MARTEDI 25 LUGLIO 2017 

FESTA DI SAN GIACOMO APOSTOLO

ORE 10.00 S. MESSA cantata dal Coro Sacri Cantores Theresiani

ore 11.30  S. MESSA

ore 17.00  S. ROSARIO

 

 

San Giacomo, protettore dei pellegrini

La Leggenda Aurea

Dopo la decapitazione, secondo la Leggenda Aurea, i suoi discepoli trafugarono il suo corpo e riuscirono a portarlo sulle coste della Galizia.
Il sepolcro contenente le sue spoglie sarebbe stato scoperto nell’an-no 830 dall’anacoreta Pelagio in seguito ad una visione luminosa. Il vescovo Teodomiro, avvisato di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i resti dell’Apostolo. Dopo questo evento miracoloso il luogo venne denominato campus stellae (“campo della stella”) dal quale deriva l’attuale nome di Santiago de Compostela, il capoluogo della Galizia. Eventi miracolosi avrebbero segnato la scoperta dell’Apostolo, come la sua apparizione alla guida delle truppe cristiane della reconquista nell’840, durante la battaglia di Clavijo e in altre imprese belliche successive. La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi nel Medioevo, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa  basilica a lui dedicata.

Il pellegrinaggio a Santiago, lungo preferibilmente il suo “Cammino”, divenne uno dei tre principali pellegrinaggi della Cristianità medievale. Gli altri erano quelli che portavano a Gerusalemme, alla tomba di Gesù e a Roma, alla tomba dell’apostolo Pietro.

 

MARTEDI’ 25 LUGLIO 2017 

Festività di San Cristoforo

CHIESA DI SAN CRISTOFORO 

 

ore 18.30 S. MESSA celebrante Mons. Luciano Nobile

ore 21.00 CONCERTO DI CORNO ED ORGANO

M.° Beppino Delle Vedove (Organo)

M.° Claude Padoan (Corno)

 

dalle ore 16.00 alle ore 18.00 e dalle 19.00 alle 20.30 visite alla chiesa e alle sue opere

info e prenotazioni: museo@cattedraleudine.it    tel. 0432.506830

 

 

San Cristoforo, protettore dei viaggiatori e degli automobilisti.

La leggenda di San Cristoforo.

 

Prima d’essere cristiano, Cristoforo si chiamava Offerus ed era un gigante forte e dalla mente ottusa. Il suo sogno era di incontrare e servire il più grande re della terra. Si mise così in viaggio e gli consigliarono d’andare alla corte di un re molto potente, il quale naturalmente accettò di buon grado i servizi di un così forte servitore. Ma un giorno, mentre assistevano allo spettacolo di un menestrello, sentendo pronunciare il nome del diavolo il re si fece il segno della croce. “Perchè fai così?” gli chiese stupito il gigante. “Perchè io ho paura del diavolo”, rispose il re. “Se lo temi significa che è più potente di te. Allora io voglio servire il diavolo” e così dicendo, Offerus abbandonò la corte. Si rimise in viaggio, e nel deserto vide avanzare un’orda di cavalieri vestiti di rosso, il cui capo era vestito di nero che gli chiese “Che cosa vai cercando?”. “Io cerco il diavolo, per servirlo”, rispose Offerus. “Io sono il diavolo, seguimi!”, rispose l’oscura figura. E così il gigante si trovò arruolato fra i cavalieri di Satana.
Ma un giorno, durante una cavalcata, la schiera infernale incontrò sul bordo della strada una croce. Il diavolo ordinò immediatamente di tornare indietro. “Perchè?” chiese Offerus. “Perchè io temo l’immagine del Cristo!” “Se lo temi significa che sei meno potente di lui. Io allora voglio servire il Cristo”, e così dicendo, Offerus passò oltre la croce, da solo, abbandonando il diavolo e i suoi cavalieri. Si rimise in viaggio e iniziò dunque a chiedere in giro dove avrebbe potuto incontrare questo Cristo. Gli indicarono un eremita, “ti mostrerà il Cristo”, gli dissero. Giunto dal sant’uomo Offerus gli chiese dove avrebbe potuto incontrarlo, ma questo gli rispose “dovunque”. “Non capisco” disse il gigante, “ma se è vero quello che dici, quali servizi potrebbe rendergli un uomo forte come me?” “Bisogna servirlo con la preghiera, i digiuni e le veglie” rispose l’eremita. Offerus fece una smorfia. “Non c’è un altro modo per diventare ben accetto?” L’eremita comprese con chi aveva a che fare, così lo prese per mano e lo condusse sulla riva di un torrente impetuoso che scendeva da un’alta montagna. “Tanta povera gente è morta tentando di attraversare quest’acqua. Resta qui e porta sull’altra riva, sulle tue robuste spalle, quelli che te lo chiederanno. Se farai questo per amore di Cristo, egli ti riconoscerà come suo servitore”. “Volentieri lo farò per amore del Cristo!” Si costruì una capanna sulla riva, e giorno e notte trasportò i viaggiatori che glielo chiedevano. Una notte, fu svegliato dalla voce di un bambino che lo chiamava. Si alzò, pose il bambino sulle sue forti spalle, ed entrò nell’acqua. Ma nel mezzo dell’attraversata il fiume si ingrossò e comparvero delle onde alle quali Offerus dovette opporre il massimo della sua forza per non esser rovesciato, ed il bambino diventava sempre più pesante, tanto che Offerus disse “Mi sembra di star portando il mondo!” Quando, stremato, giunse all’altra riva col bambino sano e salvo, questi gli disse “Non solo hai portato il mondo, ma anche colui che ha fatto il mondo. Per i tuoi servigi io ti battezzo nel nome di mio Padre, nel mio proprio nome, e in quello dello Spirito Santo. Da oggi ti chiamerai Cristoforo.” Da quel giorno Cristoforo andò per il mondo per insegnare la parola del Cristo.

