Carissimi,

la solennità della SS. Trinità ci conduce alla contemplazione del nostro Dio che è famiglia di persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. A loro immagine siamo stati creati, in questo nome siamo stati battezzati, della santità del nostro Dio siamo stati rivestiti, a manifestare il suo amore siamo stati chiamati. La vocazione è alta. Il Signore ci ha corredati di quanto è necessario per dare al mondo buona testimonianza di Lui e della dignità della persona umana. La persona umana e la storia dell’umanità non corrono verso la dissoluzione ma verso la realizzazione perfetta della loro chiamata, poiché il Regno di Dio è presente in mezzo a noi e in noi.

Penso che la nota pastorale “Credo nella risurrezione di questa carne”, che è stata pubblicata nella Solennità di Pentecoste da parte dell’Ufficio Liturgico della nostra Diocesi con l’approvazione dell’Arcivescovo, giunga a proposito in questo tempo ed in queste feste, perché veniamo aiutati a vivere nella speranza della vita eterna che è già presente in noi a motivo del Battesimo.

In queste domeniche pertanto verrà pubblicato questo opportuno intervento pastorale che ci aiuta a vivere anche i momenti difficili che toccano le nostre famiglie, come la morte delle persone a noi care. Di domenica in domenica prendiamo pertanto visione di questo documento che ci viene offerto per orientarci secondo le indicazioni della chiesa e per accompagnarci con tenerezza nelle giornate del dolore che possono essere confortate dalla vicinanza della comunità cristiana ed illuminate dalla luce della fede.                                Il Parroco don Luciano Nobile

 

La solennità di Pentecoste è allo stesso tempo la conclusione e il culmine del tempo Pasquale, del tempo cioè nel quale la Chiesa ci invita a rivivere il mistero grande della Pasqua di morte e risurrezione di Gesù.

Questa festa ci richiama il momento in cui lo Spirito Santo, primo dono del Risorto, scende sulla Chiesa nascente, e dà il coraggio agli apostoli di uscire dal luogo in cui si trovavano per annunciare senza paura che Gesù è il Signore.

Questo grande dono non è solamente per gli apostoli, in realtà è un dono che possiamo ricevere ogni giorno, nella preghiera, e nella partecipazione ai sacramenti.

In particolare c’è uno dei sette Sacramenti che conferisce, a chi lo riceve, il grande dono dello Spirito Santo ed è appunto il sacramento della Confermazione chiamato anche della Cresima.

Questo sacramento nelle nostre parrocchie per la maggior parte dei casi viene celebrato intorno ai 16-17 anni. Tuttavia come testimonia quella cinquantina di adulti che verranno cresimati questa domenica, non è un obbligo, non esiste un’età giusta per ricevere questo dono, tutti noi viviamo ogni giorno nel tempo dello Spirito che chiama a lui i nostri cuori e la nostra vita. Certo però per ricevere questo dono, il primo passo necessario è quello di sentire la necessità di questo grande regalo e poi quella di mettere in movimento i nostri piedi e soprattutto il nostro cuore in un cammino di preparazione.

E questa è proprio l’esperienza che per la prima volta ho avuto la Grazia di poter fare.  Quest’anno ho avuto la responsabilità, ma anche la grande gioia e consolazione, di accompagnare personalmente venticinque giovani-adulti a riceve il dono dello Spirito Santo. Ci siamo trovati con assiduità ogni mercoledì sera, da febbraio fino a metà maggio, sia in presenza nella cappella feriale della chiesa di San Marco, sia on-line (quando le normative indicavano questa modalità). Ho trovato un gruppo di giovani uomini e donne che arrivavano, magari un po’ stanchi chi da una giornata lavorativa, chi da una giornata di studio, però contenti di poter fare assieme questo cammino, di dare nuova spinta alla propria fede, di poter approfondire quello a cui credono per prepararsi al ricevere al meglio il dono dello Spirito Santo.

