Carissimi, quanto mi piace questo “camminava con loro”! Sulla strada di Emmaus “mentre i discepoli discorrevano e discutevano, Gesù stesso si accostò camminava con loro”. Cristo è risorto! Ha vinto la morte ed il male, affrontando la croce. È una bella notizia per noi. Non è semplicemente un fatto di cro-naca che può essere indagato con gli strumenti della scienza, ma è un evento accaduto nella storia dell’umanità e la supera. Dove possiamo noi oggi incontrarlo? Nella vita. Anche noi come i discepoli ci fermiamo col volto triste: guerre che non finiscono, che si incancreniscono e diventano sempre più feroci per le vendette che generano odi e violenze di ogni genere, persecuzioni dei cristiani in varie parti del mondo, intimidazioni che mettono paura anche in Italia, femminicidi di cui si parla ogni giorno, e si potrebbe continuare. Tutto questo avviene in un tempo di passaggio addirittura di epoca, con fratture di civiltà rilevanti. Infatti assistiamo ad una neutralità davanti ai valori un tempo condivisi, si bada solo agli obiettivi immediati. Da qui consegue una tentazione subdola che genera impotenza: lo scoraggiamento e rassegnazione. La Pasqua giunge a proposito. Noi abbiamo bisogno di buone notizie e questa è la più grande.

Anche oggi Gesù cammina con noi, direi non davanti né dietro ma al nostro fianco, di modo che possiamo appoggiarci a lui, parlargli all’orecchio, prendere la sua mano, lasciarci condurre in questo tempo difficile per tutti. Ma lui ci lascia liberi. Possiamo anche sentirci autonomi, indipendenti, emancipati e proseguire sulle nostre strade. Lui ancora si accosta a noi come compagno di viaggio e ci spiega le Scritture dove ci fa toccare con mano che Lui doveva amare fino alla fine, perché aveva sposato il progetto del Padre: mani-festare il volto misericordioso di Dio e donare la salvezza all’umanità. L’amore al Padre e a noi l’ha condotto fino alla croce, ora gloriosa appunto grazie a questo amore. Il Padre ha mantenuto la promessa, il Figlio è stato fedele al progetto del Padre e lo Spirito Santo è l’amore che tesse la storia. La promessa di salvezza si è realizzata ed è opera della Santissima Trinità, nel cui nome siamo stati battezzati. Mi è caro pubblicare questa immagine del Risorto. È una tela dipinta da W. List, una suora che ho conosciuto diversi anni fa in Austria, la quale ha posto questo titolo alla sua opera: ”La Santa Notte della Promessa”.

Allora anche noi oggi con i discepoli di Emmaus preghiamo Gesù: Resta con noi perché si fa sera! Cristo è già in ciascuno di noi. Grazie al battesimo egli sta alla radice della nostra vita. Direi ancora di più. Cristo è seminato nelle arterie di tutti: del santo e del peccatore, della vittima e del persecutore, del torturato e del carnefice. È vita che germina e cresce, rotola il masso di ogni sepolcro. “Spezzò il pane e lo diede loro”. È il pane del cammino, offerto oggi a noi, l’Eucaristia. Allora apriamo i nostri occhi per riconoscerlo. Da qui nasce tutta nostra forza per affrontare le sfide del nostro tempo.

Un augurio pasquale di cuore a tutti.

Mons. Luciano Nobile, parroco

24 MARZO – 01 APRILE

 

CATTEDRALE

CONFESSIONI: Durante tutta la Settimana Santa, ogni giorno, uno o due sacerdoti sono disponibili per la celebrazione del sacramento della Riconciliazione in cattedrale e nell’ Oratorio della Purità.

Mattino Ore 9.30-11.30 e Pomeriggio Ore 16.00-18.30.

DOMENICA DELLE PALME 24 marzo

Ore 7.30 – 9.00 – 12.00 SS. Messe precedute dalla benedizione dell’ulivo. (Portare da casa un ramoscello di ulivo, anche se saranno a disposizione dei mazzetti di ulivo preparati dai Cresimandi).

Ore 10.30 Benedizione dell’ulivo nell’Oratorio della Purità e processione fino alla Cattedrale. S. Messa solenne con proclamazione del Vangelo della Passione. Presiede l’Arcivescovo, canta la Cappella Musicale.

