LA LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dagli Atti degli Apostoli

At 2,1-11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Parola di Dio

 

Salmo Responsoriale
Dal Sal 103 (104)

R. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature. R.
Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.
Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. R.

Seconda Lettura

1Cor 12,3b-7.12-13

Fratelli, nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo. Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune. Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.

Parola di Dio

Sequenza
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Vieni, Santo Spirito,
riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.

Alleluia.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 20,19-23

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Parola del Signore

 

L’ECO DELLA PAROLA DI DIO

«Ricevete lo Spirito Santo»

 

Il protagonista di questa solennità di Pentecoste è lo Spirito Santo, la terza persona della SS. Trinità.

Perché Gesù risorto ci ha fatto dono dello Spirito Santo?

Per tanti motivi. Qui ve ne ricordo solo alcuni.

Primo motivo: per la remissione dei peccati. Dice Gesù nel brano evangelico odierno: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».

Secondo motivo: per essere nostro aiuto e sostenere la nostra testimonianza. Scrive S. Paolo nella seconda lettura della Messa della vigilia di questa solennità: «Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza…Egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio».

Terzo motivo: per ricordarci e farci comprendere l’insegnamento di Gesù. Nell’Ultima Cena dice Gesù: «…lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14, 26).Già da questi soli accenni, cogliamo il ruolo assolutamente necessario dello Spirito Santo per la vita della Chiesa e di ciascuno di noi. Sì, lo Spirito Santo è davvero l’anima della Chiesa!

Facciamo ora alcune riflessioni generali sullo Spirito Santo e la Chiesa.

La prima: lo Spirito Santo è la sorpresa nella Chiesa e della Chiesa. Così dovrebbe sempre essere la Chiesa. Così è sempre, di fatto, nella chiesa quando essa dà ascolto allo Spirito Santo, come fanno i santi. La loro vita è sorpresa, suscita meraviglia, provoca interrogativi…. La Chiesa della Pentecoste suscita il nuovo, il diverso, l’inedito, l’insospettabile. E’ creativa pur nella totale fedeltà a Gesù Cristo. Mette in imbarazzo, turba, scuote. E’ coscienza critica. E’ libera. E’ per Dio e per l’uomo.

La seconda: lo Spirito Santo si fa capire alla Chiesa e a tutti gli uomini di buona volontà. La buona notizia di Gesù è per tutti, non solo per gli iniziati, o gli uomini di cultura. Se la nostra parola diventa schermo, impedimento alla comprensione della «buona notizia», noi facciamo un grave peccato (esibizionismo?) La Chiesa della Pentecoste è la Chiesa della chiarezza e della semplicità anche se sempre a servizio della profondità.

La terza: lo Spirito Santo è inspiegabile. Cosa intendo dire? La Pentecoste è un fatto posto sotto gli occhi di tutti. E’ un fatto chiaro ed evidente, eppure inspiegabile.  Quale è la spiegazione del miracolo delle lingue? E’ lo Spirito Santo. Tutta la vita della Chiesa, tutti i doni e i carismi che ci sono in essa, sono grazie dello Spirito Santo per la sua coesione interna e la sua crescita, per la sua varietà e ricchezza spirituale, per la sua missione. La chiesa della Pentecoste deve fare problema, deve essere provocazione, proposta; non deve avere in sé stessa tutte le spiegazioni di quanto accade in lei: deve costringere a cercare altrove la vera causa del suo essere ed agire. Tutto il positivo che c’è nella Chiesa è opera dello Spirito Santo e di chi collabora con la sua azione di vita, di verità e di salvezza.

 La quarta: lo Spirito Santo libera la Chiesa da ogni chiusura.

Già Gesù aveva detto: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». La Chiesa della Pentecoste è una Chiesa che non sta al posto che vorrebbero alcuni uomini. Non rispetta un copione imposto; non si rassegna ad essere innocua, elemento decorativo, a restare in sacrestia o nel solo privato. La Chiesa della Pentecoste se sa rimanere a lungo nel Cenacolo, sa anche uscire fuori sulle piazze o per le strade ad annunziare il messaggio che le è stato affidato, a inquietare le coscienze, a denunziare l’ingiustizia della crocifissione di Cristo e di tutte le altre ingiustizie e crocifissioni della storia.

Il posto della Chiesa nel mondo, il suo ruolo, la sua missione, le modalità, l’umiltà, il coraggio, la perseveranza, devono provenire solo dallo Spirito Santo. Siamo noi la Chiesa della Pentecoste?                                                              Mons. Ottavio Belfio.

