Dominique è Presbitero

 

DOMINIQUE VIENE ORDINATO SACERDOTE

Domenica 23 giugno ore 17.00

Domenica 30 giugno ore 10.30 prima S. Messa in Cattedrale.

 

La comunità parrocchiale è invitata a far festa attorno a Dominique che ha maturato la sua vocazione tra di noi.

In questa circostanza desideriamo manifestargli il nostro affetto attraverso un dono, che consiste in un’offerta libera perché la sua Mamma possa partecipare alla sua ordinazione e lui possa raggiungere la sua famiglia e celebrare la S. Messa con la sua Comunità di origine nel Togo (Africa).

Sarà a disposizione una cassetta apposita davanti alla cappella dei SS. Patroni (2° altare a dx dell’ingresso).

 

 

PROGRAMMA

 

Giovedì 20 giugno nell’Oratorio della Purità

Ore 20.30: Veglia di preghiera per le vocazioni presieduta da don Dominique.

Domenica 23 giugno in Cattedrale

Ore 17.00: S. Messa presieduta dall’Arcivescovo di Udine Mons. Riccardo Lamba.

Ordinazione presbiterale di d. Dominique, d. Bernard e d. Raymond. Canta la Cappella Musicale.

Domenica 30 giugno in Cattedrale

Ore 10.30: Prima Santa Messa di don Dominique nella nostra Parrocchia. Cantano i Pueri Cantores.

 

 

 


 

 

 

Dal Bollettino Parrocchiale (Giugno 2024)

 

Il buon pastore chiama ancora!

Carissimi amici,

fin da bambino sono cresciuto nella mia parrocchia in Togo, ho frequentato il gruppo giovanile ed il coro che cantava alla domenica in chiesa. Ho compiuto gli studi nella mia patria fino alla maturità poi sono venuto in Friuli ed ho frequentato la facoltà di ingegneria presso l’Università degli studi di Udine, per due anni. Intanto venivo con altri giovani africani a cantare in duomo partecipando all’attività settimanale del piccolo coro che avevamo formato ed, una volta al mese, ci alternavamo con gli altri cori parrocchiali eseguendo i nostri canti in francese o in lingua nativa. Durante un breve ritiro spirituale è emersa con maggiore chiarezza una chiamata che covavo da un po’ di tempo nel mio cuore, come sotto la cenere. Mi confidai col Parroco, al quale poi ho fatto riferimento.

Accolto in canonica, ho trascorso l’anno preparatorio a Gorizia ed il biennio storico-filosofico nel seminario di Castellerio. Ho intuito che stavo facendo la strada adatta per me, sulla quale il Signore mi stava chiamando: quella del sacerdozio. Sono stato ammesso ai corsi teologici che ho concluso conseguendo il baccalaureato, primo grado accademico, mentre a Pagnacco facevo un’esperienza pastorale.

Oggi, rileggendo la mia storia, posso dire che la mano del Signore mi ha sempre guidato. Credo che il Signore guidi ognuno di noi, ci chiami e ci lasci rispondere nella libertà. Basta fermarsi un attimo con Lui e noi ritroviamo i segni del suo agire nella nostra vita.

Domenica 23 giugno alle ore 17.00 verrò ordinato sacerdote in cattedrale e rendo grazie a Dio per questo dono. Sono grato anche a tutte le persone che mi hanno aiutato, accompagnato e voluto bene in questi anni e al seminario che mi ha offerto la possibilità di un buon percorso di formazione.

Vi chiedo di accompagnarmi ancora con la preghiera perché il Signore porti a compimento ciò che ha iniziato in me. Contraccambio con la mia preghiera al Signore per tutti voi.