Ore 16.00 Solenne Adorazione eucaristica in Cattedrale.

Turno di Adorazione: Arcivescovo, Capitolo Metropolitano, Religiosi, Sacerdoti della città e fedeli.

Ore 17.00 Turno di Adorazione: Tutte le Suore della città e fedeli.

Ore 18.00 Turno di Adorazione: Confraternita del SS. Sacramento, Terziari domenicani e Francescani, Movimenti Ecclesiali e dei Servi di Maria, Apostolato della Preghiera, Azione Cattolica, Fedeli delle parrocchie.

Ore 19.00 Riposizione del SS. Sacramento e S. Messa in Cattedrale.

ORATORIO DELLA PURITÀ’

LUNEDÌ SANTO 25 marzo e MARTEDÌ SANTO 26 marzo

Ore 7.30 S. Messa.

Ore 16.00 Adorazione Eucaristica per i fedeli di tutta la Città.

Ore 19.00 Riposizione del SS. Sacramento e S. Messa.

MERCOLEDÌ SANTO 27 marzo

Ore 7.30 – 19.00  SS. Messe.

CATTEDRALE

TRIDUO PASQUALE 

GIOVEDÌ SANTO 28 marzo

Ore 09:30 S.Messa Crismale e Benedizione dei Sacri Olii (per la celebrazione dei Sacramenti del Battesimo, Cresima, Unzione dei malati). Presiede l’Arcivescovo, concelebrano tutti i Sacerdoti dell’Arcidiocesi.

Ore 19.00 S. Messa Vespertina in “Cœna Domini”. Lavanda dei piedi. Presiede l’Arcivescovo, cantano i Pueri Cantores.

Ore 20.00 Ora santa di Adorazione presso l’Altare del SS. Sacramento.

Confessioni: solo ore 16.00 – 18.30

VENERDÌ SANTO 29 marzo 

Giorno di astinenza e digiuno

Ore 9.00 Ufficio delle letture e canto delle lodi mattutine con l’Arcivescovo ed il Capitolo Metropolitano.

Adorazione individuale dell’Eucaristia nella cappella del SS. Sacramento in Cattedrale.

Ore 15.00 Celebrazione della Passione del Signore. Presiede l’Arcivescovo, canta la Cappella Musicale. Adorazione della Croce.

Ore 20.30 Via Crucis Cittadina dalla Cattedrale fino al Piazzale del Castello. Presiede l’Arcivescovo, canta la Cappella Musicale.

SABATO SANTO 30 marzo

Ore 9.00 Ufficio delle letture e canto delle lodi mattutine con l’Arcivescovo ed il Capitolo Metropolitano. Adorazione della Croce.

Ore 21.00 Solenne Veglia Pasquale e Battesimo dei Catecumeni. Presiede l’Arcivescovo, canta la Cappella Musicale.

 

 

PASQUA DI RISURREZIONE

 

CATTEDRALE

DOMENICA 31 marzo

Ore 7.30 – 9.00 – 12.00 – 19.00 SS. Messe.

Ore 10.30 Solenne Pontificale. Presiede l’Arcivescovo, canta la Cappella Musicale.

Ore 17.00 Canto dei Vesperi, presieduto dall’Arcivescovo.

Ore 19.00 S. Messa presieduta dall’Arciprete e cantata dal coro Sacri Theresiani Cantores.

LUNEDÌ DELL’ANGELO 01 aprile

(festa di devozione)

Ore 7.30 – 10.30 – 19.00 SS. Messe. Non ci saranno le SS. Messe delle 9.00 e delle 12.00.

 

CHIESA DI S. PIETRO MARTIRE

DOMENICA DELLE PALME 24 marzo

Ore 10.00  Benedizione dell’ulivo e S. Messa.

Ore 11.30 S. Messa

LE LITURGIE DEL TRIDUO PASQUALE SONO CELEBRATE IN CATTEDRALE CON L’ARCIVESCOVO

DOMENICA DI PASQUA 31 marzo

Ore 10.00 S. Messa animata dai Pueri Cantores del Duomo.

