5^ domenica di Quaresima

I NOSTRI SIMPATICI CHIERICHETTI

Carissimi chierichetti/e,

siete sempre una gioia per il Signore e  per tutta la gente che viene in chiesa e che vi vede servire all’altare del Signore durante la S. Messa delle ore 10.30. Per me poi siete simpatici anche quando, nonostante le prove, le raccomandazioni e le spiegazioni dei vostri animatori Anna e Simone, vi muovete in ordine…. sparso, prima uno poi l’altro, uno va e l’altro lo raggiunge di corsa ma poi torna indietro perché non sa che cosa vada a fare… La partenza avviene dalla sagrestia dopo che tutti hanno ricevuto gli ordini dai capi…… tutti in fila, in silenzio, suona il campanello, mani giunte e non in tasca, inizia la processione verso l’altare cui si giunge sfilando in mezzo ai genitori e ai nonni che godono di vedere i figli e i nipoti vestiti da chierichetti, tutti compresi del proprio ruolo. Giunti ai gradini del presbiterio…. si fa un inchino ed ecco un primo momento di sconcerto: “Adesso dove vado?” A destra o a sinistra? Alle volte la fila di destra si mescola con quella di sinistra e, non essendoci il vigile che dirige il traffico in chiesa..… ognuno adocchia e si precipita verso la sua sedia che con pazienza  sta aspettando dalla domenica precedente o addirittura da 15 giorni. Qualcuno si è alzato piuttosto stanco dal letto alla mattina ed allora subito si siede finché gli altri gli fanno cenno di alzarsi in piedi perché si incomincia col segno della croce e la preghiera. Poi, quando iniziano le letture, tutti si siedono per ascoltare, non per chiacchierare con i vicini. Si fa la penitenza di ascoltare la predica che si spera sempre sia breve… e si aspetta che il parroco dica: “Questa storia è per i bambini” ed allora tutte le orecchie si drizzano anche quelle degli adulti!! L’offertorio è sempre difficile da organizzare, meno male che tutti gli accordi vengono presi dietro la colonna dove nessuno vede quello che succede…. ma poi sull’altare in qualche modo arriva tutto quello che occorre per la Messa, qualche volta anche qualcosa in più del necessario. Le ampolle sono sempre in pericolo… è un miracolo se arrivano all’altare senza innaffiare di vino o di acqua  il pavimento e senza lasciar cadere per terra i tappi! Il turiferario, agita il turibolo per “fare un po’ di fumo” e profumare di incenso l’ambiente e l’altro chierichetto regge la navicella… normalmente con l’apertura dalla parte sbagliata costringendo il parroco a fare una manovra complicata per trovare il cucchiaino dell’incenso. Il turiferario sa incensare alla perfezione, prima il sacerdote poi i chierichetti e tutta l’assemblea, quindi ambedue si ritirano in sagrestia dopo aver fatto i debiti inchini.  Ma ecco che tutti e due compaiono di nuovo al canto del “Santo, santo, santo” assieme a quelli che portano le torce… con un po’ di fatica. Alla consacrazione succede che quelli di destra si inginocchiano per adorare il Signore che si rende presente nel pane e nel vino e quelli di sinistra invece restano in piedi e poi, quando si accorgono, si inginocchiano pure loro ma qualcuno perde l’equilibrio per la fretta e cade col sedere per  terra col pericolo di danneggiare….. il pavimento! Il campanello poi è il pezzo forte, qualche volta suona in modo corretto e squilla per svegliare o richiamare l’attenzione dei presenti, alle volte il piccolo batacchio ruota all’interno e produce più il gracidare delle rane in campagna che il canto degli angeli in cielo. . Quando poi, al Padre nostro, sbucano dai banchi, prima timidamente e poi con maggiore coraggio, tutti i bambini che sono in chiesa e arrivano attorno all’altare anche accompagnati dai genitori, è una festa per tutti, compreso Gesù che diceva “Lasciate che i bambini vengano a me” anche se fanno un po’ di confusione! Infatti gli apostoli li volevano scacciare perché disturbavano ma Gesù anziché sgridare i bambini e le mamme che li portavano a Lui per la benedizione, redarguiva gli apostoli che brontolavano! Non parliamo poi del momento dello scambio della pace….. si salvi chi può!. Le mani si cercano, si stringono, si incrociano, si aggrovigliano, non si sa più a chi appartengano… finché il parroco licenzia tutti e tutti tornano al loro posto. Ma non è sempre così… però è bello anche così… la Messa è più allegra per qualche momento. Ci  sono anche le Messe tutte ordinate… i chierichetti portano i candelieri con serietà e attenzione, il crocifero  porta la croce con tanta devozione attento a non sbattere il crocifisso sulla porta della sagrestia I più piccoli guardano gli altri per imparare i riti più difficili e aspettano il loro turno per “fare il piattino” alla Comunione E alla fine della Messa cosa succede? Tutti in fila, contenti di aver servito il Signore. E’ il rito più ordinato e termina in sagrestia col solenne augurio in lingua latina:“Prosit” che significa: “Questa Messa ci faccia bene”. Insomma, cari chierichetti, ieri come oggi siete la bella compagnia del buon Gesù.

