Il Battesimo del Signore

Oggi si chiude il tempo di Natale e la scena è completamente cambiata. Non ci sono più Presepio, capanna, pastori, re magi., Maria e Giuseppe.  Non più il bambino nella mangiatoia. Ormai Gesù è presentato come un uomo che inizia la sua missione per realizzare il progetto che il Padre gli ha affidato. C’è una buona notizia da portare a tutti: la salvezza a quanti aprono il loro cuore. Gesù si mescola alla gente che va davanti a Giovanni Battista per compiere un gesto di conversione. Anche Lui condivide questa decisione di volgersi verso Dio. Così il suo Battesimo diventa una ”manifestazione”. I cieli si aprono perché non c’è più separazione tra il cielo e la terra, tra Dio e l’umanità dal momento che il suo Figlio è diventato uomo. Il Padre lo riconosce e lo indica a noi. Lo Spirito discende su Gesù perché Egli affronti e superi tutti gli ostacoli che incontrerà sul suo cammino. Noi ci mettiamo al suo seguito per vivere il nostro Battesimo che ci ha generati ad una vita nuova.

 

NON CI ARRENDIAMO !

 

A chi? Al Covid 19? Certamente. Continuiamo a contrastarlo con le attenzioni raccomandate e dovute: Mascherina, igienizzazione delle mani, distanziamento. E quindi il vaccino. E l’aiuto di Dio e della vergine Maria che sempre invochiamo.

Ma non è di questo che voglio parlare. C’è una emergenza che dura da tanti anni e forse ci siamo un po’ abituati, ci fermiamo soltanto a deplorare o a rammaricarci, rassegnati. Invece non dobbiamo arrenderci. In forza del nostro Battesimo.

Emergenza-famiglia

Si tratta dell’emergenza-famiglia. Non descrivo la situazione che è sotto gli occhi di tutti né vado in cerca delle molteplici cause, vorrei soltanto richiamare quello che il papa Francesco, voce della chiesa, ci ha sollecitati a fare: Reagire. Ci dice che tutte le famiglie, anche quelle più fragili e quelle che non rispecchiano l’ideale, possono essere integrate nella chiesa, secondo le modalità spiegate in “Amoris laetitia”. Il Papa ci invita a vivere un anno di riflessione sulla famiglia “per riscoprire il valore educativo del nucleo familiare: esso richiede di essere fondato sull’amore che sempre rigenera i rapporti aprendo orizzonti di speranza”, così egli ci diceva all’Angelus la Domenica della S. Famiglia di Nazareth. L’anno della famiglia sarà inaugurato il 19 marzo prossimo, Festa di S. Giuseppe, sposo di Maria e custode della famiglia. La famiglia è la chiesa domestica, come la chiesa è famiglia di famiglie. L’itinerario che verrà proposto contemplerà una pastorale che si occupi della educazione dei giovani all’affettività e la preparazione al matrimonio; offrirà dei percorsi circa “la santità degli sposi e delle famiglie che vivono la grazia del sacramento nella vita quotidiana”. Sappiamo quanto sia in declino la famiglia e quante sofferenze hanno vissuto e vivono le famiglie che conoscono divisioni, rancori, perfino odi. Pastori e famiglie credenti sono “chiamati ad una corresponsabilità e complementarietà pastorale tra le diverse vocazioni”. Siamo tutti invitati ad una collaborazione perché le nuove generazioni possano essere formate alla verità dell’amore e al dono di sé. Saranno necessari linguaggi e modalità diverse e una paziente comprensione della complessità della vita familiare odierna. Logicamente parlando di famiglia, si pensa ai giovani, ai fidanzati, agli sposi, ai genitori, ai bambini. Però il Papa ci ricorda spesso anche il ruolo degli anziani e dei nonni, che sono preziosi nelle famiglie, non soltanto per i servizi che riescono ancora a compiere ma anche per la loro semplice presenza. Non entro negli aspetti sociali, politici, culturali, economici che toccano da vicino le famiglie e che necessitano di una riflessione ulteriore che interessa anche la pastorale.

La benedizione dei bambini

Oggi, in chiesa, invochiamo la benedizione del Signore sui bambini. La nostra benedizione è Gesù, il Figlio di Dio che si è incarnato per la nostra salvezza e che tutti insieme abbiamo contemplato in questo tempo natalizio che oggi termina. La benedizione che scende dal cielo sollecita una risposta che avviene attraverso la benedizione che sale al Signore da parte nostra. Lo ringraziamo perché ci ha donato la vita ed il battesimo per il quale siamo realmente figli di Dio. Spesso ricordo ai genitori e lo faccio anche oggi: Benedite i vostri figli, fate un piccolo segno di croce quando li incontrate al mattino e li portate a scuola, pregate insieme quando vanno a dormire. La preghiera fatta insieme nella famiglia è una forza di coesione, di perdono, di amore che aiuta anche ad attraversare  le prove con speranza. È la prima testimonianza di fede che i genitori danno ai figli, oltre alla condotta di vita. Non arrendiamoci all’andazzo comune, sappiamo reagire invece per il bene comune e della propria famiglia. A tutte le famiglie che sono chiamate ad essere uno splendido segno dell’amore di Dio qui sulla terra, auguro un buon cammino nell’anno appena iniziato. San Giuseppe, custode della divina famiglia, prega per noi!                                                                               Il Parroco don Luciano.

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