4^ Domenica di Quaresima

DOMENICA IN “LAETARE”

Carissimi parrocchiani, stiamo avvicinandoci ormai a grandi passi alla Pasqua del Signore che vivremo nelle liturgie solenni, commoventi e partecipate, della Settimana Santa che ha il suo cuore nel Triduo Pasquale. Ci stiamo preparando da tutta la Quaresima perché questa grande festa non arrivi soltanto perché il tempo è passato ma giunga a noi come bella notizia che viene certamente dall’alto ma che trova un terreno fertile e pronto ad accogliere il “chicco di grano” che viene seminato nel nostro cuore e nel cuore di questa nostra comunità. Ci rallegriamo per questa grazia che il Signore ci dona.

Ognuno di noi sta facendo il suo percorso, segnato dall’ascolto di Dio, dalle opere di carità personali o comunitarie, dalla partecipazione fedele alle Liturgie o al tradizionale pio esercizio di pietà come la Via Crucis, da qualche sacrificio. Il “chicco di grano” che è Gesù Risorto, dopo il silenzio della morte indicato anche dalla stagione invernale che va terminando, germoglierà e fiorirà nella primavera che presto farà sentire il suo tepore. Il risveglio della natura ed il prolungarsi della luce del giorno sono elementi certamente che appartengono alla nostra esperienza e perciò sono per noi eloquenti. Cristo viene a risvegliarci perché non cerchiamo la vita e la gioia tra i muri di un sepolcro ma nello scorrere della storia che è illuminato dalla luce della stella del mattino che è Lui. Lui ormai non conosce tramonto. Vivendo alla sua luce neppure noi conosceremo il tramonto. Da qui nasce la speranza.

La speranza è sempre difficile. L’orizzonte della storia che stiamo vivendo sembra cupo, alle volte mette paura. L’amore non può essere ucciso da nessuno. Se vive nel nostro cuore noi con coraggio cerchiamo “ le cose di lassù” come ci invita a fare S. Paolo. Non fuggiamo dal mondo ma mettiamo il lievito della verità e della sincerità nella pasta della storia, trovando la forza nel Pane della Resurrezione. Portiamo un po’ di cielo sulla terra. La comunità degli apostoli, pur impaurita, non si è sciolta perché l’amore del Signore l’ha tenuta unita. La nostra missione non è quella di chiacchierare ma di impostare oggi un nuovo umanesimo che tuteli la dignità umana, costruisca relazioni solidali, rispetti la libertà. La chiesa dovrebbe offrire la possibilità di vivere questa esperienza. Dall’esperienza di vita cristiana vissuta si parte per la missione. Chi vive da risorto compie gesti di vita e diffonde risurrezione attorno a sé. La resurrezione inizia da un atto di umiltà: Riconoscerci peccatori e bisognosi di una salvezza che viene solo dall’Alto tramite il ministero della chiesa,davanti ad un ministro di Cristo che dice: “Io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Carissimi fedeli, vi auguro ogni bene. La Pasqua del Signore venga ad infondere in tutti pace, serenità, gioia di vivere e forza di amare.

Cordialmente.

                                                                                         Il parroco don Luciano


 

Fare festa mettendoci il cuore

Domenica mattina, sveglia presto (circa le 6.30), piove, vestirsi in fretta, prendere lo zaino con i panini e correre a prendere la corriera delle 7.00 assieme ad altri ragazzi del nostro Vicariato Urbano, direzione: Jesolo; il primo pensiero è… ma chi me lo ha fatto fare? Tutto questo per andare ad una festa… una festa speciale…

Ore 9.00 l’arrivo al Pala Arrex, fuori non piove più, tante corriere, tantissimi giovani… entriamo nel palazzetto, settore Nb1, ci sistemiamo e incomincia la festa… o meglio la Festa dei Giovani del Movimento Giovanile Salesiano del Triveneto, che come ogni anno è pronta a regalarci emozioni fortissime.

Anche quest’anno, assieme ad altri 7000 giovani provenienti dalle altre diocesi del Triveneto, abbiamo voluto essere presenti a questo momento di divertimento e riflessione intitolato: #Metticicuore, che riprende il tema della Misericordia e si collega al cammino che la Chiesa sta facendo in questo anno giubilare, indetto da Papa Francesco.

Tra musica e danze che hanno caricato di buon umore noi e tutto il palazzetto ed entrando nel clima di festa della giornata, ci siamo sentiti parte di una grande famiglia che si ritrova, per e con Gesù, nel segno della semplicità e dell’allegria contagiosa del Vangelo.

Attraverso lo spettacolo, che un numeroso gruppo di giovani aveva preparato nei giorni precedenti all’interno di vari gruppi di lavoro, ci siamo immersi nella rivisitazione della più famosa parabola della misericordia, quella del Padre Misericordioso; in cui gli avvenimenti che si susseguivano in questa fantasiosa e strana locanda, ripercorrevano non solo il racconto parabolico ma anche le opere di misericordia, proponendole con un linguaggio semplice e giovane, proprio dello stile salesiano.

Ciò che ci ha emozionato e sorpresi di più è stato che, all’interno della storia evangelica, vi erano dei momenti di testimonianza, che aprivano un nuovo racconto nel racconto già in atto, facendoci così conoscere la toccante e illuminante vita di Gianluca Firetti, giovane ventenne cremonese morto lo scorso anno a causa di un tumore osseo. Gli amici e il fratello di Gian ci hanno voluto regalare, nei loro interventi, ciò che hanno vissuto in prima persona e sperimentato nella vicinanza a questo straordinario e semplice ragazzo che, nel dramma della sua condizione fisica, è riuscito a mantenere viva la fede e ad essere un segno luminoso in tutti coloro che lo hanno conosciuto.

Durante la Messa, celebrata sempre nel palazzetto, don Marco D’Agostino, che presiedeva la celebrazione e che è stato vicino a Gianluca negli ultimi anni della sua vita, ci ha raccontato delle ore passate con questo ragazzo, delle Messe celebrate sul carrellino dei medicinali nella stanza di Gian, dove – diceva- “sotto vi erano le medicine e sopra l’Eucarestia, che è la cura”; della preghiera semplice e, allo stesso tempo, potente di Gianluca, che al Signore chiedeva di “smezzargli la croce”, ovvero di condividere la sua croce con Gesù, e di tanti altri momenti vissuti con lui all’Hospice prima della morte, avvenuta il 30 gennaio 2015.

Riflettere con le parole del Vangelo, con la testimonianza di vita ascoltata, e partecipando all’Eucarestia assieme a così tanti giovani, è stato proprio un momento di Chiesa grandissimo, una carica per vivere il quotidiano, con Gesù a fianco a noi in ogni momento.

Finita la messa, la festa è continuata col pranzo in spiaggia (non ha piovuto per tutto il giorno), con gli stand di varie associazioni e oratori, con le danze e la possibilità di dialogare con gli amici di Gianluca.

Rientrati in palazzetto per l’ultima parte dello spettacolo, in cui anche noi eravamo in attesa, col padre della storia, di quel figlio che se ne era andato, pronti a far festa ed aprire il cuore alla Misericordia per il suo ritorno… e così è stato!

Ripresa la corriera per ritornare a Udine, le impressioni sulla giornata passata assieme erano molte, soprattutto di gioia e di riconoscenza, per un momento di Chiesa giovane che abbiamo saputo vivere… mettendoci cuore!                                                                                                                                                                                                                                                     

                                                                                              Simone Carlini

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