INVITO RIVOLTO IN PARTICOLARE AGLI INSEGNANTI

Il Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo di Udine è lieto di inaugurare insieme agli studenti il nuovo anno scolastico con nuove idee e attività.

 I percorsi si svolgono durante l’orario di apertura del museo e, preferibilmente, al mattino.

 In alternativa ai percorsi proposti vi è la possibilità di fornire alle classi una visita guidata al Palazzo.

 Il museo è aperto dal lunedì alla domenica: 10.00-13.00 e 15.00-18.00. Martedì chiuso

Per venire incontro alle esigenze delle scuole e delle famiglie, il costo del biglietto ridotto è di 3 Euro, comprensivo di visita guidata, materiale e  laboratorio didattico.

La durata della visita varia da 1 ora e 30 a 2 ore circa a seconda del laboratorio che si intende realizzare con la classe e nel pieno rispetto dei tempi di attenzione dei ragazzi.

Si diventa grandi imparando al museo tante cose belle. Ecco perché i  percorsi sono rivolti a tutti gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado: dalle scuole materne alle scuole superiori.

Negli spazi del museo è attivo un laboratorio didattico dove le classi possono sperimentare le diverse tecniche artistiche apprese durante la visita alle sale del Palazzo.

A richiesta dell’insegnante vi è la possibilità di cucire su misura i percorsi. Il museo infatti offre molteplici spunti per approfondire in classe più materie che spaziano dall’arte, alla geografia, alla storia, alla geometria …

Scopo del museo è trascorrere insieme una mattinata in allegria. Il rientro a scuola sarà più piacevole, perché nello zaino, oltre ai libri, ci sarà anche qualche curiosità in più da raccontare a casa ad amici e parenti!

Il museo accoglie grandi e piccini come in una grande famiglia, in cui tutti, dal direttore, alla vicedirettrice, dal conservatore al restauratore, fanno gli onori di casa.  Un museo dietro le quinte vi svelerà i trucchi del mestiere!

 Infine …

A grande richiesta, dopo il successo delle passate edizioni, ritorna il concorso di disegno, cui i ragazzi potranno partecipare inviando i propri disegni, realizzati con qualsiasi tipo di tecnica, entro il 1 giugno 2018

Ricapitolando …

Perché scegliere il Museo Diocesano?

Perché il Museo Diocesano è un museo giovane, dinamico e attuale.

L’invito è a contattarci il più presto possibile …

E allora che aspetti?

Vi aspettiamo numerosi ….

 

Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo

Piazza Patriarcato, 1

33100 Udine www.musdioc-tiepolo.it

 

Portineria 0432 25003

Uffici 0432 298056

Fax. 0432 298057

 

Responsabile dell’attività didattica:

dott.ssa Mariarita Ricchizzi

mricchizzi@musdioc-tiepolo.it

MARTEDI 25 LUGLIO 2017 

FESTA DI SAN GIACOMO APOSTOLO

ORE 10.00 S. MESSA cantata dal Coro Sacri Cantores Theresiani

ore 11.30  S. MESSA

ore 17.00  S. ROSARIO

 

 

San Giacomo, protettore dei pellegrini

La Leggenda Aurea

Dopo la decapitazione, secondo la Leggenda Aurea, i suoi discepoli trafugarono il suo corpo e riuscirono a portarlo sulle coste della Galizia.
Il sepolcro contenente le sue spoglie sarebbe stato scoperto nell’an-no 830 dall’anacoreta Pelagio in seguito ad una visione luminosa. Il vescovo Teodomiro, avvisato di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i resti dell’Apostolo. Dopo questo evento miracoloso il luogo venne denominato campus stellae (“campo della stella”) dal quale deriva l’attuale nome di Santiago de Compostela, il capoluogo della Galizia. Eventi miracolosi avrebbero segnato la scoperta dell’Apostolo, come la sua apparizione alla guida delle truppe cristiane della reconquista nell’840, durante la battaglia di Clavijo e in altre imprese belliche successive. La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi nel Medioevo, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa  basilica a lui dedicata.

Il pellegrinaggio a Santiago, lungo preferibilmente il suo “Cammino”, divenne uno dei tre principali pellegrinaggi della Cristianità medievale. Gli altri erano quelli che portavano a Gerusalemme, alla tomba di Gesù e a Roma, alla tomba dell’apostolo Pietro.