 

Carissimi,

innanzitutto ringrazio quanti hanno collaborato per la buona riuscita della Memoria di S. Rita che abbiamo celebrato il 22 maggio nella chiesa di S. Pietro martire: i sacerdoti, i sagrestani ed i volontari. Mi sembra che abbiamo vissuto insieme un momento di spiritualità, contemplando questa santa e ritrovando in lei qualche tratto della nostra esperienza di vita. Per questo è tanto popolare la sua festa. Ella è maestra di perdono, di preghiera e di sapienza perché si è lasciata guidare dallo Spirito Santo.

Il mondo è fatto di figli di Dio e di fratelli

E’ lo stesso Spirito che contempliamo oggi e che scende sugli apostoli, li trasforma, li rafforza e li invia a portare il lieto annunzio dell’amore di Dio che vuole fare di tutta l’umanità una sola famiglia. Anche noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo nel Battesimo e la pienezza dei suoi doni nella Cresima, siamo conformati a Cristo Signore, perché sappiamo vedere il mondo come lo vede Lui. Lo vede come un mondo fatto di figli suoi e, per quanto ci riguarda direttamente, fatto perciò di fratelli nostri.

Questa sera alla S. Messa delle ore 19.00 parteciperanno i 14 cresimandi adulti che durante il tempo quaresimale e pasquale si sono preparati alla Cresima, ascoltando una catechesi settimanale attraverso varie modalità di comunicazione. Mi sembra siano stati fedeli ogni mercoledì all’appuntamento. Vi chiedo di accompagnarli con la preghiera perché lo Spirito del Signore inondi i loro cuori e possano essere nel mondo capaci di annunziare il Vangelo con la vita e la parola.

Figli e fratelli deboli 

L’esperienza della fragilità che stiamo ancora provando in questo tempo, ci sta dicendo che necessitiamo della forza dello Spirito che ci corrobora, ci dona coraggio, ci entusiasma per una ripresa, sotto i vari aspetti della vita personale e comunitaria. Il cammino che ci attende non sarà facile, perciò bisogna mettere nel conto anche qualche sacrificio. Guardiamo fiduciosi al futuro e sosteniamo la speranza.

Tutto ci spinge a tenerci per mano, tralasciando egoismi ed interessi individuali, nella ricerca del bene comune.

La casa dell’umanità è stata scossa. Sentiamo il bisogno di rinnovare la nostra fede con un ascolto più assiduo della Parola di Dio, una partecipazione più fedele alle celebrazioni liturgiche, una testimonianza più concreta attraverso la carità, nelle sue varie forme, personali e comunitarie.

Siamo la chiesa del Signore. Non siamo una organizzazione, come potrebbe sembrare a chi sta a guardare dall’esterno. Grazie allo Spirito Santo, siamo una famiglia umana nella quale si realizza la comunione della SS. Trinità. Perciò siamo chiamati a sostituire i mattoni screpolati e fragili dell’egoismo con le pietre solide dell’amore che ci viene donato e che si manifesta nella collaborazione, nell’accoglienza, nella relazione sincera con Dio e tra di noi. Queste pietre hanno un nome: Una apertura maggiore alla grazia di Dio. La condivisione è normale tra i cristiani: chi ha, ha per dare. Una vita dignitosa, garantita a tutti. Una sobrietà ritrovata e praticata nelle nostre famiglie.

Ognuno faccia la sua parte, secondo le proprie responsabilità e possibilità.

Con tanta cordialità.                                                                                                                                               Don Luciano.

 

 

QUI il messaggio del 24.05.2020

UNA BELLA GALLERIA D’ARTE RELIGIOSA DA VISITARE

 

I bambini del catechismo, per la Solennità di Pentecoste, ci offrono alcuni disegni che loro hanno pensato, interpretando anche il senso di questo tempo, le loro sensazioni, i loro desideri, le loro speranze.

Sono esposti nella seconda cappella del Duomo, entrando a destra.

LA LITURGIA DELLA PAROLA

 

Prima Lettura

Dagli Atti degli Apostoli
At 1, 1-11

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Sal 46

RIT: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.
Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Seconda Lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Ef. 1, 17-23

Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.
Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro.
Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi
e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose:
essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

Parola di Dio.

Canto al Vangelo

Alleluia, Alleluia.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.

Alleluia.

