La musica nella liturgia
Stralcio dall’articolo di Francesco Palazzolo pubblicato sul bollettino parrocchiale “L’Angelo di S. Maria di Castello” n. 3 anno 21 settembre 2025 in occasione del restauro dell’organo della Chiesa di S. Giacomo Apostolo in Udine:
Un pianissimo che sfiora l’anima
La musica, specie nel contesto della Chiesa, non è un semplice ornamento: essa è un linguaggio dell’anima, capace di elevare lo spirito e di favorire l’incontro con Dio. È un linguaggio specialmente nella misura in cui è perfettamente comprensibile a tutti senza distinzioni. Nel contesto della cerimonia e del concerto inaugurale, la musica ben eseguita ha ricordato agli spettatori, credo non solo a me, la dignità a cui anche la Chiesa eleva tutti noi. Papa Luciani, inaugurando a sua volta un organo, ricordava che nonostante fosse fanciullo di famiglia povera, “quando, entrando in chiesa, sentivo l’organo suonare a piene canne, dimenticavo i miei poveri abiti, avevo l’impressione che l’organo salutasse particolarmente me e i miei piccoli compagni come altrettanti prìncipi. Di qui la prima vaga intuizione, divenuta poi certezza, che la Chiesa cattolica non è solo qualcosa di grande, ma che fa grandi anche i piccoli”. Dunque la musica, come la liturgia, non si limita a celebrare: chiama e accoglie, elevando lo spirito di chi ascolta e rivelando la dignità insita in ciascuno.
Spesso capita di passare accanto a una chiesa e, sentendo il suono dell’organo, sentirsi invitati ad entrare; oppure, passando per il nostro duomo, desiderare di soffermarsi ad ascoltare o a riflettere quando, come spesso accade, un organista si cimenta in un esercizio. La chiamata non è riservata alle celebrazioni: è un richiamo sottile, quotidiano, che parla al cuore di tutti. E papa Luciani aggiungeva, a questo proposito: “Quando ci si chiama fra noi uomini, la chiamata è chiarissima… Quando chiama Dio, la cosa è diversa; niente di scritto o di forte o di evidentissimo: appena un sussurro lieve, un ‘sottovoce’, un ‘pianissimo’ che sfiora l’anima.” Questo è il postulato evangelico che la musica sacra rende tangibile: un invito discreto ma reale, che sussurra alla nostra interiorità e accompagna l’anima verso Dio, in ogni momento della vita quotidiana.