Oltre agli incontri tenuti da me abbiamo avuto anche alcuni ospiti, tra cui don Loris Della Pietra, Rettore del Seminario e docente di Liturgia che ci ha fatti entrare nel rito della cresima per aiutarci a viverla al meglio e due scout d’Europa del gruppo Udine 1°, Arianna e Ivan, che ci hanno portato due forti testimonianze su cosa significhi vivere da cresimati, cosa cambia nella nostra vita, come possiamo essere testimoni di Gesù oggi, in questo mondo.

Al termine di questo percorso che culmina con la celebrazione della Cresima di questi adulti, ringrazio il Signore per avermi dato la possibilità di mettermi in gioco in questa avventura, e di avermi fatto conoscere persone che si impegnano e vogliono crescere nella fede, nell’amicizia e nell’adesione a Gesù.                                                           Don Christian Marchica, cappellano di S. Marco in Udine

 

“Dulà ca si nas, ogni erbe e pas” = “Dove si nasce, ogni erba pasce” è un proverbio friulano che dice il desiderio del cuore: di tornare al paese di origine. I nostri emigranti dei secoli passati hanno vissuto con nostalgia questa esperienza e, quando hanno potuto, son tornati in Friuli. C’è qualcosa che attrae, che va al di là di tutti i ragionamenti, le convenienze o le opportunità.

Così è anche per Mercedes che ha deciso di tornare a Santo Domingo dopo oltre trent’ anni di permanenza in Italia, al servizio di qualche famiglia. Si è meritata la cittadinanza italiana…che dovrebbe giungere  in questi giorni. Ci sono tante persone che, provenendo da altri Paesi, qui lavorano meritando il nostro appezzamento ma Mercedes si è fatta benevolmente notare per la sua espansività e per la semplicità dei suoi rapporti con tante persone nella nostra Parrocchia. Perciò la sua partenza non può passare sotto silenzio. Questa facilità di relazione sincera l’ha resa simpatica a tutti. Anche le situazioni imbarazzanti, come quella di un gruppo di ragazzi che, passando per la strada bestemmiavano, non le impedivano di intervenire con decisione e severità. La “migrante” che non ha frequentato molte scuole ma qui ha lavorato sodo, sa che l’educazione ed il rispetto sono un dovere civico da osservare, tanto più se si tratta di Dio. Ha destato in noi tenerezza il suo modo semplice e caldo di rapportarsi con Gesù e la Vergine Maria. Al termine della S. Messa i suoi gesti ed i suoi atteggiamenti inizialmente destavano in noi meraviglia e qualche perplessità.

Noi siamo compassati e controllati in ogni espressione religiosa. Difficilmente esprimiamo all’esterno i nostri sentimenti. Facciamo fatica ad elevare le braccia verso l’alto, ad inginocchiarci, a far sentire la nostra voce nella preghiera e nel canto. La nostra religiosità è tante volte relegata nella sfera della mente, del pensiero, nel nostro intimo, poco coinvolge il nostro corpo.

Chi frequenta la S. Messa delle ore 12.00 alla Domenica, dai primi banchi, sente rispondere alle preghiere ad alta voce e cantare non sempre all’unisono con gli altri. È Mercedes. Lei segue il sentiero che corre accanto alla strada che percorrono gli altri.  Che importa se non è in sintonia? Lei canta, ci mette il cuore, il suo sentimento. Prega. Alla fine non manca una piccola danza davanti al crocifisso, accompagnata da un canto intonato con voce sommessa e da una carezza ai piedi di Gesù. Poi si sposta davanti all’altare della Madonna della Provvidenza e con Lei parla come con una persona viva. La preghiera termina con un soffio sul palmo della mano aperta, facendo scivolare delicatamente un bacio verso la Vergine Maria. Quindi viene a salutare quanti si attardano in chiesa. La nostra perplessità iniziale, col tempo si è tramutata in simpatia, rispetto ed affetto. Se qualche volta mancava alla Messa, subito ci si preoccupava: “Dov’è Mercedes? Come mai non c’è oggi? Forse sta poco bene?” La sua assenza veniva notata. Ora, purtroppo per noi, a questa assenza ci dovremo abituare. Mercedes torna nella sua terra, alla sua città di Santo Domingo, tra la sua gente. Ci mancherà. Ma resterà nel nostro ricordo il sorriso di una signora semplice e ricca di fede e di bontà

