Sarà come nascere, quel giorno
Mi è gradito, al termine di questo anno pastorale, ricordare Roberto Lesa che per tanti anni ha offerto la sua opera gratuita come volontario nella chiesa di S. Giacomo ed ha aiutato i vari sacerdoti che in quella chiesa hanno celebrato i sacramenti ed i parroci che si sono susseguiti in questi anni nella parrocchia del Duomo. Vorrei scrivere anche a nome dei miei predecessori e con loro ripetere quanto ho detto nel giorno del suo funerale celebrato il giorno 11 aprile scorso: grazie. È una parola breve ed essenziale ma ricca di contenuto. Esprime la riconoscenza per il bene che ci ha voluto con sincerità, con la vicinanza e la condivisione delle preoccupazioni, con la generosità del collaboratore che sente di compiere un servizio nella chiesa, incoraggiando, sostenendo, spronando e adattandosi piano piano ai tempi che stavano cambiando. Faceva parte anche del Consiglio parrocchiale per gli affari economici e curava specialmente le relazioni tra i parroci e i sagrestani, suggeriva attenzioni senza invadenza, segnalando necessità che richiedevano interventi opportuni. Ora ci manca e debbo dire “mi manca” questa persona distinta ed elegante che mi teneva aggiornato sulle situazioni, con la quale spesso mi confrontavo anche se alle volte i pareri e le prospettive divergevano. Sempre corretto e rispettoso, direi un “signore”. In questi 20 anni siamo “cresciuti insieme” nella stima reciproca e nella disponibilità a servire, ognuno per la sua parte, il Signore ed il suo popolo. Fedele partecipe alla S. Messa domenicale, ha vissuto nella fede del Signore risorto nel quale ha fermamente creduto. Tutti davanti a Dio, proiettiamo le nostre ombre come quando siamo esposti al sole. Tutti abbiamo bisogno della sua misericordia. Roberto aveva uno zelo spiccato nel sostenere la “Associazione per il suffragio dei defunti”. Chissà quale folla festante ed immensa sarà stata ad accoglierlo in Paradiso. Ora continua a pregare per noi e noi per lui. Questi vincoli di fede sono forti tra noi. Non si spezzano con la morte ma restano vivi perché sono legami d’amore e l’amore che non finirà mai. È Dio stesso. Nelle mani di Dio deponiamo i nostri cari, sono le mani di un Padre amoroso, anzi innamorato di noi. Nessuno rapirà la nostra vita dalle sue mani. Permettete allora che pubbliche questa poesia di Anna Maria Galliano che mi pare interpreti la fede di Roberto nella vita eterna: Sarà come nascere, quel giorno.