32^ Domenica del Tempo Ordinario

Carissimi fedeli, abbiamo vissuto e vivremo momenti importanti per la vita.

La Solennità di tutti i Santi.

Abbiamo contemplato la fonte della santità che è Dio e meditato sulla santità che Egli ci ha donato nel Battesimo. Dio ha comunicato se stesso a noi, per mezzo di Gesù e con la potenza dello Spirito Santo. Tutti siamo chiamati a vivere da santi, cioè da figli di Dio. Il vasaio accarezza con le mani l’argilla che gira sul tornio, la modella, la cura con delicatezza eppure Il vaso riesce sempre con qualche imperfezione.

Per questo noi diciamo: “E’ fatto a mano” e ammiriamo la sua preziosità. È unico. La perfezione non è di questo mando, lo sappiamo. I nostri limiti fanno parte della nostra natura umana. Siamo creati da Dio ma ci portiamo dietro la nostra umanità che, come vaso di creta, racchiude la sua presenza che ci rende santi. Corriamo dei pericoli, facciamo fatica a permettere a Dio di trasfigurarci, di trasformare la nostra umanità nell’umanità di Cristo. Gli egoismi, le debolezze e le pigrizie, sono le nostre imperfezioni che ci spingono a chiamare in aiuto il Signore, a renderci conto delle nostre fragilità, ad essere più comprensivi verso gli altri. L’azione di Dio e la nostra risposta generosa, fanno di noi dei santi. Mi è sempre piaciuta una santità spicciola, quotidiana, quella che vive la gente comune nelle famiglie, nel lavoro, nella professione. È più a portata di mano.

 La Commemorazione dei fedeli defunti.

Siamo stati nei cimiteri a salutare i nostri morti per la riconoscenza a loro dovuta, abbiamo portato un fiore, acceso una candela, accarezzato o baciato una foto sulla lapide. Sono segni di affetto. Abbiamo pregato per loro. È un segno di fede. Noi crediamo che i nostri morti sono dei viventi.

“Chi crede in me anche se muore, vivrà” ci ha detto Gesù. Abbiamo la speranza della resurrezione e dell’incontro definitivo col nostro Dio e con tutti i nostri cari. C’è un momento in cui diventiamo contemporanei di Gesù, della Vergine, dei nostri morti che vivono in Dio, dei Santi che veneriamo: è il tempo della S. Messa. La liturgia della terra si unisce alla liturgia del cielo. È un incontro misterioso e vero che dà una prospettiva di infinito e di eternità alla nostra vita.

Don Luciano

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