 

MARTEDI’ 25 LUGLIO 2017 

Festività di San Cristoforo

CHIESA DI SAN CRISTOFORO 

 

ore 18.30 S. MESSA celebrante Mons. Luciano Nobile

ore 21.00 CONCERTO DI CORNO ED ORGANO

M.° Beppino Delle Vedove (Organo)

M.° Claude Padoan (Corno)

 

dalle ore 16.00 alle ore 18.00 e dalle 19.00 alle 20.30 visite alla chiesa e alle sue opere

info e prenotazioni: museo@cattedraleudine.it    tel. 0432.506830

 

 

San Cristoforo, protettore dei viaggiatori e degli automobilisti.

La leggenda di San Cristoforo.

 

Prima d’essere cristiano, Cristoforo si chiamava Offerus ed era un gigante forte e dalla mente ottusa. Il suo sogno era di incontrare e servire il più grande re della terra. Si mise così in viaggio e gli consigliarono d’andare alla corte di un re molto potente, il quale naturalmente accettò di buon grado i servizi di un così forte servitore. Ma un giorno, mentre assistevano allo spettacolo di un menestrello, sentendo pronunciare il nome del diavolo il re si fece il segno della croce. “Perchè fai così?” gli chiese stupito il gigante. “Perchè io ho paura del diavolo”, rispose il re. “Se lo temi significa che è più potente di te. Allora io voglio servire il diavolo” e così dicendo, Offerus abbandonò la corte. Si rimise in viaggio, e nel deserto vide avanzare un’orda di cavalieri vestiti di rosso, il cui capo era vestito di nero che gli chiese “Che cosa vai cercando?”. “Io cerco il diavolo, per servirlo”, rispose Offerus. “Io sono il diavolo, seguimi!”, rispose l’oscura figura. E così il gigante si trovò arruolato fra i cavalieri di Satana.
Ma un giorno, durante una cavalcata, la schiera infernale incontrò sul bordo della strada una croce. Il diavolo ordinò immediatamente di tornare indietro. “Perchè?” chiese Offerus. “Perchè io temo l’immagine del Cristo!” “Se lo temi significa che sei meno potente di lui. Io allora voglio servire il Cristo”, e così dicendo, Offerus passò oltre la croce, da solo, abbandonando il diavolo e i suoi cavalieri. Si rimise in viaggio e iniziò dunque a chiedere in giro dove avrebbe potuto incontrare questo Cristo. Gli indicarono un eremita, “ti mostrerà il Cristo”, gli dissero. Giunto dal sant’uomo Offerus gli chiese dove avrebbe potuto incontrarlo, ma questo gli rispose “dovunque”. “Non capisco” disse il gigante, “ma se è vero quello che dici, quali servizi potrebbe rendergli un uomo forte come me?” “Bisogna servirlo con la preghiera, i digiuni e le veglie” rispose l’eremita. Offerus fece una smorfia. “Non c’è un altro modo per diventare ben accetto?” L’eremita comprese con chi aveva a che fare, così lo prese per mano e lo condusse sulla riva di un torrente impetuoso che scendeva da un’alta montagna. “Tanta povera gente è morta tentando di attraversare quest’acqua. Resta qui e porta sull’altra riva, sulle tue robuste spalle, quelli che te lo chiederanno. Se farai questo per amore di Cristo, egli ti riconoscerà come suo servitore”. “Volentieri lo farò per amore del Cristo!” Si costruì una capanna sulla riva, e giorno e notte trasportò i viaggiatori che glielo chiedevano. Una notte, fu svegliato dalla voce di un bambino che lo chiamava. Si alzò, pose il bambino sulle sue forti spalle, ed entrò nell’acqua. Ma nel mezzo dell’attraversata il fiume si ingrossò e comparvero delle onde alle quali Offerus dovette opporre il massimo della sua forza per non esser rovesciato, ed il bambino diventava sempre più pesante, tanto che Offerus disse “Mi sembra di star portando il mondo!” Quando, stremato, giunse all’altra riva col bambino sano e salvo, questi gli disse “Non solo hai portato il mondo, ma anche colui che ha fatto il mondo. Per i tuoi servigi io ti battezzo nel nome di mio Padre, nel mio proprio nome, e in quello dello Spirito Santo. Da oggi ti chiamerai Cristoforo.” Da quel giorno Cristoforo andò per il mondo per insegnare la parola del Cristo.

MERCOLEDI’ 26 LUGLIO 2017

 FESTA DEI SANTI GIOACCHINO ED ANNA

CHIESA DI SAN CRISTOFORO ORE 18.30 S. MESSA

Sono invitate specialmente le persone che portano il nome di Anna e Gioacchino

 

Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè. Sant’Anna è invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. È patrona di molti mestieri legati alle sue funzioni di madre, tra cui i lavandai e le ricamatrici.