Vangelo

Mt 28, 16-20
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Parola del Signore.

 

L’ECO DELLA PAROLA DI DIO

Il destino dell’uomo redento

 

La festa dell’Ascensione ci invita alla gioia, alla speranza e all’impegno. Cristo asceso alla destra del Padre è, infatti, la garanzia più sicura che la nostra speranza di vita eterna non sarà delusa. Aveva detto Gesù: «Vado a prepararvi un posto, perché là dove sono io, voglio che siate anche voi…».

Le condizioni per essere discepoli del Signore

Chiediamoci, ora, quali sono le condizioni, espresse in questo brano, per essere discepoli di Gesù Cristo? Sono due.

La prima condizione consiste in un gesto rituale, ma di efficacia straordinaria e dalle conseguenze molto impegnative: è il sacramento del Battesimo. Per essere discepoli di Gesù, bisogna essere battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Battezzare significa «immergere», cioè avere una profonda e vitale relazione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. In effetti il Battesimo ci rigenera, ci partecipa la vita stessa di Dio: ci fa figli del Padre, consanguinei di Cristo, dimora santificata dallo Spirito Santo; ci fa fratelli tra di noi, ci fa eredi dell’eternità di Dio. Ci rende santi. E la santità è la nostra vocazione.

La seconda condizione, per essere discepoli di Gesù, è la conoscenza e la pratica dell’insegnamento del Signore.

Dice il testo: «insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato». In altra circostanza Gesù aveva detto: «non chi mi dice: Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre che è nei cieli». Oppure: «Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile ad un uomo saggio che costruisce la sua casa sulla roccia”.

La promessa di Gesù

Il breve discorso di Gesù si conclude con un’esplicita promessa: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» La presenza di Gesù non è più legata alla corporeità della sua natura umana; ora Egli è presente ovunque «là dove due o tre sono riuniti nel suo nome» (Mt 18,20). La Chiesa è il luogo reale e privilegiato della sua presenza nel mondo. Egli inabita nella Chiesa. Essa «è il suo corpo», «la pienezza di Cristo» Ne sentiamo forte questa presenza? E’ fondamentale per essere veri discepoli del Signore Gesù! Questa intimità divina è l’anticipo su questa terra della pienezza di comunione con Dio nell’eternità. Dice S. Paolo: «Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù, il Padre della gloria, vi dia uno Spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di Lui….». Alla luce dello Spirito Santo comprenderemo che Gesù è salito al cielo per prepararci un posto, e che egli, nello stesso tempo, è sempre con noi. Da qui, e solo da qui, nascono la nostra profonda gioia e la speranza che sostengono il nostro perseverante impegno.

La missione

Vi faccio rilevare che nel brano evangelico sono espressi tre verbi fondamentali per la vita cristiana:

«Andate»: la vita cristiana è una realtà dinamica, è cammino senza sosta, è andare sempre avanti, sempre oltre, è crescere in tutte le direzioni del positivo.

«Predicate il vangelo a ogni creatura”: portate a tutti la buona notizia che Dio in Gesù Cristo, è venuto a salvarci, a dare le risposte fondamentali sull’origine, sul senso e sul destino della nostra vita.

«Battezzate»: il battesimo genera alla vita nuova, ci incorpora a Cristo: compito del cristiano è vivere nella logica del battesimo e «battezzare» ogni realtà cioè orientare tutto a Dio e alla sua volontà.                                          Mons. Ottavio Belfio.

Carissimi,

sono contento di poter porgervi un saluto e dire a ciascuno: “Bentornato!”

Vorrei farlo personalmente stringendovi la mano, uno ad uno. Molti mi chiedono: Come è andata? Personalmente debbo dire che, pur nella difficoltà del momento per le varie restrizioni, in questi mesi ho avuto più tempo da dedicare alla preghiera, per leggere e scrivere, sistemare documenti, mettere un po’ di ordine nell’ufficio parrocchiale e nello studio personale. Penso che anche voi abbiate potuto impiegare il tempo similmente, anche se con qualche preoccupazione in più, per i figli, per il lavoro, per il futuro.

La vita parrocchiale ha subito certamente un rallentamento nel suo procedere ma abbiamo cercato sempre di camminare insieme, mantenendo quei legami che ci erano possibili, favoriti anche dai mezzi di comunicazione sociale che tutti ormai conosciamo.

