STORIA, DEVOZIONE E RESTAURO DI UNA SCULTURA LIGNEA

statua S.Biagio 3

Presentazione del restauro ed esposizione della scultura lignea S. Biagio benedicente, fine del secolo XV – inizi del secolo XVI.

L’intervento di restauro è stato finanziato dallo Studio di Proprietà Intellettuale GLP di Udine e dalla famiglia Petraz – fondatrice e titolare dello Studio – in occasione del 50° anniversario di fondazione.  La devozione e il culto per S. Biagio, protettore della gola, sono una delle ragioni che hanno fatto preferire quest’opera alla famiglia Petraz che vede nel Santo un proprio protettore, oltre a riconoscere il valore insito nell’opera scultorea di pregevole qualità tecnica e stilistica e a voler tutelare e valorizzare il patrimonio artistico locale.

La Parrocchia di S. Maria Annunziata ha avviato un programma di valorizzazione delle opere conservate nelle sue chiese che il Museo del Duomo-Cattedrale di Udine, dal 2014 ha interpretato attraverso il progetto Ars mecum, finalizzato a sensibilizzare il pubblico dei suoi visitatori.  Il San Biagio benedicente troverà ora una corretta esposizione conservativa nelle sale del museo, con un apparato dedicato alla storia, alla devozione e al restauro, proveniente dalla chiesa di S. Maria in Castello, l’antica pieve della città, dove ancora risiede un altare dedicato e si venera il santo, particolarmente con la festività del 3 febbraio. La devozione popolare per il Santo ha antiche radici e tradizioni in Friuli come testimonia l’iconografia presente in molte chiese a sostegno del culto.

Il restauro, coordinato dalla Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio, curato dalla ditta Esedra restauro e conservazione, rappresenta una tappa significativa per la storia della scultura in Friuli in quello che è il panorama di studi, ricerche e restauri che mirano a chiarire l’attività degli artisti  e delle antiche botteghe che hanno fatto splendere gli altari delle chiese,  divenendo punto di riferimento di un linguaggio artistico riflessosi nei secoli.

L’esposizione, compendiata da apparati e da altre opere che hanno per soggetto S. Biagio, provenienti anch’esse dalla chiesa di S. Maria, sarà visitabile durante gli orari di apertura del museo e si terranno visite dedicate. A corredo della mostra è stato realizzato un pieghevole.

 

Ore 19.00:

S. Messa presieduta dall’Arcivescovo. Seguirà la Processione Eucaristica con questo itinerario: Cattedrale – Via Vittorio veneto – Via Piave –  Piazza Patriarcato –  Via Manin Via Vittorio Veneto – Cattedrale. I canti saranno eseguiti e sorretti dalla cappella Musicale – Le riflessioni e le preghiere sono state preparate dalle Parrocchie del Centro-città.

ATTENZIONE

 

CATTEDRALE:

DAL 3 SETTEMBRE  ABBIAMO RIPRESO A CELEBRARE LA S. MESSA DOMENICALE ANCHE ALLE ORE 9.00 

 

ORATORIO DELLA PURITA’:

DAL 2 OTTOBRE  S. MESSE FERIALI  ALLE ORE 7.30 e 19.00 (anzichè in Cattedrale).

NELLA GIORNATA DI SABATO S. MESSA IN FRIULANO ALLE ORE 18.00 .

 

 

DIO È AMORE, SOLO IN LUI È LA SALVEZZA

 

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Giovanni 3,16-18

Concluso l’itinerario liturgico e spirituale che la Chiesa ci ha proposto nel Tempo di Pasqua, la solennità odierna della Santissima Trinità ci introduce al cuore della nostra esperienza cristiana. Noi siamo credenti, perché abbiamo detto «sì» all’Alleanza d’amore offertaci, attraverso Gesù, da Dio Padre.

Ma chi è il Dio che ci propone questa straordinaria e impegnativa Alleanza d’amore? È il Dio che a Mosè (prima lettura) ha rivelato il suo nome e, in esso, il suo volto.

Oggi, attraverso la liturgia della Parola, il Signore agisce con noi come ha fatto con Mosè: ci parla di sé stesso e si presenta a noi. Ci parla della sua vita e di quello che lui vuole essere per noi. In una parola, ci fa conoscere il suo “nome” che, nel linguaggio biblico, vuol dire la sua storia e i suoi progetti. Quindi noi credenti, dicendo di sì all’Alleanza d’amore di Dio, non rispondiamo e non entriamo in contatto con una qualunque forza anonima della natura; il Dio di Israele, il Dio di Gesù Cristo, ha un nome, un volto, un cuore. E ha un progetto per noi, desiderando fortemente che ne entriamo a far parte.

LA MISERICORDIA E LA PIETÀ. Cosa dice di sé il Dio dell’Alleanza? «Il Signore passò davanti a lui, proclamando: Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà». Ecco ciò che qualifica il nostro Dio: la misericordia e la pietà. È vero, il prosieguo del testo parla anche dell’ira di Dio. Ma mentre questa è contenuta, grazia e fedeltà sono invece sovrabbondanti.

