GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
La Giornata Missionaria Mondiale porta subito la nostra mente ed il nostro cuore verso terre lontane dove i nostri missionari, sacerdoti religiosi e laici sono andati, ricchi di entusiasmo e di fede, per annunciare la Buona Notizia che Dio ci ama immensamente e per questo ha inviato il suo Figlio in mezzo a noi come messaggero del suo amore infinito. Questi missionari sono ammirevoli, meritano la nostra stima, la nostra fiducia, il nostro aiuto, la nostra preghiera perché, là dove sono, ci rappresentano, rappresentano tutta la chiesa che, come madre amorosa, raccoglie i suoi figli e li nutre con la sua fede, la speranza e la carità. Essi si trovano nelle “periferie del mondo”, come dice il Papa, ed hanno accolto l’invito di Gesù: “Andate in tutto il mondo…predicate…battezzate…” Le periferie sono oggi presenti in mezzo a noi ed attendono di essere evangelizzate. Non sono tanto luoghi, quanto invece atteggiamenti manifesti e situazioni di povertà. Si tratta anche di povertà come mancanza di mezzi sufficienti per vivere ma alle volte vengono meno anche le ragioni per cui vivere. L’indifferenza religiosa, la ricerca di spiritualità per vie pericolose e alle volte drammatiche, l’inquinamento dei cuori, il poco valore della persona umana sono realtà presenti in mezzo a noi e ci interpellano indubbiamente. Le modalità di annuncio sono diverse da quelle di un tempo ma la forza dell’evangelizzazione è sempre la medesima, perché sempre la stessa è la sua fonte: lo Spirito Santo. Questo spirito intrepido ci viene oggi ricordato tramite la presentazione di un santo che per tanti forse è sconosciuto, ma conosciuta è la Congregazione da lui fondata, le suore di nostra Signora dell’Orto, che da tanti anni compiono il loro qualificato ed apprezzato servizio nella Scuola di via Maniago, dove sono cresciute varie generazioni. Sono di aiuto alle famiglie della città, e non solo, nella crescita dei figli. Le suore sono conosciute come “Gianelline” perché la loro Congregazione è stata fondata da S. Antonio Maria Gianelli, che oggi vogliamo ricordare come missionario del popolo. A nome di quanti hanno beneficiato o stanno godendo del loro servizio, esprimiamo il nostro ringraziamento cordiale ed auguriamo loro di continuare ancora per tanti anni ad impegnare la loro vita nella scuola e nelle attività secondo il loro carisma. Ad multos annos!
Il Parroco don Luciano Nobile
S. ANTONIO MARIA GIANELLI
Antonio Gianelli nasce il 12 aprile 1789 in terra ligure, a Cerreta, piccola frazione di Carro in provincia di La Spezia. Fino a 18 anni la sua vita trascorre in famiglia tra lavoro, studio e preghiera. Entra poi in seminario a Genova. Nel 1812: è ordinato sacerdote. Nel 1829, essendo parroco di Chiavari, fonda la Congregazione della Figlie di Nostra Signora dell’Orto (le Gianelline), che operano prima a Chiavari ed in varie località della Liguria e in tutto il mondo. E’ consacrato Vescovo di Bobbio nella cattedrale di Genova nel 1838. Dopo una vita intensa di preghiera e predicazione, muore a Piacenza nel 1846 e nel 1951 la Chiesa lo proclama santo.
Perché ricordare S. Antonio Gianelli nel Mese Missionario?
