Seconda Domenica di Avvento

 

Cari Fratelli e care Sorelle, 

…“Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore”. (Isaia 2,4-5)

Dopo tanti secoli, ci ritroviamo ancora davanti a nazioni che alzano armi – ahimè, ancora più micidiali – contro altre nazioni, con uomini addestrati alla guerra.

Il tempo dell’Avvento, che abbiamo iniziato, ci invita, però, a non lasciarci avvolgere da un diffuso clima di pessimismo e di rassegnazione, considerato che le parole di speranza scritte da Isaia si sono realizzate. L’Inviato di Dio che il profeta annunciava è realmente venuto in mezzo a noi. È Gesù, l’Emmanuele (il “Dio con noi”), nato dalla Vergine Maria. Da Betlemme dove è nato e da Gerusalemme dove è morto in croce ed è risorto, Egli ha rivelato una legge nuova che gli uomini avevano dimenticato: la legge dell’amore. Questa è l’unica legge che può illuminare le menti offuscate da interessi egoistici e purificare i cuori induriti in smanie di potere e di possesso. Può risvegliare in noi la coscienza che, come non si stanca di ripetere Papa Francesco, le armi e la violenza non risolvono alcun problema e sono solo e sempre male. Solamente l’amore che Gesù ha vissuto e insegnato può convincere a non investire capitali nell’industria e nel commercio delle armi per destinarli in attività che possono assicurare una vita dignitosa a tutti, iniziando dai più poveri.

Alla vittoria della legge nuova dell’amore su quella diabolica dell’odio, del possesso e del potere ognuno di noi può e deve contribuire. Forse possiamo avere l’impressione di riuscire a fare poco, eppure tante piccole fiammelle messe assieme creano un incendio, l’incendio dell’amore.

Vi invito perciò, cari Fratelli e care Sorelle, a valorizzare questo tempo di Avvento per accogliere Gesù e la sua legge dell’amore; per imparare non l’arte della violenza e della guerra ma quella della solidarietà, della compassione e del perdono. A cominciare dalle nostre relazioni interpersonali.

Accompagniamo verso Gesù anche i nostri bambini e i nostri ragazzi, appassionandoli ai simboli tradizionali dell’Avvento e del Natale. Crescano con il gusto di trasformare «le spade in aratri e le lance in falci». Come ci invita Isaia «camminiamo tutti nella luce del Signore».

                                                                                                                                                                                +Andrea Bruno Mazzocato

 

 

 

ACCENSIONE DELLA SECONDA CANDELA DI AVVENTO

 

Questa seconda fiamma illumini il nostro cammino verso il Natale!

È la fiamma del mio impegno a volgere lo sguardo verso Gesù,

a togliere dalla mia strada tutto ciò che mi impedisce di accoglierlo e di seguirlo.

 

Ripetiamo tutti insieme:

Vieni, Signore Gesù, Tu sei la Luce del mondo!