Carissimi,
con gioia vi annuncio che domenica 5 ottobre alle 18.00, dopo lunghi lavori di restauro, verrà benedetta la Pieve di Santa Maria di Castello (Ecclesia Sanctae Mariae de castro), prima e più antica chiesa di Udine. Ci prepareremo a questa festa con una settimana di animazione spirituale nella nostra parrocchia, con il servizio pastorale del Padri della Missione di Udine (Padri Vincenziani).
È anche una felice coincidenza con l’anno giubilare che stiamo vivendo e pertanto abbiamo scelto questo tema:
“Con Maria, pellegrini di speranza”
Vi invito a partecipare agli incontri di preghiera, in modo particolare ad aprire le vostre case per la visita e la benedizione delle famiglie che avverrà nella settimana precedente (29 settembre-4 ottobre).
Nelle giornate precedenti vi giungerà l’avviso con l’indicazione della data e dell’orario della visita. Se qualche famiglia non potesse essere presente, potrà concordare la data e l’ora più opportuna, telefonando all’Ufficio Parrocchiale ogni mattina dalle 10.00 alle 12.00 (Tel. 0432-505302) oppure scrivendo una mail a info@cattedraleudine.it
Grazie per l’accoglienza cordiale dei Padri della Missione.
Auguro a tutti ogni bene.
Il Parroco, Mons. Luciano Nobile
Domenica 05 ottobre ore 18.00
Benedizione della Pieve, presiede l’Arcivescovo S.E. Mons. Riccardo Lamba
Processione aux flambeaux, accompagnata dai canti della Cappella Musicale della Cattedrale e dalla Filarmonica di Colloredo di Prato. Partecipa la croce della Chiesa-Madre di Aquileia seguita da alcune croci delle Pievi storiche dell’Arcidiocesi e delle Parrocchie della città di Udine.
S. Messa in Cattedrale
Mercoledì 08 ottobre ore 20.30
Mercoledì dell’Angelo
“I giovani incontrano un uomo cambiato da uno sguardo” intervento di Pietro Sarubbi, attore interprete di Barabba nel film “The Passion” di Mel Gibson.
Domenica 12 ottobre
ore 12.00: S. Messa con i genitori e i fanciulli del catechismo. Canta il Coro dei Pueri Cantores. Pranzo al sacco.
ore 14.30: l’Angelo scende ad incontrare i bambini: lettura teatrale con la Compagnia del Teatro del Silenzio (da un’idea di Maria Beatrice Bertone. Interpreti: Federica Sansevero, Gioele Lodolo)
ore 15.30: giochi sul prato del piazzale del castello.
Martedì 14 ottobre dalle ore 18.00 alle ore 19.00
Veglia di preghiera alla Regina Pacis, presieduta dall’Arcivescovo S.E. Mons. Riccardo Lamba
Chi desidera potrà restare in preghiera fino alle 21.00, quando la chiesa verrà chiusa.
Giovedì 16 ottobre ore 10.30
Incontro per i sacerdoti: ” La Pieve di S. Maria di Castello, madre delle chiese di Udine” (relazione di Mons. Sandro Piussi)
Sabato 18 ottobre ore 16.30
“Noi ministri dell’amore di Dio”
S. Messa con le coppie che in questa chiesa si sono sposate o celebrano i lustri di matrimonio (5-10-15-…60 anni). Presiede S.E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo Emerito di Udine, canta il coro dei Juvenes Cantores del Duomo.
Non potendo rintracciare le coppie interessate, tutti sono pregati di diffondere questa iniziativa. Le coppie che vi aderiscono sono pregate di inviare un cenno di partecipazione a questa mail info@cattedraleudine.it oppure di telefonare all’Ufficio parrocchiale 0432-505302 ogni giorno dalle 10.00 alle 12.00, oppure scrivere il proprio nome e numero di telefono sul foglio nella sagrestia del Duomo, al fine di poter preparare la festa. Grazie a quanti vorranno collaborare a questa iniziativa.
