33^ Domenica del Tempo Ordinario

L’ECO DELLA PAROLA DI DIO

(Ml 3, 19 – 20a; 2 Ts 3, 7 – 12; Lc 21, 5 – 19)

La prima lettura e il brano evangelico di questa domenica ci presentano due Comunità in gravi difficoltà.

Per comprendere in profondità i problemi della Comunità ebraica descritta dalla prima lettura, bisogna rifarsi al contesto storico. Ci troviamo a Gerusalemme, una cinquantina d’anni dopo il ritorno dall’esilio babilonese. La città è ancora senza mura, i popoli limitrofi sono profondamente ostili, difficoltà d’ogni genere rendono la vita quasi impossibile. La comunità ebraica è delusa e sfiduciata. La realtà è troppo diversa da quanto tutti speravano! A causa di questa situazione anche la fede è messa a dura prova. Serpeggiava lo scetticismo, la rilassatezza religiosa, morale e si verificavano persino fenomeni di apostasia.

In questo contesto il profeta Malachia è chiamato a svolgere il suo ministero. Egli ha come scopo principale di riaffermare la fede nel Dio dell’Alleanza, nel Dio che si è impegnato con Israele e che è fedele. Al di là delle immagini di chiaro colore apocalittico, il messaggio del profeta è questo: – Dio è giusto, – Dio non tradirà le sue promesse, – Dio farà giustizia a chi gli è fedele. L’intervento definitivo di Dio nella storia sarà di salvezza per i giusti e di condanna per gli empi: “Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li incendierà… Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia”.

Nel brano evangelico odierno, l’evangelista Luca, ha presente la situazione della sua Comunità cristiana e di tante altre. Comunità provate da tante difficoltà: l’incomprensione, anzi il clima persecutorio, da parte dei giudei e da parte dei pagani.

Lo scopo di questo discorso escatologico, non è, come spesso si pensa, quello di far paura, ma, al contrario, di dare fiducia, speranza nella salvezza, nell’incontro definitivo con il Signore per l’eternità.

Lo scopo è di orientare a Cristo Salvatore la vita dei credenti, perché non disperino, non si sentano soli, perché si convincano che la loro vita ha un senso ben preciso, una direzione, una meta.

In particolare, i componenti della Comunità di Luca e delle Comunità di tutti i tempi, devono far tesoro di alcuni ammonimenti di Gesù: Non lasciarsi ingannare né da quelli che si spacciano per Messia; né da quelli che annunciano come imminente la fine:

  1. “Non sarà subito la fine”, dice il testo.

Gesù voleva dire che i falsi profeti, i falsi messia, le catastrofi naturali, le guerre, le persecuzioni… caratterizzeranno sempre la vita dell’uomo e della Chiesa.

  1. Tutti questi fatti, per i discepoli di Cristo, dovranno essere “occasione per rendere testimonianza”. Ecco il compito dei discepoli durante tutta la storia:

– essere testimoni di Cristo e del suo Vangelo.

– leggere e interpretare alla luce di Cristo, tutto ciò che accade nella storia, sia di positivo come di negativo.

Questo – ci fa capire l’evangelista – è il modo giusto di attendere la fine.

  1. Gesù, infine, ammonisce: “Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”. Perseveranza nella testimonianza, nonostante le prove, le difficoltà di ogni genere.

La seconda lettura di questa liturgia (Tess 3,7 – 12) è sulla stessa linea tematica del brano evangelico.

I messaggi essenziali si possono così sintetizzare: Solo Dio conosce le più intime pieghe della storia e le sue ultime battute. I cristiani devono attendere la fine (della propria vita e del mondo) nell’impegno, facendo fruttificare i talenti…”Chi non vuol lavorare, neppure mangi”, ammonisce con giusta severità S. Paolo.

Prima di concludere, facciamo una domanda:

Le nostre Comunità cristiane di oggi, quali pericoli, paure, problemi, contraddizioni stanno vivendo? L’elenco sarebbe lungo!

In sintesi si può dire che anche noi versiamo in gravi difficoltà. Difficoltà che vengono dall’esterno e difficoltà che provengono dall’interno delle stesse Comunità cristiane.

Per le une e le altre, molti sono disorientati, scoraggiati, delusi. Il Signore vuol dare anche a noi, oggi, speranza e coraggio.

Ci invita a ricordare che Lui è sempre fedele. Ci invita ad essere fedeli anche noi. Ci dice ciò che ha detto a tutte le altre Comunità cristiane sottoposte a prove lungo l’arco della storia:

  1. Non lasciatevi sviare da falsi messianismi e da falsi profeti, da Sette, da magie, da cartomanti, da superstizioni varie, da ideologie, da idolatrie…che pullulano ovunque nel mondo contemporaneo. Non svendete il vostro ricchissimo patrimonio di cultura e di fede!

  2. Siate, nel vostro tempo, così convulso e contraddittorio, ma anche così ricco di fermenti buoni, miei testimoni: della mia Persona e del mio vangelo.

  3. Siate perseveranti, siate sale, luce, lievito: fermentate la storia con i valori del Vangelo: “Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”.

                                                                                                                                                         Mons. Ottavio Belfio

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