Omelia dell’Arcivescovo nel giorno di Pasqua

«È la Pasqua dell’Anno Santo della Misericordia ed auguro ad ognuno che una goccia della Misericordia di Gesù entri nel nostro cuore durante questa Santa Messa. Ci sentiremo anche noi risorgere più buoni, ripuliti dalle tendenze e tentazioni al male che, poco o tanto, appesantiscono e inquinano i nostri sentimenti e desideri. Questa è la risurrezione di cui abbiamo veramente bisogno». Così l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, durante l’omelia nella Santa Messa di Pasqua, celebrata nella mattinata di domenica 27 marzo a Udine in un’affollata Cattedrale.

E ricordando che «Gesù non era venuto con un esercito per combattere contro altri uomini ma per salvare tutti gli uomini dal vero nemico che egli chiama “il principe di questo mondo”, cioè, satana» l’Arcivescovo ha richiamato con forza i tragici fatti di attualità: «Il diavolo continua a comandare in mezzo agli uomini spingendoli a fare le cose più assurde: distruggere la vita seminando morte, approfittare dei più deboli, condannare alla tristezza i bambini, logorare e rompere i rapporti di affetto e di amicizia. In questi giorni abbiamo ascoltato i più diversi tentativi di spiegare i motivi che possono aver spinto quei giovani cavalieri di morte a seminare strage tra persone innocenti nel cuore delle Bruxelles. Viene, infatti, spontaneo chiedersi il perché; ma acute analisi sociologiche, psicologiche e politiche non ci convincono del tutto». «La risposta ultima – ha proseguito mons. Mazzocato – è ancora quella di Gesù: il principe di questo mondo comanda da dentro il cuore degli uomini affascinandoli al male fino a farli diventare ciechi sicari al prezzo di distruggere anche se stessi. In altri casi li rende cinici speculatori della finanza rubando risparmi e speranza a persone indifese. O li annebbia con la presunzione di poter fare quello che vogliono della vita propria e dei bambini che nascono. Gesù è il Figlio di Dio che è venuto in soccorso di noi uomini con la potenza invincibile della sua Misericordia che cancella il male e caccia il Maligno che comanda nel mondo».

Bisogna, però, conoscere bene quale sia il terreno dello scontro e della vittoria di Gesù, crocifisso e risorto, sul diavolo e le sue opere di male. «Questo campo di battaglia – ha sottolineato ancora il presule – è il cuore di ogni uomo; è il cuore di ognuno di noi. Nel cuore e nella coscienza dell’uomo il maligno annida le sue tentazioni all’egoismo, all’orgoglio, al piacere, alla voglia di possesso, fino ad arrivare al gusto del male. Nel nostro cuore Gesù vuol entrare con la sua Misericordia per guarire la persona e portare una vera risurrezione».  E la preghiera a cui l’Arcivescovo ha invitato i fedeli è quella tesa ad invocare «in noi la misericordia di Gesù, come un lievito nuovo che – come precisa San Paolo – , ha due qualità: la sincerità e la verità. Questa è la risurrezione di cui abbiamo bisogno perché ci trasforma in persone belle nel cuore e nello sguardo, affidabili per chi ci sta vicino, alleate alla vittoria della misericordia di Dio sul principe di questo mondo».

Di seguito il testo integrale dell’omelia.

Cari fratelli e sorelle,
a tutti voi rivolgo l’augurio sincero che il Signore Gesù ci doni la grazia di vivere una santa Pasqua. È la Pasqua dell’Anno Santo della Misericordia ed auguro ad ognuno che una goccia della Misericordia del Cuore di Gesù entri nel nostro cuore durante questa S. Messa. Ci sentiremo anche noi risorgere più buoni, ripuliti dalle tendenze e tentazioni al male che, poco o tanto, appesantiscono e inquinano i nostri sentimenti e desideri. Questa è la risurrezione di cui abbiamo veramente bisogno.
Cinque giorni prima della sua passione morte, Gesù annunciò a coloro che lo ascoltavano: “È giunta l’ora in cui il principe di questo mondo sarà cacciato fuori ed io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. E nel processo, davanti a Pilato che gli chiedeva se era re, Gesù rispose che il suo regno non era di questo mondo. Non era venuto con un esercito per combattere contro altri uomini ma per salvare tutti gli uomini dal vero nemico che egli chiama “il principe di questo mondo”, cioè, satana.
Il diavolo continua a comandare in mezzo agli uomini spingendoli a fare le cose più assurde: distruggere la vita seminando morte, approfittare dei più deboli, condannare alla tristezza i bambini, logorare e rompere i rapporti di affetto e di amicizia. In questi giorni abbiamo ascoltato i più diversi tentativi di spiegare i motivi che possono aver spinto quei giovani cavalieri di morte a seminare strage tra persone innocenti nel cuore delle Bruxelles. Viene, infatti, spontaneo chiedersi il perché; ma acute analisi sociologiche, psicologiche e politiche non ci convincono del tutto.
La risposta ultima è ancora quella di Gesù: il principe di questo mondo comanda da dentro il cuore degli uomini affascinandoli al male fino a farli diventare ciechi sicari al prezzo di distruggere anche se stessi. In altri casi li rende cinici speculatori della finanza rubando risparmi e speranza a persone indifese. O li annebbia con la presunzione di poter fare quello che vogliono della vita propria e dei bambini che nascono.

 

Gesù è il Figlio di Dio che è venuto in soccorso di noi uomini con la potenza invincibile della sua Misericordia che cancella il male e caccia il Maligno che comanda nel mondo.
Bisogna, però, conoscere bene quale sia il terreno dello scontro e della vittoria di Gesù, crocifisso e risorto, sul diavolo e le sue opere di male. Questo campo di battaglia è il cuore di ogni uomo; è il cuore di ognuno di noi. Nel cuore e nella coscienza dell’uomo il maligno annida le sue tentazioni all’egoismo, all’orgoglio, al piacere, alla voglia di possesso, fino ad arrivare al gusto del male. Nel nostro cuore Gesù vuol entrare con la sua Misericordia per guarire la persona e portare una vera risurrezione.
Nella seconda lettura biblica che abbiamo ascoltato, S. Paolo parla della Pasqua usando l’immagine del lievito. C’è un lievito vecchio che intossica la coscienza dell’uomo: è il lievito di malizia e di perversità che progressivamente può corrompere la persona fino a renderla alleata del male e portarla a piccole o a grandi azioni maligne.
Gesù ha portato il lievito nuovo, il lievito del suo amore misericordioso che ha la forza di guarire il cuore e renderlo azzimo, cioè, puro e trasparente nei sentimenti e nei desideri.
L’immagine di S. Paolo fotografa certamente anche la nostra condizione interiore. Non ci sarà difficile ritrovare in noi residui di lievito vecchio che intossica noi e fa soffrire che ci sta vicino. Preghiamo in questa S. Messa invocando in noi la misericordia di Gesù, come un lievito nuovo che, come precisa l’apostolo, ha due qualità: la sincerità e la verità. Questa è la risurrezione di cui abbiamo bisogno perché ci trasforma in persone belle nel cuore e nello sguardo, affidabili per chi ci sta vicino, alleate alla vittoria della misericordia di Dio sul principe di questo mondo. Questa Pasqua di risurrezione auguro a me e a tutti voi.

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