la medesima ferita guarita dall’amore di Cristo. Ci è rimasta la cicatrice, la pelle è sensibile, leggera. Siamo deboli, nel cuore e nella mente, nutriamo sempre il sospetto che Dio sia geloso della nostra felicità, che voglia soggiogare la nostra libertà coi suoi comandamenti. Ma Dio non si stanca di chiamarci, siamo scelti, benedetti, predestinati…Ma è vero? Sì, questo è avvenuto in Maria. Lei è il sogno di Dio per tutta l’umanità. “Nulla è impossibile a Dio”.

 Allora facciamo festa!

Perché questa festa ridona a noi speranza, in Maria vediamo un segno dell’amore per il Signore. Maria si fida di Dio. Si mette completamente nelle sue mani. Comprende piano piano il progetto di Dio. Cosa ci dice tutto questo? La situazione è seria indubbiamente, i pericoli ci sono, le tragedie sono all’ordine del giorno. Dio ci ha resi immacolati nel Battesimo, questa domenica in albis ce lo ricorda. Siamo resi capaci di comunione con Lui e con gli altri, è pure la domenica della misericordia, ricevuta e donata. Egli ha messo nel nostro cuore la certezza della vittoria del bene sul male, infatti continuiamo a contemplare il Risorto.  Diciamo sì alla vita quotidiana, perché Dio passa di qui. “Non temere”: Quante volte abbiamo sentito nel vangelo questo invito del Signore! Oggi è rivolto a noi. Perciò prendiamo coraggio. Vinciamo il pessimismo ed il disfattismo.

Ci sono nel mondo tante energie di bene. Gesù è garante del bene. È il fiore garante della primavera, la goccia che diventerà fiume.

Vorrei invitare a questa festa tutti i coniugi che stanno attendendo un figlio. È questo il segno più appropriato della speranza, della fiducia. Nulla è impossibile a Dio. Con siamo sul sentiero della vittoria. Vi aspetto.

                                                                                                  don Luciano

 


 

LA VOCE DEL POETA

Vergine, o natura sacra, / piena di bellezza, / tu sei l’isola della speranza. / Vergine, radice e pianta / sempre verde, / colomba dello Spirito nuovo. / Arca della vera alleanza, / tra uomo e natura, ritorna, / caravella che porti il Signore / sotto la vela bianca”.

Vergine, cattedrale del silenzio, / anello d’oro / del tempo e dell’eterno, / tu porti la nostra carne in paradiso / e Dio nella carne. / Vieni e vai negli spazi /a noi invalicabili”.

“Ritta, discosta appena dal legno, / stava la madre assorta in silenzio, / pareva un’ombra vestita di nero, / neppure un gesto nel vento immobile. / Lo sguardo aveva sperduto lontano: / cosa vedevi dall’alta collina? / Forse una sola foresta di croci? / O anche tu non vedevi più nulla? / O madre, nulla pur noi ti chiediamo: / quanto è possibile appena di credere, / e star con te sotto il legno in silenzio: / sola risposta al mistero del mondo”.

“Solo tu, madre, credevi al risorto? / Per il credente il silenzio è la legge: / questo è l’evento che solo una vita / può dimostrare che è certo e reale”.

“La tua prima parola, Maria, / ti chiediamo d’accogliere in cuore: / come sia possibile ancora / concepire pur noi il suo Verbo. / Te beata perché hai creduto, / così in te ha potuto inverarsi / la parola vivente del Padre / benedetta dimora di Dio”.

                                                   (Padre Davide Maria Turoldo)

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