Domenica 19 ottobre ore 17.00
Concerto musicale per organo e coro della Cappella Musicale della Cattedrale diretta dal M° Davide Basaldella:
“Maria, icona della nostra storia”
VISITE GUIDATE ALLA CHIESA
Venerdì 10 ottobre ore 11.00
Venerdì 17 ottobre ore 17.00
Venerdì 24 ottobre ore 17.00
Lunedì 15 dicembre ore 19.00
Inizio della Novena del S. Natale presieduta dall’Arcivescovo S.E. Mons. Riccardo Lamba.
Canto del “Missus” a tre voci di Jacopo Tomadini. Cappella Musicale della Cattedrale, diretta dal M° Davide Basaldella.
Mercoledì 24 dicembre ore 22.00
Notte Santa del Natale di Gesù
S. Messa della notte. Cantano i Pueri Cantores, Direttrice M^ Anna Maria Dell’Oste.
NB. Si ricorda che per salire al piazzale del castello è disponibile l’ascensore in Via Sottomonte, vicino alla piazza Marconi.
Appello
Carissimi fratelli e sorelle, veramente non è proprio un inizio perché l’anno pastorale dura … … tutto l’anno. È vero che durante l’estate c’è un rallentamento delle attività pastorali ma non sono mai state sospese. Infatti, sempre abbiamo avuto la possibilità di ascoltare la Parola Dio ovunque siamo andati, ogni domenica abbiamo potuto partecipare alla Liturgia Eucaristica come anche alle opere di carità, compiute individualmente o in forma comunitaria. Inoltre, anche coloro che sono anziani o malati hanno potuto godere dell’assistenza spirituale. La comunità cristiana, attraverso i sacerdoti o i laici, non è andata in vacanza, se non altro ha pregato per coloro che sono più fragili.
Ora riprendiamo pertanto il nostro cammino con maggiore lena, col desiderio di conoscere maggiormente il Signore e di testimoniarlo presente in mezzo a noi, con la forza che lo Spirito Santo ci dona. Fin d’ora desidero ringraziare tutti coloro che, in qualsiasi modo, mettono a disposizione della comunità parte del loro tempo. Ci sarebbe qualche necessità nella pastorale della carità, oltre agli operatori del Centro di ascolto interparrocchiale. Bisognerebbe aumentare il numero degli amici della cattedrale per un servizio di custodia e di accompagnamento guidato nella visita al Museo del duomo, della chiesa della Purità, della Cattedrale e presto anche della chiesa di S. Maria di castello. Come tenere aperti questi luoghi di preghiera, di arte e di bellezza? Col volontariato! Chi avesse due ore di tempo alla settimana perché non potrebbe impiegarle in un servizio alla comunità? Tutti i servizi sono dignitosi, utili ed importanti, anche quelli che si ritengono più umili e di poco conto ma sono alle volte essenziali …. come tenere aperta la porta!
Auguro a tutti un buon cammino, nella speranza che alcuni accolgano anche questo appello finale.
Il Signore vi benedica!
Don Luciano Nobile, parroco
PASSAPAROLA !!!
VISITA E BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE DELLA PARROCCHIA
Nei pomeriggi dal 29 settembre al 4 ottobre
Ci sarebbe la necessità di portare gli avvisi nelle famiglie.
Qualcuno si rende disponibile per questo servizio?
Con cuore ferito dalle guerre e dalle ingiustizie, noi, donne e uomini di ogni popolo, proclamiamo che la pace è il bene supremo dell’umanità e responsabilità di ciascuno.
Dieci Principi e Impegni
1. Ogni vita è sacra.
Riconosciamo la dignità inviolabile di ogni persona: la pace nasce dal rispetto reciproco.
2. Taccia il fragore delle armi.
Solo il dialogo può aprire la via alla giustizia e alla riconciliazione tra i popoli.
3. Disarmare il cuore.
Non vi è pace senza liberarsi da odio, vendetta e indifferenza.
4. Educare alla nonviolenza.
Scuole, famiglie e comunità diventino laboratori di ascolto, cooperazione e solidarietà.
