32^ Domenica del Tempo Ordinario
VOLGIAMO LO SGUARDO A GESÙ CRISTO NOSTRA SPERANZA
Lettera pastorale per l’anno 2024-2025
Seconda parte
LA SPERANZA, ANIMA DELLA VITA CRISTIANA
5. La speranza e la cura della vita interiore
La Chiesa si prende cura della fede dei battezzati introducendoli nella relazione con Dio, come figli di Dio nel Figlio Gesù Cristo, innanzitutto attraverso l’educazione alla vita di preghiera perché, come scrive Santa Teresa d’Avila, «La preghiera è un intimo rapporto di amicizia, un frequente intrattenersi da soli a soli con Gesù Cristo, Colui da cui sappiamo essere amati».
Vorrei pertanto invitare tutti voi a chiedere al Signore con perseveranza il desiderio della preghiera. La vita cristiana, infatti, «è fatta di apertura abituale alla trascendenza, che si esprime nella preghiera e nell’adorazione». Non c’è vita cristiana autentica senza preghiera!
Sono sicuro che Dio nostro Padre esaudirà questa richiesta se noi gliela presenteremo con la stessa fede della donna cananea (Mt 15,21-28) e con la stessa insistenza della vedova che si rivolge al giudice per avere giustizia (Lc 18,1-8).
Sarà lo Spirito Santo ad aiutare ciascuno di noi e le nostre comunità a individuare i luoghi, i tempi e le modalità per nutrire la nostra fede nella preghiera.
A questo proposito vorrei incoraggiare a proseguire tutte le iniziative che in diversi modi già da tempo sono presenti nella Diocesi e che rappresentano delle vere e proprie “scuole di preghiera”, che coinvolgono tanto i bambini dall’infanzia, quanto i ragazzi, gli adolescenti, i giovani e gli adulti, a partire dall’ascolto della Parola di Dio.
L’educazione alla preghiera personale va di pari passo con la formazione alla preghiera liturgica della Chiesa: è edificante constatare come stia diventando prassi abituale in numerose nostre comunità che fedeli laici e consacrati celebrino insieme Lodi e Vespri!
È bello anche vedere la cura con cui, valorizzando i carismi e i ministeri presenti, in tante comunità si preparano e si vivano le celebrazioni eucaristiche tanto in occasione delle Solennità come nelle domeniche del Tempo Ordinario.
Vorrei infine sottolineare l’importanza di dedicare personalmente e comunitariamente un tempo disteso per la preghiera di adorazione della Santissima Eucarestia: contemplando il Ss. Sacramento, con stupore e gratitudine vediamo colmata dall’Amore di Gesù Cristo l’infinita distanza tra il Creatore e noi creature, ed è alimentata la nostra Speranza di poter vivere alla Sua presenza nella vita eterna.
A pregare si impara pregando, ma è anche vero che, come i discepoli di Gesù, tutti noi abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci insegni a pregare! La tradizione della Chiesa non ha mai smesso di sottolineare l’importanza dell’accompagnamento spirituale per costruire sulla roccia di Gesù Cristo la casa della propria vita interiore.
Lo Spirito Santo ha sempre suscitato nella Chiesa persone che hanno avuto il carisma di accompagnare la crescita umana, cristiana e vocazionale dei battezzati, evitando loro di affrontare da soli le difficoltà della vita spirituale con uno stile prevalentemente “emozionalista” o caratterizzato dal “faccio da solo, così come mi sento”.
Mi auguro che al termine dell’anno giubilare possano essersi consolidate delle iniziative che siano segno del primato che attribuiamo alla vita interiore e alla formazione spirituale dei laici della nostra Diocesi.
6. La Speranza e il pellegrinaggio
I pellegrinaggi hanno costituito da sempre un’intensa esperienza spirituale sia a livello personale che comunitario. Lasciare la propria casa, i propri affetti, le proprie abitudini per dirigersi verso un santuario, spesso a piedi, con atteggiamento penitenziale, portando con sé solo l’essenziale per il cammino, è stata l’occasione per tanti cristiani per ripensare al senso della propria esistenza, riscoprire le radici profonde della propria fede e riprendere con speranza il cammino della vita.
In quest’anno giubilare anche noi avremo modo di alimentare la nostra fede e la nostra speranza attraverso un pellegrinaggio diocesano a Roma sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo alla fine di agosto 2025. Il mio auspicio è che questo pellegrinaggio diocesano sia il culmine di tanti percorsi che le Collaborazioni pastorali promuoveranno attraverso pellegrinaggi nei santuari e in alcune chiese della Diocesi. In questi santuari dopo adeguata preparazione personale e comunitaria, i fedeli potranno ricevere il perdono dei peccati nel Sacramento della Riconciliazione e attingere a quella particolare espressione della misericordia di Dio che è l’indulgenza, alle condizioni indicate da Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo.
(dalla lettera pastorale di Mons. Riccardo Lamba, Arcivescovo di Udine)