Perché Gianelli, dai primi anni di sacerdozio e fino alla morte, predilige il ministero delle missioni al popolo. La consacrazione episcopale, conferendogli la pienezza del sacerdozio, gli dà nuovo impulso e vigore per adempiere in misura colma il suo ministero di apostolo e missionario. In ogni sua attività, come studente, professore, parroco, vescovo è sempre, instancabilmente missionario. Nel breve arco di vita di 57 anni, si fa “tutto a tutti” e, non potendo agire da solo per la mole di lavoro richiesto dalle innumerevoli Missioni popolari da lui organizzate, fonda la Congregazione dei Missionari di S. Alfonso. Si consuma in instancabili missioni, vuole essere pastore e padre tra la gente che va a cercare, in zone impervie, periferiche e rurali, per liberare dall’ignoranza e dalla sfiducia, per annunciare il Vangelo e la salvezza, per dare dignità e speranza, per far riscoprire Dio in ogni storia personale. Viene proclamato Patrono della Val di Vara. Sentiamo dalle sue parole come deve essere un missionario. Il 6 giugno 1834, scrive una lettera ad un sacerdote, in cui delinea quale deve essere lo spirito dei missionari. «…. ricordo che l’essere missionario soltanto di nome non basta. Bisogna averne lo spirito, il quale essendo carità, suole essere, anzi, deve essere operativo. So bene che qualche volta non si può fare veramente quello che si vorrebbe; ma quante mai cose si farebbero se avessimo la vera carità! Non facciamo perché ci manca e ci lusinghiamo di non potere. lo vi prego, carissimi, ad esaminarvi un po’ tutti innanzi a Dio e vedere se in questo punto avete fatto veramente ogni cosa. Chi non lo ha fatto lo faccia, e chi lo ha fatto fin qui segua a farlo in avvenire e, senza farsi né cercare né pregare….. Raccomando quella irreprensibile ed edificante condotta che i buoni missionari debbono tenere in ogni tempo e in ogni luogo. Accertatevi che chi ha poco zelo a casa sua, chi è freddo, chi è languido, chi è indifferente a casa sua, tale è ancora o poco più in missione e, bene spesso, invece di cooperare alla conversione delle anime, guasta la stessa missione. Accendiamo dunque, in noi, la vera brama della salvezza delle anime e saremo allora veri, zelanti, operosi missionari… allora verrà quel fuoco che, secondo il Vangelo, accende il mondo!”…… e conclude: “Casco sulla carta per il sonno: notte felicissima!” Ora la Famiglia Gianelliana, con la protezione di Gianelli, si impegna in tutto il mondo per portare Dio sorgente di vita e di benedizione. Oggi Gianelli vive nella testimonianza delle sue figlie e in tutti noi che viviamo la Carità evangelica vigilante. Oggi, su questo altare, Dio manifesta la sua fedeltà, accende la luce della speranza, la forza della fede, la vita riconciliata.
Antonio Gianelli ci accompagni perché la comunità educante si senta vera famiglia, con la volontà ferma di cercare il bene comune e la scuola sia una realtà viva che cammina sui binari della verità e dell’amore. Una scuola dove insegnare è una passione e imparare è il gusto che arricchisce la vita.
Apriamoci al canto di fiducia in quel Dio che ci cerca ed abbraccia con amore e ci conduce nel quotidiano vivere, soffrire, sperare.
La Madre superiora Suor Maddalena Nanni
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2017
La missione al cuore della fede cristiana
(continua)
La missione ispira una spiritualità di continuo esodo, pellegrinaggio ed esilio
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La missione della Chiesa è animata da una spiritualità di continuo esodo. Si tratta di «uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 20). La missione della Chiesa stimola un atteggiamento di continuo pellegrinaggioattraverso i vari deserti della vita, attraverso le varie esperienze di fame e sete di verità e di giustizia. La missione della Chiesa ispira una esperienza di continuo esilio, per fare sentire all’uomo assetato di infinito la sua condizione di esule in cammino verso la patria finale, proteso tra il “già” e il “non ancora” del Regno dei Cieli.
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La missione dice alla Chiesa che essa non è fine a sé stessa, ma è umile strumento e mediazione del Regno. Una Chiesa autoreferenziale, che si compiace di successi terreni, non è la Chiesa di Cristo, suo corpo crocifisso e glorioso. Ecco allora perché dobbiamo preferire «una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze» (ibid., 49).
