Carissimi, mi è gradito annunciarvi che don Loris Della Pietra, che da alcuni mesi è ospite nella nostra parrocchia in attesa di destinazione pastorale, ha ricevuto dall’Arcivescovo un incarico di grande responsabilità. Venerdì scorso l’Arcivescovo, d’intesa con i Vescovi di Gorizia e di Trieste, l’ha nominato Rettore del Seminario Interdiocesano di Castellerio “S. Cromazio di Aquileia”.

E’ un compito impegnativo: si tratta di vivere insieme ad un gruppo di giovani, ogni giorno, per aiutarli a rispondere con generosità, entusiasmo e coraggio alla vocazione sacerdotale, facendo anche un serio discernimento sulla vita, che alle volte è faticoso.

E’ una esperienza di paternità. La paternità che esperimenta il Rettore, a mio parere, è più forte della paternità che vive un pastore nella parrocchia. E’ più profonda, immediata, coinvolgente. Coinvolge in una decisione che segna tutta la vita. Per me è stato ed è così. I legami spirituali sono forti come quelli di sangue. Non si cancellano mai.

E’ una missione che non sempre gratifica immediatamente ma solo col passar degli anni. La formazione di giovani vite che vanno rispondendo al Signore richiede tempo e pazienza, costanza e fortezza, sincerità di rapporti e amore, soprattutto tanta fede nell’opera dello Spirito Santo, che è il primo educatore. Certamente comporta anche qualche delusione e dispiacere ma questi passano e si dimenticano per lasciar posto alle soddisfazioni ed ai ricordi più belli.

La bellezza del compito che viene chiesto a don Loris ci spinge a rallegrarci con lui per la fiducia che si è acquistata in questi anni, per il suo amore alla liturgia, per il suo impegno nella vita pastorale.  Noi godremo ancora per poco della sua presenza in parrocchia ma ci è stato di aiuto per il tempo che ci ha dedicato e per quanto ci ha donato nelle celebrazioni e nella guida alla Lectio divina.

Cosa gli auguriamo? Sia il suo servizio gioioso e ricco di fiducia nel Signore. Sia il suo passo deciso, sia il suo cuore contento per aver accolto la proposta del Vescovo che, nella scelta, avrà indubbiamente interpellato altre persone per un parere circa la sua nomina.

Cosa gli promettiamo? La nostra preghiera allo Spirito Santo ed il nostro affetto accompagnato dalla nostra stima e simpatia.

Carissimo Loris, se il Signore, tramite l’Arcivescovo, ti chiama, vai tranquillo! Fidati di Lui. Affronta con coraggio e serenità la nuova missione. Aiuterai i seminaristi a diventare strumenti di Cristo Buon Pastore che ancora si dona al suo popolo. L’opera che vai a compiere non è solo tua ma è del Signore e della chiesa. Lui oggi si impegna con te, ti garantisce la sua vicinanza, la sua luce e la sua forza, le grazie che ti saranno necessarie per portare a termine questa chiamata perciò “Non temere”. Il mistero pasquale è dentro la tua missione e ti dona la forza di viverla con speranza.

Chi avrebbe detto che, sia pure dopo 12 anni, idealmente ti avrei consegnato il testimone? È uno dei misteri della vita che riserva sempre tante belle sorprese!

Con affetto. Il tuo Rettore……. di un tempo!                                                don Luciano