Un giorno l’Arcivescovo mi ha chiesto: ”Don Luciano, dove hai trovato questi chierichetti così bravi?” Gli ho risposto: “L’anno scorso, nell’uovo di Pasqua!”

Un chierichetto un po’ cresciuto!

Carissimi, anch’io sono stato chierichetto… quando ero bambino. Sono passati ormai tanti anni ma sempre mi ricordo di quel periodo in cui tutti o quasi tutti i bambini del paese erano chierichetti. Mia mamma mi chiamava ogni giorno per andare alla santa Messa, quando la Messa era alle 7 del mattino; passavo a chiamare il mio amico Faustino e poi insieme andavamo in chiesa a servire la Messa… al parroco don Luigi che arrivava fortunatamente sempre in ritardo! Tutti gli volevano bene, noi  perché arrivava in ritardo e così eravamo sempre puntuali, i grandi perché si interessava della gente del paese, era molto buono e caritatevole. Mi piaceva portare il turibolo, specialmente nelle feste grandi quando la chiesa del mio paese non riusciva a contenere tutta la gente ed allora tanti uomini che venivano a Messa soltanto in alcune occasioni…… si trinceravano in sagrestia… e brontolavano se la predica del parroco era troppo lunga! Tutto il mondo è paese! Era un divertimento per me passare tra una persona e l’altra in sagrestia per raggiungere la porta che immetteva in chiesa, portando il turibolo. Era il compito più onorevole e ambìto. Poi sono cresciuto ed anch’io finalmente sono riuscito ad  occupare il posto dei chierichetti più grandi: vicino al Parroco, con la facoltà ed il privilegio di sedermi  sulla poltrona rossa accanto a lui… ed i piccoli ci guardavano con un po’ di invidia e con la speranza di raggiungere un giorno lo stesso posto. Anche per questo vi vedo volentieri accanto a me….. perché così “torno bambino anch’io” e mi rivedo in voi. È nostalgia? È illusione? Mah! Certamente è bello ricordarsi di una esperienza vissuta con gioia e spensieratezza da bambini. Non si dimentica mai. E poi, dico la verità, c’è sempre un bambino dentro di noi, innocente, puro, vivace, allegro, timido, giocoso. Abita nel nostro cuore. È lui che ci ricorda continuamente il Regno di Dio. Come il bambino si fida degli adulti, così tutti, come bambini, ci fidiamo di Dio. Lo ha detto Gesù.

Carissimi chierichetti, mercoledì scorso era la festa di San Domenico Savio, Patrono dei chierichetti. Cosa significa “Patrono?” Significa protettore. Tutti abbiamo un protettore. È il santo di cui portiamo il nome. S. Domenico Savio è il protettore del gruppo dei chierichetti. Ma chi era S. Domenico Savio? Le catechiste, domani e dopodomani, vi racconteranno la storia della sua vita. Intanto tutti insieme oggi preghiamo: “San Domenico Savio, nostro Patrono, prega per noi e per tutti i chierichetti del mondo!”

                                                                                          Con affetto don Luciano

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