“Parlare col cuore”

“Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15)”.

 

È il tema del Messaggio del Papa per la 27ª Giornata mondiale per le comunicazioni sociali. Ne dà notizia la Sala Stampa della Santa Sede, precisando che il tema di quest’anno si collega idealmente a quello del 2022, “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, e vuole inserirsi in particolare nel cammino che condurrà tutta la Chiesa alla celebrazione del Sinodo di ottobre 2023.

“Parlare con il cuore – si legge nel comunicato – significa ‘rendere ragione della speranza che è in noi” (cfr 1Pt 3,14-17) e farlo con mitezza, utilizzando il dono della comunicazione come un ponte e non come un muro. In un tempo contraddistinto – anche nella vita ecclesiale – da polarizzazioni e dibattiti esasperati che esacerbano gli animi, siamo invitati ad andare controcorrente”. “Non dobbiamo temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo fondamento nel Vangelo ma non dobbiamo disgiungere questo annuncio da uno stile di misericordia, di sincera partecipazione alle gioie e alle sofferenze dell’uomo del nostro tempo, come ci insegna in modo sublime la pagina evangelica che narra il dialogo tra il misterioso Viandante e i discepoli di Emmaus”, si legge ancora nella nota. “Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l’affermarsi di una comunicazione non ostile”, l’appello: “Una comunicazione aperta al dialogo con l’altro, che favorisca un ‘disarmo integrale’, che si adoperi a smontare ‘la psicosi bellica’ che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa nella Pacem in Terris.

È uno sforzo che è richiesto a tutti, ma in particolare agli operatori della comunicazione chiamati a svolgere la propria professione come una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno, più umano”.

 

GIORNATA DEL SETTIMANALE DIOCESANO

“La Vita Cattolica”

 

Si tratta di uno strumento di comunicazione che guarda alla vita del nostro Friuli con uno sguardo di speranza ispirato al Vangelo. Tra le sue pagine si possono approfondire notizie, informazioni e riflessioni su tematiche di cultura, eventi, economia, sport, salute e società, con un occhio di riguardo alla vita delle comunità cristiane del nostro Friuli. È uno strumento, pertanto, che va sostenuto con simpatia e concretezza: la sottoscrizione dell’abbonamento annuale a “La Vita Cattolica” – nella versione cartacea o digitale – è una delle forme per diffondere la “buona stampa” locale, a maggior ragione se ispirata ai valori cristiani.

In occasione di questa Giornata, in fondo alla chiesa sono disponibili alcune copie del settimanale diocesano in omaggio.

Abbonamento annuale 60,00 €.

 

DOMENICA DELLA PAROLA DI DIO

 

La Sacra Scrittura svolge la sua azione profetica anzitutto nei confronti di chi l’ascolta. Essa provoca dolcezza e amarezza. Tornano alla mente le parole del profeta Ezechiele quando, invitato dal Signore a mangiare il rotolo del libro, confida: «Fu per la mia bocca dolce come il miele» (3,3). Anche l’evangelista Giovanni sull’isola di Patmos rivive la stessa esperienza di Ezechiele di mangiare il libro, ma aggiunge qualcosa di più specifico: «In bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza» (Ap10,10). La dolcezza della Parola di Dio ci spinge a parteciparla a quanti incontriamo nella nostra vita per esprimere la certezza della speranza che essa contiene (cfr 1Pt3,15-16). L’amarezza, a sua volta, è spesso offerta dal verificare quanto difficile diventi per noi doverla vivere con coerenza, o toccare con mano che essa viene rifiutata perché non ritenuta valida per dare senso alla vita. È necessario, pertanto, non assuefarsi mai alla Parola di Dio, ma nutrirsi di essa per scoprire e vivere in profondità la nostra relazione con Dio e i fratelli.       

                                        

Dalla Lettera Apostolica “Aperuit illis” di papa Francesco

ASCOLTARE DIO, SE STESSI E IL PROSSIMO

 

RIFLETTERE

Ascoltare e parlare: sono due ingredienti fondamentali per comunicare. Ascoltare è difficile. Ci si stanca. Parlare è più facile. Così va tra noi. Così va anche con Dio. Parliamo tanto a Lui e di Lui ma non siamo disposti ad ascoltarlo. Eppure la preghiera è proprio questo: Ascoltare e rispondere a Dio. Questo ci aiuta anche ad ascoltare i fratelli e a parlare con loro. Siamo fortunati se qualcuno ci offre il suo ascolto. Non sono molti coloro che sono disponibili ad ospitarci nella loro esistenza con i nostri problemi, dubbi e ansie. Ma quando questo avviene, ci accorgiamo di ricevere un aiuto. Chi ci ascolta ci aiuta ad ascoltare, ad offrire agli altri la pazienza e l’attenzione che noi abbiamo ricevuto.

PREGARE

Vuoto. Ci deve essere un po’ di vuoto, Signore, nella mia esistenza, altrimenti non riesco ad ascoltarti. Se sono già pieno dei miei progetti, e interessi, non troverò spazio perché la tua Parola giunga a me, per offrirmi un segno della tua presenza.

Silenzio. Fare silenzio, per me, sarà come una cura disintossicante per trovare la capacità di andare incontro a una tua Parola che scava nel profondo. Spegnerò la televisione, cercherò un angolo dove nessuno mi disturba e lascerò che il mio cuore riposi nel silenzio, come su un prato verde, in primavera.

