SANTE MESSE IN VIGORE DAL 1° DI SETTEMBRE 2024

1) Cattedrale di S.Maria Annunziata

Sabato: 19.00

Giorni festivi: Ore 7.30 – 9.00 – 10.30 – 12.00 – 19.00

2) Oratorio della Purità

da Lunedì a venerdì: Ore 7.30 e 19.00

Sabato: Ore 7.30; Ore 17.30 S. Messa in lingua friulana

3) Chiesa di S. Giacomo

Giorni feriali: Ore 10.00  S. Messa  – Ore 10.30 S. Rosario o Adorazione. Chiusa nel pomeriggio per i lavori di restauro dell’organo. Il S. Rosario delle ore 17.00 si recita nell’Oratorio della Purità.

Giorni festivi: Le Messe temporaneamente sono celebrate nella Chiesa di S. Pietro martire.

4) Chiesa di S. Pietro martire

Giorni festivi: Sabato ore 17.00 S. Rosario – Ore 17.30 S. Messa.

Domenica: ore 10.00 – Ore 11.30 S. Messa

CONFESSIONI

Lunedì (ore 9:30 – 11:00)Mons. Mariano Linossi
Martedì (ore 9:30 – 11:00)Mons. Davide Larice
Mercoledì (ore 9:30 – 11:00)Mons. Angelo Favretto
Giovedì (ore 9:30 – 11:00)Mons. Gianni Fuccaro
Venerdì (ore 9:30 – 11:00)Mons. Angelo Favretto
Sabato (ore 9:30 – 11:00)Mons. Giampaolo d’Agosto
Domenica (ore 7:30 – 8:30 / 9:00 – 10:00)Mons. Luciano Nobile
Lunedì (ore 16:00 – 18:30)Mons. Sandro Piussi
Martedì (ore 16:00 – 18:30)Mons. Mariano Linossi
Mercoledì (ore 16:00 – 18:30)Mons. Giuseppe Peressotti
Giovedì (ore16:00 – 18:30)Mons. Sandro Piussi
Venerdì (ore 16:00 – 18:30)Mons. Giampaolo d’Agosto
Sabato (ore 16:00 – 18:30)Mons. Giuseppe Peressotti
Domenica (ore 18:00 – 19:00)Mons. Luciano Nobile

SANTE MESSE FERIALI IN DUOMO DURANTE L’ESTATE

Anche i sacerdoti meritano un momento di sosta per riposare e curarsi. Pertanto durante l’estate si danno dei turni per garantire la presenza ed il servizio pastorale, specialmente la celebrazione dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione.

Negli anni scorsi abbiamo notato che durante l’estate la frequenza alla Messa delle 19.00, nei giorni feriali, è davvero limitata a pochissime persone, pertanto dal 15 luglio al 30 agosto questa Messa viene sospesa. In duomo ci sarà soltanto la S. Messa delle 7,30 del mattino. La Messa delle ore 10.00 nella chiesa di S. Giacomo, resta invariata.

 


SANTE MESSE

1) Cattedrale

Sabato: 19.00

Giorni festivi: Ore 7.30 – 9.00 – 10.30 – 12.00 – 19.00

2) Oratorio della Purità

da Lunedì a venerdì: Ore 7.30 e 19.00

Sabato: Ore 7.30; Ore 17.30 S. Messa in lingua friulana

3) Chiesa di S. Giacomo

Giorni feriali: Ore 10.00  S. Messa  – Ore 10.30 S. Rosario o Adorazione. Chiusa nel pomeriggio per i lavori di restauro dell’organo. Il S. Rosario delle ore 17.00 si recita nell’Oratorio della Purità.

Giorni festivi: Le Messe temporaneamente sono celebrate nella Chiesa di S. Pietro martire.

4) Chiesa di S. Pietro martire

Giorni festivi: Sabato ore 17.00 S. Rosario – Ore 17.30 S. Messa.