I giovani, speranza della missione
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I giovani sono la speranza della missione. La persona di Gesù e la Buona Notizia da Lui proclamata continuano ad affascinare molti giovani. Essi cercano percorsi in cui realizzare il coraggio e gli slanci del cuore a servizio dell’umanità. «Sono molti i giovani che offrono il loro aiuto solidale di fronte ai mali del mondo e intraprendono varie forme di militanza e di volontariato […]. Che bello che i giovani siano “viandanti della fede”, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!» (ibid., 106). La prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si celebrerà nel 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, si presenta come occasione provvidenziale per coinvolgere i giovani nella comune responsabilità missionaria che ha bisogno della loro ricca immaginazione e creatività.
Il servizio delle Pontificie Opere Missionarie
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Le Pontificie Opere Missionarie sono strumento prezioso per suscitare in ogni comunità cristiana il desiderio di uscire dai propri confini e dalle proprie sicurezze e prendere il largo per annunciare il Vangelo a tutti. Attraverso una profonda spiritualità missionaria da vivere quotidianamente, un impegno costante di formazione ed animazione missionaria, ragazzi, giovani, adulti, famiglie, sacerdoti, religiosi e religiose, Vescovi sono coinvolti perché cresca in ciascuno un cuore missionario. La Giornata Missionaria Mondiale, promossa dall’Opera della Propagazione della Fede, è l’occasione propizia perché il cuore missionario delle comunità cristiane partecipi con la preghiera, con la testimonianza della vita e con la comunione dei beni per rispondere alle gravi e vaste necessità dell’evangelizzazione.
Fare missione con Maria, Madre dell’evangelizzazione
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Cari fratelli e sorelle, facciamo missione ispirandoci a Maria, Madre dell’evangelizzazione. Ella, mossa dallo Spirito, accolse il Verbo della vita nella profondità della sua umile fede. Ci aiuti la Vergine a dire il nostro “sì” nell’urgenza di far risuonare la Buona Notizia di Gesù nel nostro tempo; ci ottenga un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte; interceda per noi affinché possiamo acquistare la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della salvezza.
“UMANITA’ DENTRO LA GUERRA”
Esposizione delle bozze dei santi Patroni del Sacrario di Redipuglia in cattedrale
Il 3 maggio 1992 il Santo Padre Giovanni Paolo II, durante la sua visita al Sacrario di Redipuglia, affermava che “Redipuglia è ponte e porta aperta che congiunge il mondo latino con il mondo slavo”. Il Rettore Don Sigismondo Schiavone dava vita a una serie di iniziative che il 17 marzo 2012 si incrociarono con quelle dell’Associazione “Umanità dentro la Guerra”, nata dall’omonimo progetto didattico ispirato dal memoriale di Ferdinando Pascolo “Silla”, grazie all’intuizione e al lavoro della Dirigente Scolastica dell’Istituto Stringher di Udine, Anna Maria Zilli. Nel memoriale di Ferdinando, “Che strano ragazzo, si legge: “In quel soldato italiano stanco avevano visto uno come loro… e quella donna che trattai con rispetto, si comportò come tutte le madri di tutti i figli in guerra”….una Regina Pacis, suggerì il Rettore del Sacrario. Quella frase ora è incisa all’interno del Sacrario a testimoniare che il secolo scorso ha subìto non una ma due tragedie, due guerre tra loro concatenate, guerre dove qualcuno nonostante tutto era riuscito, in questo caso una donna, a mantenere alta la propria umanità. Il 3 settembre 2014 la Cappella militare, posta sulla sommità del Sacrario, diventava Chiesa dedicata a Maria Santissima Regina della Pace. Alcuni giorni più tardi Papa Francesco celebrava, ai piedi del Sacrario, la Santa Messa proprio davanti all’effige della Regina Pacis, ristabilendo quel ponte ideale tra est ed ovest tracciato da Giovanni Paolo II. Per incontrare il mondo latino da quello slavo occorreva riannodare i legami tra le chiese d’oriente ed occidente. Il m° Giovanni Cavazzon accoglieva perciò l’invito a rappresentare le istanze di questo importante progetto; egli realizzava