GRAZIE A TUTTI I COLLABORATORI

Carissimi fedeli, questo piccolo strumento di informazione e formazione ci ha accompagnati durante tutto l’anno pastorale. Tante persone che frequentano la cattedrale l’hanno ritirato tutte le domeniche, portato a casa, letto, fatto leggere, alle volte lasciato forse appositamente sul tavolo della cucina perché altri in casa potessero prenderlo in mano ed interessarsi a qualche iniziativa oppure semplicemente lasciarsi interpellare, confortare, spronare da qualche parola giunta a momento opportuno. Questo umile foglietto che è entrato nelle nostre case è  frutto di un impegno di tante persone che hanno riflettuto ed esposto con semplicità il loro pensiero, hanno impaginato i testi e le immagini e stampato le copie ogni settimana. È stato un lavoro di équipe svolto con spirito di dedizione a favore della comunità cristiana della nostra parrocchia. A tutti mi sento di dire grazie di cuore da parte della comunità per la collaborazione gratuita e costante. I frutti del nostro impegno crescono là dove il Signore sa e là dove Egli dona fecondità. Siamo alla fine ormai del mese di giugno e pertanto sospendiamo durante l’estate questa pubblicazione fino al mese di settembre. Un grazie anche al Consiglio Pastorale, al Consiglio per gli affari economici, ai catechisti, ai lettori, ai ministri della Comunione Eucaristica, ai sagrestani, agli operatori della carità, ai segretari che si danno il turno nell’ufficio parrocchiale, agli amici della cattedrale, agli operatori della comunicazione, a tutti i collaboratori, senza dimenticare nessuno. Ogni servizio anche il più umile è prezioso ed efficace. Invito tutti a partecipare alla Solennità dei Santi Patroni Ermacora e Fortunato martedì 12 luglio. L’Arcivescovo presiederà la S. Messa alle ore 10.30 in Cattedrale. A nome anche di tutti i collaboratori della parrocchia auguro a tutti una buona estate, cogliendo la pausa di riposo anche come una opportunità di maggior tempo disponibile per la preghiera ed per compiere le opere di misericordia, sulle quali abbiamo meditato durante tutto l’anno. A tutti auguro ogni bene.

                                                                               Il Parroco Mons. Luciano Nobile                                                                                                                                                 

LE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE

Riflettere – Pregare – Agire

VISITARE I CARCERATI

 Cosa c’è di più grande della libertà? E’ davvero il dono più bello e impegnativo che Dio ha dato all’uomo dopo la sua creazione.

Deve essere davvero terribile perdere questo tesoro, sapere di essere causa di sofferenza e di emarginazione per sè e per i propri cari, vedersi tarpate le ali, essere chiusi dietro le sbarre per anni o per tutta la vita.

Gesù parlando del giudizio universale, come racconta l’evangelista Matteo, dice “ero carcerato e sei venuto a visitarmi”. Ero “io” quel carcerato! Gesù si identifica nei più poveri della vita, nell’uomo incatenato dal male commesso e con il buio nell’anima. E’ Lui  che ci invita a fare come  Papa Giovanni XXIII a Regina Coeli.: “Ho messo i miei  occhi nei vostri occhi, ho messo il mio cuore vicino al vostro cuore”. Si può portare una luce di speranza anche nel buio più profondo. E questa é forse l’opera di misericordia più difficile. Gesù ci aiuti a compierla o almeno a pregare per i carcerati e per i loro cari.

Preghiamo dicendo:

     Signore assisti e conforta i nostri fratelli carcerati e le loro famiglie.

Gesù  che passando per le strade della tua terra guarivi i corpi e le anime, aiuta i nostri fratelli carcerati che sono privati della libertà per il male commesso, a vivere la loro sofferenza offrendola a Te, aprendosi ad un cammino di redenzione e di speranza. Preghiamo.

Dio, Tu che sei Padre misericordioso fà che chi è colpevole possa capire l’abisso della propria miseria e ritrovare dentro di sé il conforto della Tua presenza. Fa’che possa essere certo che Tu lo aspetti per abbracciarlo come il padre col figlio che ritorna a lui, avvolgendolo nel mantello della Tua misericordia infinita. Preghiamo Gesù, che hai sofferto ingiustamente la cattiveria degli uomini, aiuta anche gli innocenti che sono in carcere a sperare nella giustizia e ad aggrapparsi a te.

Aiuta noi, Gesù, ad andare incontro a tutti i  fratelli carcerati, ad aiutare le loro famiglie che soffrono con i propri cari il dolore della separazione e  dona a loro la speranza di una vita nuova. Preghiamo.

 SEPPELLIRE I MORTI

 Il vangelo presenta  Gesù con lo sguardo sempre rivolto verso l’uomo, verso il  povero, il malato e il bambino in un  abbraccio di tenerezza rivelatore di Dio Padre.

E’ lo sguardo di pietà e misericordia verso l’uomo che rivela come Gesù ha cura degli ammalati e li guarisce, ma risana anche quanti il male ha colpito nello spirito e dona alle persone la dignità della vita. Anche nella morte dell’amico Lazzaro, Gesù si è sentito stringere le viscere, e la sua morte l’ha accolta non facilmente, ma con estrema angoscia nell’orto degli ulivi. Atteggiamenti che rivelano Dio partecipe del nostro dolore.

Quando il cristiano muore, in forza del battesimo in Cristo morto e risorto, anche il corpo, realtà umana,  riposa in attesa della risurrezione finale.  Questa è la nostra fede.

