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INIZIATIVE CORRELATE

 

In fondo alla Cattedrale si può ritirare “Il lunari furlan” (Euro 3.00) e “Stele di Nadal” (Euro 10.00; 7.00 per gli abbonati)

In sagrestia è a disposizione: “Il Lunari di pre’ Toni Beline”.

ISCRIZIONI

 

Parrocchia del S. Cuore

Via Simonetti, 22 (Via Cividale) Tel. 0432-281292

Email: roberto.gabassi@alice.it

Sede degli incontri: Nuovo Ricreatorio

Data di  inizio: Lunedì 04 novembre 2019 Ore 20.30

Gli incontri si tengono il lunedì  ogni 15 giorni fino alla domenica di Pentecoste

 

Parrocchia di S. Giuseppe

Viale Venezia, 285      Tel. 0432-232294 oppure  0432-505637 (Padri Vincenziani)

Email: istabo@virgilio.it

Sede degli incontri:  Sala sotto la chiesa.

Data di  inizio: Lunedì 04 novembre 2019 Ore 20.30

Gli incontri si tengono il lunedì  ogni 15 giorni fino alla domenica di Pentecoste

 

NB.:Se il numero dei partecipanti sarà esiguo, si farà un solo gruppo, nella sede che verrà concordata tra i due parroci i quali collaboreranno insieme.

 

Parrocchia di S. Andrea in Paderno

Piazza Paderno 8      Tel  0432-42809

Email: fontaine.alex@gmail.com

Sede degli incontri: Casa della gioventù accanto alla chiesa.

Data di inizio: Martedì 3 marzo 2020  Ore 20.30

Gli incontri si tengono il martedì ogni settimana fino alla domenica di Pentecoste

 

Parrocchia di S. Maria Annunziata nella Chiesa Metropolitana (Cattedrale)

Via Artico di Prampero, 6    Tel. 0432-505302

Email: parroco@cattedraleudine.it

In streaming da questo sito (nella homepage cliccare su S. Messe in streaming) con domande e riflessioni in whatsapp 347 521 2363

Data di inizio: Mercoledì  4 marzo 2020 Ore 20.30

Gli incontri si tengono il mercoledì ogni settimana fino alla domenica di Pentecoste

 

 


 

 

La celebrazione della Cresima avrà luogo per tutti  in Cattedrale nella Solennità di Pentecoste:

Domenica 31 maggio 2020 ore 10.30

ISCRIZIONI

Parrocchia di San Marco (Chiavris)

Via Volontari della Libertà, 61 – Tel. 0432-470814

Email: doncarlogervasi@gmail.com

Domenica 9 Febbraio 2020 – Domenica 29 marzo Ore 16.30 – S. Messa ore 18.30

 

Parrocchia della B.V delle Grazie

Via Pracchiuso, 21 Tel. 0432-501739

Email: francescopolotto@gmail.com

Ogni lunedì e ogni giovedì  dal 4 al 29  maggio ore 20.30

Chiesa di San Pietro Martire:

Ogni sabato ore 21.30-22.30 preceduta dal S. Rosario alle ore 21.00

Clicca QUI per scaricare il foglietto guida

TUTTE LE CELEBRAZIONI COMUNITARIE SONO SOSPESE

 

Proposta dell’esperienza

“Dieci Parole”

è un itinerario di riscoperta o di approfondimento della vita di fede alla luce dei 10 Comandamenti di Dio.
È rivolto a tutti ma in modo particolare ai giovani dai 18 anni in su (studenti e lavoratori) che hanno abbandonato la pratica religiosa o hanno dubbi di fede.
E’ iniziato il 9 settembre 2019.
Gli incontri sono settimanali per l’intero anno pastorale e si svolgono

ogni lunedì alle ore 20.30

presso il santuario della Madonna delle Grazie.

 

Clicca qui sotto per scaricare il Bollettino Parrocchiale del Santo Natale 2019, in formato pdf.

clicca sulla fotografia

ANGELO

L’ECO DELLA PAROLA DI DIO

(Is 35, 1 – 6. 8. 10; Gc 5, 7 – 10; Mt 11, 2 – 11)

«Vegliate», era la parola d’ordine della prima domenica d’Avvento.

«Convertitevi», era l’imperativo e la consegna a ciascuno di noi della seconda domenica d’Avvento.

«Rallegratevi» è l’annuncio insistito e motivato di questa terza domenica d’Avvento.

Due sono i temi fondamentali che svolge la Parola di Dio in questa domenica:

     il tema della gioia;

     il tema della fede che cresce e matura nella prova.

La gioia.

questa terza domenica d’Avvento è tradizionalmente chiamata la domenica «Gaudete»: la domenica della gioia. Non si tratta di una gioia superficiale, puramente emotiva: la gioia, per esempio, del consumismo natalizio, della settimana bianca che si avvicina, delle vetrine ricolme di tante cose, delle strade illuminate, dei regali…

E se proprio volete un po’ anche di questo, ma decisamente, tutto questo, in secondo ordine.