I catechisti hanno cercato di essere vicini ai bambini ed ai ragazzi, in vari modi, per favorire la loro crescita nella vita cristiana con delle brevi catechesi, i malati e gli anziani hanno potuto sentire una parola di incoraggiamento almeno tramite il telefono. I poveri hanno avuto la solita assistenza, grazie anche all’aiuto di alcune persone della parrocchia che ringrazio per la fiducia e la generosità.

Durante il tempo quaresimale e pasquale i cresimandi adulti, grazie alla collaborazione di alcuni catechisti sacerdoti e laici, sono stati seguiti con una catechesi settimanale e domenica prossima verranno presentati alla comunità e faranno la loro professione di fede durante la santa Messa delle ore 19.00.

Anche i sordi, pur avendo dovuto sospendere l’incontro mensile, sono stati raggiunti con il nostro “Angelo di S. Maria di Castello” come tante altre persone e si incontreranno domenica prossima, Solennità della Pentecoste, alla S. Messa delle ore 10.00 che verrà celebrata dall’ Arcivescovo in cattedrale.

Non posso dimenticare i defunti per i quali abbiamo celebrato il funerale, nelle modalità che ci erano consentite, e per i quali celebreremo la S. Messa a momento opportuno, in accordo con le loro famiglie.

Ho voluto riassumere in poche righe come la nostra comunità, con i suoi operatori pastorali, abbia cercato di essere presente in questo tempo difficile, nelle varie realtà. Sì, riprendiamo il nostro cammino piano piano, con prudenza, anche se dobbiamo ancora contenere la nostra gioia e la nostra voglia di incontrarci. È’ un buon segno il desiderio di riprendere le nostre relazioni. L’attesa paziente non può che aumentare la gioia del nostro ritrovarci di nuovo insieme a lodare il Signore e a chiedere a Lui di donarci il suo Spirito, che bruci ogni genere di male, in particolare quello che ancora non è debellato definitivamente. L’appuntamento principale resta quello della S. Messa domenicale, alla quale vogliamo essere fedeli.

Ringrazio tutte quelle persone che, in vari modi, hanno favorito la vicinanza della Parrocchia alle famiglie del nostro territorio e oltre. Cordialmente.                                                                                                                                                                  Don Luciano.

SABATO 30 MAGGIO  ORE  9.30

 

Questa S. Messa tradizionalmente si celebra nella mattinata del Giovedì Santo. Quest’anno, a causa del coronavirus, non abbiamo potuto celebrarla nella solita data ed è stata posticipata alla Vigilia della Pentecoste.

In questa celebrazione i presbiteri rinnovano le promesse sacerdotali e si uniscono nel ringraziamento al Signore ai confratelli che ricordano con gratitudine i giubilei di Ordinazione.

Vengono pure consacrati gli oli:

–  l’olio dei catecumeni che rafforza i catecumeni nella lotta contro il male,

–  il crisma che consacra i battezzati alla stessa missione di Cristo, sacerdote, pastore e profeta,

–  l’olio dei malati che fa sentire il conforto e la vicinanza del Signore nel momento della malattia e testimonia la partecipazione del malato alle sofferenze del Cristo in croce.

Questi oli sono distribuiti a tutte le parrocchie per la celebrazione dei sacramenti, segni efficaci della grazia di Dio che ci salva.

LA LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dagli Atti degli Apostoli

At 8,5-8.14-17

In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città. Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samarìa aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 65 (66)

R. Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode. Rit.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!
A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome». Rit.
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terraferma; passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno. Rit.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. Rit.

Seconda Lettura

1Pt 3,15-18

Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.

Parola di Dio

Acclamazione al Vangelo

(Gv 14,23)

Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

Alleluia.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 14,15-21

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Parola del Signore

 

L’ECO DELLA PAROLA DI DIO

«Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi»

 

Tutte e tre le letture odierne fanno esplicito riferimento allo Spirito Santo. E non a caso. Tra due domeniche, infatti, celebreremo la solennità di Pentecoste che ricorda la sua discesa sugli apostoli riuniti con Maria e altri discepoli, nel Cenacolo.

La prima lettura ci dice che il diacono Filippo «sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare il Cristo». Per un discepolo autentico non c’è altro da predicare se non il suo Maestro: la sua persona, il suo insegnamento, le sue scelte, le sue opere, la sua vita. In Gesù Cristo, infatti, trovano soluzione e soprattutto senso tutti i problemi: materiali, morali e spirituali. La persona e l’insegnamento di Gesù danno risposta a tutte le attese dell’uomo nel tempo e nell’eternità.

