31^ Domenica del Tempo Ordinario
VOLGIAMO LO SGUARDO A GESÙ CRISTO NOSTRA SPERANZA
Lettera pastorale per l’anno 2024-2025
Seconda parte
LA SPERANZA, ANIMA DELLA VITA CRISTIANA
- La speranza e l’iniziazione cristiana
Se è vero che con il Battesimo abbiamo ricevuto il dono della fede in Gesù Cristo, il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo e, lavati dalla macchia del peccato, siamo rinati come nuove creature dallo Spirito Santo «per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce», è anche vero che il dono prezioso della fede chiede di essere custodito e coltivato!
Si tratta, infatti, di un tesoro che impreziosisce tutta la nostra vita e ha bisogno, come un seme che viene gettato nella terra, di essere curato con pazienza e perseveranza per portare frutto.
La Chiesa è chiamata a prendersi cura di questo seme e lo fa attraverso il percorso dell’iniziazione cristiana, cammino che già da anni anche nella nostra Diocesi è caratterizzato da tante proposte per i bambini, i ragazzi e le loro famiglie le quali, seppur spesso in modo ancora embrionale, hanno comunque espresso il desiderio che i loro figli potessero ricevere la grazia sacramentale e crescere in un orizzonte di valori cristiani.
Evidentemente il cammino di iniziazione cristiana dovrebbe progressivamente coinvolgere l’intera esistenza delle persone che chiedono il Battesimo, l’Eucarestia e la Cresima per i loro figli, al punto da renderli consapevolmente membra vive e corresponsabili della Chiesa.
È noto a tutti che questo coinvolgimento delle famiglie non sempre c’è stato come ci si aspettava e allora siamo chiamati, come discepoli di Gesù, non solo a non scoraggiarci, ma a perseverare proponendo, come dice San Paolo, la novità del Vangelo di Gesù Cristo in ogni «momento opportuno e non opportuno», con cammini unitari ben articolati, con ritmi, tappe che integrino anche le possibili cadute e riprese.
Sappiamo bene infatti che il fine del percorso di iniziazione cristiana non è né esclusivamente né prioritariamente l’accesso ai sacramenti, quanto piuttosto aiutare le persone a innestarsi in Gesù Cristo proprio attraverso la partecipazione ai Sacramenti, segni efficaci della Grazia: in questo modo potranno iniziare a sperimentare e gustare già oggi quella Vita divina di cui Gesù ci ha reso partecipi con la sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione e che speriamo di godere pienamente nella dimensione eterna della vita.
- La speranza e la catechesi
La Chiesa si prende cura della crescita nella fede e nella speranza di coloro che hanno iniziato il percorso di iniziazione cristiana anche attraverso la catechesi. A questo proposito così si esprimeva già Paolo VI quasi cinquant’anni fa nell’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi:
«Una via da non trascurare nella evangelizzazione è quella dell’insegnamento catechetico. L’intelligenza, soprattutto quella dei fanciulli e degli adolescenti, ha bisogno di apprendere il contenuto vivo della verità che Dio ha voluto trasmetterci e che la Chiesa ha cercato di esprimere in maniera sempre più ricca, nel corso della sua lunga storia. Questo insegnamento deve essere impartito per formare abitudini di vita cristiana e non per rimanere solamente intellettuale. I metodi dovranno essere adattati all’età, alla cultura, alla capacità delle persone, nella costante ricerca di fissare nella memoria, nell’intelligenza e nel cuore le verità fondamentali che dovranno impregnare la vita intera. Bisogna preparare buoni catechisti preoccupati di perfezionarsi in quest’arte superiore, indispensabile ed esigente dell’insegnamento religioso. D’altronde si osserva che le condizioni attuali rendono sempre più urgente l’insegnamento catechistico sotto la forma di un catecumenato, per numerosi giovani e adulti, che, toccati dalla grazia, scoprono a poco a poco il volto di Cristo e provano il bisogno di donarsi a Lui».
La nostra catechesi, sistematica e occasionale, per tutte le età della vita (dai bambini agli anziani, dagli adolescenti ai futuri sposi) e per tutte le occasioni di preparazione ai sacramenti, possa sottolineare in questo anno sempre più la centralità del mistero dell’amore di Dio che ci è stato rivelato in Gesù Cristo, suo Figlio, nostro Salvatore, e la Speranza di Vita Eterna che sgorga dal Mistero Pasquale.
Ritengo che sia molto utile proseguire ogni sforzo già intrapreso per coinvolgere sempre più nella catechesi dell’iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi anche le loro famiglie, che possono così avere un’occasione per approfondire i contenuti della fede cristiana, per riscoprire da una parte la loro vocazione a essere i primi educatori alla fede dei loro figli e dall’altra la bellezza di appartenere come membra vive alla Chiesa, corpo di Cristo.
Vorrei anche invitare a riprendere, laddove le circostanze legate alla crisi pandemica avessero sconsigliato di farlo negli ultimi anni, la visita da parte di piccole équipe di laici, sacerdoti e consacrati, a tutti i luoghi di vita (famiglie, scuole, strutture di accoglienza e là dove ci si prende cura di anziani e di persone malate e fragili, ambienti di lavoro e sport, case circondariali), nelle modalità e nei tempi da valutare di volta in volta, portando loro insieme alla benedizione di Dio anche il Vangelo di Luca, che illuminerà il cammino dell’anno liturgico 2024-2025 e dell’evento giubilare.
Sarà questo un modo per fare esperienza di “Chiesa missionaria in uscita”, così come tante volte Papa Francesco ci invita a vivere, portando a tutti l’annunzio della Buona Notizia.
(Dalla Lettera Pastorale di Mons. Riccardo Lamba, Arcivescovo di Udine)
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Scrive Charles Peguy
“La piccola speranza avanza fra le due sorelle maggiori e su di lei nessuno volge lo sguardo. Sulla via della salvezza, sulla via carnale, sulla via accidentata della salvezza, sulla strada interminabile, sulla strada fra le sue due sorelle la piccola speranza. Avanza”. La Speranza avanza tra le due sorelle maggiori tenendole per mano, ma è lei in realtà che le conduce.