le opere che potrete vedere al Sacrario di Redipuglia e di cui in questi giorni, in Cattedrale, potrete ammirare gli studi preparatori in grandezza al vero. Accanto ad essi troverete alcune informazioni che descrivono il progetto educativo e la sua cronologia simbolica. Il 28 aprile 2017, in occasione dell’anniversario della morte di Ferdinando Pascolo “Silla”, le opere venivano collocate nella Chiesa e veniva istituita la Guardia d’Onore “Regina Pacis”; alcuni giorni più tardi, era il 3 maggio 2017, venticinquesimo anniversario della visita di Giovanni Paolo II a Redipuglia, l’Ordinario Militare per l’Italia, arcivescovo Santo Marcianò, nominava co-patroni e protettori della Chiesa Regina Pacis i Santi Giovanni Paolo II, Benedetto da Norcia, Cirillo e Metodio e benediceva le icone che li raffigurano rendendole Sacre. (Paolo Pascolo)
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2017
La missione al cuore della fede cristiana
Cari fratelli e sorelle,
anche quest’anno la Giornata Missionaria Mondiale ci convoca attorno alla persona di Gesù, «il primo e il più grande evangelizzatore» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 7), che continuamente ci invia ad annunciare il Vangelo dell’amore di Dio Padre nella forza dello Spirito Santo. Questa Giornata ci invita a riflettere nuovamente sulla missione al cuore della fede cristiana. Infatti, la Chiesa è missionaria per natura; se non lo fosse, non sarebbe più la Chiesa di Cristo, ma un’associazione tra molte altre, che ben presto finirebbe con l’esaurire il proprio scopo e scomparire. Perciò, siamo invitati a porci alcune domande che toccano la nostra stessa identità cristiana e le nostre responsabilità di credenti, in un mondo confuso da tante illusioni, ferito da grandi frustrazioni e lacerato da numerose guerre fratricide che ingiustamente colpiscono specialmente gli innocenti. Qual è il fondamento della missione? Qual è il cuore della missione? Quali sono gli atteggiamenti vitali della missione?
La missione e il potere trasformante del Vangelo di Cristo, Via, Verità e Vita
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La missione della Chiesa, destinata a tutti gli uomini di buona volontà, è fondata sul potere trasformante del Vangelo. Il Vangelo è una Buona Notizia che porta in sé una gioia contagiosa perché contiene e offre una vita nuova: quella di Cristo risorto, il quale, comunicando il suo Spirito vivificante, diventa Via, Verità e Vita per noi (cfr Gv14,6). È Viache ci invita a seguirlo con fiducia e coraggio. Nel seguire Gesù come nostra Via, ne sperimentiamo la Verità e riceviamo la sua Vita, che è piena comunione con Dio Padre nella forza dello Spirito Santo, ci rende liberi da ogni forma di egoismo ed è fonte di creatività nell’amore.
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Dio Padre vuole tale trasformazione esistenziale dei suoi figli e figlie; trasformazione che si esprime come culto in spirito e verità (cfr Gv 4,23-24), in una vita animata dallo Spirito Santo nell’imitazione del Figlio Gesù a gloria di Dio Padre. «La gloria di Dio è l’uomo vivente» (Ireneo, Adversus haeresesIV, 20, 7). In questo modo, l’annuncio del Vangelo diventa parola viva ed efficace che attua ciò che proclama (cfr Is55,10-11), cioè Gesù Cristo, il quale continuamente si fa carne in ogni situazione umana (cfr Gv 1,14).
La missione e il kairos di Cristo
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La missione della Chiesa non è, quindi, la diffusione di una ideologia religiosa e nemmeno la proposta di un’etica sublime. Molti movimenti nel mondo sanno produrre ideali elevati o espressioni etiche notevoli. Mediante la missione della Chiesa, è Gesù Cristo che continua ad evangelizzare e agire, e perciò essa rappresenta il kairos, il tempo propizio della salvezza nella storia. Mediante la proclamazione del Vangelo, Gesù diventa sempre nuovamente nostro contemporaneo, affinché chi lo accoglie con fede e amore sperimenti la forza trasformatrice del suo Spirito di Risorto che feconda l’umano e il creato come fa la pioggia con la terra. «La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. È una forza senza uguali» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 276).
