XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
VOCE ALLA PAROLA
UN NUOVO ANNO PASTORALE
Si dice così… perché si riprendono tutte le attività parrocchiali che durante l’estate hanno subito un rallentamento per l’assenza di varie persone che hanno lasciato la città per raggiungere altre località e riposare un po’ oppure scoprire le bellezze artistiche o naturali di altri paesi. Abbiamo ripreso a pieno ritmo la nostra vita comunitaria per una crescita nella vita cristiana. Ma non tutto è tranquillo. Sentiamo di guerre che si protraggono, emigranti che raggiungono i nostri paesi e città, il Papa che ci esorta all’accoglienza, i Vescovi italiani che ci offrono modalità che impegnano il cuore e l’intelligenza. Il Giubileo della misericordia sta davanti a noi come un faro che emana una luce non violenta, una luce soffusa che avvolge tutto con rispetto, dolcezza e tenerezza. È un dono che ci viene offerto in un tempo di freddezza e di grandi preoccupazioni.
L’amore misericordioso di Dio ci fa rinascere.
Immesso nei nostri cuori, cambia il nostro sguardo ed i nostri atteggiamenti. Dio ci rende simili a sé. Contemplando il volto di Cristo, vediamo l’amore del Padre e riceviamo il dono dello Spirito che trasforma la nostra vita. Da qui parte la forza del nostro cammino comunitario che conosce fatiche, entusiasmi, gioie. Siamo partiti con l’incontro dei vari collaboratori che, stimandosi a vicenda, danno un segno di comunione nella parrocchia. L’accoglienza dei bambini al catechismo, anche di quelli che non sono del territorio della nostra parrocchia, manifesta le braccia spalancate della madre chiesa che tutti accoglie lasciando le porte aperte per entrare ed uscire, con libertà. Per alcuni anni questi bambini e ragazzi saranno tra di noi con le loro famiglie. Facciamo sì che si possano trovare bene, si sentano in famiglia, facciano una esperienza buona di parrocchia. In questi anni, quante volte nelle varie parrocchie di Udine ho incontrato persone adulte che si sono formate alla vita nell’associazione scouts cattolici d’Europa! Sorpreso ho chiesto: “Che cosa fai qui?” “Sono nel consiglio pastorale”. “E tu?” “Faccio il catechista”. Eppure non erano del territorio della mia parrocchia…… ma nella parrocchia erano stati accolti. E l’accoglienza ha dato i suoi frutti. Anche i ragazzi di oggi non dimenticheranno più questo tempo bello ed efficace della loro vita. I giovani che si allontanano dopo la Cresima, sappiano che altri giovani continuano il loro percorso accogliendo quelle proposte di formazione che la pastorale giovanile della città va continuamente offrendo. Per tutti la porta resta sempre aperta, anzi spalancata.
L’amore misericordioso di Dio ci fa crescere.
Penso che quest’anno dovremmo crescere nella carità coinvolgendo le persone in qualche iniziativa, sia pure umile e modesta, che esprima il cuore di una comunità. Già ci sono persone impegnate su questo settore ma altre potrebbero essere più sensibili alle sfide che questo tempo ci propone.
È un tempo difficile….. ma quale tempo è stato facile? Noi viviamo un piccolo segmento della storia, è minimo. Col nostro sguardo così limitato non possiamo giudicare la storia. La storia è molto più grande di noi e noi poniamo il nostro tassello nel magnifico mosaico che il Signore va costruendo. È un mosaico splendido, come solo lui sa comporre. Non era uno spettacolo bello a vedersi quello che appariva sul Calvario in quel venerdì santo… eppure proprio lì è apparso l’amore del Signore. Questo sentimento di umiltà davanti alla storia e questa fiducia nella presenza del Signore che guida la storia, ci dona quella serenità che è necessaria per vivere questo tempo così complesso donando con coraggio la nostra testimonianza concreta, sapendo di collaborare all’avvento del regno di Dio. Senza questa speranza ci scoraggiamo. La certezza di poter offrire la gioia del vangelo nelle nostre situazioni di vita è la ricchezza che possiamo portare ancora in questo mondo.
Don Luciano, parroco