Domenica: ore 10.00 – Ore 11.30 S. Messa

Carissimi, nei mesi estivi cerchiamo un po’ di riposo, anche per dire a noi stessi che noi siamo più del nostro lavoro e delle nostre preoccupazioni che alle volte ci rincorrono e ci danno sempre fretta. Un momento di pausa serena ci fa bene. Troviamo così il tempo per le relazioni con i parenti e gli amici che forse abbiamo trascurato, per la lettura di un libro che teniamo da tanto nel cassetto o nella piccola biblioteca di famiglia, per donarci momenti prolungati di riflessione sulla vita, per incontrare Gesù nei sacramenti che vogliamo vivere con maggiore intensità. Un po’ di calma anche per la visita a città e a musei, la partecipazione a concerti di musica, qualche escursione in montagna o passeggiata lungo il mare. Perché non approfittare di quanto ci viene proposto in città?

Tutto con calma! Serve a ritrovare noi stessi e gli altri in una nuova dimensione. Che non succeda che dopo le vacanze rientriamo più stanchi di prima!

Non dimentichiamo chi non può permettersi una vacanza o chi è malato o anziano e attende una nostra visita. Ci sono persone, giovani e adulte, che fanno volontariato con dedizione fraterna, qui o in altre località lontane, e raccolgono il frutto della gioia per il dono che offrono. “Fare il bene, fa bene anche a te”

Un cordiale augurio a tutti di vacanze buone.                    Don Luciano, parroco

È TORNATO “BUEN CAMINO”

Diverse persone mi hanno chiesto di pubblicare il libro del mio pellegrinaggio a Santiago de Compostela avvenuto nel 2013. Mi è gradito annunciare che un certo numero di copie è a disposizione in fondo alla cattedrale per coloro che lo volessero leggere durante le vacanze. L’offerta è libera. L’accoglienza cordiale ed entusiasta, oltre le mie attese, mi ha gratificato. Con altrettanta cordialità sono grato a tutti i lettori.

 

Mi è gradito, al termine di questo anno pastorale, ricordare Roberto Lesa che per tanti anni ha offerto la sua opera gratuita come volontario nella chiesa di S. Giacomo ed ha aiutato i vari sacerdoti che in quella chiesa hanno celebrato i sacramenti ed i parroci che si sono susseguiti in questi anni nella parrocchia del Duomo. Vorrei scrivere anche a nome dei miei predecessori e con loro ripetere quanto ho detto nel giorno del suo funerale celebrato il giorno 11 aprile scorso: grazie. È una parola breve ed essenziale ma ricca di contenuto. Esprime la riconoscenza per il bene che ci ha voluto con sincerità, con la vicinanza e la condivisione delle preoccupazioni, con la generosità del collaboratore che sente di compiere un servizio nella chiesa, incoraggiando, sostenendo, spronando e adattandosi piano piano ai tempi che stavano cambiando. Faceva parte anche del Consiglio parrocchiale per gli affari economici e curava specialmente le relazioni tra i parroci e i sagrestani, suggeriva attenzioni senza invadenza, segnalando necessità che richiedevano interventi opportuni. Ora ci manca e debbo dire “mi manca” questa persona distinta ed elegante che mi teneva aggiornato sulle situazioni, con la quale spesso mi confrontavo anche se alle volte i pareri e le prospettive divergevano. Sempre corretto e rispettoso, direi un “signore”. In questi 20 anni siamo “cresciuti insieme” nella stima reciproca e nella disponibilità a servire, ognuno per la sua parte, il Signore ed il suo popolo. Fedele partecipe alla S. Messa domenicale, ha vissuto nella fede del Signore risorto nel quale ha fermamente creduto. Tutti davanti a Dio, proiettiamo le nostre ombre come quando siamo esposti al sole. Tutti abbiamo bisogno della sua misericordia. Roberto aveva uno zelo spiccato nel sostenere la “Associazione per il suffragio dei defunti”. Chissà quale folla festante ed immensa sarà stata ad accoglierlo in Paradiso. Ora continua a pregare per noi e noi per lui. Questi vincoli di fede sono forti tra noi. Non si spezzano con la morte ma restano vivi perché sono legami d’amore e l’amore che non finirà mai. È Dio stesso. Nelle mani di Dio deponiamo i nostri cari, sono le mani di un Padre amoroso, anzi innamorato di noi. Nessuno rapirà la nostra vita dalle sue mani. Permettete allora che pubbliche questa poesia di Anna Maria Galliano che mi pare interpreti la fede di Roberto nella vita eterna: Sarà come nascere, quel giorno.