5. Giustizia sociale come fondamento.
La lotta contro la povertà, le disuguaglianze e le oppressioni è seme di pace duratura.
6. Solidarietà tra i popoli.
Nessuno si salva da solo: la pace cresce solo se condivisa, oltre i confini e le appartenenze.
7. Custodia della Terra.
La pace con la natura è condizione della pace tra gli esseri umani.
8. Memoria delle vittime.
I volti di chi ha sofferto la guerra restano per noi monito e responsabilità: mai più.
9. Responsabilità personale e comunitaria.
Ogni gesto quotidiano, dal linguaggio alle scelte economiche, può costruire o distruggere la pace.
10. Visione di fraternità universale.
La pace non è solo assenza di guerra, ma pienezza di vita, giustizia e speranza condivisa.
Dichiarazione finale
La pace è possibile. La pace è necessaria. La pace comincia da noi.
(A cura di Sebastiano Ribaudo)
Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica!
Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite … Ma i nostri sforzi sono stati vani. Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace.
Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrut-to!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.
Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace.
E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen. (Papa Francesco).
SANTE MESSE
1) Cattedrale di S.Maria Annunziata
Sabato: 19.00
Giorni festivi: Ore 7.30 – 9.00 – 10.30 – 12.00 – 19.00
2) Oratorio della Purità
da Lunedì a venerdì: Ore 7.30 e 19.00
Sabato: Ore 7.30; Ore 17.30 S. Messa in lingua friulana
3) Chiesa di S. Giacomo
Giorni feriali: Ore 10.00 S. Messa – Ore 10.30 S. Rosario o Adorazione.
Giorni festivi: Le Messe temporaneamente sono celebrate nella Chiesa di S. Pietro martire.
4) Chiesa di S. Pietro martire
Giorni festivi: Sabato ore 17.00 S. Rosario – Ore 17.30 S. Messa.
Domenica: ore 10.00 – Ore 11.30 S. Messa
Trasmissione della S. Messa domenicale:
Nel mese di luglio Telefriuli (canale 11) non trasmetterà la S. Messa delle 10.30 dalla Cattedrale di Udine ma dalla Basilica di Aquileia e sarà presieduta a turno da uno dei vescovi della nostra Regione FVG.
Si avverte però che tutte le sante Messe celebrate in Cattedrale (7.30-9.00-10.30-12.00-19.00) vengono sempre trasmesse in streaming da questo sito CLICCA QUI
Si precisa che queste celebrazioni vengono trasmesse soltanto col fine di favorire la partecipazione di coloro che sono malati o anziani o impediti da motivi gravi. Agli altri si raccomanda la presenza in chiesa.
SS. Messe feriali:
Da lunedì 1° settembre riprende la celebrazione delle SS. Messe feriali nell’Oratorio della Purità alle ore 7.30 e 19.00.
CONFESSIONI
Lunedì (ore 9:30 – 11:00) | Mons. Mariano Linossi |
Martedì (ore 9:30 – 11:00) | Mons. Davide Larice |
Mercoledì (ore 9:30 – 11:00) | Mons. Angelo Favretto |
Giovedì (ore 9:30 – 11:00) | Mons. Gianni Fuccaro |
Venerdì (ore 9:30 – 11:00) | Mons. Angelo Favretto |
Sabato (ore 9:30 – 11:00) | Mons. Giampaolo d’Agosto |
Domenica (ore 7:30 – 8:30 / 9:00 – 10:00) | Mons. Luciano Nobile |
Lunedì (ore 16:00 – 18:30) | Mons. Sandro Piussi |
Martedì (ore 16:00 – 18:30) | Mons. Mariano Linossi |
Mercoledì (ore 16:00 – 18:30) | Mons. Giuseppe Peressotti |
Giovedì (ore16:00 – 18:30) | Mons. Sandro Piussi |
Venerdì (ore 16:00 – 18:30) | Mons. Giampaolo d’Agosto |
Sabato (ore 16:00 – 18:30) | Mons. Giuseppe Peressotti |
Domenica (ore 18:00 – 19:00) | Mons. Luciano Nobile |
Uniamo la nostra voce a tutta la chiesa udinese nell’aderire all’appello di Papa Leone XIV:
«Mentre la nostra terra continua ad essere ferita da guerre in Terra Santa, in Ucraina e in molte altre regioni del mondo, invito tutti i fedeli a vivere la giornata del 22 agosto in digiuno e in preghiera, supplicando il Signore che ci conceda pace e giustizia e che asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti armati in corso».