11.30  S. Messa in “Chordis et organo”.

 

CHIESA DI SAN GIACOMO APOSTOLO

GIOVEDÌ SANTO 28 marzo

Tutti sono invitati in Cattedrale per la S. Messa Crismale alle ore 9.30

Confessioni ore 16.00 – 18.00

VENERDÌ SANTO 29 marzo

Ore 17.00 Via Crucis

Confessioni ore 9.30 – 11.30 e 16.30 – 17.30

SABATO SANTO 30 marzo

Confessioni ore 9.30 – 11.30 e 16.00 – 17.30

LUNEDÌ DELL’ANGELO 01 aprile

(festa di devozione)

Ore 10.00 S. Messa.

 

Domenica delle Palme, Lunedì Santo, Martedì Santo tutti sono invitati a partecipare all’Adorazione Eucaristica in Cattedrale e nell’Oratorio della Purità, dalle ore 16.00 alle ore 19.00.

La Chiesa di San Giacomo nel pomeriggio resterà chiusa.

 

COMUNITA’ CATTOLICA UCRAINA DI RITO ORIENTALE

CHIESA DI S. PIETRO MARTIRE – TRIDUO PASQUALE

GIOVEDÌ SANTO 

Ore 14.30 Passione di Cristo

VENERDÌ SANTO

 Ore 14.30 Adorazione del Cristo morto

SABATO SANTO

Ore 12.30 Liturgia di San Basilio Magno

DOMENICA DI PASQUA

Ore 13.00 Grande Celebrazione Pasquale – S. Messa

1) Cattedrale

Sabato: 19.00

Giorni festivi: Ore 7.30 – 9.00 – 10.30 – 12.00 – 19.00

2) Oratorio della Purità

da Lunedì a venerdì: Ore 7.30 e 19.00

Sabato: Ore 7.30; Ore 17.30 S. Messa in lingua friulana

3) Chiesa di S. Giacomo

Giorni feriali: Ore 10.00  S. Messa  – Ore 10.30 S. Rosario o Adorazione. Chiusa nel pomeriggio per i lavori di restauro dell’organo. Il S. Rosario delle ore 17.00 si recita nell’Oratorio della Purità.

Giorni festivi: Le Messe temporaneamente sono celebrate nella Chiesa di S. Pietro martire.

4) Chiesa di S. Pietro martire

Giorni festivi: Sabato ore 17.00 S. Rosario – Ore 17.30 S. Messa.

Domenica: ore 10.00 – Ore 11.30 S. Messa

 

 

 

CONFESSIONI  

 

 

 Cattedrale

 in Penitenzieria

 

 


 

Successivi eventuali aggiornamenti verranno costantemente pubblicati su questo sito.

 

 


 

 

 

 

 

L’anno pastorale è iniziato con un momento di tristezza a causa della dipartita della cara mamma di Giada Scussolino, nostra instancabile interprete LIS. Ci siamo stretti attorno a lei e alla sua famiglia donando affetto e vicinanza in questo doloroso distacco terreno. In memoria della defunta abbiamo voluto raccogliere una offerta che Giada ha voluto devolvere ai bambini sordi di una scuola nel Congo Kinshasa, che don Savino Castiglione visita periodicamente e sostiene.

Come di consueto, nel mese di ottobre sono riprese le attività del gruppo pastorale sordi di Udine dopo la pausa estiva.

La prima tranche staccata con la scoperta di Bertiolo, paese del vino ma non solo. Scoprire che all’interno della chiesa di San Martino ci sia un tesoro artistico, scovato quasi per caso, è stato notevole. Grazie alla sapiente guida de parroco don Davide, che ci ha illustrato la storia delle origini della chiesa e della sua cappella laterale (originariamente abside), è stata una visita sorprendente essendo sconosciuta la storia a molti di noi. Soprattutto per i suoi preziosi affreschi del 1500, quasi completamente integri. Anche se coprono tutta questa piccola cappella, gli affreschi meritano di essere visitati e ammirati. Interessante il resoconto e gli aneddoti che don Davide ha fatto del campanile e dello spazio esterno ove sono custodite le tavole affrescate della Via Crucis, poste sotto un porticato. La visita al Santuario mariano di Screncis non è stata da meno, con la leggenda dell’immagine della Madonna (fine 1400 circa) trovata in un terreno poi trasportata alla chiesa di San Martino per poi scoprire che il giorno dopo (e nei giorni a seguire) era ritornata nel luogo precedente. Da lì, peripezie per costruire la struttura, partendo da un’edicola in legno fino a trasformarsi in cappella, allargandosi fino a diventare l‘attuale santuario, al fine di venerare la Madonna. Interessante apprendere che al reperimento dei fondi e donazioni per l’ampliamento della chiesa (nella seconda metà del 1800) aveva contribuito anche l’imperatrice consorte Maria Anna d’Austria. All’interno dell’altare maggiore è conservata l’antica venerata icona della Madonna col Bambino, che viene esposta in alcune occasioni speciali. Degni di nota gli antichi ex voto alle pareti e il grande lampadario di Murano di forgia settecentesca.

