NOLITE TIMERE (Lc 2,10-11)
Carissimi, siamo giunti quasi al termine dell’anno giubilare che ci ha dato l’opportunità di riflettere sul nostro pellegrinaggio nella storia come portatori di una “Speranza che non delude”. Ora la nostra speranza si fa carne umana. Viene Gesù, il Figlio di Dio, e ci aiuta a prendere coscienza della situazione, con realismo.
Natale è anche fermarsi a riflettere. Non è solo luminarie esterne ma luce interiore. Si nota sempre di più la divisione tra le persone che pensano e quelle che non pensano. Crisi della società. Si usa dire “società liquida” perché nulla è sicuro, non il lavoro che è instabile, non la famiglia che vediamo così fragile mentre dovrebbe essere un caposaldo per una crescita serena dei figli e della società, non la comunità che è frantumata mentre dovrebbe essere il “villaggio” per educare le giovani generazioni. Tutto è precario. Il futuro ci appare incerto. La crisi della chiesa. Vede tanti abbandoni, nota tanta indifferenza, incontra tante difficoltà a trasmettere il Vangelo. La crisi mondiale: per le preoccupazioni economiche, per il cambiamento climatico, per l’instabilità politica, per le guerre. Si potrebbe continuare. Da qui nascono solo paure. Paura degli altri, paura di morire, paura delle calamità naturali.
Ed allora ci scoraggiamo? Chiudiamo gli occhi? Guardiamo semplicemente oltre la siepe per immaginarci un mondo di fantasia? Direi di no. “Non temete” dice l’angelo ai pastori “Vi annunzio una grande gioia per tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, vi è nato un salvatore che è il Messia Signore”. Il mondo non cambia perché stiamo con le mani in mano ad attendere, pieni di paura o rassegnati. L’attesa di un mondo migliore deve poggiare su una speranza solida e deve essere operosa. La nostra speranza è Cristo Signore. È il Regno di Dio, è qui presente e cammina dentro il nostro tempo. È il “Sole di giustizia” che sorge a Natale. È la creazione che sempre si rinnova. Questo Regno soffre sempre le doglie del parto e nasce continuamente nel tempo. La natura stessa ci parla. Dopo l’inverno viene la primavera, la notte cova l’alba, dopo il temporale appare l’arcobaleno nel cielo e torna il sole. È la natura che in qualche modo ci incoraggia.
Ma anche noi siamo chiamati a donare il nostro contributo perché il Regno cresca. Le paure che proviamo nel nostro tempo o ci rendono ciechi o ci aprono gli occhi. Ecco ci possono aprire gli occhi sulla situazione perché prendiamo coscienza che la storia non è nelle mani dei potenti del mondo ma è nelle mani di Dio. Coltiviamo la costanza del contadino che, nonostante la paura della grandine, continua a seminare con la speranza di poter raccogliere il frutto delle sue fatiche. Soprattutto ci prendiamo le nostre responsabilità: nelle istituzioni, nel lavoro, nella professione, nella scuola, nella politica, nella famiglia.
E poi non vi sembra che sia necessaria una grande alleanza tra le “agenzie educative” delle nuove generazioni?
Scuola, comunità, associazioni sportive sono una forza propositiva e promotrice di valori che si possono condividere. Ed infatti ci sono belle esperienze in atto e buone pratiche che meriterebbero essere raccontate e conosciute. Ma anche una alleanza tra le generazioni. Una immagine eloquente la richiama. La scena viene descritta da Virgilio nell’ Eneide: Enea fuggendo da Troia approda in Italia portando sulle spalle il vecchio padre Anchise e tenendo per mano il figlioletto Ascanio. Non c’è futuro senza il passato. Non ci sono piante senza radici e non ci sono frutti senza piante.
Carissimi, a voi tutti anche a nome del Capitolo metropolitano e di tutti i collaboratori della Parrocchia auguro buon Natale ed un anno ricco di opportunità di bene per il mondo. Questa opportunità viene posta anche nelle nostre mani.
Cordialmente
Il Parroco
Mons. Luciano Nobile



