3^ Domenica del T.O.

 

DOMENICA DELLA PAROLA DI DIO

 

La Sacra Scrittura svolge la sua azione profetica anzitutto nei confronti di chi l’ascolta. Essa provoca dolcezza e amarezza. Tornano alla mente le parole del profeta Ezechiele quando, invitato dal Signore a mangiare il rotolo del libro, confida: «Fu per la mia bocca dolce come il miele» (3,3). Anche l’evangelista Giovanni sull’isola di Patmos rivive la stessa esperienza di Ezechiele di mangiare il libro, ma aggiunge qualcosa di più specifico: «In bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza» (Ap10,10). La dolcezza della Parola di Dio ci spinge a parteciparla a quanti incontriamo nella nostra vita per esprimere la certezza della speranza che essa contiene (cfr 1Pt3,15-16). L’amarezza, a sua volta, è spesso offerta dal verificare quanto difficile diventi per noi doverla vivere con coerenza, o toccare con mano che essa viene rifiutata perché non ritenuta valida per dare senso alla vita. È necessario, pertanto, non assuefarsi mai alla Parola di Dio, ma nutrirsi di essa per scoprire e vivere in profondità la nostra relazione con Dio e i fratelli.       

                                        

Dalla Lettera Apostolica “Aperuit illis” di papa Francesco

ASCOLTARE DIO, SE STESSI E IL PROSSIMO

 

RIFLETTERE

Ascoltare e parlare: sono due ingredienti fondamentali per comunicare. Ascoltare è difficile. Ci si stanca. Parlare è più facile. Così va tra noi. Così va anche con Dio. Parliamo tanto a Lui e di Lui ma non siamo disposti ad ascoltarlo. Eppure la preghiera è proprio questo: Ascoltare e rispondere a Dio. Questo ci aiuta anche ad ascoltare i fratelli e a parlare con loro. Siamo fortunati se qualcuno ci offre il suo ascolto. Non sono molti coloro che sono disponibili ad ospitarci nella loro esistenza con i nostri problemi, dubbi e ansie. Ma quando questo avviene, ci accorgiamo di ricevere un aiuto. Chi ci ascolta ci aiuta ad ascoltare, ad offrire agli altri la pazienza e l’attenzione che noi abbiamo ricevuto.

PREGARE

Vuoto. Ci deve essere un po’ di vuoto, Signore, nella mia esistenza, altrimenti non riesco ad ascoltarti. Se sono già pieno dei miei progetti, e interessi, non troverò spazio perché la tua Parola giunga a me, per offrirmi un segno della tua presenza.

Silenzio. Fare silenzio, per me, sarà come una cura disintossicante per trovare la capacità di andare incontro a una tua Parola che scava nel profondo. Spegnerò la televisione, cercherò un angolo dove nessuno mi disturba e lascerò che il mio cuore riposi nel silenzio, come su un prato verde, in primavera.

Ascoltare con affetto. Ci sono persone che sanno ascoltare con affetto. Sanno vedere le fragilità e le cose buone che mi porto dentro, i miei errori e i miei sforzi. Grazie, Signore, per queste persone che hai posto sulla mia strada.

Accettarsi. Come faccio, Signore, ad ascoltare il mio prossimo, se prima non ho accettato me stesso, non ho ascoltato in profondità il mio cuore, non ho esaminato la mia condotta di vita? Come posso ascoltare chi mi sta vicino se prima non ho ascoltato la mia storia, le mie scelte che orientano la mia vita? Signore, donami la gioia di accettarmi e di accettare con sincerità chi domanda il mio ascolto. Tra questi, ci sei anche Tu.