A novembre siamo andati a San Daniele del Friuli per una dettagliata visita, guidata dal competente Lorenzo, un plauso a lui per questa completa storia del Duomo di San Michele Arcangelo. Anche se abbiamo già fatto due incontri a San Daniele, il primo per il giro delle sue chiese oltre al Duomo e il secondo alla Biblioteca Guarneriana, questa volta il tour ha completato quelli precedenti. Ha illustrato le trasformazioni del duomo dovuto agli eventi bellici e ai terremoti, specificando che cosa c’era prima e le successive mutazioni. Pregevoli opere scultoree da ammirare come pure il fonte battesimale, sormontato dalla statua di S. Giovanni Battista. Da notare nella sagrestia la carrellata dei ritratti dei parroci che hanno retto la Parrocchia.

Impossibile non menzionare la visita guidata all’Opificium Librorum, la Scuola Italiana Amanuensi. La lavorazione della carta, l’asciugatura e la rilegatura hanno attirato l’interesse dei partecipanti che hanno potuto osservare dal vivo l’opera. La scrittura non è stata da meno: subito tutti a farsi rilasciare cartoncini con il proprio nome o quelli dei propri cari in stile corsivo medievale. A fare da cornice alla visita ha contribuito don Luciano Nobile con la benedizione della copia della Bibbia di Gutenberg, in presenza del Sindaco Pietro Valent. Questo pregiato manoscritto ora è esposto, in forma permanente, nel nuovo Museo della Bibbia a Washington D.C.

Dicembre è arrivato con due tradizionali incontri: il catechismo con Suor Vittorina e la S. Messa della Vigilia di Natale nella Cattedrale di Udine. Gennaio, mese di riposo invernale!

Febbraio è giunto con l’omaggio a San Biagio, nel Museo del Duomo di Udine, visitando la statua e ascoltando la storia del Santo, oltre a terminare la visita al museo del ‘700 nelle sale sopra le sagrestie. A seguire la S. Messa in Cattedrale e benedizione della gola.

A fine febbraio l’incontro a Buttrio, con la S. Messa e relativa storia della chiesa e del suo tipico campanile. A seguire, visita presso il Museo della Civiltà del vino, unico nel suo genere. Offre un percorso storico partendo dagli albori della vita contadina fino ai giorni nostri con immagini, oggetti e strumenti raccolti pazientemente da un appassionato creatore del Museo.

Ci attende questo mese la consolidata catechesi sulla Pasqua di padre Savino Castiglione con la celebrazione del sacramento della Riconciliazione. Il nostro itinerario di amicizia, di cultura e di condivisione della fede continua con altre giornate comunitarie in programma: le risorgive nella zona di Flambro, le montagne di Forni di Sopra e poi la tappa conclusiva a Staranzano e l’isola di Cona.

Auguriamo una buona Pasqua a tutti, con gratitudine per essere accolti cordialmente nella parrocchia del Duomo.  Pace e bene!

Dal Bollettino di Pasqua 2024

Articolo di Sarita Nadalutti

 

I GIORNI DELLO SPOSO

 

«Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto,

che culminerà nella domenica di Pasqua, il 31 marzo»

Questa è una parte dell’annuncio che abbiamo ascoltato durante la Santa Messa dell’Epifania, giorno in cui con la Chiesa celebriamo la manifestazione del Signore. In quella circostanza la proclamazione del giorno della Pasqua ha proiettato già i nostri occhi e il nostro cuore verso quella manifestazione maggiore e definitiva che è appunto il mistero della morte e risurrezione del Signore.

