29^ Domenica del Tempo Ordinario
LE COLLABORAZIONI PASTORALI
La Collaborazione Pastorale (CP) è una collaborazione fraterna e progettuale tra le parrocchie e le comunità di un territorio. Grazie ad essa le parrocchie possono rendere più viva e feconda la presenza e l’opera missionaria e pastorale della Chiesa di Udine in tutto il territorio ad essa affidato. Questa definizione, presente negli Orienti pastorali che l’Arcivescovo ha consegnato lo scorso 11 luglio, durante i primi vespri per la festa dei Santi Patroni Ermagora e Fortunato, ha già in sé cosa la CP deve e vuole essere:
fraterna: rifacendosi al brano di At 2,42: “Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”;
progettuale: perché collaborare tra noi non deve essere una cosa “alla buona” ma anzi essere pensata e condivisa per il bene di tutti;
rendere viva e feconda l’opera missionaria e pastorale della Chiesa: perché non solo vivere la fede per se stessi ma aprirsi con maggiore forza e slancio nell’impegno della trasmissione della vita cristiana nella quotidianità.
A cosa servono le Collaborazioni Pastorali?
Per comprendere l’utilità delle collaborazioni pastorali, tre sono i passi da compiere:
stare nel tempo: ce lo dicono i vescovi, negli orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, che la Chiesa deve essere strettamente legata al momento e al contesto in cui essa si trova a vivere e alle dinamiche culturali di cui è parte.
cambiare passo: infatti la nostra diocesi sente fortemente la spinta per attuare grandi cambiamenti e ciò può avvenire attraverso la SINERGIA, che consiste ne camminare assieme, mettendo in comune le forze, per continuare la missione della Chiesa nelle nostre comunità; la NUOVA EVANGELIZZAZIONE che ci fa riscoprire lo stile ecclesiale del portare la Buona Notizia del Vangelo a tutte le persone, soprattutto a quelle lontane e ai margini delle nostre comunità; l’UNITÀ, ovvero tracciare nuove vie camminando assieme però con un unico passo, senza rinunciare, come singola comunità, alla propria identità!
insieme nel futuro: per costruirlo è inevitabilmente necessario essere uniti e collaborare allo scopo di agire e testimoniare al mondo la gioia che solo in comunione tra noi e con Gesù riusciremo a guardare al futuro con occhi nuovi.
Cosa fare per partire assieme?
Per partire assieme bisogna lasciare il peso delle negatività e tutto ciò che limita o scoraggia il cammino, bisogna avere il coraggio dell’andare in contro all’altro con apertura. Per fare questo bisogna perciò:
conoscerci, ovvero entrare in dialogo per abbattere la diffidenza e i pregiudizi che possono nascere;
confrontarci, cioè ascoltare le varie situazioni, scoprire i lati comuni e anche i punti di divergenza, per poter trovare la via giusta da percorrere senza problemi;
formarci, non possiamo dire abbiamo fatto assieme solo perché “abbiamo fatto” poiché per agire bene è indispensabile, come dice Papa Francesco al n. 51 dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, “studiare con vigile capacità i segni dei tempi” e comprendere bene quella che sarà la strada da percorrere;
allargare il nostro gruppo, non dobbiamo diventare un gruppo chiuso, destinato soltanto all’aridità, ma abbiamo il dovere di aprirci e accogliere tutte quelle persone che con entusiasmo accolgono la sfida delle Collaborazioni ed essere capaci di andare in contro anche a chi sta sulla soglia della fede.
Avere pazienza, non possiamo pensare che il percorso che abbiamo intrapreso si attui “tutto e subito”, ci vorranno anni perché questo progetto si consolidi, entri a regime e si attenuino le difficoltà, ma andiamo avanti con coraggio per il bene delle nostre comunità e per la nostra Chiesa diocesana. Simone Carlini
LE COLLABORAZIONI PASTORALI
DI UDINE CENTRO
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