VENERDI’ 22 AGOSTO
in Cattedrale verrà recitato il Santo Rosario alle ore 18.30, seguito dalla S. Messa alle ore 19.00
Anche il nostro Arcivescovo, Mons. Riccardo Lamba, ha fatto pervenire il Suo invito:
Cari fratelli e sorelle,
la nostra comunità diocesana, ascoltando l’accorato appello del Santo Padre Leone XIV e in comunione con tutta la Chiesa italiana, venerdì 22 agosto, nella memoria liturgica della Beata Vergine Maria Regina, vivrà una giornata in cui attraverso il digiuno e la preghiera invocherà il dono della pace da Colui che è la nostra pace, Gesù Cristo, il quale, solo, può abbattere il muro di odio e di violenza fra tutti i popoli.
La pace può nascere solo dall’offerta del proprio perdono quando qualche fratello commette una colpa contro di noi (Mt 19,21) e dall’esperienza di accoglienza della propria richiesta di perdono.
Coltiviamo in quest’anno giubilare la speranza che «la libertà delle persone anche quando si smarrisce nel male, può ancora essere raggiunta dalla luce di un gesto mite: il vero perdono non aspetta il pentimento, ma si offre per primo, come dono gratuito», proprio come l’amore di Gesù sulla Croce (dalla catechesi di Papa Leone XIV di mercoledì 20 agosto 2025).
+ Riccardo Lamba
Arcivescovo di Udine
(a cura di Matteo Carota)
Il tempo e il dominio dell’uomo su di esso
L’anno sabbatico segue la stessa logica dello shabbat, un’istituzione dell’Antico Testamento essenziale per cogliere l’essenza dell’umanesimo biblico. Porre un sigillo su un giorno della settimana significa aver sottratto il tempo al dominio assoluto degli uomini. Nessuno possiede il tempo. Nella settimana ebraica lo shabbat è il settimo giorno, festivo e consacrato a Dio, nel corso del quale si interrompe ogni lavoro e attività che comportino cosciente trasformazione dell’ordine esistente. Durante un anno giubilare, dovevano essere compiuti con maggiore radicalità i gesti di fraternità umana e cosmica celebrati durante l’anno sabbatico ogni sette anni, ovvero la cessazione dei lavori nei campi, la liberazione degli schiavi e la remissione dei debiti. Infatti, il giubileo ebraico cadeva ogni sette anni sabbatici.
Tornando alla settimana, nel mondo cristiano il sabato è diventato il giorno che precede la festa ed è ricco di gioia perché si apre alla domenica, caratterizzata non solo dal riposo, ma dall’inizio della settimana che ci ricorda la Resurrezione di Cristo. Non siamo padroni del tempo, che scorre come un fiume: forse siamo padroni o meglio gestori accorti o intelligenti amministratori o semplici consumatori del momento che viviamo, ma il tempo è di Dio. Non c’è virtù umana che possa permetterci di esercitare qualche potere sul tempo, se non quella che il Signore ci regala per vivere il tempo: la speranza. La sapienza ci porta a pregare e a discernere ogni momento come possibilità di vivere con speranza nel tempo.