“Carissima Mercedes, ci manterremo uniti nella preghiera presso il Signore durante la S. Messa che hai sempre frequentato e che è stata tuo sostegno in questi anni trascorsi tra noi. Ci lasci un buon ricordo di te. Ti ringraziamo per la fedele presenza nella nostra chiesa cattedrale e per il tuo buon esempio. Ti auguriamo un buon viaggio e tanti anni di vita nel tuo paese di origine, sotto la protezione di Santo Domingo! Un cordiale saluto a nome di tutti, unito alla benedizione del Signore”.                   Il Parroco Mons. Luciano Nobile

 

 EDUCARE ALLA FEDE E’ CAMMINARE INSIEME PER ASCENDERE

 

Preparare i bambini al primo incontro con Gesù Risorto, presente e nascosto sotto le specie eucaristiche è una missione ed un privilegio. Forse mai capiremo la grandezza e l’importanza di aiutare i bambini ad “ascendere”. Mi sono messa accanto a 46 bambini divisi in 4 gruppi ed ho camminato con loro, qualche volta velocemente, altre volte rallentando il passo a motivo della situazione che tutti conosciamo ma sempre ci siamo tenuti per mano. Quando non si poteva incontrarci in presenza, abbiamo mantenuto le relazioni settimanali con messaggi, piccole verifiche, battute simpatiche, raccomandazioni, indicazione di pagine da leggere, ecc… Così con i bambini ma anche con i genitori. Ma perché? Perché ce l’ha detto Gesù: Andate, predicate il mio Vangelo. È questo l’orizzonte di senso della vita di ogni cristiano. Siamo mandati a portare una bella notizia. Nessuna pretesa di essere determinanti, indispensabili, ma confidiamo nello Spirito Santo che parla, che guida, soffia e conduce dove vuole. Lui dona la forza della testimonianza ma dà anche la libertà del distacco dall’opera compiuta con umiltà e la giusta serenità se i risultati non sono pari alle umane aspettative. La festa dell’Ascensione di Gesù al cielo giunge a proposito, proprio oggi. Gesù sale al cielo e ci manda a continuare la sua opera, ci invia sul mare aperto a proclamare la vittoria sul male e sulla morte, frutto dell’amore di Dio per noi. Ci ha messo tra le mani questa buona notizia da divulgare, da far sapere, da vivere. Il suo amore cambia la vita, trasfigura l’esistenza, apre i cuori alla speranza e alla gioia. Questa missione non è impossibile perché il Risorto ci precede e ci accompagna, lo Spirito dà vita e feconda l’opera. Ho cercato di accompagnare per tre anni questi bambini, coinvolgendo anche i genitori. Sono passati troppo in fretta, ma è già preventivato il quarto. Veramente è stato un cammino percorso insieme. Date le circostanze che ci hanno coinvolti a livello locale e mondiale, è stato un anno a dir poco particolare, più vissuto, più sofferto.
Noi catechisti però non ci sentiamo mai soli. C’è un grande clima di fiducia, di aiuto e di stima reciproca tra noi. E poi ci sostengono e ci incoraggiano la presenza, la parola, le visite settimanali di don Luciano che con semplicità si avvicina ai bambini. I suoi interventi anche se brevi, sono sempre azzeccati, lasciano il segno e una carezza alla mente e al cuore dei bambini. Verso le catechiste poi usa sempre l’arte di tranquillizzare e di ridimensionare ogni ansia e preoccupazione. Rimane comunque sempre emozionante e non privo di timori il compito che Dio ci chiede: accompagnare questi “fiori del suo giardino” nella loro crescita, nella loro ascensione all’incontro con Gesù Risorto, presente nel sacramento della Eucaristia. È una espressione un po’ logorata dall’uso, non ci stupisce più di tanto, non ci meraviglia più, mentre dovrebbe “deflagrare come una fissione nucleare”, perché qui non si tratta di atomi, ma del Figlio di Dio in persona. Gesù ha scelto di essere presente tra noi in modo così “assolutamente nascosto” che alle volte neppur ci accorgiamo della sua presenza reale nel tabernacolo. Egli è sempre presente, silenzioso e nel contempo eloquente.  In questi tre anni si è creata una bella complicità con le famiglie. Sebbene sia poco il tempo dedicato a loro, via via i legami si sono stretti e si è fatta sempre più evidente la consapevolezza di essere un’unica famiglia che insieme prega il Padre. I legami non si allenteranno nel tempo anzi… li porteremo in cuore per la vita. Invio un caloroso saluto a tutti e specialmente ai bambini della Prima Comunione.                                       Suor Valentina Riva

