Seconda Domenica di Avvento
GIOVANNI BATTISTA E IL DESERTO
Giovanni Battista si presenta dinanzi a noi, pellegrini tra tempo ed eternità, per indicarci l’Atteso, Colui che sempre deve venire. Giovanni è nel deserto perché trova questo paesaggio congeniale alla sua vita, nella solitudine, nell’aridità, dove gli spazi sono sconfinati e dove regna il silenzio. Essenziali gli indumenti e povera la dieta, forte la sua voce: “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”(Mc.1,3). Parole che raggiungono anche i nostri deserti: quelli della malattia e della morte, dei rapporti e delle relazioni difficili, delle preoccupazioni e delle incertezze del futuro, in particolare: i deserti della dignità , nei quali donne, bambini, uomini vengono trattati come schiavi e vittime di turpi commerci, i deserti della solitudine, attraversati da giovani che bruciano il gusto del vivere e dalle persone prive di relazioni affettive, amicali e sociali, i deserti d’amore, causati dalla durezza del cuore, dalla fragilità delle famiglie, dall’infedeltà e dal piacere ricercato come fine a se stesso, i deserti della povertà materiale e morale, provocati dall’ingiustizia sociale e da una ricchezza avidamente accumulata, posseduta e goduta.
In questa ‘babele’ , nella quale gli uomini non si comprendono e non si sopportano, riusciremo a cogliere il messaggio del Battista, che ci invita a scrollarci di dosso torpore e noia? Potremmo attraversare questi deserti e predisporre qualche oasi salutare per una pausa di preghiera e di silenzio, per uno spazio di dialogo e di amicizia, per ascoltarci e dirci parole vere, ritrovare pace e quiete…. E Lui, l’Atteso, Colui che deve venire, al quale sono legati i nostri giorni, potrebbe trovar posto tra noi. Il futuro sarebbe già iniziato. Il presente non basta a nessuno. Mons. Giulio Gherbezza