Nella cultura occidentale seppellire i morti è un dovere civile e di corretta convivenza. Come cristiani è un atto di fede e di carità compiere l’opera di misericordia di seppellire i  morti, non nell’esteriorità e  nella superficialità, ma nella profondità dei sentimenti.

Non ci deve prendere la disperazione per la persona scomparsa,  ma riscoprire la fede in Cristo Risorto che apre alla speranza della vita piena in comunione con Dio.   Il funerale e la seguente sepoltura sono  l’inno  della vita nuova in Cristo Risorto.

L’opera di misericordia è quindi apertura nella fede all’abbraccio paterno di Dio, è prendere coscienza che la morte ci apre le porte della Casa del Padre.  Morire è tornare a casa, all’abbraccio della Misericordia del Padre.

Preghiamo dicendo:

    Signore, solo Tu sei la nostra speranza.

Padre, quando la morte si avvicina a noi o nei nostri cari, fa che come Gesù poniamo in Te la nostra speranza certi  che tu ci richiami alla pienezza di vita.

Padre, nel nostro corpo segnato dalla Croce del tuo Figlio, tu hai impresso il tuo Nome: apri la porta della tua casa e accoglici alla tua mensa.

Padre, la risurrezione di Gesù tuo Figlio, apre ad ognuno di noi la speranza che risorgeremo come Lui al fine dei tempi secondo la tua volontà: non guardare ai nostri peccati legati all’umanità fragile, ma guarda a noi che, nonostante la nostra debolezza, vogliamo morire da cristiani.

LE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE

Riflettere – Pregare – Agire

 VESTIRE GLI IGNUDI

Il comando di condividere con l’umanità intera il calice del sangue versato dal Signore Gesù per liberarla dal male ci impegna a spogliarci di ogni pretesa di privilegio: possiamo perciò anche noi, come S. Martino, nato 1600 anni fa proprio nelle nostre terre, comprendere che, quando a nostre spese restituiamo secondo giustizia a un ignudo il suo vestito e la sua dignità, moltiplichiamo universalmente sia la disponibilità dei beni vitali necessari, sia le ragioni della convivenza fraterna.

Preghiamo insieme e diciamo:

        Sangue di Gesù, accendici di misericordia!

Sangue di Gesù, che anche oggi sei versato sul mondo dalle vene dei martiri, riscalda la nostra tiepidezza, rinfranca la voce della profezia nella Chiesa, innamoraci della povertà: ti preghiamo!

Sangue di Gesù, che scorri nel nostro corpo per la comunione al tuo calice, accendi in noi lo sguardo che, vedendo le nudità e la vergogna dei poveri intorno a noi, ci determina alla condivisione di una comune veste e dignità: ti preghiamo!

Sangue di Gesù crocifisso, che ricadi su di noi ogni volta che la dignità di una persona è violata, non esserci di condanna, ma di riscatto dall’egoismo del benessere, affinché sappiamo rivestire l’intero mondo ignudo con la veste indivisibile della tua regalità.

 ALLOGGIARE I PELLEGRINI

Da una lettera che alcuni bambini calabresi hanno scritto a Papa Francesco ieri, in occasione dell’iniziativa “Treno dei bimbi”.

«Abbiamo riflettuto su tutti quegli adulti e bambini che lasciano la loro terra a causa della guerra e delle persecuzioni. Molti non riescono nemmeno a raggiungere la meta a causa di quelle onde che dovrebbero garantirgli la salvezza e che, invece, li tradiscono e li portano alla morte. Pensiamo a loro e non riusciamo a capire come nel mondo possano esserci tante ingiustizie. Promettiamo di accogliere chiunque arriverà nel nostro paese, senza considerare chi ha un colore di pelle diverso, chi parla una lingua differente o professa un’altra religione, un nemico pericoloso».

Diciamo assieme:

       O Signore, rendici capaci di amare

Perché impariamo ad accorgerci delle tante situazioni di bisogno accanto a noi, preghiamo.

Perché sappiamo essere accoglienti verso quanti fuggono dai loro Paesi per scampare alla morte o alla ricerca di una vita più dignitosa, preghiamo.

 VISITARE GLI AMMALATI

Dal messaggio del S. Padre per la XXIV Giornata Mondiale del Malato 2016.                              

