Video Messaggio dell’Arciprete Parroco monsignor Luciano Nobile in occasione del Santo Natale 2023

 

Carissimi fedeli che frequentate le chiese della nostra Parrocchia di S. Maria Annunziata,

vorrei con voi contemplare il Natale di Gesù come il grande e misterioso segno della pace che il Padre ci ha donato. È grande e misterioso perché passa attraverso una vita che nasce, che morirà atrocemente e che risorgerà come una piccola e potente luce che rischiara le tenebre del mondo. Infatti è dalla Pasqua che nasce l’anno liturgico che noi stiamo vivendo e che attraversa il tempo seminando speranza. Abbiamo vissuto l’Avvento come una progressione verso la luce che di domenica in domenica è cresciuta fino a raggiungere Colui che è la luce del mondo: Gesù, la nostra pace.
Contempliamo la pace.
Dove? Nella croce di Gesù. Non per nulla alcune icone antiche presentano la culla come una tomba e i panni che avvolgono il Bambino Gesù come le tele ritrovate nel suo sepolcro. Allora contempliamo oggi la pace messa in croce là dove imperversano la guerra, la miseria, l’odio, la violenza, la cattiveria, dalla minimaalla più grande. Quel palo verticale che va dalla terra al cielo ci chiama forse a guardare in alto, ad un umanesimo aperto al trascendente.
“Ed uscimmo a riveder le stelle…Puro e disposto a salire alle stelle….L’amor che move il sole e le altre stelle…” (Dante).
La preghiera, come incontro personale e comunitario con Dio, ci apre all’eterno, indirizza e dà senso al nostro faticoso camminare sulla terra, bisognoso di speranza. La pace è dono suo. Va pregato, accolto e testimoniato.
Costruiamo la pace
Nella croce c’è un palo orizzontale, che stende le sue braccia per raggiungere tutti. È l’abbraccio affettuoso di Gesù al mondo che si realizza anche attraverso tutti gli abbracci nostri in famiglia, con i vicini di casa, nel volontariato, nell’assistenza ai malati, nella comunicazione della fede, negli esempi di bontà che compiamo e che alle volte costano quanto una croce. Così ha fatto Gesù. In tutti gli ambienti. Nella case dove entrava, lungo le strade che percorreva in Palestina.
Uno sguardo al Presepio
Il presepio che ammiriamo in chiesa vuole indirizzarci a questi pensieri. La terra soffre la sete, la freddezza, l’aridità del deserto umano. Ha sete di amore, realizzato come stile di vita donata, non possessivo ed invadente, di pace che non si accontenta soltanto del silenzio delle armi, di giustizia che non divide i beni in parti eguali tra diseguali, di felicità che è gioia condivisa, non chiasso provocato ad arte per confondere i cuori, di luce che non acceca ma aiuta a vedere anche le altrui necessità e a fare il bene. Questa nostra umanità cerca ansiosamente l’acqua fresca che zampilla ed il fuoco che riscalda, la luce che illumina le nostre notti. È il forte richiamo delle scene del presepio.
“Il Verbo si fece carne” in una famiglia, diventata realtà di salvezza perché aiuta a vincere la solitudine, la paura del futuro e dona forza per lottare e condividere la vita. Da quando il Figlio di Dio si è fatto carne anche noi siamo sua carne. Destinati alla vittoria attraverso la croce che è dono di sé nel mondo, per amore.
“Venne ad abitare in mezzo a noi”. Dio è solidale con noi e cammina con noi, ci sostiene e ci unisce in un unico corpo che è la chiesa. Restiamo perciò uniti in modo costruttivo, facciamo rete in famiglia, nelle realtà lavorative, nelle istituzioni, nelle associazioni. E tra le nazioni.
La tenda di Dio tra gli uomini
La capanna del presepio è la tenda di Dio tra gli uomini. I Magi si fermano in una tenda che non è lontana. Si consultano, cercano, leggono, dialogano, dubitano, scrutano i cieli, credono, e finalmente si fidano di una stella che li conduce fino alla misteriosa e vera tenda di Dio tra gli uomini, che è Cristo stesso. Lo incontrano. Lo adorano. Gli offrono i loro doni. Ma è Lui, il Signore, che offre se stesso, come ai Pastori. È il nostro cammino, il cammino dell’uomo che cerca felicità, che cerca la pace. L’angelo che sta a destra di chi guarda il presepe, sembra essere il tramite tra l’Amore infinito che riposa sul grembo di Maria e quello stesso amore che si manifesta nel dono della vita e riposa sul legno della croce. Questo mistero di amore nasce dalla Trinità, la cui immagine, dipinta da Gian Battista Tiepolo, è collocata sull’altare della cappella alle spalle di chi guarda la nascita di Gesù. Allora, con i personaggi che appaiono nel presepio, andiamo tutti verso la capanna di Betlemme, dove risplende la luce del mondo e risuona ancora il canto degli angeli al quale ci uniamo implorando: “Et interra pax”.
Carissimi, l’augurio più bello che vi posso rivolgere, anche a nome dei confratelli e dei collaboratori parrocchiali in occasione del Santo Natale, è questo: “Pax vobis”.

