XXXII Domenica del Tempo Ordinario

BOTA FE

Oggi pomeriggio riprendono, per i giovani della nostra Diocesi, gli appuntamenti di preghiera denominati “Bota Fé – Metti Fede”, che quest’anno saranno propedeutici e che tracceranno il cammino verso le Giornate Mondiali della Gioventù, che si terranno a fine luglio del prossimo anno a Cracovia.

Il tema che verrà affrontato in questo itinerario è stato dato direttamente da Papa Francesco, ovvero le Beatitudini.

Vorremmo, per questo, condividere con voi il tema di questo primo incontro: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli» (Mt 5, 3).

Nel messaggio per la GMG del 2014, il Santo Padre scriveva: “Ci fa sempre molto bene leggere e meditare le Beatitudini! Gesù le ha proclamate nella sua prima grande predicazione, sulla riva del lago di Galilea. C’era tanta folla e Lui salì sulla collina, per ammaestrare i suoi discepoli, perciò quella predica viene chiamata “discorso della montagna”. Nella Bibbia, il monte è visto come luogo dove Dio si rivela, e Gesù che predica sulla collina si presenta come maestro divino, come nuovo Mosè. E che cosa comunica? Gesù comunica la via della vita, quella via che Lui stesso percorre, anzi, che Lui stesso è, e la propone come via della vera felicità. In tutta la sua vita, dalla nascita nella grotta di Betlemme fino alla morte in croce e alla risurrezione, Gesù ha incarnato le Beatitudini. Tutte le promesse del Regno di Dio si sono compiute in Lui.”

Con queste parole, Papa Francesco ci invita a essere come Gesù, ossia beati, felici, ma noi aspiriamo davvero alla felicità? In una società che ci attrae con tante parvenze di felicità, rischiamo di accontentarci di poco, di avere un’idea “in piccolo” della vita, col rischio di deviare dalla strada preparataci dal Signore. Gesù, però, ci chiede di aspirare a cose grandi, di far fruttare i nostri talenti, “di – come dice il Beato Piergiorgio Frassati – vivere e non vivacchiare”, facendo emergere le aspirazioni più profonde del nostro cuore, per farci rendere conto che in noi c’è un desiderio immenso di felicità.

La prima beatitudine dichiara «Felici i poveri in Spirito», che non sono “i poveri di Spirito”, ovvero non si tratta di persone mancanti di fede o sterili di spiritualità, ma sono “poveri in Spirito”, cioè sono quelli che, secondo l’evangelista Matteo, la smettono di contare solo sulle proprie forze, che si fanno “mendicanti” di Dio, ponendo in Lui ogni loro speranza e non deprimendosi pur consapevoli della loro indigenza.

Ma come possiamo concretamente far sì che questa povertà in Spirito si trasformi in stile di vita e incida concretamente nella nostra esistenza?

A questa domanda il Papa risponde indicandoci tre punti concreti:

  1. Prima di tutto cercando di essere liberi nei confronti delle cose, poiché il Signore ci chiama a uno stile di vita evangelico segnato dalla sobrietà e senza cedere alla cultura del consumo. Si tratta di cercare l’essenzialità, di imparare a spogliarci di tante cose superflue e inutili che ci soffocano, poiché essere liberi nei confronti delle cose permette a Gesù di essere al primo posto nella nostra vita.
  2. In secondo luogo, per vivere questa Beatitudine abbiamo tutti bisogno di conversione per quanto riguarda i poveri. Ci dice che dei poveri non dobbiamo solo parlare, ma dobbiamo prima di tutto prendercene cura, poiché essi sono per noi un’occasione concreta di incontrare Cristo stesso, di toccare la sua carne sofferente.
  3. I poveri non sono soltanto persone alle quali possiamo dare qualcosa, ma anche loro hanno tanto da offrirci e insegnarci, al punto in cui possono, in un certo senso, essere come dei maestri per noi. Ci insegnano che una persona non vale per quanto ha, ma per quello che è.

Infine, arriviamo alla svolta rivoluzionaria di questa nostra Beatitudine: «…perché di essi è il Regno dei cieli». La povertà evangelica è però condizione fondamentale affinché il Regno di Dio si diffonda, ovvero l’evangelizzazione, nel nostro tempo, sarà possibile soltanto per contagio di gioia, una gioia semplice, sobria, bella e spontanea.

Il Papa ci invita, inoltre, a guardare a Maria, quale madre dei poveri e stella della nuova evangelizzazione, e a prenderla a esempio per diventare anche noi evangelizzatori di gioia.

 Anna e Simone

Preghiera per la Giornata Mondiale della Gioventù

Cracovia 2016

“Dio, Padre misericordioso,che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo, e l’hai riversato su di noi nello Spirito Santo, Consolatore, Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo”.

Ti affidiamo in modo particolare i giovani di ogni lingua, popolo e nazione: guidali e proteggili lungo gli intricati sentieri del mondo di oggi e dona loro la grazia di raccogliere frutti abbondanti
dall’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia.

Padre Celeste, rendici testimoni della Tua misericordia.
Insegnaci a portare la fede ai dubbiosi, la speranza agli scoraggiati,
l’amore agli indifferenti, il perdono a chi ha fatto del male e la gioia agli infelici.
Fa’ che la scintilla dell’amore misericordioso che hai acceso dentro di noi diventi un fuoco che trasforma i cuori e rinnova la faccia della terra.
Maria, Madre di Misericordia, prega per noi.
San Giovanni Paolo II, prega per noi.