CHIESA DI SAN PIETRO MARTIRE 

SABATO 22 MAGGIO

 

ORARIO DELLE SANTE MESSE

Ore 7.30 – 10.00 – 11.30

Ore 12.30  S. Messa-Rito Cattolico Orientale – Lingua ucraina.

Ore 17.00 Recita del S. Rosario.

Ore 17.30  S.Messa della Vigilia di Pentecoste.

Benedizione  delle rose dopo ogni Santa Messa.

 

Raccomandazioni ai fedeli

1) Igienizzare le mani all’entrata della chiesa, indossare sempre la mascherina, osservare le distanze, occupare i posti già segnalati.

2) Non affollare la S. Messa delle ore 10.00 ma distribuirsi anche negli altri orari, perché il numero delle persone è limitato dalle norme.

3) Portare con sé i fiori perché in chiesa non saranno distribuiti né fiori, né medagliette, né ricordini di S. Rita.

4) I lumini ed i ceri si possono ritirare agli ingressi della chiesa e consegnarli agli incaricati che provvederanno all’accensione davanti all’altare di S. Rita.

5) Non fare ressa davanti all’altare di S. Rita. Bisogna mantenere la distanza almeno di un metro tra le persone.

Il manto di luce e il volto bello della chiesa

 

“Fatima – aveva spiegato Papa Francesco nell’omelia della messa celebrata sul sagrato del Santuario mariano il 13 maggio 2017 – è soprattutto questo manto di Luce che ci copre, qui come in qualsiasi altro luogo della terra quando ci rifugiamo sotto la protezione della Vergine”. Una Madre a cui aggrapparsi, fonte di speranza vera e faro per i piccoli pastorelli che da qui presero forza “per superare le contrarietà e le sofferenze”.

“Non potevo non venire qui per venerare la Vergine Madre e affidarLe i suoi figli e figlie. Sotto il suo manto non si perdono; dalle sue braccia verrà la speranza e la pace di cui hanno bisogno e che io supplico per tutti i miei fratelli, per i malati e le persone con disabilità, i detenuti e i disoccupati, i poveri e gli abbandonati”.

“Sotto la protezione di Maria, siamo nel mondo sentinelle del mattino che sanno contemplare il vero volto di Gesù Salvatore, quello che brilla a Pasqua, e riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando è missionaria, accogliente, libera, fedele, povera di mezzi e ricca di amore”.

 

Papa Francesco a Fatima

 

Ringraziamo don Federico Grosso che nel Tempo Quaresimale e Pasquale ci ha aiutati a rivisitare il Concilio Vaticano II° presentandoci le Costituzioni dogmatiche con chiarezza e competenza e rispondendo alle numerose domande a lui rivolte. È stata una occasione proficua per quanti hanno partecipato al corso (20-30 persone circa) tenuto on line. Bisogna conoscere per poter parlare del Conc. Vat.II° e per cambiare mentalità in una chiesa che cammina nel mondo contemporaneo portando gioia e speranza.