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Ricordiamo sempre che «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est, 1). Il Vangelo è una Persona, la quale continuamente si offre e continuamente invita chi la accoglie con fede umile e operosa a condividere la sua vita attraverso una partecipazione effettiva al suo mistero pasquale di morte e risurrezione. Il Vangelo diventa così, mediante il Battesimo, fonte di vita nuova, libera dal dominio del peccato, illuminata e trasformata dallo Spirito Santo; mediante la Cresima, diventa unzione fortificante che, grazie allo stesso Spirito, indica cammini e strategie nuove di testimonianza e prossimità; e mediante l’Eucaristiadiventa cibo dell’uomo nuovo, «medicina di immortalità» (Ignazio di Antiochia, Epistula ad Ephesios, 20, 2).
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Il mondo ha essenzialmente bisogno del Vangelo di Gesù Cristo. Egli, attraverso la Chiesa, continua la sua missione di Buon Samaritano, curando le ferite sanguinanti dell’umanità, e di Buon Pastore, cercando senza sosta chi si è smarrito per sentieri contorti e senza meta. E grazie a Dio non mancano esperienze significative che testimoniano la forza trasformatrice del Vangelo. Penso al gesto di quello studente Dinka che, a costo della propria vita, protegge uno studente della tribù Nuer destinato ad essere ucciso. Penso a quella celebrazione eucaristica a Kitgum, nel Nord Uganda, allora insanguinato dalla ferocia di un gruppo di ribelli, quando un missionario fece ripetere alla gente le parole di Gesù sulla croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», come espressione del grido disperato dei fratelli e delle sorelle del Signore crocifisso. Quella celebrazione fu per la gente fonte di grande consolazione e tanto coraggio. E possiamo pensare a tante, innumerevoli testimonianze di come il Vangelo aiuta a superare le chiusure, i conflitti, il razzismo, il tribalismo, promuovendo dovunque e tra tutti la riconciliazione, la fraternità e la condivisione. (Continua)
UN ANNO MARIANO
PER RINNOVARE LA NOSTRA DEVOZIONE ALLA VERGINE
E PER ACCOMPAGNARE LE PROSSIME SCELTE PASTORALI
Carissimi parrocchiani,
il nostro Arcivescovo ha ritenuto opportuno, assieme ai Vicari foranei, al Consiglio Presbiterale e Pastorale della Diocesi, di indire un anno di preghiera focalizzando la figura e la presenza della Vergine Santissima nella nostra vita. Sappiamo che nella vita di Maria noi leggiamo la nostra vita e vediamo il senso della storia che va verso il suo compimento felice, pur nell’esperienza della precarietà, della fatica e della fragilità. Per intercessione di Lei, che è Madre di Gesù e madre nostra, sale la nostra preghiera al Signore perché ci aiuti ad essere suoi testimoni fedeli nel nostro tempo ed il suo Spirito ci illumini nelle scelte pastorali che stiamo facendo, per compiere la missione che Egli ci ha affidato. Il nostro Arcivescovo ha scritto una lettera pastorale che ci esorta ad essere “Perseveranti e concordi nella preghiera con Maria”. Non solo preghiamo la Vergine ma anche preghiamo con Lei.
La recita del S. Rosario nella nostra Parrocchia.
Accogliendo l’invito dell’Arcivescovo e del Papa, vi invitiamo, nel prossimo mese di ottobre, alla recita del S. Rosario in famiglia, con l’aiuto delle radio o delle TV, oppure nelle chiese, dove si raccoglie ancora un bel numero di persone per onorare la Madonna. Il Rosario della Vergine Maria, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero della Chiesa. Nella sua semplicità e profondità, rimane una preghiera di grande significato. Con essa il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo. E’ imperniata sulla meditazione dei Misteri del Signore e non deve essere banale o affrettata, né sovrapposta ad altre celebrazioni o pratiche di preghiera.
