8^ Domenica del T.O.



CAMMINO SINODALE

Incontrare – ascoltare – discernere

 

Carissimi fedeli,

riprendo il discorso iniziato domenica circa il cammino della chiesa, di cui prendiamo maggiormente coscienza anche perché sollecitati da Papa Francesco che ha dato un indirizzo con tre semplici verbi: Incontrare – ascoltare – discernere.

Ma prima voglio richiamare gli atteggiamenti con cui procedere nel cammino accogliendo le sfide della storia. Umiltà: per riconoscere i pregi e l’esperienza spirituale di ognuno. Mitezza: per sapersi rapportare con tutti specialmente con i più fragili. Misericordia: per far conoscere la bontà del cuore di Dio. Capacità di sopportare: per condividere i pesi altrui. Impegno concreto: per mantenere la concordia e la pace al fine di instaurare relazioni interpersonali fondate sulla capacità di riconciliazione. Ed ora sentiamo cosa ci dica il Papa. Non fa giri di parole, il Papa è immediato, va al cuore, con arguzia ed intelligenza perché conosce il cuore degli uomini.

INCONTRARE

“La Chiesa tutta è chiamata a fare i conti con il peso di una cultura impregnata di clericalismo, che eredita dalla sua storia, e di forme di esercizio dell’autorità su cui innestano i diversi tipi di abuso (di potere, economici, di coscienza, sessuali). E’ impensabile ‘una conversione dell’agire ecclesiale senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del Popolo di Dio’ (Francesco, Lettera al Popolo di Dio – 20 agosto 2018 – proemio)”. È una mentalità da cambiare. È necessario del tempo.

Ma dice il proverbio: “Chi ha tempo non aspetti tempo”. Bisogna iniziare subito, se vogliamo dare luce alla nostra fede, se vogliamo rileggere il Vangelo per renderlo attuale, viverlo ed annunciarlo. Se restiamo chiusi nelle nostre chiese, impauriti o annacquati, certamente non siamo sale e luce. Il Papa ci invita ad “uscire” per incontrare chi pensa diversamente, chi agisce diversamente, chi propone strade diverse nel cammino della vita. “La rigidità, la più ostinata nemica del discernimento”. “Uscire dalla comoda presunzione del già saputo, mettersi in movimento, andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà che sempre ci sono” (dal messaggio di papa Francesco per la Giornata delle Comunicazioni 2020).

ASCOLTARE

È importante andare incontro a tutti, credenti e non credenti, camminare insieme con loro, entrare nelle loro case,” nessun essere umano è indegno agli occhi di Dio”. In questi due anni, e non solo, abbiamo il tempo per “far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani…” (papa Francesco, Discorso all’inizio del Sinodo dedicato ai giovani – 3 ottobre 2018). Per ascoltare è necessario abbandonare pregiudizi, ignoranza, condanne, rigidità. Occorre la pazienza del dialogo.

DISCERNERE

Mettiamoci a discernere, a cercare chi è in cammino per altre strade, si avvia ad altri lidi. È una conversione per noi. Certamente siamo invitati a parlare con coraggio, schiettezza e franchezza per costruire, non per condannare e demolire. La secolarizzazione tocca anche le nostre comunità. C’è un allontanamento dalla vita della Chiesa. Stiamo vivendo un tempo difficile. Va forse ripensata l’immagine della Chiesa perché abbia i tratti della freschezza, della comprensibilità, dell’affabilità, che dica veramente qualcosa alla vita della gente? Dobbiamo lasciarci interrogare dalla crisi, come avvenuto durante la pandemia, ma anche dalle difficoltà che la gente incontra. Cercare nuove forme di contatto e di relazione con la gente. Far sentire la vicinanza della Chiesa alla vita, alla sofferenza delle persone. Questa è stata una esperienza molto positiva, riscontrata in molte realtà. Veramente la Chiesa ha saputo essere vicino alla gente. Dobbiamo avere il coraggio di cercare strade nuove, di metterci in cammino, di interrogarci e di lasciarci interrogare, con coraggio, dalla realtà, da quello che accade. E’ sempre tempo fecondo quello che si vive durante le crisi perché si è interrogati in maniera radicale.

Carissimi, fedeli, vorrei farvi una domanda: Quale chiesa sogniate voi? Io lo confesso, ho una simpatia per la chiesa fatta di gente comune, ordinaria, popolare. Ma quale chiesa è nel sogno di Dio?

Lascio aperta questa domanda, perché ognuno possa riflettere e rispondere. Lo Spirito Santo suggerisce, aiuta a discernere ed è fonte di comunione.

Un cordiale saluto con l’augurio di ogni bene, “sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore”.                         Mons. Luciano Nobile. Parroco.

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