VOLGIAMO LO SGUARDO A GESÙ CRISTO NOSTRA SPERANZA

Lettera Pastorale per l’anno 2024-2025

«La speranza poi non delude,
perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori
per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.»      (Rm 5,5)

Introduzione

Cari fratelli e sorelle,

all’inizio di questo nuovo anno pastorale vorrei invitarvi ad un rinnovato sguardo di fede sulla persona di Gesù Cristo, come Colui che è il fondamento della nostra Speranza.

L’ormai prossimo anno giubilare rappresenterà un evento di grande rilevanza spirituale nella vita della Chiesa ed un rinnovato invito alla conversione per ciascuno di noi per una sempre più autentica sequela del nostro Salvatore, Gesù Cristo.

Inoltre il Giubileo del 2025 se da una parte ci chiederà di recuperare il senso di quella fraternità e solidarietà universale, così tragicamente messa in discussione da tanti conflitti armati in corso in tutti i continenti, dall’altra ci solleciterà a fare delle scelte non più procrastinabili per la cura del creato e della nostra casa comune. Solo così noi cristiani potremo essere davvero “Pellegrini di Speranza”, come recita il motto scelto da Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’anno 2025.

Prima parte

CRISTO NOSTRA SPERANZA

  1. Un cuore “irrequieto”

Papa Francesco all’inizio della Bolla di indizione del Giubileo, ci ricorda che «nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé». In effetti l’uomo, nel dispiegarsi delle fasi della vita, coltiva molte e diverse speranze.

Quando è fragile creatura di pochi mesi quella di essere accudito dalla mamma e dal papà; poi di poterli ritrovare all’uscita della scuola dell’infanzia; poi di poter raggiungere un obiettivo nello sport e nello studio; poi di potersi inserire nel mondo lavorativo dando un proprio contributo al miglioramento della società civile; poi di coronare il proprio desiderio di amare ed essere riamato formando una propria famiglia o donando tutta la propria vita al servizio del Signore e dei fratelli; e infine da anziano spera di poter godere dei frutti dei sacrifici compiuti e di veder germogliare nei figli e nei nipoti i semi di bene sparsi nel corso della propria esistenza.

Man mano che questi obiettivi vengono raggiunti, gli appare però sempre più chiaro che tutto questo non soddisfa pienamente e che ha bisogno di qualcosa che vada “oltre”.

È quanto aveva già magistralmente espresso Sant’Agostino nelle sue riflessioni, raccolte nel libro delle Confessioni e che rispecchiano la sua stessa esperienza interiore: «Il nostro cuore è irrequieto e non trova pace finché non riposa in Te».

Anche Papa Benedetto XVI, al termine della prima parte della sua lettera enciclica Spe Salvi, così riassumeva le proprie considerazioni su questa “inquietudine” e sul tema della speranza nel pensiero antico e moderno:

«L’uomo ha, nel succedersi dei giorni, molte speranze – più piccole o più grandi – diverse nei diversi periodi della sua vita. A volte può sembrare che una di queste speranze lo soddisfi totalmente e che non

 abbia bisogno di altre speranze. Nella gioventù può essere la speranza del grande e appagante amore; la speranza di una certa posizione nella professione, dell’uno o dell’altro successo determinante per il resto della vita. Quando però queste speranze si realizzano, appare con chiarezza che ciò non era, in realtà, il tutto. Si rende evidente che l’uomo ha bisogno di una speranza che vada oltre. Si rende evidente che può bastargli solo qualcosa di infinito, qualcosa che sarà sempre più di ciò che egli possa mai raggiungere. In questo senso il tempo moderno ha sviluppato la speranza dell’instaurazione di un mondo perfetto che, grazie alle conoscenze della scienza e a una politica scientificamente fondata, sembrava esser diventata realizzabile.