“Sarà come nascere, quel giorno. Un grido ed un grande respiro:

si spezzerà il laccio e sbatterò le ali

e volerò nel tuo spazio, o Dio. E tutto sarà grande.

         Sarà come nascere, quel giorno. Un buio ed una grande luce:

         si apriranno gli occhi e fisserò lo sguardo

         e io vedrò il tuo volto, o Dio. E tutto sarà bello.

Sarà come nascere, quel giorno. Un’attesa ed una grande gioia:

io diverrò tuo figlio e scorderò il dolore

e danzerò nella tua casa, o Dio. E tutto sarà nuovo.

 

Ecco: tutto sarà grande, tutto sarà bello, tutto sarà nuovo. Il Paradiso, la perfetta comunione con Dio. C’è una prospettiva più bella? Intanto camminiamo con fiducia verso la meta, vivendo la fede, la speranza e la carità.

Il Parroco don Luciano. 

SARA’ COME NASCERE, QUEL GIORNO

Mi è gradito, al termine di questo anno pastorale, ricordare Roberto Lesa che per tanti anni ha offerto la sua opera gratuita come volontario nella chiesa di S. Giacomo ed ha aiutato i vari sacerdoti che in quella chiesa hanno celebrato i sacramenti ed i parroci che si sono susseguiti in questi anni nella parrocchia del Duomo. Vorrei scrivere anche a nome dei miei predecessori e con loro ripetere quanto ho detto nel giorno del suo funerale celebrato il giorno 11 aprile scorso: grazie. È una parola breve ed essenziale ma ricca di contenuto. Esprime la riconoscenza per il bene che ci ha voluto con sincerità, con la vicinanza e la condivisione delle preoccupazioni, con la generosità del collaboratore che sente di compiere un servizio nella chiesa, incoraggiando, sostenendo, spronando e adattandosi piano piano ai tempi che stavano cambiando. Faceva parte anche del Consiglio parrocchiale per gli affari economici e curava specialmente le relazioni tra i parroci e i sagrestani, suggeriva attenzioni senza invadenza, segnalando necessità che richiedevano interventi opportuni. Ora ci manca e debbo dire “mi manca” questa persona distinta ed elegante che mi teneva aggiornato sulle situazioni, con la quale spesso mi confrontavo anche se alle volte i pareri e le prospettive divergevano. Sempre corretto e rispettoso, direi un “signore”. In questi 20 anni siamo “cresciuti insieme” nella stima reciproca e nella disponibilità a servire, ognuno per la sua parte, il Signore ed il suo popolo. Fedele partecipe alla S. Messa domenicale, ha vissuto nella fede del Signore risorto nel quale ha fermamente creduto. Tutti davanti a Dio, proiettiamo le nostre ombre come quando siamo esposti al sole. Tutti abbiamo bisogno della sua misericordia. Roberto aveva uno zelo spiccato nel sostenere la “Associazione per il suffragio dei defunti”. Chissà quale folla festante ed immensa sarà stata ad accoglierlo in Paradiso. Ora continua a pregare per noi e noi per lui. Questi vincoli di fede sono forti tra noi. Non si spezzano con la morte ma restano vivi perché sono legami d’amore e l’amore che non finirà mai. È Dio stesso. Nelle mani di Dio deponiamo i nostri cari, sono le mani di un Padre amoroso, anzi innamorato di noi. Nessuno rapirà la nostra vita dalle sue mani. Permettete allora che pubbliche questa poesia di Anna Maria Galliano che mi pare interpreti la fede di Roberto nella vita eterna: Sarà come nascere, quel giorno.

