33^ Domenica del Tempo Ordinario

  • La Speranza e la Carità

Una delle cose che più mi ha impressionato in questi primi mesi dal mio arrivo in Diocesi è stato il fermento posto in essere da tante organizzazioni ecclesiali e della società civile che, attraverso la collaborazione di migliaia di volontari giovani e meno giovani, si prendono cura con amorevolezza delle persone più fragili.

A tutti loro vorrei esprimere la stima e la gratitudine per la generosità e la dedizione posta in essere in tante iniziative caritative, molte delle quali sono portate avanti con discrezione e riservatezza.

Sono sicuro che nel giorno del Giudizio Universale il Signore Gesù si rivolgerà loro dicendo: «“Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”».

Gesù ci passa accanto e ci viene incontro, infatti, nella persona del povero: il volto del povero ci mostra il volto di Gesù!

Il Giubileo sarà un tempo particolarmente propizio per proporre l’esercizio delle opere di misericordia materiali e spirituali, che saranno segno di speranza nella misura in cui consolideranno processi di accoglienza, di promozione umana e cristiana, di integrazione delle persone più fragili nelle nostre comunità. Voi siete un segno di Speranza per la Chiesa e per la società civile!

Nel corso di quest’anno sarà bello individuare insieme un “segno” di carità che vorremmo porre al termine dell’anno giubilare 2025, così come la creazione dell’asilo notturno lo fu per il Giubileo del 2000.

Conclusione

Termino riprendendo le parole di Papa Francesco per augurare a tutti che «il Giubileo possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, “porta” di salvezza; con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale “nostra speranza” per essere “segno” di speranza per tutti gli uomini e le donne che insieme a noi sono “pellegrini” in cammino verso la Gerusalemme celeste.

Santi Ermacora e Fortunato,

«Luminosi voi brillate
quali fari nella notte:
sostenete il buon cammino
della Chiesa di Aquileia.

Rischiarate il nostro buio,
ravvivate la speranza;
siate voi pastori e guide
per il popolo credente.»

Maria, donna obbediente alla Parola di Dio, madre di speranza, ci aiuti in questo anno giubilare a camminare insieme e a sempre meglio conoscere, amare e seguire Suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, per condividere con Lui, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, la Sua stessa vita immortale.

Invoco su di voi e le vostre famiglie la benedizione di Dio.

            + Riccardo Lamba
            Arcivescovo di Udine

Udine, 1 ottobre 2024
Memoria di Santa Teresa di Lisieux, patrona delle missioni