Prima Domenica di Quaresima

Carissimi fedeli, davanti a noi è sempre aperto il cammino della vita ed il Tempo della Quaresima ci viene offerto come una opportunità di ripresa del cammino della vita cristiana, cioè della vita secondo lo Spirito.

Sono valide anche oggi le tradizionali e bibliche pratiche quaresimali: la preghiera per un rinnovato rapporto con il Signore che continuamente ci rimanda ai fratelli, il digiuno che ci sprona ad una vita sobria, la carità che ci apre alle necessità degli altri.

Sono delle proposte che ci richiamano e ci facilitano il nostro cammino dietro a Gesù e la nostra conformazione a Lui fino a raggiungere la sua statura. Si tratta della vita battesimale. Non penso che ci vengano richieste mortificazioni corporali ma di purificare il nostro amore, di crescere nella fede e nella speranza. È la fatica del cammino di conversione. S. Paolo ci esorta a far “morire l’uomo vecchio”, quello che vive per se stesso, prigioniero di una logica egoistica, antievangelica. Riconosciamo con umiltà di portare in noi qualcosa che ci può nuocere interiormente, ma trasformati dalla grazia battesimale collaboriamo con Gesù per essere sempre di più discepoli suoi e testimoni del suo mistero di morte e resurrezione.

Al di là di alcune pratiche tradizionali, io esorterei ad essere più fedeli ai doveri del proprio stato, ad affrontare assieme agli altri le difficoltà della vita, a praticare le virtù ordinarie, quelle di tutti i giorni, ad associarci al mistero di Cristo per compiere un cammino anche di lotta interiore. Così si permette alla nostra vita di far fiorire i fermenti buoni e la dignità della persona che cresce piano piano fino alla statura del Figlio di Dio. Auguro a tutti un fecondo cammino di Quaresima, mentre vi propongo alcune opportunità comunitarie di bene.

OPPORTUNITA’ DI BENE NEL TEMPO DI QUARESIMA

Per gli adulti: Solitudine a Udine

Ci sono delle persone sole nelle nostre case, nei condomini. È vero che tutte hanno la badante, per cui sembra che abbiano già una assistenza adeguata. Può essere vero. Ma forse una visita di una persona diversa che va gratuitamente a tenere un’ora di semplice compagnia può diventare un momento atteso, un momento diverso, un momento di comunicazione, un momento di vita serena. È in programma, nella nostra Parrocchia, la formazione di un piccolo gruppo di persone che compiano questo gesto di carità, iniziando da questa Quaresima. Chi desidera partecipare, avverta direttamente il Parroco.

Per i bambini: Una porta che si apre

A Beirut nel Libano esiste una casa gestita dalla Caritas che ospita mamme e bambini profughi della Siria. I bambini hanno bisogno di quaderni, zainetti, matite, penne, colori, materiale di cancelleria per frequentare la scuola. Papà e mamme, nonni e nonne, vogliate insegnare ai figli o ai nipoti a fare qualche “fioretto”…, cioè qualche piccola effettiva rinuncia per aiutare questi bambini. Non è una cosa banale, ma è un modo per educare a guardare al di là delle proprie comodità, ad aprire il cuore, ad essere sensibili, concretamente. In fondo alla chiesa c’è una cassetta per la raccolta delle offerte: “I BAMBINI AIUTANO I BAMBINI”. Quando venite alla Messa domenicale accompagnando i bambini, passate con loro davanti a questa cassetta ed abituate i loro occhi a vedere la realtà, il loro cuore a prendere coscienza, la loro volontà ad agire concretamente. Forse qualche moneta, frutto di un sacrificio effettuato durante la settimana precedente, cade nella cassetta come una goccia che dona refrigerio a chi ha sete, come la possibilità di una porta che si apre ed accoglie un bambino nella scuola. E la cultura cambia la vita.     Cordialmente.                                       don Luciano, parroco

 

MUSICA E CANTO NELLA LITURGIA

I riti d’introduzione

I riti d’inizio predispongono i cristiani ad entrare nel clima di raccoglimento, e di preghiera. “La funzione propria di questo canto è quella di dare inizio alla celebrazione, favorire l’unione dei fedeli, introdurre il loro spirito nel mistero del tempo liturgico o della festività e accompagnare la processione dei sacerdote e dei ministri”

Il canto prevede una forma completa e solenne, di natura litanica o, come succede più spesso, di carattere corale, eseguito dalla Schola e dal popolo insieme, o in modo alternato, oppure dalla sola Schola. Deve essere in sintonia con il rito del giorno e la sua solennità. In alcuni casi una introduzione strumentale può supplire e introdurre bene la celebrazione.

“Dopo il segno di croce e una breve monizione introduttiva, ha luogo l’atto penitenziale” Il Kyrie è una litania, una serie di tre invocazioni proposte dal diacono o dal cantore con risposta costante dell’assemblea. E’ di forma dimessa, umile, essenziale.

Bisogna rispettare la forma binaria per rendere vero il senso rituale: un abuso eccessivo di melodie o di parole non aiuta in questo momento. Anche i tanti Kyrie eleison della tradizione classica preconciliare (Tomadini, Candotti, Perosi, Pigani, ecc..) mal si adattano ad essere inseriti in questo momento perché non rispettano la forma della litania ma sono stati sviluppati come mottetti e la loro durata è eccessiva, pregiudicando l’equilibrio della celebrazione. Da notare che quando la celebrazione è preceduta da altro rito d’accoglienza o penitenziale (v. aspersione dei fedeli) si omette il Kyrie eleison.

“Il Gloria è un inno antichissimo e venerabile con il quale la Chiesa, radunata nello Spirito Santo, glorifica e supplica Dio Padre e l’Agnello. Il testo di questo inno non può essere sostituito con un altro. Viene iniziato dal sacerdote o, secondo l’opportunità, dal cantore o dalla schola, ma viene cantato o da tutti simultaneamente o dal popolo alternativamente con la schola, oppure dalla stessa schola. Se non lo si canta, viene recitato da tutti, o insieme o da due cori che si alternano.” E’ inno di lode e pertanto va cantato, altrimenti non è inno. Sarebbe utile che una comunità conoscesse diverse melodie del Gloria in modo da evidenziare i diversi gradi di festività nel corso dell’anno liturgico. Questi riti vengono conclusi con l’orazione (Colletta) da parte del sacerdote. E’ bene valutare l’opportunità di cantare questa preghiera in modo che l’assemblea possa rispondere con un Amen convinto e deciso.

E’ cosa buona non sovraccaricare questi riti d’inizio con interventi cantati eccessivi perché rimanga il giusto spazio all’ascolto della Parola e alla Liturgia Eucaristica.                                                                                                                        Mons. Giulio Gherbezza

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