                                                                                                                 Mons. Luciano Nobile, parroco

 

IL MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO

“Creati per vivere nella luce”

 

Cari fratelli e sorelle,

si stanno accendendo anche quest’anno belle decorazioni luminose nelle case, nei negozi, nelle piazze e lungo le strade. Sono segni di festa che ricordano che ci siamo avviati nel cammino delle quattro settimane dell’Avvento verso il Santo Natale.

Anche il vangelo, annunciando la nascita di Gesù, con le parole dell’antica profezia di Isaia, parla di luce: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”. E prosegue: “Hai moltiplicato la gioia; hai aumentato la letizia” (Isaia 9,1-2). Chi ha visto quella luce, di cui parla il profeta, ha provato un sentimento spontaneo di liberazione e di gioia. Sappiamo per esperienza che il buio appesantisce e soffoca; una fiammella, anche piccola, che si accende è come una liberazione che ci attira perché gli uomini sono fatti per vivere nella luce.

Ascoltando tante persone avverto che c’è una diffusa sensazione di vivere un tempo sul quale sono calate pesanti e preoccupanti ombre di male e di morte. I mezzi di comunicazione, oltre ad alcune informazioni di politica o di economia, abbondano di quelle che chiamiamo “notizie di cronaca nera”; sia locali, come la tristissima uccisione della giovane Giulia che ha scosso l’Italia, che internazionali, come gli eccidi perpetrati su persone inermi nelle guerre che si sono scatenate. Un’ombra di morte è calata anche sulla Terra Santa.

Come uscire da queste tenebre che pesano su tutti noi? Come arginare il dilagare di questo male? Ben venga un’instancabile azione diplomatica, nella quale si distingue anche Papa Francesco, per far tacere le armi e riaprire spiragli di pace. Ben vengano leggi più severe per contrastare azioni di violenza mortale, in particolare sulle donne.

Ma non basta, perché questi interventi benemeriti non arrivano a toccare il luogo dove si annidano le tenebre del male; cioè, il cuore dell’uomo, l’intimo della sua coscienza. È da lì che poi esse escono e si diffondono con l’obiettivo sciagurato di sopprimere la vita e seminare sofferenze e morte.

Oltre a Dio, chi è in grado di penetrare nella nostra coscienza è satana, nemico della vita e dell’amore. Con le sue tentazioni disorienta la mente e il cuore dell’uomo come dentro una notte di pericolosa confusione che lo porta a desiderare di fare il male e lo spinge a compiere peccati contro Dio, contro sé stesso e contro i suoi simili.

In questo modo il demonio si crea degli alleati che escono allo scoperto con azioni, a volte terribili, di male; alcune, note a tutti, le ho appena ricordate.

Gesù è il Figlio di Dio Padre che è venuto tra gli uomini per portare la sua luce dentro le loro coscienze. È questa la luce preannunciata dal profeta Isaia che ho citato all’inizio.

Gesù ha acceso la luce della Compassione di Dio su noi uomini che, con il cuore oscurato dal peccato, diventiamo nemici di Dio, estromettendolo dalla nostra vita, e ostili se non nemici gli uni degli altri, fino anche alle estreme conseguenze.

Con umiltà e sincerità dobbiamo confessare che ognuno ha nel suo cuore delle ombre, più o meno dense di peccato. Il tempo dell’Avvento sia l’occasione provvidenziale per tornare ad aprire la nostra coscienza alla luce di Gesù che viene dal Cielo per portare la vera pace, come hanno cantato gli angeli la notte della nascita del Signore.

Buon Avvento in cammino verso il Santo Natale.                    + Andrea Bruno Mazzocato

 

 

LA CANDELA DI BETLEMME

 

La candela di Betlemme di questa settimana di Avvento indica la chiamata alla Salvezza che Dio offre a tutti. La prima chiamata di ogni cristiano si attua nel Battesimo attraverso cui riceviamo la Grazia che ci rende santi e veniamo accolti come figli di Dio nella Chiesa che è Madre.

 

 

 

Solennità dell’Immacolata Concezione della B.V. Maria.

SS. Messe con orario festivo (anche la Messa della Vigilia)

Ore 10.30 S. Messa in Cattedrale: Benedizione e consegna della veste e della Croce ai nuovi Pueri Cantores. Apertura ufficiale del Presepio, allestito dagli artisti Mirella Canciani e Lorenzo Chiavone.

Ore 17.00 nella Chiesa della Purità: I Pueri Cantores offrono un concerto di musiche natalizie .

