12^ Domenica del tempo ordinario

LE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE

Riflettere – Pregare – Agire

VISITARE I CARCERATI

 Cosa c’è di più grande della libertà? E’ davvero il dono più bello e impegnativo che Dio ha dato all’uomo dopo la sua creazione.

Deve essere davvero terribile perdere questo tesoro, sapere di essere causa di sofferenza e di emarginazione per sè e per i propri cari, vedersi tarpate le ali, essere chiusi dietro le sbarre per anni o per tutta la vita.

Gesù parlando del giudizio universale, come racconta l’evangelista Matteo, dice “ero carcerato e sei venuto a visitarmi”. Ero “io” quel carcerato! Gesù si identifica nei più poveri della vita, nell’uomo incatenato dal male commesso e con il buio nell’anima. E’ Lui  che ci invita a fare come  Papa Giovanni XXIII a Regina Coeli.: “Ho messo i miei  occhi nei vostri occhi, ho messo il mio cuore vicino al vostro cuore”. Si può portare una luce di speranza anche nel buio più profondo. E questa é forse l’opera di misericordia più difficile. Gesù ci aiuti a compierla o almeno a pregare per i carcerati e per i loro cari.

Preghiamo dicendo:

     Signore assisti e conforta i nostri fratelli carcerati e le loro famiglie.

Gesù  che passando per le strade della tua terra guarivi i corpi e le anime, aiuta i nostri fratelli carcerati che sono privati della libertà per il male commesso, a vivere la loro sofferenza offrendola a Te, aprendosi ad un cammino di redenzione e di speranza. Preghiamo.

Dio, Tu che sei Padre misericordioso fà che chi è colpevole possa capire l’abisso della propria miseria e ritrovare dentro di sé il conforto della Tua presenza. Fa’che possa essere certo che Tu lo aspetti per abbracciarlo come il padre col figlio che ritorna a lui, avvolgendolo nel mantello della Tua misericordia infinita. Preghiamo Gesù, che hai sofferto ingiustamente la cattiveria degli uomini, aiuta anche gli innocenti che sono in carcere a sperare nella giustizia e ad aggrapparsi a te.

Aiuta noi, Gesù, ad andare incontro a tutti i  fratelli carcerati, ad aiutare le loro famiglie che soffrono con i propri cari il dolore della separazione e  dona a loro la speranza di una vita nuova. Preghiamo.

 SEPPELLIRE I MORTI

 Il vangelo presenta  Gesù con lo sguardo sempre rivolto verso l’uomo, verso il  povero, il malato e il bambino in un  abbraccio di tenerezza rivelatore di Dio Padre.

E’ lo sguardo di pietà e misericordia verso l’uomo che rivela come Gesù ha cura degli ammalati e li guarisce, ma risana anche quanti il male ha colpito nello spirito e dona alle persone la dignità della vita. Anche nella morte dell’amico Lazzaro, Gesù si è sentito stringere le viscere, e la sua morte l’ha accolta non facilmente, ma con estrema angoscia nell’orto degli ulivi. Atteggiamenti che rivelano Dio partecipe del nostro dolore.

Quando il cristiano muore, in forza del battesimo in Cristo morto e risorto, anche il corpo, realtà umana,  riposa in attesa della risurrezione finale.  Questa è la nostra fede.

Nella cultura occidentale seppellire i morti è un dovere civile e di corretta convivenza. Come cristiani è un atto di fede e di carità compiere l’opera di misericordia di seppellire i  morti, non nell’esteriorità e  nella superficialità, ma nella profondità dei sentimenti.

Non ci deve prendere la disperazione per la persona scomparsa,  ma riscoprire la fede in Cristo Risorto che apre alla speranza della vita piena in comunione con Dio.   Il funerale e la seguente sepoltura sono  l’inno  della vita nuova in Cristo Risorto.

L’opera di misericordia è quindi apertura nella fede all’abbraccio paterno di Dio, è prendere coscienza che la morte ci apre le porte della Casa del Padre.  Morire è tornare a casa, all’abbraccio della Misericordia del Padre.

Preghiamo dicendo:

    Signore, solo Tu sei la nostra speranza.

Padre, quando la morte si avvicina a noi o nei nostri cari, fa che come Gesù poniamo in Te la nostra speranza certi  che tu ci richiami alla pienezza di vita.

Padre, nel nostro corpo segnato dalla Croce del tuo Figlio, tu hai impresso il tuo Nome: apri la porta della tua casa e accoglici alla tua mensa.

Padre, la risurrezione di Gesù tuo Figlio, apre ad ognuno di noi la speranza che risorgeremo come Lui al fine dei tempi secondo la tua volontà: non guardare ai nostri peccati legati all’umanità fragile, ma guarda a noi che, nonostante la nostra debolezza, vogliamo morire da cristiani.