Tutto quello che Dio è e fa abbiamo potuto sperimentarlo (“toccare con mano”) – scrive Giovanni – in Gesù, che ci rivela e ci fa conoscere il Padre. La sua vicenda umana, la premura misericordiosa che egli ha mostrato verso tutte le miserie dell’uomo, sono rivelazione del “nome” di Dio, cioè dell’amore eterno del Padre.

Per questo, possiamo dire che Gesù non è solo un dono di Dio, ma è Dio che si dona; non è solo uno strumento di Dio, ma è Dio stesso che si accosta all’uomo per aiutarlo. La conseguenza è che il nostro rapporto con Dio si decide tutto nel rapporto con Cristo Gesù. Chi rende possibile in noi e in mezzo a noi l’esperienza di questo amore e di questa profonda comunione è lo Spirito di Dio.

FARE ESPERIENZA DELL’AMORE. Dunque, incontrare – celebrandola – la Santissima Trinità, vuol dire sentirsi raggiunti da Dio «misericordioso e pietoso» e, quindi, fare esperienza della sua azione d’amore e di misericordia senza limiti nei nostri confronti. Essere devoti alla Trinità, allora, significa essere devoti dell’amore di un Dio che si dona e chiede di donarsi.

Segnarsi – come tanto spesso e lodevolmente facciamo – nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo vuol dire esprimere la volontà di inserire attivamente noi stessi e ogni nostro gesto nel progetto d’amore del Padre, di Gesù Cristo suo Figlio e dello Spirito Santo.

I nostri parrocchiani ormai si sono abituati a vedere di tanto in tanto sui gradini del presbiterio della cattedrale la sig.na Giada che con la lingua dei segni (LIS) trasmette al gruppo dei sordi presenti tutti i testi delle letture, dei canti e delle preghiere della S. Messa senza recare alcun disturbo… anzi i parrocchiani, dopo le prima sorpresa, sempre gradiscono la presenza delle persone sorde in chiesa. Anche i bambini di solito per il S. Natale accompagnano i canti con la lingua dei segni. Ormai siamo arrivati all’ultimo incontro di questo anno pastorale.

Siamo stati anche a Tolmezzo, Torviscosa, Basiliano, Venzone e sia i Parroci che i fedeli hanno sempre gradito la presenza dei sordi alla S. Messa, anzi ci hanno invitati a tornare.

Il pranzo comunitario è sempre un momento di animazione particolare, la comunicazione è silenziosa ma le mani e le dita si muovono agili e “parlano” velocemente e di tanto in tanto si sente una grande risata! Il pomeriggio viene dedicato a momenti artistici, culturali, storici: la mostra di Illegio, il Museo del CID e delle carrozze, la Casa delle farfalle… Piano piano sono nate delle iniziative: Suor Vittorina (sorda anche lei) varie volte ci ha preparati a vivere il S. Natale, la giornata di spiritualità con la conferenza “Vivere senza la fede” di M.J. Artero Sanchez della International Catholic Foundation for the Service of Deaf Persons, ha rappresentato un alto momento di catechesi, padre Savino ci ha preparati alla Quaresima e alla Pasqua.

In nome dell’amicizia e della fratellanza abbiamo realizzato per la prima volta un gemellaggio, che si è svolto recentemente a Portogruaro con la pastorale dei sordi di Treviso. Abbiamo conosciuto la loro realtà, nuove persone e abbozzato qualche idea per incontrarci ancora. Infine ci siamo adoperati anche per diffondere e far crescere la sensibilizzazione verso le persone sorde partecipando al Convegno “Catechesi e Disabilità”, presso l’Istituto Bearzi di Udine, dove abbiamo incontrato e conosciuto Suor Veronica Donatello, Responsabile Nazionale, figlia di persone sorde e come tale molto sensibile verso di esse.

Questa iniziativa ha avuto come seguito l’idea della Parrocchia di Chiavris di insegnare ai bambini la preghiera del Padre Nostro in LIS, cui è seguita una S. Messa comunitaria, un incontro fraterno insieme e …una bella coppa troneggia qui nell’ufficio parrocchiale! Oggi partecipiamo alla Messa nella chiesa di Prato Carnico e poi visiteremo il Museo degli orologi a Pesariis.

Presto ci riuniremo per stabilire il programma per il prossimo anno pastorale che riprenderà dopo la pausa estiva. Un doveroso grazie di cuore a Giada, preziosa e puntuale mediatrice volontaria e amica, alla solerte segretaria Roberta, ai sordi che hanno collaborato per essere di aiuto ad altri sordi nel vivere la vita cristiana.

Sono ormai 10 anni che abbiamo fondato in diocesi “La pastorale dei sordi” naturalmente in sordina… senza fare chiasso! Ci sono altre diocesi che hanno sviluppato una pastorale efficiente… ma ci sono anche tante diocesi che nutrono una “santa invidia” nei nostri confronti e tentano di prendere l’esempio da noi.

