Quarta Domenica di Quaresima

 

CHIESA COME CASA

 

Carissimi fedeli e amici, tutti sanno ormai che il Papa ha nominato Mons. Riccardo Lamba nostro Arcivescovo. Egli farà il suo ingresso nella nostra Diocesi il 5 maggio alle ore 16.00 in cattedrale. L’Arcivescovo Andrea Bruno, Amministratore apostolico, ci ha invitati ad accoglierlo con fede, una fede che ora si esprime attraverso la preghiera perché egli possa essere tra noi un segno del Buon Pastore che guida il suo gregge. Il suo primo messaggio si impernia sull’umiltà: “Sono consapevole della oggettiva “sproporzione” fra la missione affidatami e le mie qualità personali, ma come sempre mi sostiene la Parola di Dio: infatti “lampada ai miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 118).” Inoltre egli chiama tutti a raccolta per condividere il cammino della chiesa: “Io invito tutti voi, di diverse origini e tradizioni, a camminare insieme: sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici, adulti, giovani, credenti e quanti, pur non esplicitamente credenti, sono alla ricerca della Verità, del Bene comune e sensibili alla Bellezza”. Ci aiuterà a vivere tra noi quei rapporti famigliari che cerchiamo di attuare nelle nostre case: costruiamo insieme la vita ecclesiale con responsabilità e la fiducia reciproca, curiamo il dialogo sincero e paziente, lasciamo ogni pettegolezzo, camminiamo sorreggendoci a vicenda nella vita pastorale, chi più ha, metta disposizione le sue possibilità a chi non le ha. Non per nulla il progetto pastorale della nostra diocesi ha previsto la collaborazione tra le parrocchie, che è già iniziata per chi crede in un cammino di chiesa. Arroccarci nelle nostre piccole realtà significa soffocare, aprirci con generosità ed intelligenza significa guardare avanti con speranza e coraggio. Il cammino è faticoso ma porterà i suoi frutti nel tempo avvenire.

Ed ora continuo a presentare la chiesa come famiglia, seguendo Gesù nelle case che egli ha visitato durante il suo pellegrinare sulla terra.

LA CASA DI PIETRO A CAFARNAO

 

Gli scavi archeologici hanno messo in luce la casa di Pietro, vicino alla sinagoga di Cafarnao. Potremmo dire che questa è la prima “domus ecclesiae”, poiché i primi cristiani si trovavano inizialmente nelle case.

Il regno di Dio è qui

La missione parte dalla casa di Pietro. Lì Gesù fa quello che noi diciamo un miracolo. Libera dalla febbre la suocera di Pietro che si mette poi a servirli. Ma questo non è un segno per ottenere la credibilità. Il Dio di Gesù non è il Dio dei miracoli ma della Parola. Infatti, nei primi tempi, Gesù raccomanda di non divulgare la notizia dei miracoli perché questo poteva nuocere alla sua missione. Poteva essere confuso con un guaritore. Gesù sembra dire: Se avvengono dei segni miracolosi, vuol dire che il Regno di Dio è giunto, è qui. La liberazione dal male e dal peccato è arrivata. Il miracolo è una specie di anticipo del Regno, le guarigioni interiori sono segni di resurrezione. La sua predicazione inizia a cambiare la storia. E coinvolge anche noi. Infatti mostra come sarà il Regno.

Il miracolo è la condivisione

Gesù ha compassione del popolo affamato che lo seguiva, ascoltando la sua parola. Invita gli apostoli: “Date voi stessi a loro da mangiare”. È una consegna. È il miracolo della condivisione. Qualcuno offre i pani e i pesci. Dopo Lui li moltiplica. Così egli offre uno stile alla chiesa. Lui inizia e la chiesa continua. Molta gente patisce fame, sete, malattie, povertà di ogni genere. Basterebbe un po’ di condivisione per risolvere tanti problemi. I mezzi ci sono. Si dice che una decina di persone possiedano più della metà di quanto hanno tutti gli altri abitanti del mondo. L’esame finale sarà sulla carità: avevo fame, avevo sete, ero malato, in carcere… Il Vangelo, che è buona notizia, continua a scorrere nelle nostre parrocchie e nella chiesa intera e raggiunge il mondo. Mi pare che molti siano sensibili a queste situazioni di povertà ed intervengano nei modi più svariati, in gruppo o individualmente. Ogni parrocchia potrebbe fare un discreto elenco di interventi caritativi nella nostra città, cioè continua a dare corpo ai miracoli di Gesù. La parrocchia è come una casa, vive la dimensione della famiglia. Le membra più deboli devono poter contare sulla comunità che per loro ha un occhio di riguardo. È la testimonianza che oggi è più apprezzata. La liturgia è essenziale alla chiesa, è un tesoro ricco ed indispensabile però se la chiesa si accontenta di “fare solo belle liturgie” avrà qualche inutile soddisfazione ma non darà compimento ai miracoli che il Signore ancora oggi inizia ad operare sulla terra. La Quaresima ci ricorda un intenso ascolto della Parola di Dio che ci sprona all’amore del prossimo.

Un cordiale saluto a tutti.                                                                                                                 Il Parroco don Luciano

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