Ma attenzione! Predicare Cristo non basta. Un cristiano e una Comunità cristiana sono veramente tali solo se animati dallo Spirito Santo, lo Spirito di Cristo.

La seconda lettura ci presenta i due cardini della vita cristiana: la contemplazione e la testimonianza.

Dice S. Pietro: «Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori». E’ l’aspetto contemplativo. Non c’è cristianesimo senza preghiera, adorazione, ringraziamento, lode, meditazione….

Dice, però, ancora S. Pietro: siate «pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi». Non basta la contemplazione, è necessaria anche la testimonianza. Attraverso la testimonianza della vita si deve dimostrare di credere, sperare e amare Gesù Cristo. Il cristiano «vivo nello Spirito» è colui che contempla Dio nel raccoglimento di una profonda vita interiore, e agisce nella storia, con perseverante testimonianza, per lievitarla.

Il brano evangelico

“Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre…». Chi è, dunque, lo Spirito Santo? Scrive san Giovanni Paolo II (nella «Dominum et vivificantem» n° 10): lo Spirito Santo è «scambio di reciproco amore tra le divine persone», e ancora «per lo Spirito Santo, Dio esiste a modo di dono…». Lo Spirito Santo è l’espressione personale di un tale donarsi… E’ Persona – Amore. È Persona – Dono. Solo quando avremo lo Spirito Santo in noi, sapremo amare come Gesù, perché lo Spirito Santo è amore del Padre e del Figlio. Solo quando avremo lo Spirito Santo che dimora in noi, lo Spirito di verità. “In quel giorno – dice Gesù nel brano evangelico odierno – voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi».

Faremo cioè esperienza personale di Dio: e questo è il vertice del cammino cristiano. Sia così per tutti noi!

                                                                                                                                                                  Mons. Ottavio Belfio.

NORME PER CHI PARTECIPA ALLA SANTA MESSA DA LUNEDI’ 18 MAGGIO

 

1) Bisogna evitare gli assembramenti (anche in sagrestia e sul sagrato della chiesa).

2) È necessario mantenere la distanza fisica di almeno un metro, laterale e frontale, tra le persone.

3) Il numero delle persone partecipanti è determinato dalla capienza della chiesa.

4) Chi partecipa alle Liturgie dovrà indossare la mascherina e igienizzare le mani appena entra in chiesa. Ci sono degli appositi erogatori di disinfettante.

5) I posti a sedere sono evidenziati da un bollino verde.

6) I famigliari possono stare insieme.

7) Chi ha sintomi influenzali o una temperatura corporea pari o superiore ai 37,5°C o abbia avuto contatti con persone positive a SARS-CoV-2 non entri in chiesa, per ovvi motivi.

8) Non c’è lo scambio di pace.

9) I fedeli che si accostano alla Comunione devono mantenere tra loro la distanza fisica stabilita e ricevere le Particola in mano dal sacerdote o dal ministro i quali dovranno igienizzare le mani indossare i guanti monouso.

10) Nessuno passerà a raccogliere le elemosine ma ognuno, entrando o uscendo di chiesa, potrà deporre nelle apposite cassette la sua offerta.

CHIESA di SAN PIETRO MARTIRE

VENERDI’ 22 MAGGIO

ORARIO DELLE SANTE MESSE

Ore 07.30 Presiede d. Federico Grosso

Ore 10.00 Presiede d. Giulio Gherbezza

Ore 11.30 Presiede d. Giulio Gherbezza

Ore 14.30 Presiede d. Roman Pelo nel Rito Cattolico Orientale – Lingua ucraina.

Ore 16.00 Presiede il Parroco

Ore 17.00 Recita del S. Rosario

Ore 17.30 Presiede il Parroco

AVVISI

I fedeli sono pregati di osservare queste disposizioni:

  1. Non affollare la S. Messa delle ore 10.00 ma distribuirsi anche negli altri orari per non correre il rischio di non poter entrare, perché il numero è limitato dalle norme.

  2. Portino con sé i fiori perché in chiesa non saranno distribuiti né fiori, ne medagliette, né ricordini di S. Rita.

  3. I lumini ed i ceri si possono ritirare agli ingressi della chiesa e consegnarli agli incaricati che provvederanno all’accensione davanti all’altare di S. Rita.

  4. Non fare ressa davanti all’altare di S. Rita. Bisogna mantenere la distanza almeno di un metro tra le persone.

  5. È necessario adeguarsi a tutte le altre norme che vengono richiamate QUI a chi desidera partecipare alle liturgie.

