29^ Domenica del T.O.

 

PREGHIERA PER LA PACE

 

 Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite… Ma i nostri sforzi sono stati vani. ”Ora,Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace
Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”.

Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.

Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace.

E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen.               (Papa Francesco)

 

 

TESTIMONIANZE MISSIONARIE

                                            

“Non lasciamoci rubare la speranza…”

Una delle prime impressioni, dopo il mio arrivo nel Nordest del Brasile, particolarmente nel contatto con i ragazzi e i giovani a João Pessoa, è stata la loro mancanza di “libertà di scelta” e di esercizio di responsabilità etica. Questi ragazzi non potevano scegliere niente. Mancavano anche di quello che noi riteniamo essenziale per vivere: non avevano da mangiare in casa, non avevano una scuola che funzionasse almeno per insegnare le cose fondamentali. Non avevano un modello di adulto nel quale riconoscersi, molti non parlavano mai del padre perché, chi ce lo aveva, provava vergogna nel parlarne, perché violento, drogato, o perché aveva abbandonato la famiglia o perché era in carcere.

Non conoscevano professionisti che li ispirassero per pensare al loro futuro. Non avevano tra le loro conoscenze un avvocato, un ingegnere, un medico che li motivasse a studiare o che potesse ispirarli a scelte future. La frase che tutti ripetono, credenti e non praticanti, è “Se Deus quiser!” ma come fatalità, senza responsabilità e speranza. Comprendere la Parola e spezzare il pane. Camminando insieme con gente molto semplice, semianalfabeta, ma sostenuta da una credenza in Dio solida, provata dalle sofferenze della vita, si scopre la possibilità di comprendere “cose nuove” del bagaglio che abbiamo sempre caricato: la Sacra Scrittura. Leggere la storia della liberazione del Popolo di Dio, le lettere di San Paolo dal carcere, la liberazione dal male (‘segni’ più che ‘miracoli’) di cui narrano i Vangeli entrando e camminando nell’inferno di un carcere brasiliano, non è la stessa comprensione che si ha meditando la Parola di Dio in una cappella silenziosa, pulita e ben illuminata. Dover dire quella Parola, spezza il cuore e confonde la nostra mentalità. In alcuni momenti mi sono chiesto “chi evangelizza” e “chi è evangelizzato”?

Gesù evangelizza attraverso di me o io sono evangelizzato da Gesù presente nei più piccoli e umiliati che incontro? Celebrando la Eucaristia, come non pensare a tutto questo, quando si recita nella Preghiera Eucaristica “Egli, come ai discepoli di Emmaus, ci svela il senso delle Scritture e spezza il pane per noi”. Di chi ci facciamo compagni? Con chi spezziamo e mangiamo il pane?

 

“Cuori ardenti, piedi in cammino”

 I piedi in cammino e il cuore ardente. Non è facile scegliere di andare con i piedi nudi e i sandali in mano, lentamente, nella melma o nell’acqua putrida che è la strada quotidiana per molti fratelli nelle zone di missione. Dobbiamo aspettare che vengano loro a cercarci nella cappella o uscire e attraversare quelle strade per visitarli quando sono ammalati, quando vegliano e piangono i loro defunti nelle loro case? Quando riusciamo ad andare e incontrarli, loro che sono abbattuti dalla vergogna per sofferenze umilianti o dalla fiacchezza fisica per i dolori e i pesi che caricano, ci accolgono con una gratitudine e serenità che ci testimoniano le Beatitudini, non proclamate a parole ma sentite sulla pelle e che il nostro cuore, silenziosamente, ascolta. Quante volte la realtà ci costringe a pensare: quali sono gli ambienti, i luoghi, le persone che non bisogna evangelizzare se è vero il comando di Gesù “andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo ad ogni creatura…” (Marco 16,15)? E le bocche di fumo (pericolosi punti di distribuzione della droga) che occorre superare per entrare nelle favelas, e le case oscure e piccole in cui ci invitano ad entrare coppie non sposate in Chiesa, dove si incontrano figli omoaffettivi uniti col loro compagno, che curano con delicatezza e assoluta fedeltà il vecchio genitore, o donne che si distruggono eroicamente per dare un po’ di dignità al loro compagno incurabile. E sentono l’umiliazione di non essere “regolari” per la Chiesa.

Santa Maria del cammino! Quante volte, aspettando che lo Spirito Santo ci raggiunga per illuminarci sulla strada da prendere, sulle parole da dire, invochiamo la presenza di Maria, madre “dos caminheiros”, che confortò gli Apostoli nell’attesa del Cenacolo. Ci sorprende il carinho (affetto e delicato rispetto) che il Popolo di Dio nordestino ha per Nossa Senhora. La tenerezza e la confidenza, così presente e forte nella mentalità del popolo brasiliano, e che noi interpretiamo come mescolanza di sincretismo religioso, di proiezioni psicanalitiche, che sono fortemente compresenti nelle devozioni popolari. Questionano alla base la nostra teologia e pastorale. Per non dire di chi non frequenta regolarmente la messa alla domenica ma si confessa di non recitare il Terco (la terza parte del rosario) tutti i giorni. Forse Gesù non li ancora raggiunti, ma Maria sta già camminando con loro.

                                                                                         don Sandro

                                                    (missionario nel Nordest del Brasile per 23 anni)

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