4^ Domenica del Tempo Ordinario

L’ECO DELLA PAROLA DI DIO

Presentazione del Signore

(Ml 3, 1 – 4; Eb 2, 14 – 18; Lc 2, 22 – 32)

Origine della Festa

La Festa che oggi celebriamo, della “Presentazione del Signore”, ha origini liturgiche, ma affonda le sue radici nella Bibbia. Fu istituita a Gerusalemme nel secolo IV e si diffuse in Occidente a partire dal secolo VI. Agli inizi aveva caratteristiche mariane: la purificazione della Madonna dopo il parto. In Occidente, a Roma, assunse anche coloriture penitenziali e, in Gallia (Francia), come festa della luce (candelora). Con il Concilio Vaticano II, nel 1960, ebbe la sua nuova identità cristologica: La Presentazione del Signore al tempio. E’ Cristo che entra nel tempio per consacrarsi al Padre ed essere luce delle nazioni. Questa festa, però, ha, anche, come dicevo, lontane radici bibliche. Si rifà alla decima piaga d’Egitto che costrinse il Faraone a lasciare libero il popolo ebreo. Cos’era accaduto? Dio aveva ordinato agli ebrei di mangiare un agnello e di segnare con il suo sangue gli stipiti e l’architrave delle loro porte di casa. Dice il testo dell’Esodo riportando le parole di Dio: “Io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà per voi flagello di sterminio… Questo giorno sarà per voi un memoriale… lo celebrerete come un rito perenne” (Es 12, 13 – 14). E’ a ricordo di questo episodio prodigioso che Mosè stabilì, per legge, di offrire al Signore, per sempre, i primogeniti degli ebrei, e di riscattarli con l’offerta di un agnello, o, per i poveri, con l’offerta di una coppia di tortore o di due giovani colombi. In obbedienza a questa legge, Gesù, come primogenito, fu portato al tempio per essere offerto al Signore. E’ Gesù il vero Agnello che sarà sacrificato sulla croce e che con il suo sangue salverà l’intera umanità! Questa l’origine e la storia della festa della Presentazione del Signore che noi oggi celebriamo.

Il Vangelo

Il brano del vangelo di questa festa ci dice che “Simeone, uomo giusto e pio… mosso dallo Spirito, si recò al tempio… lo accolse (il Bambino Gesù) tra le braccia e benedisse Dio”. Lo benedisse con un inno di fede, di lode, di gioia e di profezia. Il “Benedictus” è un inno di fede perché Simeone crede veramente che quel Bimbo è il Messia di Dio; di lode e di gioia perché i suoi occhi hanno visto la salvezza per tutti i popoli, e la luce che rivela Dio alle genti. E’ un inno di profezia perché annuncia che quel Bimbo “è per la caduta e la risurrezione di molti… segno di contraddizione”. E’ profezia anche perché, Simeone, rivolto “a Maria sua madre, disse: anche a te una spada trafiggerà l’anima…” In sintesi: Quel Bimbo rivelerà Dio come Padre misericordioso e come Giudice; Illuminerà il senso e il destino che ha l’uomo; porterà la salvezza a chi lo accoglierà, e sarà, invece, “caduta” per chi non si lascerà, illuminare dalla sua luce. Maria, la madre di quel Bimbo, sarà trapassata dalla spada del dolore sul Calvario, sotto la croce di suo Figlio.

Giornata Mondiale della Vita Consacrata

Oggi celebriamo anche la ventiquattresima Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Come Gesù si consacrò al Padre per realizzare la sua volontà salvifica, così la Vita Consacrata (religiosi, religiose e Istituti secolari), oggi, rinnovano la loro consacrazione per essere icona sempre più perfetta di Cristo obbediente, casto, povero e di continuare con generoso zelo la sua missione. Oggi, però, è, anche, una splendida occasione per tutti di rinnovare le proprie promesse battesimali: rinuncia a Satana, e fede, speranza, amore a Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo. Come realizzare, in concreto, le promesse battesimali? Accogliendo e praticando sempre più e sempre meglio la Parola d Dio; partecipando e vivendo sempre più e sempre meglio, i Sacramenti ricevuti. Così, in Gesù Cristo, saremo e vivremo da figli adottivi e eredi di Dio per l’eternità. Sia così!                                                                                                                 Mons. Ottavio Belfio

 

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