Vostro                                                                                                don Dominique Mandjami

 

 

…Estrae dal suo tesoro cose vecchie e cose nuove…

Caro Dominique,

siamo cresciuti insieme per alcuni anni in casa canonica, io verso la fase calante, tu verso quella ascendente. Devo riconoscere che si fa più fatica a salire che a discendere. Però chi sale ha più en-tusiasmo, fa progetti, affronta la vita con energia, con speranza. Chi tramonta e matura ha il passo cadenzato e lo sguardo “nelle cose invisibili” che sono sempre all’orizzonte ma ora si fanno sempre più vicine. Ci siamo voluti bene, confrontati, confidati reciprocamente, con sincerità. Potrei darti tanti consigli ma correrei il rischio di fare la figura del maestro che sa già tutto e vuole insegnare tutto… a chi sta vivendo un tempo diverso dal suo. Allora estraggo dal mio “tesoro cose vecchie e cose nuove” come dice il Vangelo: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». (Mt 13,51-52).

Ti dico solo la mia esperienza che ancora prosegue, poiché non si è mai finito di imparare e di amare. La mia esperienza sacerdotale è stata ricca.

Ho vissuto il tempo precedente al concilio Vaticano II, lo scuotimento del ’68, la ricerca del rin-novamento con le sue intuizioni e le sue esagerazioni, le indecisioni, i dubbi provocati dalle altrui esperienze, le tentazioni, la responsabilità delle scelte, la soddisfazione delle fatiche appagate e la delusione per i fallimenti e il dispiacere per gli errori commessi, la calma ritrovata, il lavoro intenso nella scuola, nelle varie parrocchie di destinazione e nel seminario interdiocesano “San Cromazio di Aquileia”. Debbo dire che in tutto questo ho sempre sentito i vescovi partecipi del mio cammino di maturazione, spinto ad impegni inaspettati che mi hanno fatto scoprire non solo difetti da correggere e competenze da acquisire ma anche qualità nascoste che dovevano essere rintuzzate per accendersi ed ho esperimentato la vicinanza del popolo di Dio che mi ha fatto crescere sotto l’aspetto umano e spirituale, che mi ha amato e corretto, stimolato ed accompagnato con pazienza. Non nascondo che, come tutti, ho attraversato la crisi della vita pastorale del prete, messa più volte in discussione, ma arricchita da tante relazioni improntate alla caritas pastoralis. Non è stato sempre facile mettere insieme l’identità che accomuna il prete a Cristo Buon Pastore, segno della sua presenza dentro la comunità ecclesiale, con una attività pastorale dentro la storia nella quale tutti siamo immersi e che è in continua evoluzione. Ciò ha richiesto un continuo adattamento ed una ginnastica impegnativa nella palestra della vita. Anch’io vivo l’oggi, il cambiamento epocale odierno è molto più veloce di quello di un tempo, costringe ad un ruolo che cerca di definirsi nella sua collocazione per essere significativo e non deve essere idealizzato né ingessato. Si sta modificando l’esperienza del credente e perciò anche il prete deve cambiare, non nella sua identità, ma nella sua missione pastorale. A me sembra che un punto fermo debba essere mantenuto: è la carità pastorale di Cristo, con la sua umanità. Il rapporto intimo con Lui. Se non si parte da qui, facilmente si diventa funzionari. E poi non siamo liberi battitori. È necessario il legame con il Vescovo e con gli altri presbiteri. È una relazione sacramentale, che va oltre le simpatie e le diversità personali. Viviamo il sacerdozio comune dei fedeli dei quali però siamo al servizio, con i quali condividiamo la responsabilità dell’evangelizzazione, in un ascolto reciproco e paziente. Non ti nascondo le difficoltà, ma se amiamo il Signore e il suo popolo, saremo felici e porteremo speranza attorno a noi.

Ti auguro un buon cammino nella vita e che tu sia contento di aver accolto con libertà la chiamata del Signore. Sono contento anch’io di essere stato al tuo fianco nel periodo della tua formazione alla vita sacerdotale, che non è ancora conclusa ma continua con la tua piena responsabilità.