“Sarà come nascere, quel giorno. Un grido ed un grande respiro:

si spezzerà il laccio e sbatterò le ali

e volerò nel tuo spazio, o Dio. E tutto sarà grande.

         Sarà come nascere, quel giorno. Un buio ed una grande luce:

         si apriranno gli occhi e fisserò lo sguardo

         e io vedrò il tuo volto, o Dio. E tutto sarà bello.

Sarà come nascere, quel giorno. Un’attesa ed una grande gioia:

io diverrò tuo figlio e scorderò il dolore

e danzerò nella tua casa, o Dio. E tutto sarà nuovo.

 

Ecco: tutto sarà grande, tutto sarà bello, tutto sarà nuovo. Il Paradiso, la perfetta comunione con Dio. C’è una prospettiva più bella? Intanto camminiamo con fiducia verso la meta, vivendo la fede, la speranza e la carità.

Il Parroco don Luciano. 

SANTE MESSE FERIALI IN DUOMO DURANTE L’ESTATE

Anche i sacerdoti meritano un momento di sosta per riposare e curarsi. Pertanto durante l’estate si danno dei turni per garantire la presenza ed il servizio pastorale, specialmente la celebrazione dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione.

Negli anni scorsi abbiamo notato che durante l’estate la frequenza alla Messa delle 19.00, nei giorni feriali, è davvero limitata a pochissime persone, pertanto dal 15 luglio al 30 agosto questa Messa viene sospesa. In duomo ci sarà soltanto la S. Messa delle 7,30 del mattino. La Messa delle ore 10.00 nella chiesa di S. Giacomo, resta invariata.


SANTE MESSE 

1) Cattedrale

Sabato: 19.00

Giorni festivi: Ore 7.30 – 9.00 – 10.30 – 12.00 – 19.00

2) Oratorio della Purità

da Lunedì a venerdì: Ore 7.30 e 19.00

Sabato: Ore 7.30; Ore 17.30 S. Messa in lingua friulana

3) Chiesa di S. Giacomo

Giorni feriali: Ore 10.00  S. Messa  – Ore 10.30 S. Rosario o Adorazione. Chiusa nel pomeriggio per i lavori di restauro dell’organo. Il S. Rosario delle ore 17.00 si recita nell’Oratorio della Purità.

Giorni festivi: Le Messe temporaneamente sono celebrate nella Chiesa di S. Pietro martire.

4) Chiesa di S. Pietro martire

Giorni festivi: Sabato ore 17.00 S. Rosario – Ore 17.30 S. Messa.

Domenica: ore 10.00 – Ore 11.30 S. Messa

 CONFESSIONI  

 Cattedrale

 in Penitenzieria


Successivi eventuali aggiornamenti verranno costantemente pubblicati su questo sito.


L’ABBRACCIO

Carissimi amici,

in questi giorni tutti abbiamo assistito con trepidazione e parlato della tragica vicenda vissuta da tre giovani sul greto del fiume Natisone, presso il ponte romano di Premariacco. Li abbiamo ricordati domenica scorsa durante la S. Messa, affidandoli al Padre che dona la vita nel tempo e nell’eternità.  Desidero condividere con voi i miei sentimenti perché tutti proviamo una certa commozione che ci rende partecipi del dolore dei famigliari delle vittime. Quando accade qualcosa di grave vicino a noi non si resta freddi. Tutti siamo sensibili. La disgrazia ci può rendere più umili, ci aiuta a cogliere i nostri limiti, intenerisce il cuore. Ci unisce. Ma causa senz’altro sofferenza che può innescare sentimenti di ribellione, indurire il cuore, intristire l’animo, spegnere relazioni.