Il lavoro alla luce della fede
Il lavoro è una parte integrante della vita, perché vi investiamo larga parte del nostro tempo, delle nostre energie e dei nostri pensieri. Per alcuni lavorare è un piacere, per altri è un peso, per altri ancora è una semplice necessità. Alla luce della fede, il lavoro non è soltanto uno strumento d’azione; viene sviluppata la persona del singolo, il quale contribuisce al progresso della società nel suo complesso. Quindi cosa accade quando vediamo il lavoro con lo sguardo della fede, e non con quello della produttività e del dovere? Questa riflessione scaturisce da una domanda molto profonda nella sua semplicità: che significato ha il mio lavoro agli occhi di Dio? La fatica, le frustrazioni e gli incombenti dietro l’angolo, insieme con i rapporti che intrecciamo sul lavoro, possono diventare un punto d’incontro con il Signore? Alla luce della fede, il lavoro è uno spazio in cui coltivare responsabilità, equilibrio, disponibilità, ma anche pazienza, umiltà e speranza. Coltivare la speranza non implica perdere il contatto con la realtà, né tantomeno nutrire un susseguirsi di illusioni: implica essere certi che le giornate più faticose, se vissute con fede, non sono mai sprecate.
Fede e fatturato: una convivenza possibile?
Nel mondo contemporaneo, dove l’efficienza economica e il profitto sembrano dominare ogni aspetto della vita, la domanda se fede e fatturato possano convivere è quanto mai attuale. A prima vista, sembrano appartenere a due mondi inconciliabili: la fede richiama valori come gratuità, giustizia, solidarietà; il fatturato evoca numeri, competizione, profitto. Eppure, una convivenza non solo è possibile, ma può diventare necessaria e virtuosa. L’imprenditore credente non è chiamato a rinunciare al successo economico, ma a vivere l’attività economica come una vocazione, secondo i principi del Vangelo. Il lavoro e l’impresa diventano luoghi in cui si esercita la responsabilità verso i dipendenti, i clienti, l’ambiente. La dottrina sociale della Chiesa parla di un’economia “al servizio dell’uomo”, dove il profitto non è fine a sé stesso ma mezzo per creare valore umano e sociale, che quindi dà agli uomini la speranza di migliorare la propria vita. In definitiva, fede e fatturato possono camminare insieme quando l’etica guida le scelte economiche, e quando l’impresa diventa spazio di fraternità e non solo di produttività. Non è facile, ma è possibile. Ed è ciò di cui oggi la società ha più bisogno.
Comunicare con fede nel tempo dell’incertezza
Siamo regolarmente trascinati da un flusso continuo di notizie: titoli, video, commenti, analisi. La rapida diffusione delle notizie dà all’informazione un terreno molto fragile in cui la verità è oggetto di contesa, così la fiducia nell’informazione viene meno e a lungo andare la paura viene abitualmente trasmessa non solo nel modo in cui ci informiamo, ma anche in quello in cui comunichiamo, fomentando allarmismo e diffidenza. Comunicare con fede significa scegliere di credere che la parola può costruire ponti, generando fiducia e curando ferite, anche quando il mondo sembra crollarci addosso. Non basta trasmettere notizie, è necessario avere il desiderio di raccontare la verità, dando luce a ciò che viene nascosto.
Comunicare con fede implica dare importanza alla qualità delle informazioni e non limitarsi a scegliere se dire qualcosa o non farlo. Implica rifiutarsi di strumentalizzare la paura e scegliere invece informazioni che costruiscono, educano e promuovono la fiducia e la solidarietà. Anche nel caos mediatico, la fede nella comunicazione, si traduce nella volontà di ascoltare e non solo di parlare.
Comunicare con fede nel tempo dell’incertezza è una sfida continua, oltre a essere una missione fondamentale. Farlo non vuol dire avere tutte le risposte, ma scegliere ogni giorno di fare della comunicazione un atto che costruisce, che cura, che dà spazio alla speranza e alla verità. In un mondo pieno d’incertezze, la fede nella parola diventa un modo per continuare a credere nel suo potere di cambiare il mondo.
Famiglia e fede: un’alleanza sacra
La famiglia è il luogo in cui la vita cresce, nasce e si proietta verso il futuro. Compito della famiglia è la tutela di tradizioni, valori e ricordi trasmessi dai suoi anziani; questo gesto indica che Dio continua a sperare nell’umanità, soprattutto quando i coniugi aspettano la nascita di un figlio. Generare e accogliere la vita è uno degli atti più profondi di speranza. Mettere al mondo un figlio, educarlo, prendersene cura, significa credere nel futuro, nonostante le incertezze del presente.