RIVOLGI A NOI GLI OCCHI TUOI MISERICORDIOSI

 

Cari fratelli e sorelle,

                                  Papa Francesco ci invita a partecipare, lungo tutto il mese di maggio, ad una “maratona” mondiale di preghiera a cui ha dato questo tema: “Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio”. Ha scelto 30 Santuari mariani di diverse nazioni che, a turno, guideranno la recita del Rosario alla quale sono invitati ad unirsi tutti i santuari dedicati alla Vergine Maria, tutte le comunità cristiane, le famiglie e ogni fedele. Contribuiamo anche noi a formare questa grande rete di preghiera innalzata verso il Cuore materno di Maria. Come alle nozze di Cana, interceda con noi e per noi per ottenere da Gesù le grazie di cui abbiamo bisogno noi e di cui ha bisogno la Chiesa e tutta l’umanità, in particolare, la liberazione dalla pandemia. I nostri santuari mariani e le parrocchie promuovano questa rete di preghiera con le iniziative che valuteranno più opportune. Ognuno di noi tenga in tasca, nella borsa, in auto una corona del Rosario per poter prenderla in mano ed entrare in preghiera quando ha tempo a disposizione. Alla recita del Rosario possiamo aggiungere anche altre suppliche a Maria. La Vergine delle Grazie rivolga a noi “gli occhi suoi misericordiosi”.

1° maggio 2021                                                                                                                     + Andrea Bruno Mazzocato Arcivescovo di Udine

 

 

«Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,

Santa Madre di Dio».

 

Nella presente situazione drammatica, carica di sofferenze e di angosce che attanagliano il mondo intero, ricorriamo a Te, Madre di Dio e Madre nostra, e cerchiamo rifugio sotto la tua protezione.

O Vergine Maria, volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l’anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini. Infondi fiducia in chi è in ansia per il futuro incerto e per le conseguenze sull’economia e sul lavoro.

Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa dura prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Come a Cana, intervieni presso il tuo Figlio Divino, chiedendogli di confortare le famiglie dei malati e delle vittime e di aprire il loro cuore alla fiducia.

Proteggi i medici, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari che in questo periodo di emergenza sono in prima linea e mettono la loro vita a rischio per salvare altre vite. Accompagna la loro eroica fatica e dona loro forza, bontà e salute.

Sii accanto a coloro che notte e giorno assistono i malati e ai sacerdoti che, con sollecitudine pastorale e impegno evangelico, cercano di aiutare e sostenere tutti.

Vergine Santa, illumina le menti degli uomini e delle donne di scienza, perché trovino giuste soluzioni per vincere questo virus.

Assisti i Responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità, soccorrendo quanti mancano del necessario per vivere, programmando soluzioni sociali ed economiche con lungimiranza e con spirito di solidarietà.

Maria Santissima, tocca le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro.

Madre amatissima, fa’ crescere nel mondo il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia, nella consapevolezza del legame che tutti unisce, perché con spirito fraterno e solidale veniamo in aiuto alle tante povertà e situazioni di miseria. Incoraggia la fermezza nella fede, la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare.

O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che Dio intervenga con la sua mano onnipotente a liberarci da questa terribile epidemia, cosicché la vita possa riprendere in serenità il suo corso normale.

Ci affidiamo a Te, che risplendi sul nostro cammino come segno di salvezza e di speranza, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.

                                                                                                                                                                                             Papa Francesco

 

 

INVITO: All’uscita della chiesa siete invitati a ritirare l’immaginetta della Madonna delle Grazie con la preghiera da recitare ogni giorno in questo tempo di pandemia.

Mese di maggio. È iniziato il mese dedicato alla Madonna.

Siamo invitati alla recita del S. Rosario nelle nostre famiglie oppure ogni giorno:

Chiesa di S. Giacomo  alle ore 17.00 

Cattedrale alle ore 18.30

Anche TV 2000 trasmetterà ogni giorno la recita dal S. Rosario dai vari santuari del mondo, dedicati alla Madonna.

Domenica 30 maggio ore 19.00 in Cattedrale: S. Messa e omaggio alla B.Vergine Maria alla fine del mese a Lei dedicato.