Ore 19.00 in Cattedrale: l’Arcivescovo celebra la Messa ricordando il suo XXIII anniversario di Ordinazione Episcopale.

Ore 20.30 nella chiesa di S. Pietro martire: Concerto organizzato dagli “Amici di don De Roja” per la Casa dell’Immacolata di via Chisimaio.

 

Si accende una luce che cresce nel cuore

 

Carissimi fratelli e sorelle,

la nostra vita è fatta di tanti inizi. Ogni giorno si incomincia una nuova giornata, ogni mese, ogni anno si riprende il cammino. Dopo ogni incontro con la misericordia del Signore ci si rialza e si prosegue, sapendo che forse sarà sempre così, un continuo ricominciare con nuovi propositi, sinceri ma non sempre mantenuti.  Così il tempo di Avvento segna l’inizio del nuovo anno liturgico. È un itinerario che percorriamo insieme, vivendo i misteri di Cristo che ci accompagna sempre, perché possiamo assumere il suo stile di vita ed essere riconosciuti dal Padre come figli, animati dall’amore delle Spirito Santo.

L’inizio di un cammino, della vita, di un nuovo impegno è sempre gioioso, ricco di attese, pieno di speranza e di sogni. Iniziamo così il Tempo di Avvento. È un tempo forte, che richiede una certa decisione per la conversione, dopo il tempo ordinario vissuto nella perseveranza, costanza e pazienza, ma anche con la tentazione della stanchezza. Il tempo di avvento ci mette entusiasmo perché si accende una umile luce, fioca, debole che aumenterà di giorno in giorno, simboleggiata anche dalle 4 candele che accenderemo di domenica in domenica. Invochiamo oggi insieme il ritorno di Dio che ci risponde invitandoci alla vigilanza e alla conversione.

Venerdì si accenderà una stella nel firmamento della storia dell’umanità. È l’Immacolata che illumina il nostro cammino. Ella accoglie la presenza misteriosa del Figlio di Dio nel suo seno, per rallegrare con i suoi colori anche i nostri inverni, e dona gioia ed entusiasmo. “Il fiore della radice di Jesse si aprì, per accogliere Colui che la creò”.

È il breve commento della pittrice di questo quadro che ha per titolo: “La notte del desiderio”. È il desiderio della salvezza, anelito di ogni uomo. Mi è gradito, in questa occasione, pubblicare questa tela dipinta a olio da suor Wiltraud List, che ho conosciuto in Austria, diversi anni fa. Mi pare che ella abbia rappresentato con delicato sentimento e dolce realismo la terzina di Dante, posta come preghiera sulla bocca di S. Bernardo nel XXXIII canto del Paradiso:

“Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.”

Sostenuti da Maria Vergine e dal suo esempio di fedeltà e collaborazione col Signore, proseguiremo il nostro cammino gustando la promessa di consolazione e di perdono per le nostre infedeltà. La domenica “Gaudete” annuncerà la gioia per la liberazione ormai vicina. Poi prenderemo coscienza dell’agire misterioso di Dio che giunge ad abitare in mezzo a noi come luce che rischiara le nostre tenebre. Ed è Natale. Festa di luce. Luce nei cuori.

Buon cammino di Avvento a tutti in nomine Domini.                               Il vostro Parroco don Luciano

 

Il nostro cammino di Avvento sarà segnato da alcune iniziative che possono facilitare la nostra conversione e dare significato alla nostra attesa di Gesù che sempre viene nei sacramenti che riceviamo, viene a Natale, viene al termine della nostra vita e alla fine dei tempi. Egli sempre viene perché mai se ne è andato. È continuamente presente nella nostra vita.

Preghiera liturgica: Ogni giorno recitiamo le Lodi (ore 7.30) ed i Vesperi (ore 19) nella chiesa della Purità.

Ascolto della Parola di Dio: Ogni lunedì dalle ore 18.30 alle 19.30 Lectio Divina sul Vangelo della domenica seguente, nell’ Oratorio della Purità.

Carità: Visite ai parrocchiani nelle Case di riposo; visita ad un vicino di casa che ha avuto un lutto o una malattia recente; visita o telefonata ad una persona che vive sola… Una carità creativa che sa inventare strade nuove con l’intelligenza, con il cuore e con la fede. Raccolta di offerte per un istituto di bambini sordi del Congo, per le Suore Apostoline in Polonia, per le famiglie bisognose delle nostre parrocchie.

 

LA CORONA DI AVVENTO

Il significato della prima candela

 

Oggi, all’inizio della prima settimana di Avvento, accendiamo la prima candela, quella della speranza, chiamata “del Profeta”, perché ricorda le profezie sulla venuta del Messia.  È ancora una piccola luce, ma già arde della “più piccola delle virtù ma la più forte”, come Papa Francesco definisce la speranza, che è nascosta, ma tenace e paziente.  Ci dà la certezza che il buio scomparirà nella luce.