Si tratta di una gioia molto più profonda, che ci tocca nell’intimo del nostro essere: sta per venire, infatti, Qualcuno che ci salva, che ci libera, che ci usa misericordia, che ci tira fuori da una situazione di morte, che ci fa creature nuove. Sta per venire Uno che, come dice Isaia con linguaggio simbolico, fa gorgogliare torrenti e fiumi nel deserto e che fa fiorire la steppa.

È la gioia intensa che provarono gli ebrei schiavi a Babilonia, abbruttiti nella loro dignità, quando ascoltarono l’annuncio del profeta che diceva: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio… Egli viene a salvarvi». È la gioia che prova il cieco quando gli annunciano che in breve riacquisterà la vista; del sordo quando gli assicurano che tornerà a sentire; dello zoppo quando gli garantiscono che salterà come un cerbiatto; del muto quando gli diranno che potrà parlare come tutti.

La gioia del Natale, del Cristo che viene, è riservata, però, esclusivamente a coloro che sanno di essere prigionieri, schiavi, ciechi, sordi, zoppi e muti a causa dei loro peccati, delle loro incoerenze, delle loro alienazioni e che desiderano essere liberati e guariti.

Cristo viene solo per salvare chi sa di essere perduto, per guarire chi sa di essere ammalato, per risuscitare chi sa di essere morto. La società tecnologica ha saputo moltiplicare il benessere, ma non è in grado di procurare la gioia. La vera gioia è un dono di Dio: un dono da invocare con la preghiera, da scoprire nella contemplazione, da accogliere nella Parola di Dio e nei Sacramenti. La gioia cristiana è il frutto maturo della conversione: è solo allora che fiorisce il deserto!

La fede cresce nella prova.

Nel brano evangelico odierno, Gesù tesse l’elogio di San Giovanni Battista: lo definisce un coraggioso, un forte, un coerente. Il Battista è un modello per tutti noi che spesso, invece, siamo «canne sbattute dal vento», infatti ci lasciamo facilmente convincere dalle effimere ideologie o sette religiose, dalle mode indotte dai persuasori occulti e che cambiano ad ogni stagione… Il Battista è per noi, soprattutto, modello di fede nella prova. La prova a per il Battista non è tanto la sofferenza del carcere, quanto il dubbio sulla identità messianica di Gesù. Giovanni Battista nonostante fosse «più che un profeta», nonostante che fosse il «messaggero» del Messia, è attanagliato dal dubbio. Gesù di Nazaret, che lui stesso, Giovanni, al fiume Giordano ha presentato alle folle come «l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo», per certi aspetti, per certi suoi modi di fare e di dire, non corrisponde alle sue aspettative.

Lui, il Battista, si attendeva un Messia giustiziere, con in mano la scure e il ventilabro. Un Messia cioè che avrebbe messo ordine, fatto pulizia, separato il buon grano dalla zizzania.

Invece…Gesù agiva in maniera inedita e inattesa… Mangiava con i peccatori e li perdonava, infrangeva la legge del sabato, del digiuno, della purificazione legale… Sembrava poi, che avesse scelto la via dell’umiliazione e della debolezza per la sua affermazione e riuscita messianica…

Ecco perché questo Gesù lo turba e lo mette in crisi di fede.

Ecco, allora, anche, perché manda i suoi discepoli da Gesù a chiedergli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?» La risposta di Gesù è essenziale: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi…i morti… ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me». Gesù, come si vede, rimanda alla Sacra Scrittura e alle sue opere. Il profeta Isaia e gli altri profeti avevano parlato chiaro. Sì, nonostante l’inedito, il nuovo, l’inatteso, Gesù di Nazaret è proprio colui che deve venire! Quello che al Battista risultava diverso e nuovo, è che la giustizia di Dio si chiama amore, perdono, misericordia, attesa paziente di conversione dell’uomo peccatore. Solo al giudizio finale si farà giustizia!

                                                                                                                                         Mons. Ottavio Belfio

Ogni sera Canto del Missus

Ore 17.00: nella Chiesa di S. Giacomo, a partire dal 15 dicembre

Ore 19.00: nell’Oratorio della Purità, dopo la celebrazione della S. Messa, a partire dal 17 dicembre

SOLENNITA’ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA VERGINE MARIA

e SECONDA DOMENICA DI AVVENTO

 

L’ECO DELLA PAROLA DI DIO

(Gn 3, 9 – 15. 20; Ef 1, 3- 6. 11 – 12; Lc 1, 26 – 38)

 

“Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore”

Dopo un lungo periodo di riflessione e di accesi dibattiti, l’8 dicembre 1854, papa Pio IX, beatificato nel 2000 in occasione del Grande Giubileo, proclamò solennemente come dogma di fede cattolica, l’Immacolata Concezione della Madonna. Appena 4 anni dopo, nel 1858, la conferma più autorevole di questa decisione, venne dalla Madonna stessa a Lourdes. Bernardetta Soubirou chiese alla bella Signora che le appariva, quale fosse il suo nome.

La celeste visione rispose: «Io sono l’Immacolata Concezione». Cosa significa «Immacolata Concezione?». Significa che la Madonna fu concepita nel grembo di sua madre, S. Anna, senza peccato originale.