                                                                                                                                                  Il Parroco, Mons. Luciano Nobile

LA LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dagli Atti degli Apostoli

At 6,1-7

In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 32 (33)

R. Il tuo amore,Signore, sia su di noi:in te speriamo.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate. Rit.
Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. Rit.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. Rit.

Seconda Lettura

1P 2,4-9

Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso». Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo. Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.

Parola di Dio

Acclamazione al Vangelo

(Gv 14,6)

Alleluia, alleluia.

Io sono la via, la verità, la vita, dice il Signore;
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Alleluia.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 14,1-12

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».

Parola del Signore

 

 

L’ECO DELLA PAROLA DI DIO

La primitiva comunità cristiana

Il libro degli Atti degli Apostoli, da cui è tolta la prima lettura, racconta la storia della Chiesa primitiva. S. Luca, l’autore del libro, ci offre due descrizioni della prima Comunità cristiana di Gerusalemme. La prima descrizione risente del clima di entusiasmo e dell’esperienza immediata della Pasqua e della Pentecoste. È una descrizione quasi ideale di Chiesa che ci fa. Dice il testo dei primissimi cristiani: «Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere…e tenevano ogni cosa in comune…» (At 2, 42. 44).

La seconda descrizione, invece, è più realista. La Comunità cristiana era ormai lontana di alcuni anni dall’esperienza storica della Pasqua e Pentecoste. Inoltre i suoi componenti non erano più qualche centinaio, ma molte migliaia, forse decine di migliaia. Tutto questo, naturalmente, comportava problemi organizzativi e di rapporti tra i cristiani che, come ci fa capire la prima lettura odierna, erano di varia estrazione etnica e sociale……

Come emerge chiaro da questo brano, la Chiesa primitiva, come la Chiesa di ogni tempo, è caratterizzata da tre punti nodali. Il servizio alla Parola di Dio, la preghiera sia liturgica e il «servizio delle mense», per la promozione integrale dell’uomo: materiale, culturale, morale e spirituale.

La chiesa: un edificio spirituale di pietre vive

Anche la seconda lettura ci parla della Chiesa. La metafora (immagine) che S. Pietro usa per parlare della Chiesa è quella di un «edificio». La Chiesa, dice S. Pietro, è come un grande edificio spirituale. Cristo ne è la pietra «angolare», la «pietra viva».

Molti cristiani, oggi, pur credendo in Cristo, fanno di tutto per mantenere le debite distanze da Lui. Preferiscono «stare a vedere» da lontano, senza coinvolgersi. L’Apostolo ci chiede di essere cristiani attivi e responsabili nella Chiesa partecipi delle sue iniziative, solidali con le sue gioie e con le sue sofferenze; ci invita a sentire forte il senso di appartenenza, o meglio, di identificazione con la Chiesa.

Chi è Gesù per noi?

Il brano evangelico ci parla di Gesù. Anzi è Gesù che parla di sé stesso. Ci rivela due cose fondamentali della sua identità.

La prima: «Io sono la via, la verità e la vita». Cosa significano queste parole? Gesù è la via della salvezza totale perché ci dona la verità su Dio e sull’uomo. Ci rivela Dio come Padre che ha un progetto di salvezza per l’uomo. Ci dice da dove viene l’uomo, dove va, che senso ha la sua vita, quali devono essere i suoi atteggiamenti e comportamenti.

Accogliere Gesù Cristo significa accogliere la sua Persona, il suo insegnamento, i suoi gesti, le sue scelte: il suo modo di pensare, di parlare e di agire. Solo in questo caso Gesù Cristo diventa via, verità e vita per me, per ciascuno di noi.

La seconda grande rivelazione che Gesù fa di sé stesso, in questo brano, è relativa alla sua comunione col padre. Tra il Padre e Gesù c’è mutua immanenza.

Ora comprendiamo perché Gesù è l’unico Mediatore, l’unica «via» per giungere al Padre; l’unico rivelatore del Padre, l’unica fonte della vita e della salvezza. Gesù è tutto questo perché Egli solo vive nel Padre e il Padre in Lui.

Pertanto chi conosce Gesù conosce il Padre… Chi vede Gesù vede il Padre… Mostrando sé stesso, Gesù mostra il Padre…

Gesù pastore e porta delle pecore.                                                                                   Mons. Ottavio Belfio