Domenica scorsa, nel foglio settimanale, abbiamo pubblicato l’intervento di don Loris Della Pietra, Direttore dell’Ufficio diocesano per la Liturgia, che ci ha richiamato alcune importanti disposizioni.
Rosario e Adorazione Eucaristica.
Don Loris ha precisato il valore dell’Adorazione Eucaristica che “prolunga gli atteggiamenti di fede che i fedeli vivono nella Messa. Pertanto non è occasione per qualsiasi forma di preghiera o di intrattenimento religioso. Le brevi esposizioni del Santissimo Sacramento si devono ordinare in modo che sia dedicato un tempo conveniente alla lettura della Parola di Dio, a canti e preghiere e all’orazione silenziosa. Non si espone il Santissimo Sacramento solo per recitare il Rosario ma si può includerlo tra le preghiere che si fanno, sottolineando gli aspetti cristologici con letture bibliche relative ai misteri e lasciando spazio alla meditazione silenziosa e adorante.”
Opportune disposizioni alle quali ci vogliamo attenere:
CHIESA CATTEDRALE
Sabato e domenica, durante tutto l’anno, alle ore 18.30: Recita del S. Rosario davanti all’altare della Madonna della Provvidenza. Segue la S. Messa.
ORATORIO DELLA PURITA’
Ogni giorno durante il mese di ottobre e di maggio alle ore 18.30: S. Rosario. Segue la S. Messa.
CHIESA DI S. GIACOMO
Ogni giorno si reciterà il S. Rosario alle ore 10.30 e alle 17.00, senza l’esposizione del SS. mo Sacramento.
Il giovedì la S. Messa delle ore 10.00 si prolungherà con l’Adorazione Eucaristica, guidata dal sacerdote o da altra persona da lui incaricata.
Si pregherà per le vocazioni sacerdotali e religiose. La lettura di testi biblici o di altri testi adatti, si alterneranno con il silenzio e la meditazione personale in una preghiera raccolta e devota. Il silenzio ci permetterà di intrattenerci a tu, a tu con il Signore.
CHIESA DI S. PIETRO MARTIRE
Ogni sabato alle 17.00 e alle 21.30: Recita del S. Rosario, senza l’esposizione del SS. Sacramento.
Il sabato precedente alla terza domenica del mese alle ore 17.00: Adorazione Eucaristica. Seguirà la S. Messa alle 17.30.
Ogni sabato alle ore 22.00: Adorazione Eucaristica promossa e sostenuta dal Gruppo “Una luce nella notte”.
Ci auguriamo che queste disposizioni, frutto della riflessione proposta dal Direttore dell’Ufficio diocesano per la Liturgia e fondata sui documenti ufficiali della Chiesa, siano comprese e accettate concordemente. Lasciamoci guidare dalla Chiesa che è maestra di preghiera. La Vergine Madre, costantemente presente nel nostro cammino di fede, ci accompagni, attraverso le nostre difficoltà, alla Luce che non tramonta.
A Lei affidiamo tutte le vostre famiglie ed il cammino pastorale della nostra Diocesi di Udine.
Con tanta cordialità. Mons. Luciano Nobile e Mons. Giulio Gherbezza
RIPRENDIAMO IL CAMMINO INSIEME
Carissimi parrocchiani, riprendiamo con rinnovato impegno le nostre attività parrocchiali che essenzialmente si imperniano attorno alla catechesi per i fanciulli, i giovani e gli adulti, alla celebrazione dei vari Sacramenti, alla testimonianza della carità che ha mille volti ed è per tutti l’espressione dell’amore infinito di Dio.