Con tanto affetto.                                                                                                               Don Luciano

 

Preti

Fra pochi giorni Bernard, Dominique e Raymond diventeranno preti. Sono tre ragazzi africani, con storie e provenienze diverse, che per i misteriosi andirivieni della storia, della cronaca e della Provvidenza, hanno vissuto il loro percorso formativo qui da noi, nel Seminario di Castellerio.

Al momento dell’ordinazione, Dominique, originario del Togo, verrà incardinato nella diocesi di Udine e quindi vivrà tra noi il suo ministero presbiterale, mentre Bernard e Raymond, dopo un periodo di permanenza qui, rientreranno nella loro Chiesa di origine, la diocesi di Obuasi in Ghana. La loro storia è una parabola e un segno. Sembrerebbe – ma in realtà non da oggi – che le rotte missionarie si siano invertite rispetto al passato. Del resto, un profeta dei nostri tempi, don Lorenzo Milani, l’aveva previsto già nel 1954 dedicando le sue Esperienze pastorali ai «Missionari cinesi del Vicariato Apostolico d’Etruria». Qui però forse si tratta di altro: di collaborazione tra chiese per una sorta di “Erasmus” teologico-pastorale che ha come risultato – mi sembra – un arricchimento reciproco. Noi offriamo formazione in cambio di novità di persone e relazioni. E tale novità arricchisce entrambe le chiese. Ci auguriamo che Bernard e Raymond portino a Obuasi qualcosa di bello e utile raccolto e maturato nella loro esperienza friulana. Noi, da parte nostra, li ringraziamo per quanto ci hanno donato a in presenza e azione.

Per quanto riguarda Dominique, la cosa è un po’ diversa. Lui africano, ma ha studiato qui, prima all’Università e poi in Seminario, e opererà qui, quindi è dei nostri ed è chiamato a diventarlo sempre di più. Ma attenzione: cosa significa diventare dei nostri? Si tratta né più né meno del cammino che ciascun prete, quale che sia la sua provenienza, chiamato a percorrere quando entra in una comunità cristiana che gli è affidata e a cui è affidato. Diventare dei nostri significa che la comunità deve sentirlo dei suoi, non deve percepirlo come uno che viene a portare i suoi schemi già pronti, ma come uno disposto a entrare nei ritmi, nello stile, nell’odore-colore-sapore di quella comunità. Solo se la comunità ti riconosce dei suoi e tu ti senti dei suoi, allora ti ascolta in ciò che dici, si fida di ciò che indichi, ti perdona quando sbagli e non ti molla più. Questa è una delle più belle esperienze per noi preti. È qualcosa di impagabile. Ed è proprio ciò che auguro a Dominique – ma anche a Bernard e a Raymond, naturalmente! – come loro ex-professore e come (con)fratello!                                                                            don Federico Grosso

 

 

 

PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

 

Signore Gesù, Dono del Padre, Tu vivi tra noi e continui a chiamare uomini e donne al tuo servizio, perché manifestino le meraviglie della tua predilezione.

Fa’ che ragazzi e giovani generosi abbiano il coraggio di ascoltarti e siano pronti a rispondere senza esitazioni alla tua voce.

Fa’ che le famiglie cristiane sappiano educare i figli a una fede solida e a un amore senza riserve per Te.

Fa’ che accolgano e coltivino con gratitudine, forse sofferta ma gioiosa, i semi di vocazione che scorgono nei loro figli.

Fa’, ti preghiamo, che i sacerdoti e i religiosi siano sempre più lieti di aver donato le loro esistenza a Te e trasmettano questa loro gioia in una credibile testimonianza di vita.

Ascolta la nostra preghiera, Signore Gesù, presentala al Padre, perché doni alla tua Chiesa tanti operai generosi e santi.

Amen.

© 2008-2023 Cattedrale di Udine - All Rights Reserved - Progetto a cura di Jacopo Salemi