31^ Domenica del T.O.

 

SANTI E MORTI SEMPRE VIVENTI

 

Carissimi fedeli, in questi giorni ci vengono incontro, come ogni anno, due belle ricorrenze liturgiche. Molti forse pensano “al ponte” per approfittare di tre giorni di vacanza. Certamente. Di riposo. Ma anche di riflessione per non perdere la ricchezza del nostro umanesimo cristiano che ci porta a meditare sul limite più difficile e più temuto, quello della morte, che però ci apre alla vita piena, grazie a Dio che ci ha salvati con la resurrezione di Gesù.

La Festa dei Santi ci aiuta a guardare in alto, alle cose ultime che essi hanno già raggiunto: l’incontro definitivo con Dio. È una folla immensa. Non sono persone perfette, hanno lottato nella vita. E noi le abbiamo conosciute. Fanno parte del nostro tempo. Hanno seguito il Santo dei Santi. Sono tante persone a noi sconosciute che hanno assunto i tratti, la fisionomia del Figlio di Dio pur vivendo nelle difficoltà che la vita riserva a tutti. Chi ha assunto la mitezza in un mondo di violenti, chi ha promosso la pace nella sua famiglia e attorno a sé, chi è stato limpido in mezzo alla corruzione, chi è stato solidale in un mondo che glorifica il potere ed il denaro. È una folla straordinariamente grande. Grazie a Dio.

La Commemorazione dei fedeli defunti è un atto di amore per i nostri cari che sulla terra sono passati prima di noi. Li sentiamo vicini. Preghiamo per loro. Partecipiamo alla S. Messa dove sono sempre anche loro perché la liturgia eucaristica che noi celebriamo sulla terra è strettamente in comunione con la liturgia del cielo e ad essa contemporanea. Andiamo nei cimiteri. Ci farà bene. Ci farà abbassare gli occhi e prendere coscienza della precarietà e della serietà della vita e nello stesso tempo della bellezza della fede che arricchisce la vita e la apre ad un futuro di gloria.

In questi giorni ho raccomandato ai genitori che conducono i loro figli al catechismo in parrocchia, di non aver paura di portarli anche in cimitero a pregare per i morti. È un atto di coraggio che fa crescere normali, la vita si vive in tutte le sue dimensioni e con la vita non si bara. Presenta sempre il conto. Siamo in cammino verso la patria del cielo ma teniamo i piedi saldi per terra, al fine di trasfigurare questo mondo portando in esso un po’ di cielo con l’amore che Dio ci dona. E ancora, grazie a Dio. Un cordiale augurio a tutti.                                   Don Luciano, parroco.

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