 “Chiediamo a Gesù misericordioso, attraverso l’intercessione di Maria, Madre sua e nostra, di concedere a noi tutti la disposizione al servizio dei bisognosi e più concretamente dei nostri fratelli e delle nostre sorelle malati. Talvolta questo servizio può risultare faticoso, pesante, ma siamo certi che il Signore non mancherà di trasformare il nostro sforzo umano in qualcosa di divino. Anche noi possiamo essere mani, braccia, cuori che aiutano Dio a compiere i suoi prodigi, spesso nascosti. Con l’aiuto discreto a chi soffre si prende sulle spalle la croce ogni giorno e si segue il Maestro; e anche se l’incontro con la sofferenza sarà sempre un mistero, Gesù ci aiuta a svelarne il senso.”

Preghiamo insieme e diciamo:

      Rendici, Signore, strumenti del tuo amore.

Per tutte le famiglie cristiane, perché soprattutto nei momenti della sofferenza, animate dallo stesso spirito di Maria, Madre della Misericordia, si aprano alle necessità di chi è più provato nel corpo e nello spirito per assisterlo con amore fraterno, preghiamo.

Per tutti coloro che sono impegnati al servizio dei malati, perché con la loro opera quotidiana sappiano testimoniare l’amore di Cristo per i sofferenti e diventino così il volto della tenerezza di Dio verso i più deboli, preghiamo.

Per le nostre comunità, perché, vinte le ansie ed i timori, si accostino con amore e dolcezza a chi soffre e possano riscoprire nella carità verso gli ammalati il significato più profondo della vita e della solidarietà umana, preghiamo.

arciprete cutFesteggiato a Basiliano il 50º anniversario di sacerdozio di monsignor Luciano Nobile, arciprete del duomo di Udine. La messa solenne nella parrocchiale di Sant’Andrea è stata celebrata dal festeggiato che ha ricordato il suo anniversario di ordinazione sacerdotale, avvenuta nel giugno del 1966, proprio nella cattedrale dove ora egli è parroco-arciprete. Monsignor Nobile, nato e cresciuto a Basiliano, celebrò la sua prima messa nel paese natio, circondato dall’affetto dei cittadini. A Basiliano ha mantenuto sempre fortissimi legami con la comunità, i familiari e tutti i paesani. Durante la cerimonia liturgica di ieri, accompagnata da strumenti musicali, all’organo Serena Petris, violini Guido Freschi e Francesco Fabris, violoncelli Francesca Favit e Giovanni Fabris, gli è stato di nuovo manifestata gratitudine e stima, da tutti i parrocchiani, dai sacerdoti, dai diaconi, dalla cantoria della parrocchia di Sant’Andrea di Basiliano unita al Coro della parrocchia del Cristo di Udine, diretti dal maestro Ferruccio Fabris. Monsignor Nobile è anche parroco della parrocchia del Cristo e ricopre pure l’incarico di vicario urbano di Udine. È membro della Commissione per la formazione permanente del clero dell’Arcidiocesi. I suoi incarichi giovanili furono: viceparroco nelle parrocchie di San Paolo di Udine,

Mortegliano e Rivignano. Successivamente parroco a Pavia di Udine e San Quirino a Udine. Nel 1994 fu nominato rettore del seminario interdiocesano di Pagnacco (per le diocesi di Gorizia, Trieste e Udine) e delegato episcopale per il diaconato permanente. Dal 2004 è parroco del Duomo di Udine.

da Messagero Veneto


SE DESIDERI MANDARE UN MESSAGGIO A MONS. LUCIANO, COMPILA IL FORM.

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Carissimi, ci stiamo avviando verso la Solennità dei Santi Ermacora e Fortunato, Patroni della Diocesi e della città di Udine. Vogliamo vivere questo tempo di preparazione seguendo un duplice itinerario:

Spirituale: Viviamo le opere di misericordia che ci vengono proposte di settimana in settimana, riflettendo, pregando insieme in parrocchia e nelle nostre famiglie e  compiendo quei gesti semplici che danno sostanza alla nostra esistenza nella realtà di tutti i giorni.

Culturale: Partecipiamo agli “incontri di musica, arte e storia” che sono programmati in questo periodo dalla nostra Parrocchia  e di cui potete prendere visione su questo foglio.