Così la speranza biblica del Regno di Dio è stata rimpiazzata dalla speranza del regno dell’uomo, dalla speranza di un mondo migliore che sarebbe il vero “regno di Dio”. Questa sembrava finalmente la speranza grande e realistica, di cui l’uomo ha bisogno. Essa era in grado di mobilitare – per un certo tempo – tutte le energie dell’uomo; il grande obiettivo sembrava meritevole di ogni impegno. Ma nel corso del tempo apparve chiaro che questa speranza fugge sempre più lontano. Innanzitutto ci si rese conto che questa era forse una speranza per gli uomini di dopodomani, ma non una speranza per me. E benché il «per tutti» faccia parte della grande speranza – non posso, infatti, diventare felice contro e senza gli altri – resta vero che una speranza che non riguardi me in persona non è neppure una vera speranza. E diventò evidente che questa era una speranza contro la libertà, perché la situazione delle cose umane dipende in ogni generazione nuovamente dalla libera decisione degli uomini che a essa appartengono. Se questa libertà, a causa delle condizioni e delle strutture, fosse loro tolta, il mondo, in fin dei conti, non sarebbe buono, perché un mondo senza libertà non è per nulla un mondo buono. Così, pur essendo necessario un continuo impegno per il miglioramento del mondo, il mondo migliore di domani non può essere il contenuto proprio e sufficiente della nostra speranza. (…)

Noi abbiamo bisogno delle speranze – più piccole o più grandi – che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino, ma senza la grande Speranza che deve superare tutto il resto, esse non bastano.

Questa grande speranza può essere solo Dio, che abbraccia l’universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere. Proprio l’essere gratificato di un dono fa parte della speranza.

Dio è il fondamento della speranza – non un dio qualsiasi – ma quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati fino alla fine: ogni singolo e l’umanità nel suo insieme. Il suo Regno non è un aldilà immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno è presente là dove Egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge. Solo il suo amore ci dà la possibilità di perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza in un mondo che, di sua natura, è imperfetto. E il suo amore, allo stesso tempo, è per noi la garanzia che esiste ciò che solo vagamente intuiamo e, tuttavia, nell’intimo aspettiamo: la vita che è veramente vita.»[1]

È dunque Dio la nostra speranza!

Il Verbo di Dio che si è incarnato per noi e per la nostra salvezza, il Signore nostro Gesù Cristo, ha posto Lui stesso le fondamenta della nostra Speranza con la Sua morte e la Sua Risurrezione dai morti! San Paolo così si esprime al riguardo: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita».            

(Dalla Lettera Pastorale di Mons. Riccardo Lamba, Arcivescovo di Udine)


 

UN NUOVO ANNO PASTORALE

Carissimi,

gli inizi sono sempre difficili e perciò sono faticosi. Ci si avvia lentamente ma si conoscono la meta e la strada per raggiungerla. Camminiamo insieme illuminati da un faro che rischiara il nostro sentiero nel Regno di Dio che è presente già, ma non conosce ancora la sua pienezza. Ed allora noi camminiamo nella “speranza che non delude perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.” (Rm 5,5) Da questa speranza ha preso le mosse anche l’Arcivescovo che ci regala la sua prima lettera pastorale. In un tempo di guerre che minacciano il mondo, di abbandono della chiesa da parte di diversi cristiani, di una diffusa indifferenza religiosa, del diffondersi di tante “droghe” che lasciano dietro a sé morte, divisioni, inimicizie, banalità e corruzione, siamo chiamati ad annunciare e a vivere il vangelo della speranza con maggiore alacrità, entusiasmo, fedeltà che vediamo espressi nella chiesa e oltre, come segno del Regno che progredisce in mezzo a noi, qui e lontano da noi.

Vorrei esortare le famiglie ad una presenza maggiore alla S. Messa della domenica, alla  fedeltà  agli  incontri di catechesi  per  i  ragazzi,

i giovani e gli adulti ed alle opere di carità iniziando proprio dalle nostre case dove impariamo a vivere l’amore nella vita quotidiana.