La preghiera ci unisce

Qualcosa mi ha spinto ad andare alla casa funeraria per salutare e pregare per le due ragazze Bianca e Patrizia, anche se non ho mai conosciuto né loro né le loro famiglie. Non per curiosità. Non c’era nulla da curiosare. Solo per pregare, in silenzio. E’ quello che ho fatto per una decina di minuti. Poi ho salutato i genitori con una stretta di mano e, senza averci pensato prima, mi è uscita spontanea dalla bocca la domanda, che riconosco un po’ ingenua e forse scontata: “Posso pregare con voi?” Ho visto il gradimento nello sguardo dei genitori ed allora ho invitato tutti i presenti alla preghiera: Padre nostro… liberaci dal male, Ave Maria prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte, il ricordo del battesimo nel quale abbiamo ricevuto il germe della vita eterna, l’invocazione a Cristo Risorto che ha promesso “chiunque vive e crede in me non morirà in eterno”, la richiesta della misericordia del Padre che perdona e della forza dello Spirito Santo nel momento della prova. È stata una preghiera corale e partecipata. Poi ho preso commiato, in silenzio. All’uscita dalla sala qualche persona si è accostata per dirmi grazie. In questi momenti tutti abbiamo bisogno di rivolgere lo sguardo al cielo.

Una foto indelebile

Ma, da giorni ormai, ho davanti agli occhi la foto di quei tre ragazzi, abbracciati tra loro nel momento del pericolo. L’unione fa la forza, avranno pensato. Ma non è stata sufficiente, l’acqua impetuosa li ha travolti. Abbracciati per la vita, abbracciati dalla morte. Non è giusto. Sentiamo che questa è una violenza. La morte è nemica di Dio e dell’uomo. Ho ferma fiducia che questi giovani, abbracciati tra loro, siano stati abbracciati dal Padre buono che salva per la vita eterna. Non so se, proseguendo, sia opportuno cogliere qualche simbologia. L’acqua in natura è simbolo di vita, dove passa l’acqua nasce la vita ma l’alluvione è causa di morte. Nella Bibbia lo stesso, morte e vita si rincorrono: il diluvio, il passaggio del Mar Rosso. Nel battesimo siamo entrati con Cristo nella morte per risorgere a vita nuova. Morte e vita: la Pasqua permea i battezzati, la storia, l’umanità. È la luce della Pasqua che illumina il nostro cammino. Il Battesimo è l’abbraccio della SS. Trinità che ci ammette, in qualche modo, nella sua famiglia per vivere nel suo amore per sempre.

L’abbraccio esprime affetto, amore, confidenza, sostegno, fiducia. Allora l’abbraccio è un segno espressivo che dovrebbe accompagnarci sempre nella vita. L’aiuto reciproco nelle difficoltà, il sostegno nei momenti del dolore, l’accoglienza cordiale delle persone, le relazioni sincere tra noi, la vita serena nelle nostre famiglie sono “abbracci” che sostengono il cammino di un popolo che non si rassegna alla morte ma ama la vita.

Il vostro parroco don Luciano.

Giovedì 6 giugno abbiamo celebrato la Memoria del Beato Bertrando, patriarca di Aquileia (1334-1350). Un centinaio di persone hanno partecipato all’incontro organizzato dalla dott.ssa Maria Beatrice Bertone presso la prestigiosa sede della Fondazione Friuli. Dopo l’accoglienza espressa dal Presidente dott. Giuseppe Morandini ed il saluto del parroco mons. Luciano Nobile, il prof. Andrea Tilatti ha presentato alcuni aspetti della personalità del Beato ed il dott. Francesco Pertegato ha presentato i tessuti dei paramenti liturgici del tempo ed in particolare la dalmatica di Bertrando.

Un folto gruppo di persone provenienti da S. Giorgio della Richinvelda, dove il Beato Bertrando ha subito la morte violenta, hanno partecipato all’incontro e poi anche alla S. Messa in cattedrale, presieduta dal canonico mons. Giuseppe Peressotti che ha richiamato l’opera pastorale compiuta dal beato in tempi difficili.  Il piccolo coro degli adulti ha sostenuto i canti. Dopo la benedizione impartita dall’altare sotto il quale giace l’urna che contiene le sacre reliquie del Santo, la celebrazione si è conclusa presso la sala della Purità con un brindisi beneaugurante affinché la festa sia ancora più partecipata da parte popolo udinese.

