Quinta Domenica di Quaresima

QUANTO COSTA UNA MESSA?

 

Carissimi fedeli che frequentate le celebrazioni in cattedrale e nelle altre chiese della Parrocchia di S. Maria Annunziata, mi sembra opportuno ribadire, con questo intervento, alcune precisazioni perché non si cada negli errori che una certa stampa cavalca più o meno coscientemente e ad arte.

La S. Messa non si compra e non si paga perché non è in vendita.

È il memoriale della morte e della Resurrezione di Cristo, è fonte e culmine della vita cristiana, effettua l’unità del popolo di Dio ed edifica continuamente la chiesa. Si celebra sempre per tutti i vivi e per tutti i defunti. Nessuno può appropriarsi della Messa perché Dio è di tutti.

Perché si dona allora una offerta?

È segno di partecipazione al sacrificio di Cristo ed un gesto di solidarietà col sacerdote. Serve al sostentamento del clero e alle opere di ministero. Ogni sacerdote può ricevere soltanto una offerta per ogni Messa che celebra. Se celebra due o tre nella stessa giornata, deve consegnare una parte (circa ¾) in Curia per sostenere le opere pastorali della diocesi. Il sacerdote che è parroco, alla domenica e nelle feste, celebra la Messa parrocchiale per tutto il popolo di Dio che gli è affidato, senza ricevere alcuna offerta. Se un fedele dona una offerta più piccola di quella stabilita in Diocesi o chiede di celebrare gratuitamente per uno stato di indigenza, il Sacerdote non farà alcun problema.

E quando ci sono tante intenzioni, si accumulano le offerte?

Assolutamente no! Il celebrante riceve solo una offerta. Le altre offerte con le relative intenzioni vengono inviate ad altri sacerdoti (poveri, anziani, malati, missionari) i quali sono tenuti a celebrare altrettante Messe quante sono le intenzioni richieste dai fedeli. Così, oltre che far celebrare le Messe per i defunti o per i vivi, i fedeli danno un aiuto concreto a chi è in stato di necessità.

La Messa non si può accaparrare.

La Messa è sempre di tutti. Qualcuno, pochissimi veramente, si infastidisce se accanto ai suoi defunti si ricordano altri di un’altra famiglia. Siamo tutti la famiglia di Dio. Si celebra sempre per tutti i vivi e per tutti i defunti. Non si può dividere la Messa per l’uno o per l’altro come non si può dividere l’amore di Dio, come non si può dividere l’infinito in parti finite. Porto un esempio che non è esaustivo ma può essere illuminante. Credo che tutti i papà e tutte le mamme amino i figli in egual misura. L’amore dato ad un figlio gratuitamente non impoverisce l’amore offerto all’altro. È tutto l’amore che viene donato all’uno e all’altro. Così è l’amore di Dio. È infinito ed è gratuito. È offerto tutto ad ognuno dei vivi e tutto ad ognuno dei morti, gratuitamente. Questo avviene anche nella celebrazione della S. Messa.

L’amore condiviso risplende nella Messa.

Questo amore si manifesta ancor maggiormente quando più famiglie si incontrano nella preghiera, nella stessa Messa. Ed è anche più bello e significativo trovarsi numerosi in chiesa ed unirsi nel canto e nella gioia dell’incontro con Dio e con i fratelli. L’ offerta per la Messa diventa un atto libero di solidarietà non solo col sacerdote celebrante ma con altri sacerdoti sconosciuti, poveri, missionari, malati.

È mettere in pratica il comando di Gesù: Amatevi come io ho amato voi. In questa prospettiva tante difficoltà si superano, tante illazioni si smascherano, tanta ignoranza si evidenzia e si riconosce in chi dovrebbe informarsi prima di parlare. È lodevole celebrare la Messa ricordando vivi e defunti ed è una esigenza del cristiano parteciparvi tutte le domeniche e le feste.

La Settimana Santa Ci stiamo avviando verso la grande settimana, la Settimana Santa. Raccogliamoci per vivere intensamente i prossimi giorni, nella contemplazione dell’amore di Dio che con noi si fa solidale fino alla morte per donarci vita e resurrezione.

Mi permetto di raccomandare la partecipazione alle celebrazioni e soprattutto ad essere solidali con gli altri nelle forme che ognuno riterrà opportune e possibili. Le necessità sono sempre tante. È importante non restare indifferenti. Buona settimana santa.

Con tanta cordialità.                                                                                                                                 Il Parroco Don Luciano

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