Ringrazio i catechisti che si dedicano all’annuncio del Vangelo, coloro che curano il servizio liturgico perché le liturgie siano vissute con devozione e gli operatori della carità che coinvolgono l’assemblea ed operano tante volte nel silenzio dell’umiltà che rende efficace ogni azione.

Stiamo preparandoci nella preghiera ad un anno particolare: il Giubileo, che inizierà domenica 29 dicembre, Festa della S. Famiglia. Le iniziative che si potranno prendere verranno segnalate in seguito perché possiamo vivere come una grazia speciale questo anno che ci viene donato. Sia un anno di fermento spirituale per il mondo intero.

Auguro a tutti un buon anno pastorale e ringrazio le tante persone di cui godo ed ho potuto godere la collaborazione in questi 20 anni del mio sevizio pastorale in questa parrocchia. Il Signore benedica tutti.

Il parroco

Don Luciano Nobile

“Siamo tutti chiamati a vivere più intensamente ogni Eucaristia in tutte le sue dimensioni, particolarmente in quella escatologica e missionaria. Ribadisco, a tale  proposito, che «non possiamo accostarci alla Mensa eucaristica senza lasciarci trascinare nel movimento della missione che, prendendo avvio dal Cuore stesso di Dio, mira a raggiungere tutti gli uomini» Il rinnovamento eucaristico, che molte Chiese locali stanno lodevolmente promuovendo nel periodo post-Covid, sarà anche fondamentale per risvegliare lo spirito missionario in ogni fedele. Con quanta più fede e slancio del cuore, in ogni Messa, dovremmo pronunciare l’acclamazione: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta»! In questa prospettiva, nell’anno dedicato alla preghiera in preparazione al Giubileo del 2025, desidero invitare tutti a intensificare anche e soprattutto la partecipazione alla Messa e la preghiera per la missione evangelizzatrice della Chiesa. Essa, obbediente alla parola del Salvatore, non cessa di innalzare a Dio in ogni celebrazione eucaristica e liturgica l’orazione del Padre nostro con l’invocazione «Venga il Tuo regno». E così la preghiera quotidiana e particolarmente l’Eucaristia fanno di noi dei pellegrini-missionari della speranza, in cammino verso la vita senza fine in Dio, verso il banchetto nuziale preparato da Dio per tutti i suoi figli”.

             (Dal messaggio di Papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale).


Raccolta delle offerte nella  Giornata Missionaria

San Pietro Martire       €    905,00

Cattedrale                    € 1.350,00

TOTALE                    € 2.255,00

Mese di ottobre dedicato alla Madonna, tutti i giorni viene recitata la preghiera del S. Rosario:

Giorni feriali: ore 18.30  presso l’Oratorio della Purità.

Sabato e domenica: ore 18.30 in Cattedrale

Si può recitare anche in famiglia, anche con la guida della radio o della televisione.

Sono online le schede di iscrizione per il catechismo delle scuole elementari, medie e per il percorso di preparazione alla Cresima sono ora disponibili online. Un’opportunità semplice e comoda per le famiglie che desiderano iscrivere i propri figli ai percorsi di formazione cristiana presso la nostra Parrocchia di S.Maria Annunziata nella Chiesa Metropolitana in Udine.

Come iscriversi:

1. Scarica le schede: Clicca sul pulsante qui sotto per accedere ai moduli di iscrizione.
2. Compila il modulo: Inserisci i dati richiesti con attenzione. È importante che tutte le informazioni siano corrette e complete.
3. Consegna l’iscrizione:
• Di persona: Puoi consegnare i moduli compilati direttamente presso la sacrestia della Cattedrale.
• Via mail: In alternativa, puoi inviare le schede compilate all’indirizzo info@cattedraleudine.it.

Clicca qui per scaricare le schede di iscrizione.