Sono contento che tanti bambini vengano al catechismo (oltre un centinaio) ed un buon numero siano ministranti attorno all’altare per rendere più partecipata la liturgia eucaristica. Sono grato alle catechiste ed ai catechisti per questo sevizio importante e gratuito che essi offrono a nome di tutta la comunità. Tra loro ci sono anche dei giovani che dopo aver ricevuto come un dono la cresima hanno accettato di aiutare i catechisti, iniziando così a rispondere al dono compiendo una missione. Quest’anno iniziamo una collaborazione pastorale, oltre che con la Parrocchia di San Giorgio, anche con le Parrocchie della B.V. delle Grazie, del SS. Redentore e di S. Quirino. La collaborazione per ora si limita alla preparazione dei giovani alla Cresima. Gli incontri si terranno probabilmente nella nostra Parrocchia, presso le sale dell’Oratorio della Purità e saremo aiutati da alcuni catechisti che stanno concordando un itinerario comune.
È in progetto anche un centro di ascolto interparrocchiale per le zone centro e ovest della città, per una risposta più efficace ed adeguata alle necessità di tante persone che bussano alle porte delle nostre parrocchie. Le parrocchie ormai non riescono a soddisfare le varie urgenze. Sarà necessario mettere insieme le forze del volontariato e raccordarsi con i servizi offerti dal Comune o da altre associazioni di solidarietà.
I vari cori che prestano servizio nelle nostre chiese riprendono le loro attività per rendere la liturgia più partecipata e cercano sempre nuove forze che possano irrobustire i gruppi che già meritano un elogio per la fedeltà, la preparazione, lo spirito di sacrificio. La Cappella musicale, l’Aquilejensis Chorus, i Pueri Cantores, il coro dei giovani africani, la Schola Dilecta si alternano mensilmente nella cattedrale ed il loro servizio è apprezzato. Anche i vari organisti che si susseguono meritano il nostro plauso. Potrei menzionare i ministri della Comunione Eucaristica, per il compito che svolgono con puntualità, i segretari nell’ufficio parrocchiale che accolgono le persone, rispondono alle chiamate al telefono, compilano i registri e tanti altri che offrono la loro disponibilità, come il Gruppo “Una luce nella notte” che sostengono l’Adorazione notturna nella Chiesa di S. Pietro, gli “Amici della cattedrale” che prestano il loro servizio tenendo aperti il Museo del Duomo, l’Oratorio della Purità, l’Associazione “Templari cattolici” che aprono la chiesa di S. Cristoforo nel pomeriggio fino a sera il venerdì ed il sabato e recitano, prima di chiudere, i Vesperi ecc…. Probabilmente ho dimenticato qualcuno. Mi scuso. Ecco, dimenticavo il Consiglio Pastorale ed il Consiglio per gli affari economici che sono gli organi consultivi per la conduzione della Parrocchia, chi cura il bollettino parrocchiale di Natale e di Pasqua, chi prepara questo foglietto domenicale. Come vedete c’è una rete di volontariato che opera nel silenzio ma fattivamente. Non ne parlano i giornali ma esiste e lavora. Forse si dà tutto per scontato ma scontato non è. Dietro ad ogni servizio ci stanno delle persone che offrono gratuitamente il tempo a favore dei fratelli.
Desidero ringraziare tutti anche a nome della comunità della cattedrale.
Forse c’è qualche persona che desidera far parte di questa rete di volontariato parrocchiale? La porta è sempre aperta e si trova sempre posto per un impegno coordinato dal Parroco. Lo stipendio è altissimo e garantito perché il datore di lavoro è il Padreterno. La sua impresa non fallisce mai! Conosce momenti difficili ma si riprende sempre, con rinnovata energia e con la certezza della vittoria.