Pregare insieme, superare le difficoltà quotidiane e perdonarsi sono solo alcuni segni che Dio ha creato l’uomo a Sua immagine e somiglianza: in un presente in cui le relazioni sono sempre più fragili, le famiglie che rimangono unite sono una testimonianza viva di speranza che l’amore fedele è ancora possibile. Ogni famiglia che vive secondo il Vangelo anticipa il Regno di Dio nella storia. È una realtà umana che guarda al cielo, rendendo visibile la speranza eterna nella concretezza delle relazioni quotidiane.
Anche in tempi di crisi e trasformazioni sociali, la famiglia rimane un pilastro fondamentale della società, capace di generare non solo vita biologica, ma vita spirituale e morale. Custodirla e sostenerla significa costruire le basi di una società più giusta, fraterna e aperta al futuro.
Servire è governare con il cuore
Cosa c’entra il Giubileo con la politica? Ogni autorità è, in fondo, un servizio. San Paolo scrive ai Romani che “chi governa lo faccia con diligenza” (Rm 12,8), e Gesù stesso lava i piedi ai suoi discepoli per mostrare che governare è servire Gesù ci ha mostrato che il potere vero è proprio quello che si fa servizio e lo ha fatto chinandosi a lavare i piedi dei suoi Apostoli. E San Paolo, nella Lettera ai Romani, ci ricorda: “Chi governa, lo faccia con impegno” (Rm 12,8). Ma aggiungiamo oggi: con speranza. Con la speranza fondata sulla fiducia che Dio opera anche nelle scelte pubbliche, quando sono animate dal desiderio sincero di compiere il bene. Anche governare può essere un atto di speranza. Speranza che il bene comune prevalga sul tornaconto personale, tramite il proprio esempio. Speranza che si possa ancora amministrare con giustizia, trasparenza, passione. Speranza che chi amministra il nostro paese e i nostri enti locali lo faccia accompagnato dalla preghiera di chi crede. In un tempo in cui la fiducia nelle istituzioni sembra affievolirsi, questo Giubileo ci ricorda che governare può essere ancora una vocazione, se vissuta con umiltà e spirito di servizio. Per tutti noi questa è un’occasione per pregare per chi ci amministra, troppo spesso oggetto solo di inutili critiche e polemiche.
Un Giubileo per chi ci guida nella fede
In occasione del Giubileo dei sacerdoti, papa Leone XIV li ha esortati a radicare la loro vita e il loro ministero «in un amore sempre più forte, personale e autentico per Gesù», rimarcando l’importanza di restare immersi nella realtà della vita delle persone, invito rivolto a più riprese anche dal compianto papa Francesco. Il Giubileo li spinge a sentirsi guardati da Dio e salvati dalla Sua misericordia, per poi imparare a guardare con lo stesso sguardo paterno. Questo sguardo sacerdotale non giudica ma accoglie, accompagna e perdona.
In questo Giubileo, siamo chiamati a pregare per i nostri sacerdoti, affinché possano rinvigorire il loro amore personale per Gesù; esercitare uno stile pastorale fatto di misericordia e concretezza, accogliere con cuore paterno ogni fratello e sorella, anche i più smarriti, nonché vivere e testimoniare insieme l’unità della Chiesa. Anche noi fedeli siamo chiamati a sostenere il loro ministero con gratitudine, collaborazione, preghiera e affetto. Ricordiamo ogni giorno che, con tutte le sfide e le responsabilità che comporta, il sacerdozio è un dono che sostiene la vita spirituale della comunità cristiana. Che questo tempo giubilare faccia dono anche a noi del cuore di Cristo, per camminare insieme con i nostri sacerdoti come pellegrini di speranza.