Vivere e celebrare assieme il Triduo pasquale nella sua interezza ci permette di immergerci sempre più profondamente in quella Pasqua (passaggio) che Gesù ha fatto da questo mondo al Padre: infatti, i misteri che celebriamo nei tre giorni santi non sono eventi separati tra loro, ma un unico evento dal quale scaturiscono la nostra salvezza e la nostra speranza.

In effetti, è coscienza cristiana, fin dalle origini, che la vittoria di Cristo sul male e sulla morte non riguarda solamente il fatto della risurrezione, ma abbraccia tutto l’evento pasquale di Gesù, evento di morte, sepoltura e risurrezione. Una grande testimonianza la troviamo già nella prima lettera ai Corinzi di san Paolo, dove leggiamo: «Vi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture» (15, 3s).

In questi tre passaggi troviamo scanditi i tre tempi nei quali si snoda l’unica celebrazione del mistero pasquale: il Cristo morto (Venerdì santo), sepolto (Sabato santo) e risorto (Domenica di Risurrezione).  Se prestiamo attenzione alla liturgia di dei giorni del Triduo, ciascuno di essi, pur concentrandosi su una delle fasi del mistero pasquale, mette sempre in evidenza la globalità e l’unicità del mistero.

Il giorno della morte vittoriosa del Signore

Per evitare possibili fraintendimenti è bene precisare che il primo giorno del Triduo pasquale è il Venerdì santo, in cui la Chiesa celebra il mistero della morte di Cristo, il quale «inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale» (orazione nella celebrazione della Passione). Questo giorno per noi non è il giorno del lutto, infatti non celebriamo il funerale di Gesù, ma celebriamo la morte vittoriosa del Signore. Tanto è vero che i ministri ordinati indossano le vesti di colore rosso, colore del sangue, ma anche della regalità. È il primo giorno della Pasqua, è il giorno dell’amorosa contemplazione del sacrificio, del dono di sé che Cristo ha fatto sulla croce e che è fonte della nostra salvezza.

Il giorno del grande silenzio

Il secondo giorno è il Sabato santo, giorno della sepoltura di Cristo e della sua discesa agli inferi. Un’antica omelia del IV secolo, opera di un autore anonimo, mette insieme questi due grandi elementi: il silenzio e la discesa agli inferi. Infatti in questo giorno la Chiesa fa suo e prolunga l’atteggiamento di silenzio e di attesa delle donne che, nella sera del venerdì, dopo che Gesù fu sepolto, erano «lì, sedute di fronte alla tomba» (Mt 26, 61). Inoltre meditiamo il mistero della discesa agli inferi quando, secondo l’antichissima tradizione di fede della Chiesa, e della nostra Chiesa di Aquileia in particolare, Cristo va a portare l’annuncio della salvezza ad Adamo e a tutti coloro che non avendolo ancora incontrato e conosciuto giacevano nelle tenebre e nell’ombra di morte. Così si esprime questo testo: «Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi».

Il giorno grande della Risurrezione

Il terzo grande giorno è la Domenica di Risurrezione, che ha il suo inizio nella solenne Veglia Pasquale, cuore di tutto il Triduo, che avviene nella notte. La Chiesa attende vegliando la risurrezione di Cristo e la celebra nei sacramenti. Sant’Agostino chiamava questa celebrazione «madre di tutte le veglie». Questa notte è una notte illuminata, è una notte vinta dal giorno. Quello della risurrezione è un mistero grande, che noi facciamo difficoltà a comprendere, dire, spiegare. Ecco allora che quando le parole non bastano affidiamo l’annuncio di questo mistero ai simboli: è mediante la grande simbologia di questa notte che gustiamo la vita di grazia che è scaturita dalla morte e risurrezione di Cristo.

E la Cena del Signore?

Leggendo queste righe qualcuno si sarà certamente chiesto: «Che fine ha fatto la Messa della “Cena del Signore” alla sera del Giovedì Santo?» La Messa della Cena del Signore fa parte del Triduo in quanto innanzitutto nella sera del Giovedì inizia, secondo il computo ebraico, il giorno nuovo e quindi il Venerdì, e poi perché Gesù nella vigilia della sua passione ha voluto anticipare nel rito eucaristico il dono che avrebbe fatto di sé sulla croce e a consegnato la forma per celebrare tale dono nel passare delle generazioni. Infatti, nel corso di questa liturgia noi celebriamo il dono che Gesù ha fatto di sé nell’Eucaristia e lo stile che egli ci ha lasciato, ovvero quello del servizio, reso visibile nel gesto della lavanda dei piedi.

