Chiusura della Porta Santa del Giubileo

La chiusura della porta santa del Giubileo.

La chiusura della porta santa della cattedrale avverrà domenica 13 novembre alle ore 16.00. Durante quest’anno tante sono state le comunità e le persone singole che l’hanno varcata, pregando per ottenere l’indulgenza plenaria. “Io sono la porta” ha detto Gesù. Lui è la porta che apre la strada verso il Padre. “Nessuno viene al Padre per mezzo di me”.

Mi è particolarmente piaciuto il logo di questo anno santo. Lo ammiriamo guardando la facciata della cattedrale, sulla parte destra. È il buon pastore che si carica la pecorella sulle sue spalle, è il buon samaritano che porta alla locanda il malcapitato lungo la via da Gerusalemme a Gerico. L’occhio destro di Gesù si sovrappone al mio occhio sinistro. Lui mi dona il suo sguardo amoroso, perché io sappia vedere gli altri come fratelli e Dio come un Padre. È una simbiosi intensa, misteriosa, possibile.

Gesù mi porta sulle sue spalle, mi fa uscire dal buio della morte indicato dai colori scuri centrali fino alla sua luce ammirabile della Resurrezione. Ciò avviene nel sacramento del perdono. Si è notato un certo incremento nella celebrazione di questo sacramento in cattedrale. Tutta la vita però è un pellegrinaggio che lentamente va verso la sua felicità più piena che è l’incontro definitivo con Dio.

Si chiude la porta ma non termina la misericordia di Dio.

L’immagine simbolica si chiude ma resta i segno reale. Infatti la misericordia di Dio è eterna ed infinita. Questo è stato soltanto un momento alto di riflessione, una presa di coscienza più precisa, una esperienza che possiamo sempre vivere nel suo significato più profondo, perché la misericordia di Dio è sempre a disposizione di quanti, con cuore pentito, si accostano a Lui. Allora “Misericordias Domini in aeternum cantabo”, cantiamo la misericordia di Dio per tutta l’eternità. Ma ciò non basta ancora….

Teniamo aperta la porta del nostro cuore.

Aperta al perdono. Noi tutti siamo essenzialmente dei perdonati. Perdonati gratuitamente. Il Signore ci dona la forza di perdonare. Quando si perdona, sta bene sia chi perdona che chi è perdonato.

Aperta all’accoglienza degli stranieri. Il Papa insiste continuamente: “Non è umano chiudere le porte e non è umano chiudere il cuore”. Nel contempo avverte che se la pura è cattiva consigliera, la prudenza deve essere la guida. Se un paese ha una capacità di integrazione, faccia quanto può…. se un altro ne ha di più, faccia di più, sempre col cuore aperto.

Aperta alle popolazioni terremotate. Le necessità sono sotto gli occhi di tutti. Le possibilità di intervento dei singoli e delle comunità sono varie. La preghiera per le vittime e per le popolazioni che stanno soffrendo è il primo aiuto che possiamo dare. Poi viene la solidarietà attraverso la nostra offerta, come abbiamo fatto il mese scorso, il volontariato ecc…

don Luciano

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