“L’AUTOSTRADA PER IL CIELO”

Così diceva il beato Carlo Acutis, questo simpatico giovane dei nostri tempi, innamorato dell’Eucaristia e… dei social, che adoperava soprattutto per parlare di Dio e del suo rapporto con Gesù. Nell’Eucaristia ha trovato la sua gioia di vivere. Questo quattordicenne è un testimone della fede nel nostro tempo, in particolare per i giovani ma anche per gli adulti. Egli mostra la sua sete di felicità e la trova nell’Eucaristia, nell’incontro quotidiano con Gesù.  Sembra impossibile che un giovane oggi si innamori dell’Eucaristia. Il Signore fa sempre delle sorprese, in tutti i tempi. Ci coglie di sorpresa, quando meno ce l’aspettiamo. Chi avrebbe pensato che in questo tempo, in cui molti ragazzi si allontanano dalla S. Messa, sarebbe spuntato un “piccolo santo” proprio per mostrare anche a loro che l’Eucaristia è la fonte della gioia. E si tratta di una gioia che non si rinchiude in sé, ma si diffonde, raggiunge anche altri che la vogliono accogliere. Ho preso le mosse da questo giovane testimone per invitare a partecipare alla processione eucaristica questa sera, dopo la S. Messa delle ore 19.00 presieduta dall’Arcivescovo in cattedrale.

Che senso ha? 

Ma serve ancora andare per le strade in processione? A quale scopo? Vogliamo recare il segno concreto, reale, vivo della presenza del Figlio di Dio in mezzo a noi. Sì, proprio per questo. Andare in processione è in qualche modo desiderare e far sì che Gesù si incontri con tutti, perché Egli è venuto a portare l’amore del Padre a tutti e per tutti. D’altronde non è forse vero che Gesù ha fatto un lungo viaggio per venire a noi, dal cielo sulla terra? Ma non sono le processioni di una volta, quando la cittadinanza partecipava numerosa! È vero. Ma perché rinunciare? Siamo solo nostalgici di un tempo ormai passato o vogliamo trovare ancora un senso al nostro andare?

La prima processione di Gesù

La prima processione che Gesù ha fatto sulla terra è stata lunga, ma pochi vi hanno partecipato. Noi saremo senz’altro più numerosi stasera. La processione si è svolta da Nazareth fino ai monti della Giudea. I partecipanti: Maria, la madre che lo portava nel suo seno e certamente anche Giuseppe, rappresentante del Padre. Non so se ci fosse qualche altro.  Comunque non mi sembra sia stato un corteo numeroso. Mi dimenticavo, probabilmente il fedele asinello avrà fatto il suo nobile servizio di trasporto e sarà presente in altri momenti importanti della vita di Gesù. Poi Maria è entrata nella casa di Zaccaria e di Elisabetta che stava per diventare madre di Giovanni Battista, l’ha assistita e poi tornò a casa sua. Dove passa Gesù, il suo Spirito genera gesti di amore. Proprio ieri abbiamo celebrato la festa che ricorda questa delicata attenzione di Maria verso la sua parente.

Portiamo Gesù al mondo

Ecco, anche noi andiamo in processione all’esterno della chiesa portando Gesù e con Lui il nostro impegno concreto, che da Lui ha origine, di essere vicini ad ogni persona. Dalla S. Messa nasce la processione, cioè “procede” l’amore. Si tratta di condividere speranze, gioie e tristezze di questo nostro mondo e di portare in esso i germi della resurrezione, cioè i segni di vita generati dall’amore che ha mille colori, come sono diverse le persone che cercano di seguire Gesù di Nazareth. Allora la processione è sì lunga, è partita dal cielo, si snoda sulla terra e al cielo ritorna. Ed è numerosa, è costituita da tutti coloro che interpretano la vita come un dono e ne fanno un dono, come Gesù. E sono tanti nel mondo, un fiume immenso. Se questo è il senso della processione, allora siamo nella giusta direzione. Cari amici, buon cammino, al seguito di Gesù di Nazareth e di tanti fratelli e sorelle.