ABBIAMO VISSUTO INSIEME IL GIUBILEO
Carissimi,
giovedì 13 marzo alle 18.30 insieme ai ragazzi ed i loro genitori e nonni abbiamo vissuto il Giubileo presso il santuario della B.V. delle Grazie. Nonostante la pioggia eravamo in tanti anche se non tutti. È stata un’ora di intensità spirituale, preparata dai catechisti della Collaborazione pastorale Udine-centro. Credo che tutti abbiamo colto il senso della speranza cristiana che, come un faro, proietta la luce sul nostro cammino, lo illumina e fa scoprire tanti umili segni della presenza di Gesù in mezzo a noi. Direi emozionante percepire il silenzio dei ragazzi e degli adulti davanti al Crocefisso esposto sul presbiterio del Santuario. Cosa avranno detto questi ragazzi fissando Gesù crocefisso in un momento di intimità con Lui? Non lo sappiamo ma sappiamo che hanno sentito la sua presenza ed hanno con Lui dialogato per alcuni minuti. Vi esorto a leggere l’approfondimento che il giovane Francesco offre oggi su questo foglio domenicale circa il silenzio.
Vivremo un altro momento di Giubileo in forma comunitaria il 10 aprile. Tutti potranno intervenire. Ci troveremo presso il Battistero della Cattedrale alle ore 18.30 per esprimere insieme la nostra fede recitando il Credo di Aquileia poi ci porteremo processionalmente in Cattedrale per l’adorazione del Crocifisso. Quindi celebreremo l’Eucaristia nella chiesa della Purità. Nel mese di maggio ci sarà un’altra occasione per celebrare il Giubileo in forma comunitaria. Ci recheremo al santuario di S. Antonio a Gemona domenica 25 maggio, nel pomeriggio. Comunicherò il programma più dettagliato sul Bollettino parrocchiale di Pasqua e da questo sito. Vi auguro un buon cammino di Quaresima. Ciascuno si regali ogni giorno un momento di silenzio davanti a Dio. D’altronde il tempo è di Dio.
Il Parroco, Mons. Luciano Nobile
CHIESA DI SAN GIACOMO
GIOVEDI’ 24 LUGLIO – VIGILIA:
ore 20.30 presentazione e benedizione dell’organo, con un concerto del M° Beppino Delle Vedove.
L’organo è stato restaurato dalla ditta Francesco Zanin di Codroipo con i contributi della CEI e della Fondazione Friuli.
VENERDI’ 25 LUGLIO – FESTA DI SAN GIACOMO:
ore 10.00 S. Messa solenne
Canta il coro AlbaRosa Schola Gregoriana
Venerdì 11 luglio ore 20.30:
Canto dei Primi Vesperi presieduto dall’Arcivescovo
con la partecipazione delle Croci delle Pievi storiche del Friuli.
I fedeli provengono da tutte le parrocchie della Diocesi.
Sabato 12 luglio:
ore 7.30 S. Messa
ore 10.30 Solenne Pontificale dell’Arcivescovo
con la partecipazione del Capitolo Metropolitano e dei sacerdoti, delle Autorità civili e militari, del Comune di Udine e della Regione Friuli V.G., delle Associazioni, dei fedeli della città.
Benedizione dal sagrato della Cattedrale e saluto del Sig. Sindaco alla cittadinanza.
ore 19.00 S. Messa
ore 21.00 in Cattedrale
Concerto strumentale e vocale da parte della Cappella musicale, del coro dei Pueri e dei Juvenes Cantores. Organista M°Beppino Delle Vedove. Direttori M° Anna Maria Dell’Oste e M° Davide Basaldella.
Conferimento del Premio Santi Ermacora e Fortunato “Cuore Solidale 2025”

Il sagrestano Fabio Viola ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute.
Fin d’ora lo ringraziamo per il solerte servizio prestato per tanti anni nella nostra parrocchia, in attesa di potergli manifestare pubblicamente la nostra gratitudine a momento opportuno, nel prossimo autunno.
Parrocchia di S. Maria Annunziata
Piazza del Duomo
33100 Udine (UD)
SEGRETERIA PARROCCHIALE
33100 Udine (UD)
Aperta dal lunedì al venerdì
dalle ore 10:00 alle ore 12:00
Tel. centralino: +39 0432 505302
Email (entro 24h): info@cattedraleudine.it
C.F.: 80010240309