Auguro a tutti cordialmente un buon cammino ed esorto a leggere il seguente intervento chiarificatore del Direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale liturgica, in vista di qualche piccolo cambiamento nella recita del Rosario e nell’Adorazione eucaristica nelle chiese della nostra Parrocchia. Domenica prossima vi scriverò alcuni suggerimenti e disposizioni in merito, alle quali, io e voi, dobbiamo adeguarci. Cordialmente invio un saluto a voi e alle vostre famiglie. Il parroco don Luciano Nobile
Esposizione del Santissimo Sacramento, adorazione eucaristica e Rosario
L’adorazione eucaristica prolunga gli atteggiamenti di fede che i fedeli vivono nella Messa. Non è dunque “occasione” per qualsiasi forma di preghiera o di intrattenimento religioso. Così prescrive il Rito della comunione fuori della Messa e del Culto eucaristico (RCCE) al n. 97: Le esposizioni brevi del santissimo Sacramento si devono ordinare in modo che in esse, prima della benedizione con il santissimo Sacramento, sia dedicato un tempo conveniente a letture della parola di Dio, a canti e preghiere e a un po’ di orazione silenziosa. È vietata l’esposizione fatta unicamente per impartire la benedizione.
Non è lecito, dunque, esporre il Santissimo Sacramento per qualsiasi forma di preghiera a carattere devozionale, tanto più se rivolta alla Vergine Maria o ai Santi. È quanto afferma l’Istruzione Eucharisticum Misterium al n. 62, ricordando la peculiarità cristologica dell’adorazione eucaristica. Ed è quanto ricorda, con maggiore incisività, il Direttorio su pietà popolare e liturgia al n. 164: Per questi momenti di adorazione i fedeli dovranno essere aiutati a servirsi della Sacra Scrittura quale impareggiabile libro di preghiera, a utilizzare canti e preci idonee, a familiarizzarsi con alcune strutture semplici della Liturgia delle Ore, a seguire il ritmo dell’Anno liturgico, a sostare in preghiera silenziosa. In tal modo essi comprenderanno progressivamente che durante l’adorazione del Santissimo Sacramento non si devono compiere altre pratiche devozionali in onore della Vergine Maria e dei Santi. Tuttavia, a proposito del Rosario, afferma: per lo stretto vincolo che unisce Maria a Cristo, la recita del Rosario potrebbe aiutare a dare alla preghiera un profondo orientamento cristologico, meditando in esso i misteri dell’Incarnazione e della Redenzione. Data dunque la connotazione cristologica del Rosario, che tuttavia rimane preghiera rivolta alla Madre di Dio, esso può essere recitato all’interno di un tempo prolungato di adorazione durante il quale ci siano momenti di ascolto della Parola di Dio, di preghiera a Cristo, di silenzio.
Inoltre, deve essere chiaro quanto espresso in un Responsum ad dubia della Congregazione per il Culto Divino del 15 gennaio 1997: «non si espone l’Eucaristia solo per recitare il Rosario, ma si può includerlo tra le preghiere che si fanno sottolineandone gli aspetti cristologici con letture bibliche relative ai misteri e lasciando spazio alla loro meditazione silenziosa e adorante».
In sintesi
Non si espone il Santissimo Sacramento solo per recitare il Rosario: l’esposizione dell’Eucaristia non è un contenitore per ogni cosa! La preghiera davanti al Sacramento dell’Eucaristia deve avere una sua struttura che orienti la pietà di tutti al Signore: «Durante l’esposizione, orazioni, canti e letture, si devono disporre in modo che i fedeli in preghiera orientino e incentrino la loro pietà sul Cristo Signore. Per favorire l’intimità della preghiera, si predispongano letture della sacra Scrittura con omelia o brevi esortazioni, che portino i fedeli a un riverente approfondimento del mistero eucaristico. È bene che alla parola di Dio i fedeli rispondano col canto e che in momenti opportuni si osservi il sacro silenzio» (RCCE, n. 112). Nel caso di un tempo ampio di adorazione (le quaranta ore, ad esempio) il Rosario può essere inserito armonicamente nella struttura della preghiera. (don Loris Della Pietra)
Parrocchia di S. Maria Annunziata
nella Chiesa Metropolitana
Piazza del Duomo
33100 Udine (UD)
Piazza del Duomo
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SEGRETERIA PARROCCHIALE
Via A. di Prampero, 6
33100 Udine (UD)
Aperta dal lunedì al venerdì
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Tel. centralino: +39 0432 505302
Email (entro 24h): info@cattedraleudine.it
C.F.: 80010240309
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