In conclusione ho voluto proporre in questo bollettino una piccola riflessione sulle celebrazioni del Triduo pasquale per aiutarci a viverle meglio, sapendo però che l’unica maniera per vivere una celebrazione non è innanzitutto quella di conoscerla, quanto di prendervi parte, stare dentro, rivivere la passione, morte, sepoltura e risurrezione del Maestro grazie ai riti e alle preghiere della Chiesa: formare ancora una volta l’assemblea radunata per celebrare le opere mirabili di lui che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce (Cfr. 1Pt 2, 9)

                                                             don Christian Marchica, Vicedirettore dell’Ufficio diocesano per la Liturgia

 

ECCO IL TEMPO FAVOREVOLE

TEMPO DI GRAZIA E DI PERDONO

 

 Tre sere con la Parola di Dio rivolta

* A MOSE’    

* A GIONA

* A RUTH

E A NOI

 

Carissimi,

qui a fianco potete notare una iniziativa che sarebbe bello vivere insieme in occasione della Pasqua.

Si tratta di una “Tre sere” di preghiera e di meditazione. Non ci saranno discussioni ma solo ascolto della Parola di Dio che si cala in mezzo a noi nell’esperienza di vita di tre personaggi che incontriamo nella Bibbia e che probabilmente conosciamo o abbiamo l’occasione di conoscere.

Nelle persone e nelle vicende della storia sacra noi possiamo rispecchiarci, perché la Bibbia non fa altro che rivelarci quello che noi siamo, quello che Dio è per noi, quello che noi siamo per Dio.

In questo breve ed intenso itinerario ci guiderà suor Rosangela Lamanna, docente nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR) “Santi Ermagora e Fortunato” di Udine-Gorizia-Trieste.

Vi invito a partecipare numerosi. Si tratta di un’ora da dedicare all’ascolto per tre sere consecutive, per gustare la misericordia del Signore verso di noi.              Il Parroco

                                                                                            

 

 

 

CHIESA COME CASA

 

Carissimi fedeli e amici, tutti sanno ormai che il Papa ha nominato Mons. Riccardo Lamba nostro Arcivescovo. Egli farà il suo ingresso nella nostra Diocesi il 5 maggio alle ore 16.00 in cattedrale. L’Arcivescovo Andrea Bruno, Amministratore apostolico, ci ha invitati ad accoglierlo con fede, una fede che ora si esprime attraverso la preghiera perché egli possa essere tra noi un segno del Buon Pastore che guida il suo gregge. Il suo primo messaggio si impernia sull’umiltà: “Sono consapevole della oggettiva “sproporzione” fra la missione affidatami e le mie qualità personali, ma come sempre mi sostiene la Parola di Dio: infatti “lampada ai miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 118).” Inoltre egli chiama tutti a raccolta per condividere il cammino della chiesa: “Io invito tutti voi, di diverse origini e tradizioni, a camminare insieme: sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici, adulti, giovani, credenti e quanti, pur non esplicitamente credenti, sono alla ricerca della Verità, del Bene comune e sensibili alla Bellezza”. Ci aiuterà a vivere tra noi quei rapporti famigliari che cerchiamo di attuare nelle nostre case: costruiamo insieme la vita ecclesiale con responsabilità e la fiducia reciproca, curiamo il dialogo sincero e paziente, lasciamo ogni pettegolezzo, camminiamo sorreggendoci a vicenda nella vita pastorale, chi più ha, metta disposizione le sue possibilità a chi non le ha. Non per nulla il progetto pastorale della nostra diocesi ha previsto la collaborazione tra le parrocchie, che è già iniziata per chi crede in un cammino di chiesa. Arroccarci nelle nostre piccole realtà significa soffocare, aprirci con generosità ed intelligenza significa guardare avanti con speranza e coraggio. Il cammino è faticoso ma porterà i suoi frutti nel tempo avvenire.

Ed ora continuo a presentare la chiesa come famiglia, seguendo Gesù nelle case che egli ha visitato durante il suo pellegrinare sulla terra.

