Ascensione del Signore

L’ASCENSIONE DEL SIGNORE E LA MEMORIA DI SANTA RITA

Carissimi,   mi rivolgo a tutti ma in modo particolare al “popolo di S. Rita” che lunedì  22 maggio è accorso in massa nella chiesa di S. Pietro martire per partecipare alle Messe nella Memoria della Santa così popolare. Molti insieme con me si chiedono: Come mai è così forte la devozione alla “Santa degli impossibili”? Varie sono le risposte che mi vengono date, dalle più prudenti a quelle silenziose ma accompagnate da un sorrisino di commiserazione, da quelle dubbiose a quelle entusiaste. Si tratta, a mio parere, di una devozione che non si deve disprezzare ed abbandonare a se stessa ma indirizzare e guidare, con rispetto per la pietà popolare e con una corretta sensibilità pastorale. La devozione popolare va aiutata a compiere un giusto cammino, con prudenza, con amore, con pazienza, con attenzione. La benedizione delle rose non è immediatamente espressione di fede se non è accompagnata anche dalla preghiera al Signore e dal desiderio di imitare S. Rita che veneriamo. La devozione ai santi deve sempre portare al Padre, fonte dell’amore, per mezzo del Figlio che ci salva, nella forza e nella luce dello Spirito. Il nostro destino è la comunione definitiva con Dio ed i santi hanno percorso la strada dietro a Cristo come stiamo cercando di fare anche noi, con difficoltà, con fede, con cadute e con slanci di amore.

L’Ascensione del Signore al cielo.

È il fondamento della nostra speranza e risposta alla nostra attesa. Gesù non si eclissa dalla nostra vita ma assume un nuovo modo di essere presente nella storia dell’umanità. Egli continua ad irraggiare su di noi la bellezza di Dio, “tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”. Ora ci manda in missione.

La caratteristica dei cristiani non è lo stare fermi ma, dopo essere stati in ascolto della parola del Signore, è rimettersi in cammino per testimoniare che nella storia dell’uomo è sempre in azione Dio. Domenica prossima, Solennità di Pentecoste, lo Spirito santo verrà come forza del nostro cammino.

La memoria di S. Rita.

Credo che S. Rita, corroborata dalla forza dello Spirito, stia facendo ancora il suo cammino in mezzo a noi, portandoci il messaggio di Gesù. Lo porta con la testimonianza della sua vita di giovane, sposa, madre, monaca. Per questo molti si ritrovano nella sua vicenda

  1. Rita è donna che ama e perdona. Ama la sua famiglia e perdona gli uccisori del marito. Il nostro amore è piuttosto debole, ha bisogno di essere sempre immerso nell’amore eterno ed infinito di Dio, Il perdono non è “umano” ma è “divino”. Noi abbiamo bisogno di chiederlo dall’alto, di dare ad esso il tempo della elaborazione sotto i vari aspetti, di viverlo forse con fatica. Gesù sulla croce lo testimonia e ci dà la forza di fare come lui. S. Rita, pervasa da questa forza, ci dà un esempio splendido.

  2. Rita è donna che prega. Ha dedicato quasi 40 anni alla vita contemplativa. La preghiera è lode del Signore, è ringraziamento, è richiesta di perdono, è domanda di grazie. La preghiera esaudita è Gesù. Lui è la preghiera che noi offriamo al Padre, è la sua vita offerta per amore nostro, è la vita pienamente realizzata ed approvata dal Dio. Noi stessi, sulle orme di Gesù, possiamo diventare preghiera esaudita dal Padre.

  3. Rita è donna che testimonia il Vangelo. Mi pare dicesse il papa Paolo VI°: Il mondo non ha bisogno di maestri ma di testimoni, se ha bisogno di maestri ne ha bisogno in quanto testimoni. Rita da Cascia, ci ha dato una buona testimonianza. Anche da lei impariamo ad amare, a pregare, a testimoniare il vangelo nella semplicità della nostra vita. È questa la devozione alla santa: imitare colei che veneriamo. Sono queste le rose che ancora possono fiorire e rendere più bello il mondo, portando sulla terra un po’ di cielo.

Un saluto cordiale a tutti.                                                                                                       Il parroco don Luciano.

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