 

 

Carissimi parrocchiani e tutti voi che frequentate la Cattedrale,  martedì 12 luglio ricorre  la solennità dei SS. Ermacora e Fortunato. È  un momento di verifica dell’anno pastorale che è stato intenso, ricco di iniziative per la testimonianza cristiana attraverso le opere di misericordia, l’annuncio del Vangelo ai piccoli, ai giovani e agli adulti. Ringraziamo il Signore insieme per quello che egli opera anche attraverso la nostra testimonianza semplice, umile, silenziosa. Siamo chiamati oggi a vivere la nostra storia in un mondo complesso. Il Signore ci manda ai confini del mondo che sono presenti  in mezzo a noi, alle diverse culture, nel mondo della politica, nella famiglia anello indebolito della società, nelle varie emarginazioni, là dove si vivono esperienze di povertà e di dolore.

A fare che cosa? A dare speranza, a fare progetti anche minimi per vivere in pace nella casa comune, a portare un nuovo umanesimo.

Ma con quali modalità? Eccole.

La fiducia nel Signore è il primo sostegno, cercato e accolto. La libertà  di portare a tutti l’annuncio del vangelo, senza paure vane, senza titubanze inutili e dannose; anche i terreni più difficili o ritenuti sterili possono diventare fecondi. La capacità di sopportare anche il rifiuto. Il cristianesimo è sempre andato contro corrente e pertanto ha conosciuto sempre contrarietà e rifiuti. È importante mantenere le  nostre radici cristiane, la nostra identità e trasmettere la nostra fede che illumina il nostro nascere, il nostro vivere ed il nostro morire. I Santi Patroni della nostra Diocesi e della città (qui dipinti da Gianni Di Lena) hanno operato in contesti altrettanto difficili ed hanno offerto la vita per Cristo e per l’annuncio del vangelo. La schiera dei martiri è il filo rosso, intriso di sangue innocente, che ancora tiene unita la chiesa, al di là delle divisioni che appartengono alla precarietà della vita degli uomini.

Un cordiale saluto a tutti ed un augurio di buone vacanze.                                                                                                 Il Parroco don Luciano

 

 

MARTEDI’ 11 LUGLIO ORE 20.30

CANTO DEI VESPERI CON LE RAPPRESENTANZE DI TUTTE LE PARROCCHIE DELLA DIOCESI

PRESIEDE L’ARCIVESCOVO

 

MERCOLEDI’ 12 LUGLIO ORE 10.30

SOLENNITA’ DEI SANTI PATRONI

SOLENNE PONTIFICALE IN IN CATTEDRALE

PRESIEDE DALL’ARCIVESCOVO

BENEDIZIONE DELLA CITTA’

 

Sono invitate tutte le comunità del Vicariato Urbano ed anche le autorità della Regione FVG, della Provincia e del Comune di Udine.

Le associazioni presenzieranno col loro labaro e si disporranno sul presbiterio ai lati dell’altare.

Al termine la piazza del Duomo sarà rallegrata dalle danze folcloristiche del Gruppo “Stelutis” di Udine.

STORIA, DEVOZIONE E RESTAURO DI UNA SCULTURA LIGNEA

statua S.Biagio 3

Presentazione del restauro ed esposizione della scultura lignea S. Biagio benedicente, fine del secolo XV – inizi del secolo XVI.

L’intervento di restauro è stato finanziato dallo Studio di Proprietà Intellettuale GLP di Udine e dalla famiglia Petraz – fondatrice e titolare dello Studio – in occasione del 50° anniversario di fondazione.  La devozione e il culto per S. Biagio, protettore della gola, sono una delle ragioni che hanno fatto preferire quest’opera alla famiglia Petraz che vede nel Santo un proprio protettore, oltre a riconoscere il valore insito nell’opera scultorea di pregevole qualità tecnica e stilistica e a voler tutelare e valorizzare il patrimonio artistico locale.

La Parrocchia di S. Maria Annunziata ha avviato un programma di valorizzazione delle opere conservate nelle sue chiese che il Museo del Duomo-Cattedrale di Udine, dal 2014 ha interpretato attraverso il progetto Ars mecum, finalizzato a sensibilizzare il pubblico dei suoi visitatori.  Il San Biagio benedicente troverà ora una corretta esposizione conservativa nelle sale del museo, con un apparato dedicato alla storia, alla devozione e al restauro, proveniente dalla chiesa di S. Maria in Castello, l’antica pieve della città, dove ancora risiede un altare dedicato e si venera il santo, particolarmente con la festività del 3 febbraio. La devozione popolare per il Santo ha antiche radici e tradizioni in Friuli come testimonia l’iconografia presente in molte chiese a sostegno del culto.