LA CASA DI PIETRO A CAFARNAO

 

Gli scavi archeologici hanno messo in luce la casa di Pietro, vicino alla sinagoga di Cafarnao. Potremmo dire che questa è la prima “domus ecclesiae”, poiché i primi cristiani si trovavano inizialmente nelle case.

Il regno di Dio è qui

La missione parte dalla casa di Pietro. Lì Gesù fa quello che noi diciamo un miracolo. Libera dalla febbre la suocera di Pietro che si mette poi a servirli. Ma questo non è un segno per ottenere la credibilità. Il Dio di Gesù non è il Dio dei miracoli ma della Parola. Infatti, nei primi tempi, Gesù raccomanda di non divulgare la notizia dei miracoli perché questo poteva nuocere alla sua missione. Poteva essere confuso con un guaritore. Gesù sembra dire: Se avvengono dei segni miracolosi, vuol dire che il Regno di Dio è giunto, è qui. La liberazione dal male e dal peccato è arrivata. Il miracolo è una specie di anticipo del Regno, le guarigioni interiori sono segni di resurrezione. La sua predicazione inizia a cambiare la storia. E coinvolge anche noi. Infatti mostra come sarà il Regno.

Il miracolo è la condivisione

Gesù ha compassione del popolo affamato che lo seguiva, ascoltando la sua parola. Invita gli apostoli: “Date voi stessi a loro da mangiare”. È una consegna. È il miracolo della condivisione. Qualcuno offre i pani e i pesci. Dopo Lui li moltiplica. Così egli offre uno stile alla chiesa. Lui inizia e la chiesa continua. Molta gente patisce fame, sete, malattie, povertà di ogni genere. Basterebbe un po’ di condivisione per risolvere tanti problemi. I mezzi ci sono. Si dice che una decina di persone possiedano più della metà di quanto hanno tutti gli altri abitanti del mondo. L’esame finale sarà sulla carità: avevo fame, avevo sete, ero malato, in carcere… Il Vangelo, che è buona notizia, continua a scorrere nelle nostre parrocchie e nella chiesa intera e raggiunge il mondo. Mi pare che molti siano sensibili a queste situazioni di povertà ed intervengano nei modi più svariati, in gruppo o individualmente. Ogni parrocchia potrebbe fare un discreto elenco di interventi caritativi nella nostra città, cioè continua a dare corpo ai miracoli di Gesù. La parrocchia è come una casa, vive la dimensione della famiglia. Le membra più deboli devono poter contare sulla comunità che per loro ha un occhio di riguardo. È la testimonianza che oggi è più apprezzata. La liturgia è essenziale alla chiesa, è un tesoro ricco ed indispensabile però se la chiesa si accontenta di “fare solo belle liturgie” avrà qualche inutile soddisfazione ma non darà compimento ai miracoli che il Signore ancora oggi inizia ad operare sulla terra. La Quaresima ci ricorda un intenso ascolto della Parola di Dio che ci sprona all’amore del prossimo.

Un cordiale saluto a tutti.                                                                                                                 Il Parroco don Luciano

 

CHIESA COME CASA

Carissimi,

in questa Quaresima stiamo meditando sulle diverse case visitate da Gesù, per ritrovare il volto della chiesa al giorno d’oggi. E’ una chiesa che si lascia ispirare dalle situazioni concrete. Oggi presenterò brevemente due aspetti della chiesa: una chiesa che vive nella precarietà e una chiesa che si apre al mondo. Vi sembrerà strano pensare a Betlemme in Quaresima ma le dimensioni che Betlemme ci ispira interpellano la nostra chiesa, la nostra parrocchia, al fine di una conversione cui tende questo tempo penitenziale.

Inoltre, il fatto che venga tra noi un nuovo pastore, l’arcivescovo Riccardo Lamba, non è una cosa da poco poiché egli porta con sé un bagaglio di esperienze che metterà a nostra disposizione, dona un impulso alla diocesi che si rimette in cammino con alacrità, con entusiasmo, con forza nuova, viene con una mentalità che completa ed arricchisce la nostra. Si tratta di eventi che il Signore ci dona, da vivere con fede. A questo ci invito l’arcivescovo Andrea Bruno, ora Amministratore Apostolico: “Mons. Lamba porterà con sé anche le sue caratteristiche e le sue qualità e i suoi limiti umani, come li ho avute anch’io. I talenti ricevuti potranno arricchire il suo ministero in questa Chiesa.