Questo ci fa piacere, non perché noi ci sentiamo più bravi di altri ma perché la formula (spiritualità, comunità, cultura) per adesso è vincente e dà qualche risultato… se non altro la gioia di stare insieme e di condividere una percorso di crescita comune.

Don Luciano

Assistente spirituale dei Sordi

I DONI DELLE SPIRITO

 

La nostra vita può essere paragonata ad una barca priva di motore e spinta a fatica a remi dai rematori, ma se si aggiungono delle vele gonfiate dal vento, tutto diventa molto più semplice. Noi siamo i rematori, i remi rappresentano il nostro impegno di vivere, le vele rappresentano i doni dello Spirito Santo e il soffio del vento è lo Spirito Santo.…

Quanti e quali sono?

I doni dello Spirito Santo sono tradizionalmente sette perché sette è uno dei numeri simbolici della Bibbia, ma essendo essi un regalo che Dio ci fa possono essere infiniti.…

Sapienza
La Sapienza è il dono che ci concede il gusto della conoscenza del creato e quindi del suo Creatore, Dio, per conoscerlo e amarlo. Essa ci aiuta soprattutto a saper distinguere il bene dal male. La Sapienza può nascere in noi solo come dono di Dio perché ha Dio come origine e come fine: Dio ama me, io amo Dio. E’ questa una relazione che non nasce dalle nostre forze, ma che c’è stata regalata!

Intelletto
Il dono dell’Intelletto ci aiuta a non essere superficiali, ma ad arrivare al cuore delle cose. Questo dono può agire in diversi modi: può darci la capacità di conoscere noi stessi e affrontare coscientemente ciò che in noi non va, oppure di conoscere e capire a fondo gli altri, ma può essere anche l’intelligenza spirituale per leggere la Bibbia fra le righe e ricavarne un nutrimento di vita. E’ il dono della “profondità” contro la “superficialità”, dell’”essere” contro l’”apparire”…

Consiglio
Il dono del consiglio ci aiuta a scoprire il progetto d’amore che Dio ha su di noi e la strada giusta per realizzarlo. Questo dono agisce in noi in due modi: ci fa diventare consiglieri per gli altri, in particolare rendendoci in grado di trasmettere le nostre esperienze di fede, ma ci fa anche riconoscere bisognosi di consigli nelle quotidiane scelte che la vita ci mette davanti, ovviamente attraverso la preghiera.

Fortezza
È il dono del coraggio, della costanza, della tenacia: uno scrittore dei primi secoli del Cristianesimo paragonava lo Spirito Santo all’allenatore e l’allenatore, si sa, prepara alla fatica. Anche questo dono ha due dimensioni, quella passiva ci aiuta a resistere agli attacchi del male, mentre quella attiva è la forza d’attacco per vincere il male con il bene. Alcuni ideali propostici dal Vangelo sembrano irraggiungibili, per questo se vogliamo davvero viverli, dobbiamo essere umili e chiedere l’aiuto dello Spirito Santo tramite il dono della Fortezza.

Scienza
Questo dono può essere espresso anche col termine “conoscenza” che nella Bibbia significa anche “amare”. Chi ama capisce meglio, capisce prima, capisce di più. Il dono della Scienza insegna ad amare una persona se la si vuole capire e anche Dio lo si comprende solo amandolo. Mentre nel nostro linguaggio “scienza” significa conoscenza umana di tipo tecnico, mediante la quale si arriva a dominare il mondo, nel linguaggio biblico “Scienza” è la capacità di conoscere il mondo, senza dominarlo, ma, al contrario, riconoscendo Dio come Creatore. Scienza dunque è la luce per vedere nelle cose e nelle persone la bellezza e la potenza di Dio, ma è anche la conoscenza che scaturisce dall’amore: il cuore che ama comprende più della mente. Il cuore si apre alla fiducia in Dio e accetta anche ciò che non si capisce (prove e dolore).

Pietà
Il nome di questo dono non ha nulla a che fare con il senso negativo che gli attribuiamo noi oggi ma è strettamente legato al termine latino “pietas”, l’amore famigliare tra i genitori e i figli.
La Pietà è il dono che ci aiuta a credere sul serio che Dio è Padre e ci ama, ci dà forza, pace e gioia. Il dono della Pietà porta a fidarci di Dio con lo stesso abbandono di un bambino che si sente sicuro tra le braccia di papà e mamma anche quando è sospeso sul vuoto.

Timor di Dio

Il dono del Timore ci fa diventare consapevoli della grandezza di Dio, Egli è buono, ma è anche forte e potente. A lui si devono rispetto e ubbidienza: Dio non si può prendere in giro. Il Timor di Dio ci è donato anche per ricordarci che non possiamo fare sempre quello che ci pare e piace perché non siamo noi i padroni del bene e del male, quindi non possiamo far diventare giusto ciò che è ingiusto, lecito ciò che è illecito. Timor di Dio non è affatto paura di Dio, ma è rispetto e stima verso di Lui, se ci può essere sfumatura di paura deve essere quella di perdere Dio o di offenderlo.