Il saluto del Parroco
Carissimi,
innanzitutto ringrazio quanti hanno collaborato per la buona riuscita della Memoria di S. Rita che abbiamo celebrato il 22 maggio nella chiesa di S. Pietro martire: i sacerdoti, i sagrestani ed i volontari. Mi sembra che abbiamo vissuto insieme un momento di spiritualità, contemplando questa santa e ritrovando in lei qualche tratto della nostra esperienza di vita. Per questo è tanto popolare la sua festa. Ella è maestra di perdono, di preghiera e di sapienza perché si è lasciata guidare dallo Spirito Santo.
Il mondo è fatto di figli di Dio e di fratelli
E’ lo stesso Spirito che contempliamo oggi e che scende sugli apostoli, li trasforma, li rafforza e li invia a portare il lieto annunzio dell’amore di Dio che vuole fare di tutta l’umanità una sola famiglia. Anche noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo nel Battesimo e la pienezza dei suoi doni nella Cresima, siamo conformati a Cristo Signore, perché sappiamo vedere il mondo come lo vede Lui. Lo vede come un mondo fatto di figli suoi e, per quanto ci riguarda direttamente, fatto perciò di fratelli nostri.
Questa sera alla S. Messa delle ore 19.00 parteciperanno i 14 cresimandi adulti che durante il tempo quaresimale e pasquale si sono preparati alla Cresima, ascoltando una catechesi settimanale attraverso varie modalità di comunicazione. Mi sembra siano stati fedeli ogni mercoledì all’appuntamento. Vi chiedo di accompagnarli con la preghiera perché lo Spirito del Signore inondi i loro cuori e possano essere nel mondo capaci di annunziare il Vangelo con la vita e la parola.
Figli e fratelli deboli
L’esperienza della fragilità che stiamo ancora provando in questo tempo, ci sta dicendo che necessitiamo della forza dello Spirito che ci corrobora, ci dona coraggio, ci entusiasma per una ripresa, sotto i vari aspetti della vita personale e comunitaria. Il cammino che ci attende non sarà facile, perciò bisogna mettere nel conto anche qualche sacrificio. Guardiamo fiduciosi al futuro e sosteniamo la speranza.
Tutto ci spinge a tenerci per mano, tralasciando egoismi ed interessi individuali, nella ricerca del bene comune.
La casa dell’umanità è stata scossa. Sentiamo il bisogno di rinnovare la nostra fede con un ascolto più assiduo della Parola di Dio, una partecipazione più fedele alle celebrazioni liturgiche, una testimonianza più concreta attraverso la carità, nelle sue varie forme, personali e comunitarie.
Siamo la chiesa del Signore. Non siamo una organizzazione, come potrebbe sembrare a chi sta a guardare dall’esterno. Grazie allo Spirito Santo, siamo una famiglia umana nella quale si realizza la comunione della SS. Trinità. Perciò siamo chiamati a sostituire i mattoni screpolati e fragili dell’egoismo con le pietre solide dell’amore che ci viene donato e che si manifesta nella collaborazione, nell’accoglienza, nella relazione sincera con Dio e tra di noi. Queste pietre hanno un nome: Una apertura maggiore alla grazia di Dio. La condivisione è normale tra i cristiani: chi ha, ha per dare. Una vita dignitosa, garantita a tutti. Una sobrietà ritrovata e praticata nelle nostre famiglie.
Ognuno faccia la sua parte, secondo le proprie responsabilità e possibilità.
Con tanta cordialità. Don Luciano.
QUI il messaggio del 24.05.2020