Ascoltare con affetto. Ci sono persone che sanno ascoltare con affetto. Sanno vedere le fragilità e le cose buone che mi porto dentro, i miei errori e i miei sforzi. Grazie, Signore, per queste persone che hai posto sulla mia strada.

Accettarsi. Come faccio, Signore, ad ascoltare il mio prossimo, se prima non ho accettato me stesso, non ho ascoltato in profondità il mio cuore, non ho esaminato la mia condotta di vita? Come posso ascoltare chi mi sta vicino se prima non ho ascoltato la mia storia, le mie scelte che orientano la mia vita? Signore, donami la gioia di accettarmi e di accettare con sincerità chi domanda il mio ascolto. Tra questi, ci sei anche Tu.

56^ SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI

 

Dal 18 al 25 gennaio di ogni anno le confessioni cristiane celebrano la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Fedeli cattolici, ortodossi e protestanti riflettono e pregano per valorizzare i punti d’incontro delle loro diverse tradizioni e ritualità, unite nella fede in Dio Padre, in Gesù Cristo e nello Spirito Santo. Una fede che, per tutte le tre grandi confessioni, scaturisce dal Battesimo.

 

“Imparate a fare il bene“

La Settimana di preghiera è il momento più adatto perché i cristiani riconoscano che le divisioni tra le chiese non sono poi tanto diverse dalle divisioni all’interno della più ampia famiglia umana. Pregare insieme per l’unità dei cristiani ci permette di riflettere su ciò che ci unisce e di impegnarci a combattere l’oppressione e la divisione della famiglia umana…. L’unità dei cristiani dovrebbe essere segno e pegno dell’unità riconciliata dell’intera creazione.

“Cercate la giustizia”

Ricercare la giustizia richiede di affrontare coloro che infliggono il male agli altri: non è un compito facile e a volte porterà al conflitto, ma Gesù ci assicura che difendere la giustizia di fronte all’oppressione è la strada per il Regno dei cieli: “Beati quelli che sono perseguitati perché fanno la volontà di Dio: Dio dona loro il suo regno” (Mt 5,10).

 

Domenica 22 gennaio: Ore 17.00, nella chiesa Madonna della Carità, via Tomadini, 3 – Udine:

incontro ecumenico di preghiera presieduto da S.E. mons. Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo di Udine, con la partecipazione dei Pastori e responsabili delle altre Chiese presenti sul territorio della Diocesi.

 

UN LIBRO PER TE

In fondo alla chiesa ci sono dei libri (commenti alla Sacra Scrittura) che Mons. Ottavio Belfio ci ha lasciato come eredità spirituale. 

Ogni cristiano è esortato a leggere la Parola di Dio anche tramite qualche mediazione, come quella che viene proposta.

 

Ognuno prelevi con la massima libertà e gratuitamente quante copie desidera, anche per fare un dono agli amici. Tra tutti si consiglia il Vangelo di Matteo che quest’anno stiamo proclamando ogni domenica nella S. Messa. Sarà un nutrimento spirituale.

 

TEMPO ORDINARIO O STRAORDINARIO?

 

Carissimi,

domenica scorsa abbiamo concluso il Tempo di Natale che era stato preparato dall’Avvento e più avanti vivremo il tempo di Quaresima e di Pasqua fino a Pentecoste. Questi si dicono “tempi forti” e adesso ci troviamo nel “tempo ordinario” connotato anche dal colore verde dei paramenti che il sacerdote indossa per le celebrazioni.

Questo non è un tempo meno importante perché è…ordinario!

Infatti, ditemi: è più importante la parola o il silenzio? La riflessione o l’azione? Il giorno festivo o quello feriale? Il cammino della vita è più straordinario o più ordinario?

Sono momenti diversi ma tutti importanti. Infatti la Liturgia della chiesa, con sapienza, ci guida a crescere nella fede e nell’amore e ci aiuta a penetrare nel mistero di Dio.

Il tempo ordinario ci prende per mano per insegnarci a camminare, sì nel tempo, ma verso l’eternità.

È una scuola semplice e quotidiana per conformarci a Gesù. I tempi forti e il tempo ordinario si sorreggono e si integrano a vicenda. Direi ancora di più: Il tempo ordinario è straordinario perché permette alle grandi feste di diventare carne e vita nostra.

Il seme, gettato nei solchi della nostra vita nelle grandi feste, fruttifica nell’ordinarietà dei nostri giorni.

La nostra vita ordinaria è chiamata a misurarsi con la vita ordinaria di Gesù, per assumere i suoi atteggiamenti. Si tratta di vivere con Gesù ogni giorno poiché Lui vive con noi. Allora è interessante ed efficace per noi guardare a Gesù nella sua vita terrena, nei suoi rapporti con i discepoli, con gli amici, con i nemici, con chi lo accoglie e chi lo rifiuta, con chi lo rincorre per ascoltare la sua parola o per chiedere un miracolo, con chi lo prega o con chi lo bestemmia.

Non sono forse queste le realtà nelle quali anche noi ci muoviamo? Se imitiamo Gesù nei suoi atteggiamenti, Lui ci conforma a sé. Allora il nostro ordinario, alle volte anche noioso, può diventare straordinario perché ci aiuta a fare piccoli passi nella conoscenza del Signore e nella imitazione del suo cuore.

L’ordinario diventa così straordinariamente ricco.

Felice di aver potuto raggiungervi anche tramite questa riflessione, vi invito a vivere il cammino del tempo ordinario, semplice e fecondo.

A tutti ogni bene.                                                                                                                     Don Luciano, parroco