Don Luciano Nobile

IN CATTEDRALE:

Ore 19.00  S. Messa presieduta dall’Arcivescovo e processione eucaristica: Via Vittorio Veneto, Via Piave, Piazza Patriarcato, Via Manin, Piazza Duomo.

Sacramento della paura o della gioia per la comunione con Cristo?

Questo sacramento è dimenticato ormai perché fa ancora paura. Cerchiamo di comprenderlo in forma nuova, nel suo vero significato come ci è donato da Gesù e dal catechismo della chiesa cattolica. Tutti i sacramenti sono segni efficaci della grazia di Dio, del suo amore per noi. Chi riceve questo sacramento esperimenta l’amore di Dio che si china su chi è malato o anziano, su chi vive il proprio limite. Dio interviene come Padre amoroso per donare forza, serenità e pace. Viene a salvare, non a tormentare e a fare paura.

Chi amministra questo sacramento?

Il sacerdote unge sulla fronte e sulle mani con olio il malato dicendo: “Per questa santa Unzione e per la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo e, liberandoti dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi”

Chi riceve questo sacramento dell’unzione?

I malati e gli anziani. Coloro che sono in procinto di ricorrere ad una operazione importante.

Come si celebra questo sacramento?

Come tutti i sacramenti, l’Unzione dei malati è una celebrazione liturgica e comunitaria,sia che abbia luogo in famiglia, all’ospedale o in chiesa, per un solo malato o per un gruppo di malati. È molto opportuno che sia celebrata durante l’Eucaristia, memoriale della Pasqua del Signore.

Gli effetti della celebrazione di questo sacramento

Un dono particolare dello Spirito Santo. La grazia fondamentale di questo sacramento è conforto, pace e coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia o della fragilità della vecchiaia.

L’unione alla passione di Cristo. Per la grazia di questo sacramento il malato riceve la forza e il dono di unirsi più intimamente alla passione di Cristo: egli viene in certo qual modo consacrato per portare frutto mediante la configurazione alla passione redentrice del Salvatore. La sofferenza riceve un senso nuovo: diviene partecipazione all’opera salvifica di Gesù.

Una grazia ecclesiale. I malati che ricevono questo sacramento, unendosi «spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo», contribuiscono «al bene del popolo di Dio».Celebrando questo sacramento, la Chiesa, nella comunione dei santi, intercede per il bene del malato e questi, a sua volta, per la grazia di questo sacramento, contribuisce alla santificazione della Chiesa e al bene di tutti gli uomini per i quali la Chiesa soffre e si offre, per mezzo di Cristo, a Dio Padre.

Una consacrazione. L’Unzione degli infermi porta a compimento la nostra conformazione alla morte e alla risurrezione di Cristo, iniziata dal Battesimo. Essa completa le sante unzioni che segnano tutta la vita cristiana.

Il Battesimo ci ha donato la vita nuova, la vita eterna. La Confermazione ci ha fortificati e resi abili alla missione stessa di Cristo. Quest’ultima unzione completa la nostra conformazione a Cristo morto e risorto.

 

DOMENICA 16 GIUGNO ORE 10:30 IN CATTEDRALE

CELEBRAZIONE DELLA S. MESSA E DELL’UNZIONE DEI MALATI

Coloro che desiderano ricevere questo sacramento sono invitati ad iscriversi, lasciando il proprio nome e cognome ed il numero di telefono, per essere contattati dal Parroco che terrà per loro una catechesi pomeridiana durante la settimana precedente alla celebrazione.

Se ci fossero dei malati o anziani nelle vostre famiglie che non possono venire in chiesa, vogliate avvertire il parroco o un altro sacerdote, che verrà a portare ai malati ed agli anziani il dono dell’unzione e della comunione eucaristica.

ISCRIZIONI: Cognome e nome. Numero di telefono.

Sagrestia del Duomo o di S. Giacomo o di S. Pietro martire.

Ufficio parrocchiale tel. 0432-505302 Email: parroco@cattedraleudine.it