MERCOLEDI’ 26 LUGLIO 2017

 FESTA DEI SANTI GIOACCHINO ED ANNA

CHIESA DI SAN CRISTOFORO ORE 18.30 S. MESSA

Sono invitate specialmente le persone che portano il nome di Anna e Gioacchino

 

Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè. Sant’Anna è invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. È patrona di molti mestieri legati alle sue funzioni di madre, tra cui i lavandai e le ricamatrici.

 

 

Carissimi parrocchiani e tutti voi che frequentate la Cattedrale,  martedì 12 luglio ricorre  la solennità dei SS. Ermacora e Fortunato. È  un momento di verifica dell’anno pastorale che è stato intenso, ricco di iniziative per la testimonianza cristiana attraverso le opere di misericordia, l’annuncio del Vangelo ai piccoli, ai giovani e agli adulti. Ringraziamo il Signore insieme per quello che egli opera anche attraverso la nostra testimonianza semplice, umile, silenziosa. Siamo chiamati oggi a vivere la nostra storia in un mondo complesso. Il Signore ci manda ai confini del mondo che sono presenti  in mezzo a noi, alle diverse culture, nel mondo della politica, nella famiglia anello indebolito della società, nelle varie emarginazioni, là dove si vivono esperienze di povertà e di dolore.

A fare che cosa? A dare speranza, a fare progetti anche minimi per vivere in pace nella casa comune, a portare un nuovo umanesimo.

Ma con quali modalità? Eccole.

La fiducia nel Signore è il primo sostegno, cercato e accolto. La libertà  di portare a tutti l’annuncio del vangelo, senza paure vane, senza titubanze inutili e dannose; anche i terreni più difficili o ritenuti sterili possono diventare fecondi. La capacità di sopportare anche il rifiuto. Il cristianesimo è sempre andato contro corrente e pertanto ha conosciuto sempre contrarietà e rifiuti. È importante mantenere le  nostre radici cristiane, la nostra identità e trasmettere la nostra fede che illumina il nostro nascere, il nostro vivere ed il nostro morire. I Santi Patroni della nostra Diocesi e della città (qui dipinti da Gianni Di Lena) hanno operato in contesti altrettanto difficili ed hanno offerto la vita per Cristo e per l’annuncio del vangelo. La schiera dei martiri è il filo rosso, intriso di sangue innocente, che ancora tiene unita la chiesa, al di là delle divisioni che appartengono alla precarietà della vita degli uomini.

Un cordiale saluto a tutti ed un augurio di buone vacanze.                                                                                                 Il Parroco don Luciano

 

 

MARTEDI’ 11 LUGLIO ORE 20.30

CANTO DEI VESPERI CON LE RAPPRESENTANZE DI TUTTE LE PARROCCHIE DELLA DIOCESI

PRESIEDE L’ARCIVESCOVO

 

MERCOLEDI’ 12 LUGLIO ORE 10.30

SOLENNITA’ DEI SANTI PATRONI

SOLENNE PONTIFICALE IN IN CATTEDRALE

PRESIEDE DALL’ARCIVESCOVO

BENEDIZIONE DELLA CITTA’

 

Sono invitate tutte le comunità del Vicariato Urbano ed anche le autorità della Regione FVG, della Provincia e del Comune di Udine.

Le associazioni presenzieranno col loro labaro e si disporranno sul presbiterio ai lati dell’altare.

Al termine la piazza del Duomo sarà rallegrata dalle danze folcloristiche del Gruppo “Stelutis” di Udine.