5^ Domenica di Pasqua

Cantori di un nuovo cantico…….

Nelle ultime domeniche del tempo pasquale la liturgia ci fa ritornare a quel tesoro prezioso che è costituito dal testamento di Gesù aperto ai suoi nella notte della cena, notte di amarezza e di amore, di tradimento e di grandi promesse. Nel clima di intimità e di semplicità del pasto fraterno e della lavanda dei piedi il Signore offre i doni più grandi: il comandamento della carità e lo Spirito Paraclito. Al centro del brano che viene proclamato in questa V domenica di Pasqua è proprio il comandamento dell’amore, comandamento “nuovo”, come nuova è l’alleanza che il Figlio di Dio è venuto a instaurare nel suo sangue (cfr. Ger 31,31-34; Mt 26,28). In questa alleanza d’amore tra Dio e gli uomini, che si è compiuta sulla croce di Cristo, l’unico impegno veramente possibile ed esigente è quello dell’amore reciproco. Un amore che fa sì che nessuno basti a se stesso e che tutti abbiano bisogno gli uni degli altri, tutti, in un certo senso, “dipendenti” dalle cure e dalle premure degli altri. Lo ricordava anche papa Francesco facendo leva sul concetto di tenerezza: «Oggi la gente ha bisogno certamente di parole, ma soprattutto che noi testimoniamo la misericordia, la tenerezza del Signore che scalda il cuore, che risveglia la speranza, che attira verso il bene […]. La diffusione del Vangelo non è assicurata né dal numero delle persone, né dal prestigio dell’istituzione, né dalla quantità di risorse disponibili, ma solo dalla tenerezza e dall’amore di Cristo» (Omelia del 7 luglio 2013). Questa “dipendenza” reciproca diventa responsabilità vicendevole in quanto il fratello è chiamato a preoccuparsi e a occuparsi del fratello. Ma la reciprocità dell’amore insegnata da Gesù non si sorregge da sola perché sta in piedi grazie ad un equazione da vertigini: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). È la donazione del Figlio sulla croce la fonte e il riferimento massimo dell’amore che i credenti riescono a vivere e a scambiarsi; è il darsi l’uno per l’altro come Cristo si è dato per gli uomini in obbedienza al Padre il modello di ogni misericordia; è l’ora gloriosa della passione (cfr. Gv 13, 31-32) che riempie di vita le ore stanche degli uomini; è il vino nuovo e buono della salvezza a ridare vitalità alle anfore invecchiate della nostra storia (cfr. Gv 2,1-11) . Queste sono le «cose nuove» (Ap 21,5) che nascono dal sacrificio di Cristo: la morte è bandita per sempre e la vita fiorisce nei gesti di carità, di cura, di dono dei credenti. Sant’Agostino, a commento di queste parole di Gesù, “gioca” sull’idea di novità e afferma: «Questo è l’amore che ci rinnova, perché diventiamo uomini nuovi, eredi della nuova alleanza, cantori di un nuovo cantico. Quest’amore, fratelli carissimi, ha rinnovato gli antichi giusti, i patriarchi e i profeti, come in seguito ha rinnovato gli apostoli. Quest’amore ora rinnova anche tutti i popoli, e di tutto il genere umano, sparso sulla terra, forma un popolo nuovo, corpo della nuova Sposa dell’unigenito Figlio di Dio, della quale si parla nel Cantico dei cantici: Chi è colei che si alza splendente di candore? (cfr. Ct 8, 5). Certo splendente di candore perché è rinnovata. Da chi se non dal nuovo comandamento?» (Trattati su Giovanni, 65). Proprio così, cantori di un canto mai udito e costruttori di un popolo trasformato, non per abilità nostra, ma perché sempre più conformati a Cristo, crocifisso e risorto, e pertanto, resi capaci di vivere di lui e come lui.                                                                                                                             d. Loris Della Pietra

 


 

 

PREGHIERA ALLA TRINITA’

 

Dio grande e misericordioso che sei Padre, Figlio e Spirito santo, mistero di comunione e di amore infinito, noi crediamo in te. Tu hai creato l’uomo e la donna a tua immagine e somiglianza perché, come te, fossero capaci di amare. Dell’amore umano degli sposi hai fatto un mistero di salvezza, “un grande sacramento”, un segno vivo del totale dono di Cristo alla sua Chiesa e della Chiesa a Cristo. Tu che sei Padre, Signore della vita, causa prima d’ogni paternità e maternità, sei la sorgente di ogni vita nuova che nasce dall’amore degli sposi. Noi ti preghiamo: ai genitori dona la gioia di amare e di educare i figli. Fa’ che sappiamo rivelare e comunicare il tuo amore provvidente, dolce e forte: questo è il bene più grande che ai figli si possa donare. Dio, Trinità d’amore, fa che ogni famiglia cristiana riscopra la sua dignità e viva la responsabilità di piccola Chiesa domestica, germe di nuova umanità. Fa’ che cresca ogni giorno nella fede, nella speranza e nell’amore. Fà che sappia dividere il suo pane con chi ha fame, che doni amore a chi è piccolo, povero, malato, a chi è dimenticato e solo. Dio della gioia e della pace fa che la nostra famiglia cammini sui sentieri della vita, che creda nel tuo amore anche nel tempo della prova e viva nella speranza di vedere il tuo volto quando ti incontrerà nella tua casa per lodarti per sempre. Amen

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