Auguro a tutti un buon cammino.                                                                                                                           Don Luciano

 

Le opere di misericordia corporale

Riflettere – Pregare – Agire

 

DARE DA MANGIARE AGLI AFFAMATI

La fame continua a essere presente nel mondo, nonostante i progressi tecnologici e la crescita della produzione alimentare e industriale.  Non è il cibo che manca: manca un’equa distribuzione dei beni della terra. La fame è frutto della povertà e la povertà scaturisce dall’ingiustizia. Per dar da mangiare agli affamati non basta il gesto occasionale di misericordia che assicura un pasto a chi ne ha bisogno. La misericordia deve diventare stile di vita; deve portarci a evitare tutto ciò che è superfluo per destinarlo ai poveri, ai quali appartiene; deve indurci a vivere la condivisione: la misericordia di Cristo è stata ed è condivisione.

Preghiamo insieme: Ascoltaci, Signore.

Aiutaci, Signore, a riconoscere te in ogni fratello che ha fame e ad avvicinarci a lui con sollecitudine grande  e rispetto profondo.

Per questo noi ti preghiamo.

Fa’, Signore, che avvertiamo l’urgenza di un impegno serio per la costruzione di un mondo più giusto e bello per tutti.

Per questo noi ti preghiamo.

Fa’, Signore, che abbiamo fame di te affinché, nutriti del tuo amore, siamo capaci di offrire a ogni uomo non solo il cibo di cui ha bisogno ma anche il senso profondo della vita che abbiamo scoperto in te.

Per questo noi ti preghiamo.

 

DARE DA BERE AGLI ASSETATI

Dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati: queste due prime opere di misericordia corporale sono complementari, in quanto si riferiscono all’aiuto che dobbiamo dare in cibo e altri beni a coloro che più ne hanno bisogno. Tale attenzione si attua anche stando vicino a chi soffre di quella sete che potremmo definire “spirituale”: pensiamo alle persone anziane, lasciate troppo spesso sole e abbandonate, a chi viene emarginato per svariati motivi, a coloro che hanno fallito nella vita familiare e sociale.

Anche l’esperienza e il bisogno di Dio nella Bibbia sono spesso espressi attraverso il cibo: Gesù presenta se stesso sia con l’immagine del “pane vivo”, sia con quella della fonte a cui attingere per rinnovare il nostro spirito.

Preghiamo insieme: Ascoltaci, o Signore

Per le nostre comunità: perché dall’eucaristia possano trarre motivi di una profonda conversione nei  loro atteggiamenti verso la società civile, preghiamo.

Perché siamo capaci di riconoscere i doni che riceviamo da te, o Signore, e dalle persone che ci amano sapendo dire grazie, preghiamo.

Padre buono e magnanimo, hai fatto di noi una famiglia e ci hai donato Tuo Figlio: perché sia compresa e rispettata in ogni momento la dignità di ogni persona a partire dalle sue necessità quotidiane, preghiamo.   

       

INCONTRI DI MUSICA ARTE E STORIA 

LUNEDI’ 6 GIUGNO  ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL BEATO BERTRANDO

 ORE 9.00 CANTO DELLE LODI DAVANTI ALL’URNA CHE CUSTODISCE LE RELIQUIE DEL BEATO

ORE 20.45 CATTEDRALE

Angelo Floramo, Biblioteca Guarneriana di S. Daniele del Friuli

conferenza BERTRANDO TRA CHARITAS E SAPIENTIA: IL DRAMMA SACRO DI UNA VITA ESEMPLARE. 

CONCERTO DEGLI ORGANI STORICI DEL DUOMO

Organisti: Antonio Piani e Beppino Delle Vedove

 

MUSEO DEL DUOMO ORARI APERTURE: 10-13 e 15-20

 

DAL 3 AL 12 GIUGNO

orari 16-18: MUSEO DEL DUOMO

IL SUONO IN MOSTRA – RASSEGNA DI ARTE SONORA

INSTALLAZIONE DI MICHELE SPANGHERO a cura di CONTINUO ASSOCIAZIONE CULTURALE

MARTEDI’ 14 GIUGNO, MARTEDI’ 28 GIUGNO – MARTEDI’ 5 LUGLIO

ore 18.30: MUSEO DEL DUOMO

N.O.N. Siamo in mostra.

Nove Opere Nascoste, selezionate dai depositi, saranno esposte ed illustrate esclusivamente per le visite nelle date  indicate.

 

MARTEDI’ 12 LUGLIO   SS. Patroni Ermagora e Fortunato

ore 10.30: CATTEDRALE

SOLENNE PONTIFICALE  presieduto  dall’Arcivescovo

BENEDIZIONE DELLA CITTA’