La Parola di Dio di questa solennità, ci presenta due episodi diametralmente opposti.

La prima lettura ci presenta un episodio di disobbedienza e di ribellione a Dio; il brano evangelico ci presenta, invece, un episodio di obbedienza e di totale sottomissione a Dio.

Sono due episodi che si ripetono continuamente nella storia con le relative conseguenze di male e di bene.

Il primo episodio, che narra la disobbedienza di Adamo ed Eva, ci fa cogliere la radice di ogni male. Quale è la radice di ogni male? È la perdita di consapevolezza da parte dell’uomo della propria identità di creatura di Dio. Ma, a questo punto, domandiamoci: che può fare la creatura senza il suo Creatore?

Facciamo due paragoni:

Il fiume senza la sua sorgente diventa prima pantano, poi steppa e deserto. Il raggio senza la sua sorgente luminosa diventa tenebra. Cioè esattamente il loro contrario…

La «Gaudium et Spes» del Concilio Vaticano II dice che «la creatura senza il Creatore svanisce».

 Il secolarismo, il soggettivismo, il relativismo, l’ateismo pratico sono diventati un fenomeno di massa. Oggi, l’uomo pensa di potersi gestire in maniera del tutto autonoma da Dio. Quali le conseguenze? Sono sotto gli occhi di tutti.

Tutti, oggi, è vero, vogliono (finalmente!) correre ai ripari. Sociologi, psicologi, economisti, politici, scienziati, magistrati…. dicono che bisogna ritornare ai valori etici. Basterà? No! Sarebbe solo un rimedio apparente ed effimero, un palliativo, un’illusione! Occorre ritornare a Dio! Occorre riscoprire la nostra identità di creature di Dio. Solo Dio è fonte dell’etica e della morale!

Diceva Paolo VI: «Senza dubbio l’uomo può organizzare il pianeta terra senza Dio; ma, senza Dio, egli non può alla fine che organizzarlo contro l’uomo».

Quando la coscienza umana si svuota di Dio, l’uomo è inesorabilmente conteso e lacerato da idoli e da superstizioni. E, dunque, dall’irrazionale, dall’assurdo, dal contraddittorio.

Il secondo episodio, quello evangelico, che narra l’Annunciazione dell’angelo alla Madonna, ci fa cogliere, invece, la radice di ogni bene. Qual è questa radice? È riscoprire la nostra identità di creature e viverla.

Maria si sentì sempre creatura totalmente dipendente da Dio e fu sempre prontissima a fare la sua volontà, anche quando non riusciva a capire tutto. «Ecco, io sono la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola».

Maria lasciò fare a Dio. E Dio fece in Lei «cose grandi», cose impensabili, sublimi, divine.

Con altissima poesia, così esprime questa verità il nostro Dante:

«Vergine madre, figlia del tuo Figlio

Umile e alta più che creatura

Termine fisso d’eterno consiglio

Tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti sì, che il suo Fattore

non disdegnò di farsi sua fattura».

In Maria, dunque, l’impensabile e l’impossibile si sono fatti realtà. In Lei il Creatore si è fatto creatura, l’Eterno si è fatto tempo, Dio si è fatto uomo. Imitiamo la Madonna: lasciamo fare a Dio; collaboriamo con Lui, sempre, e anche in noi e attraverso di noi, Dio farà «cose grandi», anche se non eclatanti.                                                                           Mons. Ottavio Belfio

 

L’INVITO DI PAPA FRANCESCO

ADMIRABILE SIGNUM

 

Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui.

Con questa Lettera vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe. Come pure la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze… È davvero un esercizio di fantasia creativa, che impiega i materiali più disparati per dare vita a piccoli capolavori di bellezza. Si impara da bambini: quando papà e mamma, insieme ai nonni, trasmettono questa gioiosa abitudine, che racchiude in sé una ricca spiritualità popolare. Mi auguro che questa pratica non venga mai meno; anzi, spero che, là dove fosse caduta in disuso, possa essere riscoperta e rivitalizzata.                                                                                                                                                                                   Papa Francesco

E’ scomparso Mons. Pietro Brollo, Arcivescovo emerito di Udine.

La salma è stata esposta per due giorni in Duomo a Tolmezzo, dove si sono celebrate S. Messe di suffragio  e veglie di preghiera.

Sabato 7 alle ore 10.00 la salma è stata accolta ed esposta nella Cattedrale di Udine, dove i Canonici del Capitolo Metropolitano hanno recitato l’Ufficio delle Letture.

I funerali si sono svolti alle ore 14.30 dello stesso giorno, alla presenza di molti Vescovi del Triveneto, dei sacerdoti della Diocesi e di tanti fedeli che hanno gremito la Cattedrale. Sono stati trasmessi in diretta radiofonica dall’emittente diocesana Radio Spazio La voce del Friuli e in streaming dai siti della Diocesi e della Cattedrale.

E’ tumulato ora  nella cripta della Cattedrale, dove è possibile renderGli omaggio.

 

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