Il restauro, coordinato dalla Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio, curato dalla ditta Esedra restauro e conservazione, rappresenta una tappa significativa per la storia della scultura in Friuli in quello che è il panorama di studi, ricerche e restauri che mirano a chiarire l’attività degli artisti  e delle antiche botteghe che hanno fatto splendere gli altari delle chiese,  divenendo punto di riferimento di un linguaggio artistico riflessosi nei secoli.

L’esposizione, compendiata da apparati e da altre opere che hanno per soggetto S. Biagio, provenienti anch’esse dalla chiesa di S. Maria, sarà visitabile durante gli orari di apertura del museo e si terranno visite dedicate. A corredo della mostra è stato realizzato un pieghevole.

 

Ore 19.00:

S. Messa presieduta dall’Arcivescovo. Seguirà la Processione Eucaristica con questo itinerario: Cattedrale – Via Vittorio veneto – Via Piave –  Piazza Patriarcato –  Via Manin Via Vittorio Veneto – Cattedrale. I canti saranno eseguiti e sorretti dalla cappella Musicale – Le riflessioni e le preghiere sono state preparate dalle Parrocchie del Centro-città.

ATTENZIONE

 

CATTEDRALE:

DAL 3 SETTEMBRE  ABBIAMO RIPRESO A CELEBRARE LA S. MESSA DOMENICALE ANCHE ALLE ORE 9.00 

 

ORATORIO DELLA PURITA’:

DAL 2 OTTOBRE  S. MESSE FERIALI  ALLE ORE 7.30 e 19.00 (anzichè in Cattedrale).

NELLA GIORNATA DI SABATO S. MESSA IN FRIULANO ALLE ORE 18.00 .

 

 

DIO È AMORE, SOLO IN LUI È LA SALVEZZA

 

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Giovanni 3,16-18

Concluso l’itinerario liturgico e spirituale che la Chiesa ci ha proposto nel Tempo di Pasqua, la solennità odierna della Santissima Trinità ci introduce al cuore della nostra esperienza cristiana. Noi siamo credenti, perché abbiamo detto «sì» all’Alleanza d’amore offertaci, attraverso Gesù, da Dio Padre.

Ma chi è il Dio che ci propone questa straordinaria e impegnativa Alleanza d’amore? È il Dio che a Mosè (prima lettura) ha rivelato il suo nome e, in esso, il suo volto.

Oggi, attraverso la liturgia della Parola, il Signore agisce con noi come ha fatto con Mosè: ci parla di sé stesso e si presenta a noi. Ci parla della sua vita e di quello che lui vuole essere per noi. In una parola, ci fa conoscere il suo “nome” che, nel linguaggio biblico, vuol dire la sua storia e i suoi progetti. Quindi noi credenti, dicendo di sì all’Alleanza d’amore di Dio, non rispondiamo e non entriamo in contatto con una qualunque forza anonima della natura; il Dio di Israele, il Dio di Gesù Cristo, ha un nome, un volto, un cuore. E ha un progetto per noi, desiderando fortemente che ne entriamo a far parte.

LA MISERICORDIA E LA PIETÀ. Cosa dice di sé il Dio dell’Alleanza? «Il Signore passò davanti a lui, proclamando: Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà». Ecco ciò che qualifica il nostro Dio: la misericordia e la pietà. È vero, il prosieguo del testo parla anche dell’ira di Dio. Ma mentre questa è contenuta, grazia e fedeltà sono invece sovrabbondanti.

Tutto quello che Dio è e fa abbiamo potuto sperimentarlo (“toccare con mano”) – scrive Giovanni – in Gesù, che ci rivela e ci fa conoscere il Padre. La sua vicenda umana, la premura misericordiosa che egli ha mostrato verso tutte le miserie dell’uomo, sono rivelazione del “nome” di Dio, cioè dell’amore eterno del Padre.

Per questo, possiamo dire che Gesù non è solo un dono di Dio, ma è Dio che si dona; non è solo uno strumento di Dio, ma è Dio stesso che si accosta all’uomo per aiutarlo. La conseguenza è che il nostro rapporto con Dio si decide tutto nel rapporto con Cristo Gesù. Chi rende possibile in noi e in mezzo a noi l’esperienza di questo amore e di questa profonda comunione è lo Spirito di Dio.

