Seconda Domenica di Quaresima

IL MESSAGGIO DEL PAPA

La parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro (Lc 16,19-31).

(Viene pubblicato un estratto del Messaggio del Papa per la Quaresima 2017)

 

  1. L’altro è un dono

Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore. Anche il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita. Il primo invito che ci fa questa parabola è quello di aprire la porta del nostro cuore all’altro, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto. La Quaresima è un tempo propizio per aprire la porta ad ogni bisognoso e riconoscere in lui o in lei il volto di Cristo. Ognuno di noi ne incontra sul proprio cammino. Ogni vita che ci viene incontro è un dono e merita accoglienza, rispetto, amore.

  1. Il peccato ci acceca

La parabola ci mostra poi che la cupidigia del ricco lo rende vanitoso. La sua personalità si realizza nelle apparenze, nel far vedere agli altri ciò che lui può permettersi. Ma l’apparenza maschera il vuoto interiore. La sua vita è prigioniera dell’esteriorità, della dimensione più superficiale ed effimera dell’esistenza (cfr ibid., 62).

Il gradino più basso di questo degrado morale è la superbia. L’uomo ricco si veste come se fosse un re, simula il portamento di un dio, dimenticando di essere semplicemente un mortale. Per l’uomo corrotto dall’amore per le ricchezze non esiste altro che il proprio io, e per questo le persone che lo circondano non entrano nel suo sguardo. Il frutto dell’attaccamento al denaro è dunque una sorta di cecità: il ricco non vede il povero affamato, piagato e prostrato nella sua umiliazione.

  1. La Parola è un dono

Solo tra i tormenti dell’aldilà il ricco riconosce Lazzaro e vorrebbe che il povero alleviasse le sue sofferenze con un po’ di acqua. I gesti richiesti a Lazzaro sono simili a quelli che avrebbe potuto fare il ricco e che non ha mai compiuto. Nell’aldilà si ristabilisce una certa equità e i mali della vita vengono bilanciati dal bene.

In questo modo emerge il vero problema del ricco: la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo. La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello.

 

MUSICA E CANTO NELLA LITURGIA

 

La Liturgia della Parola

“Le letture scelte dalla sacra Scrittura con i canti che le accompagnano costituiscono la parte principale della Liturgia della Parola; l’omelia, la professione di fede e la preghiera universale o preghiera dei fedeli sviluppano e concludono tale parte.… Il popolo fa propria questa parola divina con il silenzio e i canti, e vi aderisce con la professione di fede.” La Parola del Signore va proclamata. Significa che vanno messe in atto tutte le premesse per una buona lettura: tono di voce, pause, espressività, rispetto dei segni di interpunzione. La previa conoscenza del testo facilita la lettura e l’ascolto…!

E’ possibile cantare le letture, in particolare il Vangelo. Lo si faceva nelle Messe solenni fino alla riforma del Concilio Vaticano II. Oggi il rischio sta nel sommergere il testo con una cantillazione “gregorianeggiante” fuori posto, derivata da modi precipitosi e improvvisati che di certo non conferiscono nobiltà al testo sacro.

Il salmo responsoriale

Ha grande valore liturgico e pastorale, è intermezzo poetico e lirico tra le due letture, perciò musicalmente va trattato come tale. Non dimentichiamo che i salmi sono la base della preghiera cristiana e che Gesù stesso li ha pregati nella sua vita terrena.

Il salmo è risposta alla Parola ascoltata ed è meditazione. Va eseguito in canto, almeno in parte. La forma indicata è quella responsoriale, cioè l’alternanza tra il ritornello melodico eseguito dall’assemblea e i versetti affidati alla schola o al solista. In alcune solennità il coro potrebbe eseguire il ritornello a più voci. E’ opportuno che le melodie siano semplici ma non banali, da memorizzare con facilità dai fedeli dopo la proposta del solista.

Prevedendo le difficoltà, è buono il suggerimento: “Perché il popolo possa più facilmente ripetere il ritornello, si possono scegliere alcuni testi comuni di ritornelli e di salmi per i di-versi tempi dell’anno; questi testi si possono utilizzare al posto di quelli corrispondenti alle letture ogni volta che il salmo viene cantato. Se il salmo non può essere cantato, venga proclamato nel modo più adatto a favorire la meditazione della parola di Dio. Immediatamente prima del Vangelo, si canta l’Alleluia o un altro canto stabilito dalle rubriche, come richiede il tempo liturgico. Tale acclamazione costituisce un rito o atto a sé stante, con il quale l’assemblea dei fedeli accoglie e saluta il Signore che sta per parlare e con il canto manifesta la propria fede. Viene cantato da tutti stando in piedi, sotto la guida della schola o del cantore, e se il caso lo richiede, si ripete; il versetto invece viene cantato dalla schola o dal cantore.”

Il Credo, essendo professione di fede, va proclamato. Si tratta di un testo teologico e non lirico. In occasione dell’Anno della fede è stata data l’indicazione di cantare il Credo III, gregoriano, Lo si può eseguire lodevolmente in occasione di raduni e di celebrazioni particolari. Inoltre è prevista la possibilità che l’assemblea ripeta un breve ritornello, anche cantato, nel corso della professione di fede proclamata dal celebrante.                                                                                                                                                                 Mons. Giulio Gherbezza

 

 

OPPORTUNITA’ DI BENE IN QUARESIMA

 

Solitudine a Udine: Una persona ha aderito all’iniziativa di donare un momento di tempo a qualche persona sola nella nostra parrocchia…Si incomincia così, sempre col numero uno….. ma poi i numeri continuano all’infinito…Chiunque può partecipare!

I bambini aiutano i bambini: Questa iniziativa ha incontrato l’entusiasmo dei nostri bambini del catechismo, i quali si sono impegnati a compiere qualche sacrificio per dare la possibilità ai bambini siriani di un campo profughi a Beirut (Libano) di poter usufruire di libri, matite, penne, quaderni ed altro materiale di cancelleria nella scuola che stanno frequentando. La cassetta per la raccolta delle offerte è in fondo alla chiesa.