Ma fondamentale è che lo guardiamo e lo accogliamo con occhi di fede. La fede genera speranza nel futuro cammino di questa cara Arcidiocesi guidata dal nuovo Pastore e genera carità verso il Vescovo e tra tutti noi. La fede si esprime, quasi naturalmente, nella preghiera. Cominciamo, allora, a pregare personalmente e nelle nostre comunità per il nuovo Vescovo”.

LA CASA DI BETLEMME

Una casa che non è una casa

Nel vangelo di S. Luca che racconta la nascita di Gesù, noi non troviamo realmente una casa ma sembra essere stato un caravanserraglio. Noi abbiamo gustato la scena del Presepio recentemente durante le feste di Natale, come si gusta un idillio. Anche durante il mese di gennaio fino alla festa della Presentazione di Gesù al tempio, entrando in cattedrale la gente si fermava alcuni istanti davanti al presepio. È bello restare incantati davanti ad una nascita. È sempre un miracolo.

Ma prima di giungere a Betlemme c’è stata tutta la fatica del viaggio da Nazareth e a Betlemme Giuseppe ha bussato a tante porte, di casa in casa, ma per loro non c’era posto. Questo fatto lascia intravvedere il mistero della chiesa che vive la precarietà, che bussa e aspetta, che viene rifiutata o viene accolta, che passa e annuncia il Vangelo, il Regno di Dio. Ai tempi di Gesù ci si aspettava un Messia che venisse nella potenza, un novello Davide che dovesse riunificare il Regno di Israele, un Messia militare, un Messia che venisse con la scure ed il ventilabro per fare pulizia dal male.

Gesù fin dalla nascita corregge l’immagine del Messia. Il Regno è l’azione di Dio nel cuore umano, opera nel quotidiano. Forse si rimpiange una chiesa potente. Non è così. È una tentazione. Vediamo ora una chiesa che attraversa la storia, subisce ferite e cura le piaghe, che combatte anche ai nostri giorni contro il male, che patisce persecuzione lontano e vicino a noi. Basti pensare a quello che succede anche in Italia specie nel Sud, stando alle cronache di questi giorni. Ma la chiesa cammina nonostante i pericoli e le contrarietà e gli ostacoli, è pellegrinante, è precaria, continua a bussare a tutte le porte e a tenere aperta la sua porta. Sono ammirevoli quei parroci che, sfidando la camorra, la mafia, rischiano la vita per richiamare semplicemente la legalità. È la forza della chiesa precaria e itinerante, che accompagna il mondo col Vangelo.

Una casa con la porta aperta

Nel vangelo di Matteo, sono i Re Magi, i pagani che vanno verso Betlemme e trovano Gesù in una casa. Magi trovano la porta aperta, entrano, adorano, offrono e tornano al loro paese. “Non c’è più né giudeo né greco”. Allora la chiesa deve essere la casa con le porte spalancate: tutti possono entrare, “tutti, tutti, tutti” ripete più volte il Papa. I cristiani provenienti dall’ebraismo e dal paganesimo costituiscono la fraternità cristiana. Tutti sono figli di Dio, da che Cristo si è incarnato. Tutti fratelli e sorelle. La fraternità è la caratteristica tipica dei cristiani. La solidarietà in Cristo supera tutte le barriere, supera la fraternità di sangue, della tribù, della religione. Così è la chiesa. Non è confusione ma è una comunione di persone.

Nella nostra comunità si dovrebbe sviluppare maggiormente il senso di apertura alle persone che sono in difficoltà. Alcune persone sono ammirevoli per la loro dedizione, ma dovrebbero essere più numerose. Ho l’impressione che non ci accorgiamo di alcune necessità perché non le vediamo. Forse dobbiamo aprire maggiormente gli occhi. La carità comunque ha tante sfaccettature e si esprime anche nel silenzio, in forma personale oltre che comunitaria.

Un cordiale saluto a tutti.                                                                Il vostro Parroco,     Mons.  Luciano Nobile

 

È iniziato un nuovo corso di preparazione degli adulti alla Cresima.

Gli incontri si tengono ogni Mercoledì alle ore 20.30 nella Parrocchia di S. Rocco, via S. Rocco 111.

Iscrizioni: Parroco Cell. 347 931 4366