FARE ESPERIENZA DELL’AMORE. Dunque, incontrare – celebrandola – la Santissima Trinità, vuol dire sentirsi raggiunti da Dio «misericordioso e pietoso» e, quindi, fare esperienza della sua azione d’amore e di misericordia senza limiti nei nostri confronti. Essere devoti alla Trinità, allora, significa essere devoti dell’amore di un Dio che si dona e chiede di donarsi.

Segnarsi – come tanto spesso e lodevolmente facciamo – nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo vuol dire esprimere la volontà di inserire attivamente noi stessi e ogni nostro gesto nel progetto d’amore del Padre, di Gesù Cristo suo Figlio e dello Spirito Santo.

I nostri parrocchiani ormai si sono abituati a vedere di tanto in tanto sui gradini del presbiterio della cattedrale la sig.na Giada che con la lingua dei segni (LIS) trasmette al gruppo dei sordi presenti tutti i testi delle letture, dei canti e delle preghiere della S. Messa senza recare alcun disturbo… anzi i parrocchiani, dopo le prima sorpresa, sempre gradiscono la presenza delle persone sorde in chiesa. Anche i bambini di solito per il S. Natale accompagnano i canti con la lingua dei segni. Ormai siamo arrivati all’ultimo incontro di questo anno pastorale.

Siamo stati anche a Tolmezzo, Torviscosa, Basiliano, Venzone e sia i Parroci che i fedeli hanno sempre gradito la presenza dei sordi alla S. Messa, anzi ci hanno invitati a tornare.

Il pranzo comunitario è sempre un momento di animazione particolare, la comunicazione è silenziosa ma le mani e le dita si muovono agili e “parlano” velocemente e di tanto in tanto si sente una grande risata! Il pomeriggio viene dedicato a momenti artistici, culturali, storici: la mostra di Illegio, il Museo del CID e delle carrozze, la Casa delle farfalle… Piano piano sono nate delle iniziative: Suor Vittorina (sorda anche lei) varie volte ci ha preparati a vivere il S. Natale, la giornata di spiritualità con la conferenza “Vivere senza la fede” di M.J. Artero Sanchez della International Catholic Foundation for the Service of Deaf Persons, ha rappresentato un alto momento di catechesi, padre Savino ci ha preparati alla Quaresima e alla Pasqua.

In nome dell’amicizia e della fratellanza abbiamo realizzato per la prima volta un gemellaggio, che si è svolto recentemente a Portogruaro con la pastorale dei sordi di Treviso. Abbiamo conosciuto la loro realtà, nuove persone e abbozzato qualche idea per incontrarci ancora. Infine ci siamo adoperati anche per diffondere e far crescere la sensibilizzazione verso le persone sorde partecipando al Convegno “Catechesi e Disabilità”, presso l’Istituto Bearzi di Udine, dove abbiamo incontrato e conosciuto Suor Veronica Donatello, Responsabile Nazionale, figlia di persone sorde e come tale molto sensibile verso di esse.

Questa iniziativa ha avuto come seguito l’idea della Parrocchia di Chiavris di insegnare ai bambini la preghiera del Padre Nostro in LIS, cui è seguita una S. Messa comunitaria, un incontro fraterno insieme e …una bella coppa troneggia qui nell’ufficio parrocchiale! Oggi partecipiamo alla Messa nella chiesa di Prato Carnico e poi visiteremo il Museo degli orologi a Pesariis.

Presto ci riuniremo per stabilire il programma per il prossimo anno pastorale che riprenderà dopo la pausa estiva. Un doveroso grazie di cuore a Giada, preziosa e puntuale mediatrice volontaria e amica, alla solerte segretaria Roberta, ai sordi che hanno collaborato per essere di aiuto ad altri sordi nel vivere la vita cristiana.

Sono ormai 10 anni che abbiamo fondato in diocesi “La pastorale dei sordi” naturalmente in sordina… senza fare chiasso! Ci sono altre diocesi che hanno sviluppato una pastorale efficiente… ma ci sono anche tante diocesi che nutrono una “santa invidia” nei nostri confronti e tentano di prendere l’esempio da noi.

Questo ci fa piacere, non perché noi ci sentiamo più bravi di altri ma perché la formula (spiritualità, comunità, cultura) per adesso è vincente e dà qualche risultato… se non altro la gioia di stare insieme e di condividere una percorso di crescita comune.

Don Luciano

Assistente spirituale dei Sordi